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Lucca: dibattito in comune e posizioni:
Di Fabrizio (del 14/01/2014 @ 09:04:24, in Italia, visitato 1667 volte)

07-01-2014 / POLITICA / IACOPO LAZZARESCHI CERVELLI

LUCCA, 7 gennaio - Consiglio comunale straordinario dedicato alla questione campo nomadi e al progetto 'casette' depennato a mera 'ipotesi' e poi bocciato dal sindaco Alessandro Tambellini con un comunicato stampa diffuso prima della fine dell'anno.

La seduta è iniziata con l'intervento di Marco Martinelli che ha illustrato i punti dei due ordini del giorno depositati in Consiglio dal gruppo Forza Italia. Il primo che chiedeva conto del progetto 'casette' e della spesa do 70mila euro da parte dell'amministrazione e di altri 25mila euro della conferenza zonale dei sindaci proponendo che fossero spesi in aiuto delle famiglie lucchesi bisognose; l'altro richiedente l'impegno dell'amministrazione per la realizzazione di nuovi strumenti urbanistici e di uno studio di fattibilità per riqualificare tutta la zona ingrandendo le strutture sportive esistenti e restituzione a verde della zona che ha gravi problemi di sicurezza in caso di alluvione.

L'assessore Ilaria Vietina ha preso la parola per ricostruire i fatti sottolineando come la questione impropriamente definita "costruzione delle casette" per il campo nomadi di via delle Tagliate, si sia basata non su documentazione e dati forniti dall'amministrazione quanto su ricostruzioni giornalistiche. "A fronte di un problema, in questa fase storica si è proceduto a una campagna di stampa volta a disconoscere i risultati raggiunti dalle commissioni" ha accusato. In pratica è sì esistita un proposta per le strutture abitative "nessuno usa questa terminologia" ha sottolineato, ma è stato superata come espresso nel comunicato stampa del 28 dicembre.

L'assessore ha ripercorso i documenti consiliari dell'amministrazione Favilla riprendendo un ordine del giorno approvato del 13novembre 2008 a firma Fava, Martinelli, che invoca il superamento delle annose questioni del campo di via della scogliera. Sempre durante il mandato Favilla il 12 gennaio 2012 poi veniva approvato un ordine del giorno a firma Ramacciotti, Martinelli Baudone che dichiarava l'esistenza di una situazione non sostenibile al campo di via delle Tagliate con altissimi consumi di acqua a carico del Comune e impegnava l'amministrazione controllo proposta urbanistica di smantellamento o adeguamento o prevedere sito più idoneo. Ma l'unica azione valutata fu quella per risparmiare acqua con l'istallazione impianti singoli con un preventivo di 78mila euro.

In continuità con quelle decisione l'attuale amministrazione ha realizzato i lavori per l'istallazione di contatori dell'acqua (26 in tutto e rispettivi allacciamenti) per 70mila euro di cui 61mila dai fondi di bilancio e 13mila euro di finanziamento regionale campi nomadi. Questa soluzione ha garantito il risparmio di 1/3 sulla bolletta Geal.

I 25mila euro della Conferenza zonale sono serviti per completare lo spostamento del campo , la costruzione di una fognatura e la dotazione per ogni piazzola di un estintore. L'assessore Vietina ha rigettato la proposta di destinare questi fondi alle famiglie lucchesi in quanto impropria e discriminatoria "per quanto riguarda politiche sociali non possono fare dei sistemi di selezione in base all'origine. Tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, e approvando una risoluzione del genere il Comune di Lucca potrebbe infrangere le leggi antidiscriminatorie" ha precisato.

Quanto al piano urbanistico di riqualificazione della zona l'assessore si è augurato che il Consiglio dia delle direttive e studi delle soluzioni per la riqualificazione considerando però che non si possono eliminare 150 persone, che hanno bisogno di un processo di integrazione non attraverso l'assistenzialismo ma attraverso la responsabilità.

Il consigliere ed ex sindaco di Lucca Pietro Fazzi (Liberi e Responsabili) ha chiesto ironicamente se la questione delle casette se la fossero inventata i giornalisti e ha criticano l'assessore e l'amministrazione per i toni tenuti "come se le politiche sociali e l'inclusione fossero un'esclusiva della maggioranza". Fazzi ha ricordato come durante la sua amministrazione siano stati collocati i contatori e come abbia previsto che in ciascuna utoe fosse possibile inserire un insediamento di un campo per avviare un'azione di smantellamento di una zona golenale dove lasciare i nomadi significa accettare che possano andare sott'acqua.

Lido Fava (Liberi e Responsabili) ha ricostruito la storia del progetto delle casette partito dalla scoperta di fondi regionali e che avrebbe definitivamente trasformato l'insediamento delle Tagliate da di passaggio a campo stanziale. Fava ha definito la maggioranza "pasticciona, inconcludente e confusionaria".

E' a questo punto che ha fatto ingresso in aula uno striscione portato da alcuni rappresentanti di Giovane Italia con la scritta: "Case ai rom, e ai lucchesi contribuenti?" subito requisito dai commessi.

La seduta è proseguita con la difesa della linea dell'amministrazione attraverso gli interventi di Valentina Mercanti che ha sottolineato l'inutilità del Consiglio quando tutta la polemica si sarebbe potuta fermare in commissione a novembre e invece si è portata avanti fino ad ora con ordini del giorno vagamente razzisti, e quelli di Alessandro Berolucci e Erica Picchi (PD) e Diana Curione e Claudio Cantini (Lucca Civica) basati sull'importanza dell'integrazione nei confronti di Rom e Sinti.

Angelo Monticelli (Insieme per Favilla sindaco) ex assessore al sociale ha difeso l'operato della precedente amministrazione ed ha criticato l'approccio dell'assessore Vietina che ha invitato ad abituarsi a collaborare con sensibilità diverse non parlando ex-cattedra.

Ma un duro affondo nei confronti dell'amministrazione Tambellini è venuto dal consigliere Roberto Lenzi (IdV) che ha accusato la giunta di scarsa trasparenza sul progetto scoperto dai consiglieri attraverso gli organi di stampa: "L'assessore ha cercato di trasformare un'evidente sconfitta in una vittoria dopo la smentita dal sindaco con comunicato stampa". Il progetto secondo Lenzi è venuto fuori dalla scoperta casuale di una linea di credito della Regione Toscana che andava sfruttata, non da una progettualità meditata.

In un intervento di replica Marco Martinelli ha accusato l'assessore Vietina di un sconcertante tentativo di mascherare il fatto di essere stata sconfessata nell'azione politica dal sindaco. "In questi mesi - ha affermato il capogruppo di Forza Italia - l'assessore Vietina ha strizzato l'occhio alle frange più estreme della sinistra, nei casi dell'occupazione di Agorà e Madonne Bianche, ed è stata sconfessata nella sua linea politica della volontà di portare avanti i progetti delle casette per i nomadi", il consigliere ha ripercorso la linea ricostruita da alcuni quotidiani sul progetto casette confermato anche dall'assessore regionale. Giorgio Mura (Noi per Lucca al Centro) ha sottolineato come "invece di cercare le cose che ci accomunano si cercano quelle che ci dividono".

Francesco Battistini (PD) ha polemizzato durante la replica di Martinelli ma che alla fine si è augurato di poter mettere le basi con un gruppo di lavoro a delle azioni reali e non a delle promesse enunciate solo in ordini del giorno come ha fatto l'amministrazione Favilla.

Nel passaggio finale il sindaco Alessandro Tambellini ha ripercorso la storia dei campi nomadi lucchesi, una realtà da più di mezzo secolo aggravata dal flusso migratorio nato dalla fine della Guerra fredda. Tambellini ha dichiarato di essere sindaco di tutti quanti risiedono nel Comune

"La verà lucchesità, voglio ricordare che questa è una città che nel Medioevo ha accolto gli Ebrei che di qui sono passati per poi diffondersi in Europa. Siamo una città che ha saputo accogliere e che ancora deve sapere accogliere senza pregiudizi e prevenzioni. Crediamo che la vera lucchesità risieda in questi valori e in questa forza". Il sindaco ha rilevato come la questione casette abbia avuto una rilevanza mediatica impropria e si è augurato l'impegno da parte di tutti per stabilire insieme percorsi per soluzioni concrete. Alla fine della seduta i due ordini del giorno Martinelli - Macera sono stati bocciati assieme a quello presentato da Laura Giorgi assente alla seduta che comunque inviato un intervento scritto.


"Fondamentale è premettere che tutte le persone hanno pari diritti, pari doveri e pari dignità e che questa sera siamo stati chiamati a discutere, attraverso un consiglio straordinario richiesto dalla minoranza sul progetto delle "casette di legno", un progetto che era una delle ipotesi al vaglio dell'amministrazione per risolvere la questione dei "sinti, rom e camminanti", ma non più oggetto di discussione dell'amministrazione stessa.

Mi permetto di estendere il tema della discussione considerato che gli argomenti sociali raramente vengono trattati in Consiglio Comunale.

La crisi economica e sociale ha acutizzato e reso palese un fenomeno in corso da almeno venti anni e cioè lo sviluppo di nuove vulnerabilità sociali e la nascita di recenti categorie di persone in difficoltà (giovani, donne, persone che perdono il posto del lavoro e che non riescono più ad accedervi) con gravi danni sulla salute delle persone stesse e sul tessuto economico e sociale.

In generale l'ampliamento delle vulnerabilità sociali è un fenomeno complesso che si inserisce in alcuni grandi passaggi della nostra società (invecchiamento della popolazione, frammentazione delle famiglie, precarizzazione della condizione di vita-lavoro) ed allarga e ristruttura l'area del disagio.

La discussione iniziata stasera ci fa riflettere sul fatto che la struttura dei servizi di welfare che abbiamo conosciuto a partire dagli anni '70 non sembra più adeguata a comprendere e gestire le nuove problematiche che attraversano i cittadini.

Le complicazioni di questi servizi non derivano da un loro cattivo funzionamento, ma in particolar modo dal mutamento del loro oggetto di lavoro: se la società cambia velocemente, i servizi di welfare, occupandosi dei problemi che le persone incontrano nel vivere quotidiano, dovranno necessariamente rielaborare profondamente il loro modo di lavorare e di incidere in termini di efficacia, efficienza ed economicità nei confronti della società.

"Dobbiamo quindi pensare di creare le condizioni per accompagnare chi per vari motivi si trova in un momento di difficoltà e questo fa sì che chi potrebbe avere le potenzialità per condurre una vita dignitosa, attualmente rischia di non poter accedere a nessun tipo di ammortizzatore momentaneo e che diventi quindi a sua volta un "nuovo povero".

La trasformazione epocale che stiamo attraversando segnala un'emergenza che si propone come terreno particolarmente adatto allo sviluppo di nuove sinergie tra politiche e servizi di welfare da una parte e la necessità di vivere ripensare i servizi di welfare dall'altra parte.

Colgo l'occasione del dibattito per chiedere all'amministrazione di affrontare in senso ampio il tema del sociale, impegnando le persone in una modalità che richiami il binomio "diritto-doveri", facendo emergere eventuali fenomeni di "assistenzialismo cronico", sviluppando le autonomie, le responsabilità e le potenziali capacità di ogni persona.

Importante sarebbe comparare i bilanci preventivi e consuntivi degli ultimi anni, anche per verificare in modo analitico l'effettiva rispondenza alle priorità dell'amministrazione e soprattutto alla realizzazione concreta di politiche rispondenti alle esigenze reali di tutta la popolazione.

Auspico che venga prestata massima attenzione al tema di politiche di educazione civica in ottica di prevenzione e promozione di salute (salute inteso come benessere fisico, sociale ed economico) di attuazione di politiche per la "non autosufficienze", per la disabilità, per i giovani e per gli anziani, confrontandosi con istituzioni che hanno già attuato buone pratiche e coordinandosi con i comuni della piana, ottimizzando i servizi sociali e coinvolgendo il fondamentale operato del terzo settore.

Sollecito l'amministrazione a considerare l'emergenza lavoro come priorità trasversale per le attività dell'amministrazione ed attuare le azioni possibili, collaborando con tutti gli enti competenti e prevedendo politiche di sviluppo economico che possano rilanciare l'economia del nostro territorio ed a tal proposito i consiglieri di Lucca Civica in data 12 dicembre hanno presentato due documenti da discutere in consiglio comunale quanto prima.

Parlando dei rom, sinti e camminanti non possiamo comunque ignorare il fatto che è necessario poter individuare soluzioni che permettano a tutte le persone di poter vivere in modo dignitoso, avendo la possibilità di poter accedere alle opportunità necessarie per partecipare appieno alla vita economica, sociale e culturale, come espresso dalla Commissione Europea nel 2004 per definire il concetto di inclusione sociale.

Occorre delineare metodologie nuove tese a superare la connotazione emergenziale dei tradizionali interventi nei confronti delle popolazioni Rom e Sinte al fine di intervenire in maniera strutturata nell'ambito dell'istruzione, della salute, dei servizi sociali, della formazione, della promozione dell'accesso al lavoro e delle soluzioni abitative.

A mio avviso solo una ricerca sul campo rigorosa e che utilizza una pluralità di fonti (la conoscenza diretta dei rom e sinti di riferimento, l' ascolto delle loro istanze, la conoscenza dei luoghi di vita, l'analisi delle politiche locali, l'eventuale terzo settore coinvolto ecc.) può offrire un quadro su cui iniziare ad individuare le criticità e le priorità sulle quali lavorare con progetti a lungo termine".

Diana Curione, Consigliera Comunale Lucca Civica


Campo nomadi, dibattito lungo e complesso ieri in consiglio comunale. Fra gli interventi più legati al tema dell'inclusione e della lotta alla marginalità quello di Alessandro Bertolucci del Partito Democratico. Ve lo proponiamo integralmente. "Vorrei dire per prima cosa che se siamo qua a discutere parzialmente di marginalità, non è per nostro volere. Noi consideriamo tutte le marginalità sullo stesso piano. Naturalmente non ci sottraiamo ma dispiace dirlo, anche i media, su questo tema, non hanno aiutato a fare chiarezza. Però dimostrano una loro forza politica. Forse è anche merito loro se abbiamo questo Consiglio. Tutto questo dibattito innescato, poteva essere l'occasione per fare un pò di chiarezza sul mondo Rom e invece si è preferito parlare alla pancia. Chiarezza sulla loro storia, sulla loro cultura, sulle loro tradizioni. Errori e comportamenti personali finiscono spesso per identificare la cultura di un'intera popolazione, ma sono fatti che vanno perseguiti con le normali misure di legge. Quelle che valgono per tutti. Si tende così ad emarginare e condannare senza capire. Si ha la percezione di un fenomeno molto esteso ed invece siamo di fronte ad un qualcosa di molto limitato. Si creano quei circoli viziosi che si autoalimentano e tutto fanno tranne quello di contribuire ad affrontare le situazioni con razionalità. Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di occuparci delle marginalità, della loro inclusione, perché questa diventa condizione determinante e qualificante per una società che vuole dare a tutti gli individui che ne fanno parte, le stesse opportunità di diventare parte attiva ed essere considerati "normali".

"I percorsi di inclusione non sono mai assoluti, anzi, sono efficaci solo quando si adattano al contesto. Tutti gli studi, comunque, mettono la condizione abitativa come presupposto essenziale per l'ottenimento dei maggiori risultati da tutti gli altri aspetti caratterizzanti l'inclusione, quali la formazione scolastica, la possibilità di accedere al mondo del lavoro e a quello dei servizi. La scuola, ancora una volta si conferma baluardo di integrazione. Lo è anche per noi, sia chiaro, che però, visto che ne abbiamo la possibilità, dobbiamo vigilare e pretendere una formazione all'altezza dei tempi e invece in questi anni abbiamo assistito all'eliminazione dell'insegnamento dell'educazione civica e la riduzione di ore di materie altrettanto importanti. Lo è per le seconde generazioni di immigrati così come per Rom, Sinti e Camminanti. Deve anzi preoccuparci che tra le giovani generazioni di questi ultimi, ci sia una percentuale intorno al 10% che non sa leggere e scrivere. Non addentriamoci poi nell'ottenimento di un titolo di studio dove si raggiungono percentuali molto più alte, segno dell'abbandono scolastico precoce. Con l'abbandono scolastico si crea di conseguenza il non ottenimento di un titolo di studio che a sua volta è conseguenza dell'opportunità di trovare o meno lavoro. E' facile capire come tutto si lega. Se degrada la condizione abitativa, vale per tutti, ma ripeto, stasera il nostro campo è un po' ristretto, quindi campi non autorizzati, condizioni interne del campo, posizione rispetto ai servizi, ecc., se degrada la condizione abitativa, vengono meno, in maniera proporzionale, tutte le altre condizioni per una piena integrazione. Queste brevi considerazioni generali ci aiutano senz'altro a capire la situazione locale nostra. Ma cominciamo a mettere qualche punto fermo. Ci troviamo davanti a tre vie che potremmo anche chiamare soluzioni, ma è una parola che non voglio usare. Troppo evocativa. Passiamo alla seconda strada: potrebbe essere quella di continuare a far finta di nulla, che poi non è nemmeno vero, perché come abbiamo visto, basta che uno pensi, dico basta che uno pensi, a possibili alternative, che si scatena il putiferio. Sicuramente è quello che preferisce fare il gruppo consiliare di Forza Italia autore dell'ordine del giorno e richiedente questo Consiglio straordinario. Lo vogliamo dire che per risalire a qualcuno che ha pensato a questo problema prima di questa amministrazione, occorre andare indietro nel tempo fino alla giunta Lazzarini negli anni novanta! Vogliamo dirlo che chi adesso si agita perché sempre questa amministrazione ha speso alcune migliaia di euro per dotare di singoli contatori per l'acqua le piazzole, sono gli stessi che hanno permesso un'erogazione indifferenziata e incontrollata, anonima e fonte di spreco a totale carico dell'amministrazione. per di più, se non ricordo male, lasciataci in eredità dal punto di vista economico. Terza via: dare quel minimo di dignità, mi fermo qui. Certo non posso dire che la condizione abitativa non sia importante. Chi sta nei campi, adesso non gode certo di condizioni adeguate, ma fortunatamente c'è una collocazione spaziale tutt'altro che ghettizzante, essendo vicino alla città e ai servizi, che ne attenua un po' la gravità. Dobbiamo pensare alle esperienze di quelle città che hanno preferito non vedere, allontanando a dismisura i campi con costi economici enormi e costi sociali altissimi. Abbiamo detto che la condizione abitativa che non può essere scissa da quella spaziale, sono condizioni indispensabili affinché i servizi erogati dal servizio sociale, possano raggiungere la piena efficienza. Mi riferisco all'inclusione scolastica, compreso il contrasto all'abbandono, a quella lavorativa, su cui anche altri Enti pubblici con più specifiche competenze avrebbero, a mio parere, dovere di intervenire, a quella sociale rispetto al welfare. Non meno importante che effetti positivi vengano ottenuti anche dal punto di vista economico in termini di rapporto favorevole tra risorse impiegate e benefici per la collettività come dimostrato in tutti gli studi compiuti sul tema. Perché su questo punto in particolare e stata focalizzata l'attenzione dei detrattori. Ma direi che ci sono i presupposti per pensare a qualcosa oltre il campo. Viene naturale pensare a collocazioni stabili, case popolari, housing sociale, riutilizzo e sistemazione, anche da parte degli stessi interessati di strutture abbandonate e dismesse dove anche le relazioni possono slegarsi dal gruppo di riferimento. Non bisogna nasconderci che sono progetti ambiziosi e necessitano di tempi importanti. Fare questo, tantomeno pensarci, non significa essere buonisti o scordarci dei problemi dei lucchesi, come ci ricorda Martinelli in quel pessimo odg che trasuda di luoghi comuni e discriminazione. Significa altresì ragionare con la testa, dando forza ai valori che dovrebbero essere alla base di una convivenza civile, moderna e allo stesso tempo radicata nella cultura di un paese, ma vorrei dire di una città, che ha fatto dell'accoglienza e della solidarietà, la propria bandiera. Dicevo di un ragionamento complesso che appunto tiene insieme ideali e valori al pragmatismo, perché è ormai letteratura che investire in inclusione, socializzare, ha costi enormemente inferiori a quelli di interventi tampone". Purtroppo la bandiera, quella della solidarietà, quella dell'accoglienza, è un po' sbiadita. Lo dico con rammarico perché di questo hanno colpa soprattutto le Istituzioni, chi ne è rappresentante. La politica stessa. Non c'è più l'autorevolezza, quella che nasce da sentirsi interpreti veri della società in grado di prendersi responsabilità importanti. Indicare la strada. Tutto, oggi, sembra invece essere legato al consenso fine a se stesso. All'attenzione dei media, alla loro capacità di modificare le percezioni. Il referendum, per esempio, lo richiede la Giorgi per il M5S nel suo odg, è uno strumento importante che non può diventare surrogato della democrazia dei luoghi deputati ed elettivi. Così si sminuiscono le Istituzioni, il valore del mandato ricevuto dagli elettori. E scusate se mi permetto, ma non facciamo il bene delle Istituzioni nemmeno confezionando Consigli speciali più o meno aperti su argomenti che possono trovare collocazione tradizionale e che nella maggior parte dei casi non sono frequentati dagli stessi richiedenti. Ho la convinzione che nel nostro impegno da amministratori, abbiamo il dovere, in alcuni casi, per così dire, di tapparci le orecchie, di isolarci quel tanto che basta quantomeno a provare a pensare, senza condizionamenti esterni. Magari arriveremo alle stesse conclusioni, ma a quel punto forse avremo più chiaro quali siano i valori e gli ideali che ci muovono. Io ho una domanda da fare. Se mi devo attenere a come sono stati impostati gli odg presentati dalle opposizioni, ho già la risposta, ma piacerebbe sentirlo dalle parole dei proponenti e da tutti gli altri che hanno mostrato una linea simile. Vorrei capire se pensano comunque, magari avete un concetto diverso dal mio, che l'inclusione sia passaggio necessario e fondamentale. Se così fosse sarebbe possibile un minimo di ragionamento. Si potrebbero mettere in campo esperti che studiano il fenomeno. A proposito, immagino che ne abbiate consultati di autorevoli per il deliberato finale, quello dove chiedete di destinare le risorse esclusivamente ai lucchesi. Sappiano Martinelli e gli altri che è già così. Sappiano che anche loro da sempre hanno destinato risorse, magari malvolentieri, magari non seguendone la reale destinazione e i conseguenti risultati, a Rom, Sinti, Camminanti e immigrati. Risorse molto esigue rispetto al totale della spesa sociale del Comune ( come ha detto l'Amministrazione). E comunque deve essere chiaro che fare integrazione costa. L'importante è farla bene per ottenere risultati. Anche se non immediati. Tutti conosciamo le condizioni dei due campi principali: quello di via della Scogliera e quello di via delle Tagliate. Vado alla conclusione e ne approfitto per un parziale riepilogo. Sappiamo delle problematiche igienico sanitarie e di sicurezza. Sappiamo che molti nuclei familiari hanno fatto richiesta di assegnazione di alloggi di edilizia popolare. Almeno noi sappiamo che questa è sicuramente l'opportunità maggiore che può essere data per realizzare un inclusione stabile, ma sappiamo anche che questa possibilità ha bisogno di tempi molto lunghi per essere attuata. Sappiamo che molti degli abitanti dei campi sono lucchesi, quantomeno per residenza, da molto tempo. Si è saputo della possibilità di un finanziamento dedicato che però aveva scadenze a breve e che non ci ha permesso di valutare appieno un progetto che vi si adattasse. Sapete che quel poco tempo non ha permesso di fare alcuni passi tecnici e urbanistici abbastanza complessi. Sapete di quanto comunicato dal Sindaco in merito ad un progetto mai arrivato sul tavolo di una commissione e nemmeno sul tavolo di una redazione, luogo quanto mai preferito in questi ultimi tempi. Sapete che nonostante il soprassedere da uno studio, da un'opportunità che si era aperta, è stato ribadito e ricordato quanto il tema, la sua drammaticità, sia all'ordine del giorno e che una soluzione prima o poi andrà trovata. Per tutto questo giudico negativo, e anche pericoloso, di questo me ne assumo la responsabilità personale, L'odg presentato da Martinelli a nome del gruppo Forza Italia. Pericoloso non tanto per il contenuto strumentale, quanto per il messaggio che contiene. Un messaggio di esclusione, di occultamento, di denigrazione, di isolamento. Una condizione mentale che influenza qualsiasi ragionamento. Anche lontano dal tema che stiamo trattando stasera. Un messaggio deleterio soprattutto per le nuove generazioni, per i nostri figli che più di noi dovranno confrontarsi con situazioni simili e in crescendo. Stesso pensiero per quanto riguarda l'odg presentato dalla Consigliera Giorgi di cui credo aver già dato un giudizio nella parte iniziale e centrale dell'intervento. Credo che si debba fare tutt'altro. Non possiamo e non vogliamo nascondere la polvere sotto il tappeto. Semmai rilanciare l'impegno a trovare soluzioni adeguate con il minor costo possibile per la collettività, e vorrei che si intendesse che i costi non sono sempre da riferire al conto economico. Chiaramente senza nulla togliere ad altri e semmai rafforzando gli altri fronti di intervento possibili con la costituzione di un patto che unisca gruppi marginali, enti, associazioni e cittadini, in un percorso di conoscenza e approfondimento per la ricerca delle soluzioni più efficaci, affinché si giunga anche ad un sentire più condiviso di diritti e doveri reciproci. Termino veramente, ma è necessario ricordare che l'Europa ci guarda, e non è uno sguardo benevolo. Continuiamo ad applicare alcuni aspetti del Decreto emergenza Rom decaduto nel 2011, non è stata distrutta la banca dati su base etnica creata in occasione del censimento dei Rom, vengono fatti ulteriori tagli al personale dell'ufficio nazionale antidiscriminazione razziale (Unar) che è l'organo nazionale di tutela dell'uguaglianza che ha il compito di attuare la strategia nazionale d'inclusione Rom Sinti e Camminanti. Lo dico, perché non abbiamo battuto ciglio nell'inserire nella nostra Costituzione il pareggio di bilancio, di fatto mettendo in secondo piano il lavoro, nonostante questo sia protagonista dell'articolo 1. Non è un bell'andare per i diritti, figuriamoci per i doveri.