Governo Monti, UNAR e lotta alle discriminazioni 
		
			Di  Fabrizio (del 21/12/2011 @ 09:00:46, in  Italia, visitato 1555 volte)
		  
	 
	
	
		Punto di vista interessante, quello presentato su 
GAY INDIPENDENT. Anche se la critica lì è più centrata sul 
dualismo uomo-donna, la domanda di fondo è: quanto può essere efficace scindere 
la lotta alla discriminazione tra antirazzismo da una parte e pari opportunità 
dall'altra? 
Di Enzo Cucco - 15/12/2011 
Lo scorso 13 dicembre il Governo ha assegnato ad Andrea Riccardi alcune 
funzioni di grande rilievo nell'ambito delle politiche sociali, tra cui quelle 
sulla famiglia, sulle tossicodipendenze e sull'UNAR, l'Ufficio nazionale contro 
le discriminazioni razziali, ed ha riconfermato ad Elsa Fornero le funzioni 
sulle pari opportunità.  
Va ricordato che l'attuale Governo ha ridotto in modo molto consistente il 
numero dei Ministri (sia con portafoglio che senza), e tenendo presente la 
scadenza della legislatura, l'impressionante mole di lavoro e di responsabilità 
a carico di ciascuno e la oggettiva scarsità di funzioni assegnate ad alcuni dei 
Sottosegretari e Viceministri, una ridefinizione delle attribuzioni era 
necessaria.  
 
Ma perché allontanare l'UNAR dalle pari opportunità? 
 
Questa distinzione appare in controtendenza rispetto all'evoluzione che tutto 
questo ambito di politiche (ma anche di norme) ha subito e sta subendo in 
tutt'Europa. Come è noto l'Italia ha prodotto un corpo di norme significativo ed 
all'avanguardia nell'ambito delle pari opportunità tra uomo e donna, ma manca 
del tutto di una norma specifica per la lotta contro tutte le forme di 
discriminazione, oltre alle due leggi di recepimento delle direttive comunitarie 
del 2000. La carenza normativa e l'assenza di un soggetto terzo per l'intervento 
in materia di lotta alle discriminazioni sono stati per anni i motivi sia delle 
critiche europee che dell'assenza di una vera politica nazionale sulla materia. 
Di questa situazione era perfettamente consapevole sia il Ministro Carfagna che 
l'UNAR a cui dobbiamo riconoscere di aver fatto letteralmente dei miracoli per 
recuperare nell'ambito delle politiche e degli interventi concreti quello che 
sul piano normativo non poteva essere recuperato. Prima di tutto la facoltà di 
intervenire su tutte le sei aree di potenziale discriminazione previste 
dall'articolo 19 dei Trattato dell'Unione (genere, orientamento sessuale, età, 
disabilità, religione e credenze personali, origine etniche e nazionali) e non 
solo in materia di razzismo, come la missione iniziale prevedeva. 
 
Unire l'UNAR al Ministero "della cooperazione internazionale e integrazione" 
sembra re-spingere queste politiche nell'alveo di quelle contro il razzismo, con 
la conseguenza che le pari opportunità tornano ad essere esclusivamente quelle 
"classiche" tra uomo e donna. E' così, o si tratta solo di un effetto ottico 
dovuto ad una redistribuzione di funzioni basata su logiche politiche e non su 
una razionale trattazione delle materie in oggetto? 
 
Spero di essere smentito, magari anche solo leggendo il testo dei decreti di 
delega che ancora non si conoscono, e sono certo che la qualità del Ministro 
Riccardi e l'indiscussa consapevolezza e dedizione che l'UNAR ha dimostrato 
negli ultimi anni nel gestire una materia tanto incandescente, sapranno non solo 
dissipare ogni ombra ma anche far procedere l'Italia nella direzione di quelle 
riforme che in tutta Europa ormai sono concretezza da anni. Non ci sono ne i 
tempi né le condizioni politiche per intervenire sulla legislazione italiana in 
modo organico, ma molto si può fare sulle politiche e soprattutto si deve 
tentare di istituire quel soggetto indipendente dal Governo che, assorbendo 
l'UNAR e magari qualche altra istituzione di parità, sappia farci fare quel 
passo avanti di cui abbiamo bisogno. 
 
Saprà il Governo marciare, diviso ma unito, su questo obiettivo? Saprà gestire 
l'oggettiva sovrapposizione di due Ministeri su una materia che, nella sostanza 
e per molti ambiti non solo sono sovrapponibili ma necessitano di integrazione? 
	 
          
	
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