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Milano, nuovo atto di persecuzione contro i Rom
Di Fabrizio (del 25/04/2008 @ 09:23:51, in Italia, visitato 2207 volte)

Le autorità di Milano commettono un nuovo crimine contro i Rom: antifascisti, vi invitiamo a ritrovare i valori della Resistenza

di Roberto Malini - Gruppo EveryOne

Milano, 24 aprile 2008. La città della Madonnina si prepara a festeggiare la Liberazione capovolgendone lo spirito. La liberazione che Milano e i suoi politici, una banda di razzisti senza scrupoli, inseguono è quella dai poveri, dalle minoranze deboli, dalle famiglie Rom. Milano dedica mezzi e risorse, impiega decine di agenti della forza pubblica per trasformarsi in una città "Zigeunerfrei", libera dagli zingari. Ho vissuto a Milano per tanti anni e l'ho abbandonata quando da città della solidarietà è divenuta città dannata, in preda a deliri architettonici, fieristici e razziali, come la Berlino di Hitler. Oggi una "squadra di protezione" formata da agenti in assetto antisommossa, agli ordini dell'Obergruppenführer Gianvalerio Lombardi ha compiuto un'operazione di sgombero nei confronti della comunità di Rom romeni, provenienti da Timisoara, che si era rifugiata in un campo del quartiere Giambellino. Il campo era "abusivo": numerose famiglie in condizioni di miseria tragiche si erano rifugiate lì per evitare di morire di fame e malattie nella loro città di origine, vivevano in una situazione di segregazione e discriminazione insostenibile. L'azione degli agenti - ma per amor del vero, dopo aver osservato le loro malefatte con i miei occhi, preferisco chiamarli "sgherri" - è stata eseguita con metodi brutali. Uomini, donne e nugoli di bambini sono stati costretti a uscire dalle loro baracche, messi in fila come gli ebrei rastrellati dai nazisti durante l'Olocausto e costretti ad assistere alla distruzione del loro piccolo, miserabile mondo. Le baracche sono state distrutte e date alle fiamme senza che agli occupanti fosse concesso di prelevare i propri pochi beni. Una mamma supplicava gli uomini in divisa: "Per piacere, lasciatemi prendere le copertine per i miei bambini". Un poliziotto le rispondeva con un ghigno: "Non ti servono a niente, perché adesso, con il nuovo governo, vi rimandiamo tutti in Romania". I bambini piangevano, mentre i loro aguzzini li spintonavano e li intimidivano con parole dure, offensive, improntate all'odio razziale. Una delle famiglie cacciate in malo modo dalla squadraccia era la famiglia Covaciu, il cui capofamiglia è un missionario evangelico, noto presso i Rom di Milano per gli innumerevoli gesti di altruismo compiuti nei riguardi delle famiglie perseguitate. Sua moglie parla cinque lingue: il romeno, il romanes, il francese, lo spagnolo e l'italiano. Una dei loro quattro bambini, Rebecca Covaciu, 11 anni, è dotata di un notevole talento nel campo delle arti plastiche, tanto che alcuni dei suoi disegni - che documentano la vita dei Rom in Italia - sono stati esposti a Napoli, nel corso della Giornata della Memoria 2008, presso le prestigiose sale dell'Archivio Storico, che li ha acquisiti in permanenza. Altre opere di questa bambina straordinaria fanno parte del Museo d'Arte contemporanea di Hilo (Stato delle Hawaii, U.S.A.). Le opere grafiche di Rebecca sono state selezionate inoltre all'interno del Festival di Intercultura di Genova "Caffé Shakerato" e concorrono per il Premio UNICEF 2008. Nonostante questi suoi meriti, nonostante l'impegno del padre Stelian a cercare un lavoro anche umilissimo in Italia, la famiglia Covaciu era costretta a vivere in una baracca, in mezzo ai topi e ai parassiti, senza acqua potabile né corrente elettrica. Solo l'aiuto offerto dai membri del Gruppo EveryOne ha evitato che Stelian, sua moglie e i loro quattro bimbi subissero un destino tragico. Ora Rebecca - che non è solo una grande promessa dell'arte europea (promessa che sarà mantenuta solo se la persecuzione razziale in Italia non la ucciderà), ma un angelo di sensibilità, altruismo e bontà - si è incamminata in una "marcia della morte" verso il nulla, con i suoi cari. Noi cerchiamo di aiutarli come possiamo, così come cerchiamo di soccorrere tanti altri Rom, ma le nostre possibilità sono limitate e le tragedie causate dal razzismo e dalla spietatezza delle istituzioni italiane sono migliaia. Non basta "occuparsi della questione-Rom", bisogna che i veri antirazzisti, le poche persone che ancora credono nel valore dei Diritti Umani, i veri spiriti umanitari e coraggiosi si cerchino e facciano fronte, insieme, a una tragedia che per orrore e dolore ricorda molto da vicino gli anni dell'Olocausto, della Shoah, del Samudaripen.