Tra lettura e digestione 
		
			Di  Fabrizio (del 21/10/2013 @ 09:03:29, in  media, visitato 3481 volte)
		  
	 
	
	
		
  
Vi propongo un gioco: sapreste spiegare (senza sbirciare
Wikipedia) 
la differenza tra notizia e notiziabilità? 
Io non sarei capace, e mi piacerebbe discutere con voi lettori su alcuni 
appunti che ho preso riguardo al
presunto rapimento da parte di una famiglia rom di una bambina in Grecia. 
				- Pochi se ne ricordano, e non ho trovato niente su Google. 
				Alcuni anni fa sempre in Grecia ci fu un caso simile (una 
				bambina sottratta ai genitori "forse" adottivi, perché dei 
				turisti italiani ritennero che non era figlia di quei rom).
				Indagini successive smontarono la tesi di chi aveva 
				denunciato il caso, e tutto finì nel dimenticatoio.
 
				- Se l'interesse "generale" è la tutela dei minori, perché 
				quello che emerge dalle cronache (in meno di un giorno la 
				notizia ha fatto il giro del mondo) è l'etnia dei "presunti 
				rapitori"? E' responsabilità solo dei media, o 
				siamo noi lettori che in questa notizia abbiamo visto prima di 
				tutto quel particolare?
 
				- Ovviamente, di fronte ad una denuncia, la polizia non poteva 
				agire differentemente. Ma, altrettanto ovviamente, nella tutela 
				del minore la polizia ha voluto mantenere il caso come 
				riservato. La notizia è quindi circolata, per responsabilità 
				della stessa OnG a cui è stata affidata la bambina: "Il sorriso 
				del bambino". Possiamo noi lettori ritenere che così 
				abbia fatto l'interesse della bambina o della sua OnG?
 
				- Il direttore della stessa (cito testuale) dice: "La 
				bambina è più sollevata” rispetto ai primi giorni[...], per la 
				prima volta è circondata da persone che si prendono cura di 
				lei." Eppure, di tutte le foto che circolano in rete (alla 
				faccia della tutela dei minori) non ne ho visto una dove 
				la bambina sorrida.
 
				- Sul fatto in sé, possiamo anche dividerci in "innocentisti" 
				o "colpevolesti". In ogni caso, ci affideremmo a quanto dicono 
				la famiglia, i suoi avvocati o viceversa gli inquirenti. Tutta 
				gente che non conosciamo e di cui sinora ignoravamo l'esistenza. 
				Può bastare per non fidarsi della prima impressione 
				che ci siamo fatti?
 
				- Se proprio proprio si trattasse di rapimento, basterebbe per giudicare questo fatto come intrinseco 
				alla cultura di un popolo? O no? Insomma, è una notizia da cui 
				abbiamo l'ISTINTO di difenderci per colpe non commesse?
 
				- Se invece l'accusa si rivelasse infondata, quanto ce 
				ne rimarrà nella nostra memoria profonda?
 
				- Otto anni fa, in un
				articolo pubblicato sulla PadaniaOnline (non più 
				disponibile), a proposito di un'altra bambina scomparsa si 
				scrisse (spostando il soggetto dai rapimenti ai rom): "nel 
				30% dei casi in cui si e' proceduto all'analisi del DNA non si 
				e' trovata alcuna correlazione tra i bambini e i supposti 
				genitori? Forse perche' fanno tanti figli e poi se li scambiano 
				tra di loro?" Chiesi allora, volendo ingenuamente ragionare 
				sulle cifre: "Ma nel caso di genitori non Rom, 
				quest’analisi, che risultati ha dato?"
				Nessuno seppe rispondere, per la semplice ragione che
				dati simili non esistono.
 
				- Con l'ultimo punto, potrei smentire tutti quelli precedenti. 
				Un gruppo di Rom che conosco da anni: una volta ogni famiglia 
				era solidale con l'altra, ma ora ognuno si fa i fatti propri. In 
				passato, se dei bambini, per una causa qualsiasi, non potevano 
				contare su neanche un genitore, era una famiglia del campo che 
				li adottava e li cresceva, e le altre famiglie cooperavano se 
				c'era bisogno. Ora, non succede più, forse stanno integrandosi, 
				e certamente la polizia allora sarebbe potuta intervenire (col 
				rischio di una rivolta di tutta la comunità) 
				mandando quei bambini in una struttura protetta. Eppure, 
				io ho sempre trovato più umana quella pratica di anni fa.
 
				- Mi rendo conto che l'ultimo punto potrebbe essere non 
				pertinente con la sottrazione di minore (magari c'era a monte un 
				accordo tra le famiglie). Ma su quale base saremmo in 
				grado di fare gli adeguati distinguo?
 
 
Direi allora che la differenza tra notizia e 
notiziabilità dipende da una serie di ingredienti, forniti dai nostri 
pre-giudizi e da quelli di chi fa circolare una notizia. La mia sensibilità e la 
mia esperienza suggeriscono i punti che ho elencato sopra, ma ovviamente OGNI 
notizia che ci raggiunge rischia di essere manipolata. 
Da questo punto di vista, sto tentando di imparare a diffidare della marea di 
notizie che, volente o nolente, mi vengono servite ogni giorno. Ma, parte 
questo, non trovate anche voi che ultimamente sui Rom (caso Leonarda, Grecia, 
bimba Osmannoro) stia prevalendo il taglio sensazionalistico? 
	 
          
	
 | 
								 
							 
						 | 
					 
					
						
					 
				 
			 |