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Germania
Di Barbara Breyhan (del 12/09/2013 @ 09:05:27, in casa, visitato 1458 volte)

RP-ONLINE Insediamento rom nel 1991 a Skopje - Shutka (Macedonia). Le case sono stati finanziate dallo stato di NRW. Foto: D. Hüwel Milioni sprecati per un progetto di rimpatrio - QUANDO LA RENANIA SETTENTRIONALE-VESTFALIA COSTRUI' CASE PER I ROM - 10 settembre 2013 alle ore 12.26 Di DETLEV HÜWEL

Düsseldorf - Con un progetto di diversi milioni, nel 1991 il governo di Johannes Rau (SPD) intendeva persuadere al rimpatrio quegli immigrati che per mesi si erano accampati sulla riva del Reno.

Vengono per restare. E sono sempre di più le persone che dalla Romania e dalla Bulgaria si spostano in Germania. Nella Renania Settentrionale-Vestfalia sarebbero già 60.000 donne, uomini e bambini, soprattutto Rom. Possono entrare liberamente in Germania visto che Romania e Bulgaria fanno parte dell'Unione Europea (UE).

Secondo le regole, qui in Germania non hanno ancora la possibilità di lavorare (con l'eccezione dei lavori con penuria di manodopera). Soltanto a partire dal 2014 sarà in vigore la libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione Europea. Un immigrato che denuncia un'attività lavorativa, tuttavia, riceve dallo Stato un assegno famigliare per i figli. Dal prossimo anno agli immigrati spetteranno per legge tutti i contributi sociali.

Tali allettamenti non esistevano ancora vent'anni fa, quando migliaia di Rom dell'allora ex-Jugoslavia vennero a stare in Germania. Con una "marcia dei mendicanti" nel gennaio del 1990 si proposero di far conoscere tutto ciò che sopportavano da lungo tempo , asserendo di essere perseguitati politici; successivamente vollero anche che fosse loro riconosciuta lo condizione di apolidi.

Non senza successo. L'allora ministro dell'Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia, Herbert Schnoor (SPD), diede loro la speranza di ottenere un diritto di soggiorno; si misero però di traverso il ministro delle Politiche Sociali Hermann Heinemann e il potente presidente del Landtag Friedhelm Farthmann (entrambi dell'SPD). Farthmann mise in chiaro che il Landtag non fosse assolutamente autorizzato a concedere a chicchessia un permesso di soggiorno. Quindi, a tale riguardo, "stavano bussando alla porta sbagliata".

Case prefabbricate per i Rom che avessero espresso il desiderio di rimpatrio

Nel frattempo i Rom che si erano stabiliti sulla riva del Reno a Düsseldorf, in tende e in misere abitazioni che si vedevano dalla Cancelleria, non accennavano a volersene andare. Stavano già progettando di passare i prossimi mesi invernali nel garage sotterraneo dell'adiacente edificio del Landtag. Farthmann sbraitò che per i cittadini della Renania Settentrionale-Vestfalia ci fosse "un limite di ragionevolezza" da non oltrepassare.

Con questo sfondo il governo del Primo Ministro Johannes Rau (SPD) diede vita alla "nuova politica dei rifugiati": tramite incentivi si intendeva invitare al rimpatrio circa 2000 Rom provenienti dalla Macedonia. Per coloro che avessero espresso la volontà di rimpatriare sarebbero state costruite delle case prefabbricate nella capitale macedone Skopje. Chi non accettava l'offerta era minacciato di espulsione.

L'allora cancelliere Wolfgang Clement, nell'ottobre del 1991, a bordo di un aereo volò a Skopje, accompagnato da rappresentanti della Caritas e da un seguito di giornalisti, allo scopo di fare un esame iniziale delle prime case costruite. Nella parte della città chiamata "Shutka" il convoglio di Clement passò prima davanti a a un quartiere povero nel quale abitavano circa 45000 Rom. La pioggia aveva trasformato le strade in deserti di fango; le baracche di legno e di lamiera ondulata minacciavano di crollare alla prossima folata di vento.

A questo punto il gruppo raggiunse gli alloggi costruiti con i fondi della Renania Settentrionale-Vestfalia: semplici ma solide case bifamiliari. Il contrasto con la confinante baraccopoli dei Rom non avrebbe potuto essere maggiore. Clement si mostrò ottimista, sicuro che l'esempio della Renania Settentrionale-Vestfalia avrebbe fatto scuola e che per i Rom rimpatriati fosse stata anche possibile la creazione di posti di lavoro. I rimpatriati dovevano tuttavia assicurare per iscritto che "non sarebbero più rientrati nella Renania Settentrionale-Vestfalia per una permanenza a lungo termine".

Nei mesi successivi furono costruite complessivamente 114 case per circa 600 rimpatriati. Convertendo i marchi di allora negli euro di adesso, il Land spese 12,8 milioni di euro per le case, i biglietti d'aereo, la costruzione di un asilo e di una scuola. Così come per il pagamento degli alimenti a lungo termine.

E il risultato? Fra i Rom di Shutka si diffusero invidia sociale e gelosie. Già verso la fine del 1991 il politico della CDU, Herbert Reul, nel Landtag concluse che il cosiddetto "programma di rimpatrio" non avesse portato a niente. Lo stesso Clement, anni dopo, dovette rispondere di "sviluppi spiacevoli" della sua politica: molti "rimpatriati" erano rientrati in Germania e avevano nuovamente presentato richiesta di asilo politico. Alcune case erano ormai vuote; in altre non abitavano più le famiglie alle quali l'alloggio era stato assegnato.

La Cancelleria non sa dire cosa ne sia oggi di quelle case prefabbricate. L'allora "programma per i Rom" era già considerato concluso nel 1998. Il Land ha recentemente lanciato un nuovo progetto: con 7,5 milioni di euro il ministro dell'Interno Ralf Jäger e il ministro del Lavoro Guntram Schneider (entrambi dell'SPD) hanno intenzione di aiutare le città della Renania Settentrionale-Vestfalia colpite dalle immigrazioni a causa della povertà. Il denaro proviene dal sistema dei finanziamenti esistenti (anche dell'UE). Mordace il commento della CDU: "Ai comuni i placebo non bastano mai".

I ROM

Luogo di origine è il subcontinente indiano

Il termine "Rom" indica un gran numero di gruppi di popolazioni che sono collegate tra loro dalla provenienza originaria dal subcontinente indiano e dalla lingua, il Romanes, di origine indoeuropea. Sono in Europa da almeno 700 anni.

Minoranza - I Rom hanno sempre rappresentato delle minoranze all'interno dei loro rispettivi paesi. Da almeno il 16. secolo in poi sono stati oggetto di numerose forme di discriminazione, persecuzione ed espulsione.

Fonte: RP