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Dopo 13 anni qualcosa è cambiato... Tor de' Cenci è stato bombardato
Di Fabrizio (del 05/09/2012 @ 09:10:50, in Italia, visitato 1331 volte)

NO(b)LOGO Aug. 28th, 2012 at 11:45 AM

Sono ritornato lunedì 27, dopo due anni e mezzo di (mia colpevole) assenza, nel campo di Tor de Cenci.
La foto è relativa alla visita del 2010, quando stava prendendo piede la minaccia della chiusura del campo.
La didascalia diceva "11" anni e nulla è cambiato, prendendo spunto dalla foto di Tano d'Amico che documentava lo sgombero del Casilino 700 [sindaco Rutelli, le deportazioni pro Giubileo messe in atto dal clericale ex-radicale sindaco di sinistra (?)].

In questi due anni e mezzo qualcosa è cambiato, e molto in peggio, in quanto il campo ha subito l'assedio violento da parte della giunta Alemanno, ed in particolare la rabbiosa ostilità della vicesindaco e responsabile delle politiche sociali.
E' bene ricordare che Belviso ha costruito la sua carriera politica sulla promessa ai "benpensanti" del quartiere della rimozione della comunità di Tor de' Cenci. La comunità rom, composta in buona parte di bambini ed adolescenti, trattata come un problema di decoro urbano, monnezza da portare fuori dagli sguardi fuori dal confine del raccordo anulare.

In questi due anni e mezzo sono successe tantissime cose. La più dolorosa la morte di George (11 mesi), morte evitabilissima, se chi amministra avesse avuto a cuore la sicurezza dei residenti del campo più degli interessi elettorali.

In questi due anni e mezzo il Comune ed il Municipio hanno fatto di tutto per portare al degrado una struttura che, con tutti i limiti degli italici campi rom, era non disastrosa.

Nel 2010 Tor de' Cenci non era il disastro di adesso. A questo proposito c'è la testimonianza di Marco Squicciarini (responsabile CRI per i ROM) che mi diceva: "sono rimasto sorpreso da questo campo. spero rivedano i progetti di smantellamento. per me ci sono altre priorità in altri campi senza luce, fogne ed acqua". [Si veda anche : Roma, Tor de' Cenci: una follia il progetto di spostare le famiglie Rom a Castel Romano]

Fabio Grilli, un reporter attento e molto presente sul territorio, racconta molto bene come si riesca a far diventare un "campo nomadi modello" un "campo tollerato" (agosto 2011).

Nei mesi successivi il campo tollerato è diventato secondo Alemanno: "un campo dichiarato inagibile dalla Asl".
Premesso che la dichiarazione di inagibilità non c'è mai stata. Il sindaco centurione dovrebbe assumersi tutte le responsabilità di questo degrado.

Alla fine la pressione della giunta, un misto velenoso di promesse e minacce, ha convinto parte dei residenti del campo, la comunità macedone, ad accettare la "deportazione" al costosissimo nuovo lager de La Barbuta.

Su La Barbuta scrivo lager a ragion veduta: basta guardarne le foto per rendersene conto, e basta la sentenza dell'8 agosto scorso in cui la II sezione del tribunale civile di Roma che ha bloccato le deportazioni.

Con una azione tanto dimostrativa e simbolica quanto dispendiosa ed inutile, le ruspe hanno demolito a Tor de' Cenci i containers lasciati vuoti dalla comunità macedone.

Un'altra parte dei residenti di Tor de' Cenci, la comunità bosniaca, non ha ceduto alle pressioni ed è rimasta in quel che resta del campo.

Questa la situazione che ho trovato a Tor de' Cenci lunedì.
Un campo tra le macerie ed una popolazione reduce da un bombardamento, ma ancora determinata a non andare via ed a ritrovare una vita degna nel quartiere.

Fortunatamente lunedì, a dare uno stop all'assedio, è arrivato un pronunciamento del TAR che ha sospeso lo sgombero del Campo ed ha sancito il "dovere dell'amministrazione di adottare tutte le misure idonee a ripristinare, almeno temporaneamente, adeguate condizioni igienico-sanitarie nel campo Nomadi e nelle aree circostanti".

E' una tregua ... di una battaglia che sarà lunga.
Questo BLOG sarà schierato a favore dei diritti dei residenti del campo di Tor de' Cenci, 180 persone, di cui almeno la metà minori. Cittadini italiani e bosniaci (ogni famiglia ha qualche componente con cittadinanza italiana) che chiedono dignità ed il diritto alla scolarizzazione, al lavoro, alla salute ed all'abitare.

Bibliografia: