Da 
Czech_Roma
 Direttore di tabloid ceco all'attacco! Un'intervista prova 
il ruolo del più venduto giornale del paese nell'istigare il sentimento 
anti-rom. Da 
Romea.cz - 27 luglio 2012
Translated by Gwendolyn Albert
 
Direttore di tabloid ceco all'attacco! Un'intervista prova 
il ruolo del più venduto giornale del paese nell'istigare il sentimento 
anti-rom. Da 
Romea.cz - 27 luglio 2012
Translated by Gwendolyn Albert
 Pavel Safr
Pavel Safr
Pavel Safr, caporedattore del tabloid Blesk, respinge la critica che 
il suo giornale, che vanta la più ampia circolazione nella Repubblica Ceca, 
abbia pubblicato intenzionalmente storie anti-rom, incoraggiando così la 
crescita del razzismo nella società. Safr ritiene che i Rom siano stati 
trapiantati in Repubblica Ceca e che il loro stile di vita metta in pericolo 
sotto molti aspetti la popolazione maggioritaria. Di seguito le sue 
dichiarazioni in un'intervista per il newserver
Mediar.cz (link in lingua ceca).
Un pezzo particolarmente tempestoso dell'intervista è stato provocato da una 
domanda su Twitter inoltrata a Safr dall'intervistatore Petr Koci. Un lettore 
dal nome di @sampon ha chiesto al caporedattore se fosse consapevole della sua 
influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società. "In nessuna 
circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il 
razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro 
il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo," ha risposto Safr.
Questo è un estratto da quell'intervista, in cui si discute il rapporto di
Blesk con i Rom.
Da @sampon: vorrei sapere se lei è consapevole della sua influenza 
diretta sulla crescita del razzismo nella società.
In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente 
contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che 
siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo.

Il titolo d'apertura di Blesk 
di sabato 28 aprile violava questa regola? "Bambini romanì all'assalto!" non è 
esattamente un titolo che irradia tolleranza. [Il titolo si 
riferiva al caso di Petr Zhyvachivsky, quindicenne nella città meridionale di Breclav, 
che sosteneva di essere stato picchiato da tre Rom dopo che gli aveva rifiutato 
una sigaretta. Il caso aveva generato enorme interesse ed esacerbato le tensioni 
razziali a Breclav ed altrove. In seguito la polizia aveva scoperto che Zhyvachivsky 
si era inventato la storia, confessando infine che si era ferito in una caduta - 
TOL (vedi anche
Mahalla, ndr.)]
In una certa parte dell'elite della società, esiste un'idea completamente 
confusa su come affrontare i complicati problemi riguardo all'odio razziale. Lì 
vediamo la tristissima influenza dell'ideologia del multiculturalismo. Di per 
sé, è una grande idea, ma nella forma estrema della correttezza politica ci 
impedisce di scrivere le cose come sono. La società lo sente.
Naturalmente, nel caso in questione, si è scoperto che i fatti non 
erano come li avevate descritti, correttezza politica a parte.
Sì, ed anche quello è stato assolutamente corretto e sottolineato su 
Blesk. Abbiamo messo tutta l'enfasi su ciò. Ne sono sicuro. Bisogna 
scrivere le cose come sono. In entrambe i casi, non importa da che parte. L'idea 
che potremo ottenere un'atmosfera di tolleranza per le nazionalità falsificando 
la realtà, è totalmente falsa. Al contrario, porta al fatto che la gente comune 
ha la tendenza a focalizzarsi su questi problemi, per vederli ancora più 
crudamente e soccombere all'odio razziale.
Tuttavia, i media tutti, e non solo Blesk, 
hanno esagerato e falsificato la realtà in maniera tale da fomentare 
l'intolleranza sotto ogni aspetto. La gente ha marciato attraverso Breclav 
cantando "Fermiamo il terrore zingaro!"
Assolutamente gratuito. Se salta fuori la notizia e viene ripresa da tutti i 
media che un quindicenne è caduto vittima di un gruppo di persone, e che queste 
persone erano romanì, allora questo è ciò che verrà scritto. Se durante le 
susseguenti indagini si scopre che non è stato così, che c'è stata una frode, 
allora si scriverà anche questo. Si scriverà che c'è stata una frode.
Una cosa è prendere un rapporto di polizia e citarlo con distacco, 
un'altra è trasformarlo in una minaccia a-tutta-la-società e scrivere "Bambini 
romanì all'assalto! riempiendo tutta la prima pagina.
In quel momento, quella era la vera notizia. Il problema non è se Blesk 
ha scritto che i bambini romanì stessero o non stessero attaccando in un periodo 
particolare. Il problema è che i Tedeschi dei Sudeti furono cacciati da questo 
paese in un'operazione nauseante diretta dal presidente Benes, ammirato come 
genio dal nostro attuale presidente. Ricade nei metodi di Stalin nell'affrontare 
le questioni delle nazionalità: l'unica cosa che importava era se avessimo 
abbastanza vagoni ferroviari. Abbiamo mandato via da questo paese una minoranza 
di tre milioni e mezzo di persone, che erano qui da sette o otto secoli. Erano 
una comunità civilizzata e laboriosa.
Stavamo parlando di qualcos'altro - di come 
Blesk ha riportato il caso di Breclav.
Gesù Cristo! Quando si prende questa gente sfortunata, meno civilizzata, da 
qualche parte in Romania o ancora più ad oriente e la si trasporta in un posto 
che è stato vandalizzato durante la cacciata dei Tedeschi... Qui non parliamo di 
questo! Quando si importano qui quegli sfortunati Rom, come possono vivere 
assieme alla popolazione maggioritaria? Naturalmente, vivono in un modo che 
mette a repentaglio sotto molti aspetti la maggioranza della popolazione.
Bene, ma qui stiamo parlando di come Blesk 
fa i suoi articoli e su cosa scrive, non di quanto è accaduto nei Sudeti.
Blesk ha avuto un articolo d'apertura su questo e 50 stupidi 
sciocchi di Praga per questo ne fanno una conferenza intellettuale.
Non è soltanto la prima pagina, Blesk ha scritto sullo 
scandalo di Breclav in altre pagie: "Paura in Cechia! Ragazzi romanì attaccano 
coetanei!" (anche il 28 aprile, a pagina 2 e 3), "Marcia a Breclav per Petr 
ferito" (23 aprile, pagina 5), "Orde di zingari ci terrorizzano!" (18 aprile, 
pagina 8)...
Va al diavolo! Queste cose non mi interessano. Sono interessato ai profondi 
problemi sociali. Sono interessato in ciò che davvero è profondo, è serio. 
Quando ci si rende conto di tutte le cause e dei collegamenti attorno a questo 
pasticcio, allora si comprende perché la popolazione maggioritaria stia 
soffrendo la presenza di quella gente sfortunata che è stata introdotta qui. 
Anche loro, chi è stato portato qui da un regime comunista innaturale, stanno 
soffrendo. La sofferenza sta dando i suoi frutti. Significa che dobbiamo 
comprendere che queste entità sono ad un livello di civilizzazione differente e 
chiederci se siamo in grado di vivere assieme. Non si può! Ne viene fuori un 
caos assoluto, ed è soltanto per l'ideologia della correttezza politica che in 
questo momento mi state molestando...
Io non molesto nessuno. Sono un giornalista, questa è un'intervista e 
per questo le sto facendo delle domande.
Non si può continuare a causa di quell'ideologia. A causa della tua imbecille 
ideologia di rendere tabù i problemi seri, un enorme problema sociale non può 
essere visto nella sua nudità integrale. E' un enorme dramma sociale. A causa 
dell'ideologia della correttezza politica e del 100% di ipocrisia, che è 
totalmente inappropriata, il problema è irrisolvibile. I tabù portano a grandi 
tragedie. Quando una notizia viene lanciata, e viene ritenuta attendibile da 
tutte le fonti disponibili, cioè sembra che un gruppo di ragazzi romanì abbia 
attaccato qualcuno, non vedo la ragione di tenerla segreta. Quando poi viene 
provato che si è trattato di una bugia, dev'essere riportato, con la massima 
apertura, che era una bugia.
Nessuno dice di tenerla segreta. La questione è su come vada 
pubblicizzata e che tipo di attenzione dedicargli.
Riguardo a questo articolo - anche se non ero presente, ma ero a Londra e fui 
semplicemente informato che sarebbe uscito - stavo controllando una sola cosa: 
se nell'articolo fossero stati ricordati i recenti attacchi commessi dai 
razzisti cechi contro i Rom. Mi riferisco al caso scioccante di Vitkov, che noi 
di Blesk abbiamo seguito a fondo (anche 
Mahalla, ndr.) [Nota di redazione: il verdetto contro 
gli incendiari di Vitkov risale all'ottobre 2010, sei mesi prima che Pavel Safr 
diventasse redattore capo di Blesk. Ad aprile 2009, quattro cechi 
gettarono una molotov in una casa nella città orientale di Vitkov abitata da una 
famiglia romanì. Tra i feriti una bambina di tre anni, che ebbe gravi ustioni su 
quasi tutto il corpo. - TOL]
Altro esempio, che persone del calibro di Jindrich Sidlo, Petr 
Fischer, Daniel Kaiser, o Filip Rozanek [rispettati 
giornalisti e scrittori cechi - TOL] hanno criticato...
Tutta quella banda è coinvolta in questa correttezza politica e non 
comprendono questo problema assolutamente cruciale. Dietro ciò c'è il totale 
fallimento dell'elite ceca, ed inizia col bestiale concetto di Benes che una 
rivoluzione nazionalista dovrebbe evolvere in una sociale. Benes stava 
preparando la strada ad un regime totalitario. L'espulsione dei Tedeschi dai 
Sudeti fu una componente integrale di quel percorso catastrofico. Sino ad oggi 
l'elite societaria e politica ha adottato acriticamente quell'ideologia. Per 
questo è impossibile dire ad alta voce come stanno realmente le cose qui, chi è 
il responsabile e di chi è la colpa.
D'accordo, ma volevo finire la domanda. Quelle persone criticavano un 
commento scritto da Oldrich Tichy, intitolato "Welfare per imbroglioni" (Davky 
pro sejdire). Cosa pensa di quell'editoriale? Lo trova problematico?
Cosa intende esattamente?
Oldrich Tichy ha scritto che il miglior welfare per i socialmente 
deprivati sarebbe una sventagliata di mitragliatrice.
Da quanto ricordo, il contesto era diverso. Devi manipolarlo per criticarlo. 
Prima di giudicarlo bisogna leggere l'articolo. Il contesto è differente da 
quanto dici. La parte della mitragliatrice è uno scherzo inaccettabile che ora 
sta circolando. Il problema di quel testo è che può essere letto in differenti 
maniere. Devo dire, non è una frase fortunata.
Quindi tutti questi critici e, per esempio, la commissione etica del 
Sindacato della stampa (Syndikat novinaru) non ha compreso il testo? Il 
Sindacato della stampa dice che Blesk "ha passato il confine dei 
principi etici a cui i media devono attenersi."
Che importanza ha il Sindacato della stampa (Syndikat novinaru)?
Qui non c'è nessun'altra organizzazione che si occupi del livello dei 
media di stampa nel loro complesso.
Nuovamente, ripeto: ipocrisia assolutamente falsa, di gente che in realtà non 
affronta niente di quanto è essenziale in questo paese dal punto di vista 
dell'etica e della moralità.
Qual è il coraggio di Blesk nell'affrontare "argomenti tabù" 
come "Bambini romanì all'assalto!" in prima pagina per far salire le vendite?
Sai quali sono gli argomenti tabù che copriamo più di tutti? Quali sono stati 
gli argomenti che quest'anno sono andati alla maggiore su Blesk?
Mi manca un'analisi precisa, ma come lettore occasione del vostro 
giornale, direi: celebrità, sicurezza, salute e, durante il caso di Breclav, 
coesistenza con i Rom. E' per questo che glielo sto chiedendo.
Sai una cosa? Torna quando avrai iniziato a leggerci.
Come ho detto, a volte leggo Blesk.
Non è così. Non ti sei accorto che durante il passato semestre, l'argomento 
più trattato da Blesk è stata la corruzione politica. Se qui ho fatto 
qualcosa, è stato trasformare un giornale che si occupava solo delle vite delle 
star in TV, in un giornale che tratta di corruzione politica e di abuso di 
potere. Questo è quanto faccio e quelli sono gli argomenti più importanti in 
questa società. Se per uno o due giorni salta fuori qualcosa sui Rom di qui, che 
non piace alla commissione etica del Sindacato della stampa, è assolutamente 
irrilevante rispetto a quanto trattiamo, e tu hai il coraggio di chiedermi se 
gli argomenti che trattano di Rom influenzano le nostre vendite? Non è ciò che 
facciamo! Si è trattato di un singolo caso. Queste domande mi fanno arrabbiare.