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Roma, consigliere insulta rom e intellettuali. La replica di Moni Ovadia
Di Fabrizio (del 08/03/2012 @ 09:22:30, in Regole, visitato 3047 volte)



In un articolo firmato da Carlo Stasolla, ieri vi avevamo parlato della campagna di raccolta firme che l'Associazione 21 luglio ha lanciato contro lo sgomberto forzato e illegale dei cittadini romanì di Roma. Sotto, lo spot che spiega tutti i motivi dell'iniziativa, che ha due solide basi: la prima è il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali; la seconda l'applicazione di una sentenza del Consiglio di Stato, che ha stabilito che il piano per l'Emergenza Rom è illegale, frutto di pura fantasia propagandistica.

Alla sentenza avrebbe dovuto immediatamente seguire la soppressione del Piano Nomadi del Comuni di Roma e dunque lo stop immediato agli sgomberi che, invece, procedono a gonfie vele spinti dal vento della propaganda più becera, razzista e populista.



L'appello lanciato dall'Associazione 21 Luglio ha in poche ore raccolto centinaia di firme. Tra gli altri, hanno appoggiato la campagna anche intellettuali ed artisti: Moni Ovadia, Erri De Luca (autore, tra l'altro, di un video-appello), Susanna Tamaro, Giorgio Parisi (fisico, premio Boltzmann), Alex Zanotelli, Valerio Mastandrea e Sabina Guzzanti. Anche il Teatro Valle Occupato ha aderito all'iniziativa.

Proprio in merito alla campagna dell'Associazione 21 luglio alcuni esponenti politici della maggioranza hanno pensato di dire la loro. Tra gli altri, spicca l'onorevole Fabrizio Santori (presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale).

    "Prendiamo atto con il dovuto rispetto dell'appello lanciato dal mondo della cultura sottoscritto da molti intellettuali, anche non romani, che si sgolano lanciando anatemi contro gli sgomberi dei rom. E' dunque questa l'occasione per rompere finalmente le barriere ideologiche, per non chiudersi dietro frasi fatte e slogan già detti e trovare finalmente una soluzione al problema. Rilancio la proposta dell'albo della solidarietà. Chi vuole dare una casa e un lavoro ai rom si faccia avanti e si iscriva nell'albo che da mesi abbiamo proposto. Invece di gridare allo scandalo gli intellettuali passino ai fatti e offrano una fattiva collaborazione ospitando i rom nelle proprie case, seconde e terze abitazioni, e propongano eventuali offerte di lavoro. Chi invece ha ottenuto in via privilegiata una casa di enti a prezzi modici, la metta a disposizione dei bisognosi e ristabilisca così l'uguaglianza sociale che tanto propugna".

(clicca sull'immagine per ingrandirla ndr)

Poi Santori, evidentemente non soddisfatto, ha pensato bene di rincarare la dose:

    "La giunta Alemanno - ha affermato in una nota - è legittimata dal voto popolare a procedere con gli sgomberi e con l'allontanamento dal territorio dei nomadi che si accampano illegalmente in città. Invitiamo chi contesta questa volontà a lasciare il lusso delle proprie abitazioni e dei propri quartieri signorili, dei paesaggi incontaminati e dei celesti silenzi, per condividere con migliaia di romani quello che resta dei loro, di quartieri, in preda alle scorribande dei rom e al modo tipico della stragrande maggioranza dei nomadi di vivere nel degrado, nella sporcizia e nell'illegalità".

Ma come è possibile che si permetta a un amministratore pubblico di utilizzare un linguaggio così razzista e populista? E come è possibile che l'amministrazione comunale continui, dopo quasi 4 mesi, a ignorare una sentenza del Consiglio di Stato che vieta espressamente l'applicazione delle iniziative dell'Emergenza Rom?

Noi l'abbiamo domandato a Moni Ovadia, uno dei primi firmatari dell'Appello dell'Associazione 21 luglio. Moni Ovadia è attore, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante tra i più impegnati del nostro Paese.



- Signor Ovadia, secondo il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale lei - insieme a tutti gli altri intellettuali - dovrebbe mettersi in casa i rom, anziché firmare petizioni contro gli sgomberi forzati...
- Guardi, non ho parole. Siamo a livello di "retrobar dello sport". Questo Santori dovrebbe dimettersi subito perché oltre a utilizzare un linguaggio offensivo non sa che il 75% dei rom sono cittadini italiani, e che gli altri sono comunque cittadini comunitari, in quanto tali titolari di dignità e diritti. Questi politici di destra, questi nostalgici del ventennio mussoliniano, lo dicano chiaramente se alla Costituzione italiana preferiscono la legislazione nazista, o quella fascista. Cosa vogliono fare dei rom? Bruciarli vivi?

- Lei è ebreo, ha narrato più volte lo sterminio e conosce lo stigma, la discriminazione...
- Facevano così anche con noi ebrei: ci sgomberavano da un luogo all'altro prima di mandarci nei campi di sterminio. Ora i politici fanno i carini e i simpatici con noi per aggraziarsi gli Stati Uniti e Israele: chissà se questo Santori direbbe le cose che ha detto dei rom anche di un ebreo: chissà se avrebbe il coraggio di dirmi "sporco ebreo". Per i romanì invece si permette di farlo perché sa che il populismo in Italia paga, anche in termini di consenso elettorale. Ma guardi, personalmente ho firmato quell'appello ritenendolo un dovere morale. Noi auspichiamo soluzioni serie, umane, dignitose, non facciamo propaganda.

- Anche perché gli sgomberi dei rom a Roma sono costati 6 milioni di euro.
- Con quel denaro avrebbero potuto risolvere seriemente il problema dell'emergenza abitativa. Ma le dico anche altro: il prossimo anno a Roma si eleggerà il nuovo sindaco e sicuramente assisteremo ad altre dichiarazioni come quella di Santori.

- Nella sua orchestra suonano musicisti rom...
- Non solo: io ospito abitualmente i miei musicisti a casa, come ha suggerito il presidente della Commissione Sicurezza. I miei musicisti sono rom rumeni, sono artisti eccezionali. Mi permetta di consigliare a Santori un libro: si intitola "Rom Genti Libere", l'ha scritto il mio amico Santino Spinelli, docente universitario, intellettuale e rom.