Se una figlia stuprata è meglio di una non vergine 
		
			Di  Fabrizio (del 16/12/2011 @ 09:11:47, in  Italia, visitato 1572 volte)
		  
	 
	
	
		Segnalazione di Maria Derossi 
  di Lidia Ravera 
Dunque la fatale membrana ancora miete vittime. Ancora si investe sulla 
verginità delle figlie. Perché così vuole la Chiesa. Perché così vuole il futuro 
acquirente, il marito d'una volta, quello che ci teneva a infilarsi per primo 
nell'angusto orifizio femminile, a scopo di libidine o di procreazione. Un tuffo 
nel modernariato, di cui si potrebbe anche sorridere se non fosse diventato così 
frequente, fra le adolescenti, la scelta di cavarsi dai guai, accusando gli 
extracomunitari. 
 
Dieci anni fa a Novi Ligure la sedicenne Erika caricò su due innocenti albanesi 
il fardello di un duplice delitto. I due rischiarono il linciaggio. Tre giorni 
fa a Torino l'adolescente "Sandra", ha caricato sui Rom la sua prima esperienza 
sessuale. Erika voleva evitare la galera, Sandra l'ira di una madre bacchettona, 
repressiva, arretrata. 
 
Qual è l'unico modo accettabile di perdere la verginità? Dichiarare che te 
l'hanno rubata. E qual è il ladro più gradito? Lo zingaro. Accusa lo zingaro e i 
tuoi amichetti avranno un'occasione per scaricare il testosterone in eccesso. La 
comunità in cui sei cresciuta non ti espellerà. Tua madre potrà girare a testa 
alta: una figlia violata da uno zingaro, vale quanto una figlia illibata. Anzi 
di più. Mette d'accordo i precetti della Chiesa e quelli di Telepadania. 
 
il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2011 
	 
          
	
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