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Fattoria sociale bravalipè … abc
Di Fabrizio (del 22/06/2011 @ 09:51:35, in lavoro, visitato 1613 volte)

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L'associazione RomSinti@politica e l'azienda agricola Ciattoni di Pescara hanno avviato le attività del progetto Fattoria sociale bravalipè, un incubatore multiculturale formativo/lavorativo finalizzato alla occupabilità dei giovani.

La sede della fattoria è Città S. Angelo, provincia di Pescara, in Contrada San Vittorito in un terreno agricolo di circa due ettari.

Il progetto nella sua fase di allestimento è realizzato con l'auto finanziamento, le donazioni, il contributo di singole persone ed enti pubblici e privati, la sponsorizzazione.

La crisi culturale e del lavoro

La crisi d'identità dei nostri ragazzi e ragazze è sotto gli occhi di tutti. Assistiamo a fenomeni di identificazione extra culturale, organizzazioni devianti dove i nostri giovani perdono ogni giorno un pezzo della loro vita, della loro storia, si allontanano dall'appartenenza culturale, incapaci di inserirsi in un mondo a loro ostile e proibito. In tale ambito ha luogo la generazione di uno spazio discordante e virtuale dove l'inclusione sociale diventa un tabù.

Con la promessa di un tenore di vita lussuoso e luccicante, entrano in questi spazi inconsapevoli di ciò che li attende.

Attività illegali, gestiti da "professionisti" della mala vita reclutano le vittime in un sistema difficilmente sfaldabile, lì vengono ridotti a pura manovalanza, "strumenti" per arricchire e ampliare i loro imperi. Molte volte tali emolumenti si giustificano dietro la facciata del perbenismo, aziende impeccabili.

In altri casi, vere e proprie cosche, evidentemente criminali, si servono di tali "risorse" declinando i rischi di responsabilità ad alibi consolidati dagli stereotipi dell'opinione pubblica, il vecchio ma sempre funzionante capro espiatorio.

Tali circostanze producono l'azzeramento della dignità interiore legata all'ethos d'appartenenza in quanto codeste attività, bandite dalle regole della tradizione, creano senso di rimorso e disistima. Un processo di svuotamento inarrestabile dei valori morali.

Persi di vista la verità circa il senso e l'etica del lavoro, le potenzialità interiori sono ridotti e dirottati a servizio della criminalità. Le nuove generazioni finiscono per approdare in terreni minati, altamente pericolosi, alienanti sul piano psicologico- identitario, dove il confine tra consentito e non consentito è quasi saltato del tutto, un vuoto nella delimitazione fra bene e male che lascia spazio ad altro, l'inquietudine del nulla, una ferita aperta in cui penetrano i virus della società. Un grande vuoto incolmabile dalla tradizione ma allettante per i mandanti del male.

Giunti a questo punto, più propriamente è in dubbio la relatività tra l'abilità e la rappresentatività. Fenomeno denominato dalla sociologia come crisi di identità nel ruolo sociale.

Nella società moderna l'identità è direttamente collegata e proporzionata alla configurazione professionale,mentre oggi il giovane è impossibilitato ad auto rappresentarsi perché è venuto meno l'esercizio di una funzione produttiva, la sua configurazione professionale.

Abbandonati i mestieri tipici del passato ai giovani non rimane che il fantasma di essi, l'orientamento si è perso in un mondo consumistico venerato dall'industria, una società in cui il talento per i lavori del passato (dal "recupero" alla "creatività", dall'agricoltura familiare all'artigianato) non si percepisce più portatore di cultura.

Il magnetismo che regola la "giusta direzione" per il giovane non proviene più da un sentire interiore, cioè riflesso da un pregresso culturale, ma la sorgente di attrazione proviene dall'esterno, dai margini della comunità civile dove fonti di "lavoro" si trovano a "buon prezzo", dove il solo requisito richiesto è la disperazione alla vita, la pura sopravvivenza.

La "giusta direzione" si può trovare nella riscoperta di un sé a volte misconosciuto e negato paradossalmente per primo dai giovani.

Il Progetto Fattoria sociale

Le Fattorie Sociali sono imprese agricole che offrono servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e di inclusione sociale e lavorativa per soggetti deboli o svantaggiati. L'agricoltura sociale trova le sue radici più profonde nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità che contraddistinguono le aree rurali.

L'intreccio che si determina tra dimensione produttiva, dimensione relazionale con le piante, con gli animali, con la natura e quella familiare e comunitaria, ha permesso all'agricoltura di assolvere sempre più ad una funzione sociale. I soggetti a cui si rivolge l'agricoltura sociale sono soprattutto quelle persone che, provate da diverse forme di disagio, possono trovare nelle attività agricole una possibilità per dare un senso alla propria vita.

Il progetto Fattoria sociale Bravalipè si propone di realizzare a Città S. Angelo in contrada San Vittorito in un fondo agricolo di 2 (due) ettari le attività legate alla cultura del territorio, dell'ambiente, dell'agricoltura; attività sportiva e amatoriale, maneggio, ippoterapia, peed terapia; servizi culturali, educativi, formativi e occupazionali.

Il progetto Fattoria sociale Bravalipè è un centro aggregativo rurale, interculturale e multidisciplinare, rivolto ai giovani e le loro famiglie per sviluppare percorsi individualizzati volti a migliorare l'occupabilità e la riscoperta dei valori della ruralità e del territorio; valorizzare il capitale umano e culturale come motore di attivazione dello scambio di conoscenze, della fiducia, della partecipazione attiva allo sviluppo del territorio, armonizzando in modo inedito le peculiarità del mediatore culturale ed un'assistenza specialistica integrata.

Gli spazi della Fattoria sociale Bravalipè saranno dotati di strutture ed attrezzature atte ad offrire servizi nei quali gli ospiti si sentano attivi e partecipi al fine di trarre benefici sul piano culturale sociale, psicologico, fisico e mentale attraverso l'accrescimento dell'autostima ed il miglioramento della persona.

La fattoria sociale oltre ad essere tutoring nell'inserimento nel mercato del lavoro incarnerà la figura professionale e innovativa dell'Agente di Sviluppo Umano che assiste la persona disagiata nell'inserimento nella società locale.

Obiettivi generali

Il progetto Fattoria sociale Bravalipè procederà alla realizzazione e all'implementazione degli obiettivi principali che di seguito elenchiamo:

  1. riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo, che rendono tipica la ruralità
  2. integrazione tra l'attività produttiva agricola e l'offerta di servizi culturali, sociali, educativi, formativi e occupazionali, per migliorare la qualità della vita.
  3. sviluppo di progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, nonché per diffondere modelli d'uso e di valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e culturali delle aree rurali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse diversificate trovino risposte di qualità alle loro esigenze
  4. riaffermazione del valore ideale del lavoro e la sua funzione sociale e collettiva, inteso come spinta all'attività produttrice. La riscoperta del senso e il piacere della creatività, alla base del concetto del lavoro
  5. recuperare il concetto di lavoro facendo leva sul piacere che stimola al lavoro, calarsi nel fondo delle pulsioni originarie all'attività umana dove risiede la creatività
  6. la natura e la cultura come l'arte del lavoro.

Obiettivi specifici:

  • accoglienza e presa in carico individuale;
  • mediazione interculturale;
  • orientamento al lavoro in fattoria, bilancio di competenze e inserimento;
  • consulenza per l'avvio di attività auto-imprenditoriali in ambito rurale;
  • attività didattiche e ricreative per il dopolavoro e doposcuola

Il progetto si articola in tre fasi:

  1. Allestimento del fondo agricolo: Strutture ed attrezzature per le attività ludiche, formative, culturali, di produzione agricole, l'impiego di animali.
  2. Fase di programmazione e comunicazione: definizione e programmazione delle attività, comunicazione del progetto.
  3. Fase di avviamento: delle attività agricole definite e programmate; delle attività ricreative relative a cultura e natura del territorio.

Convegno con proiezione di docu-fiction

Al termine del primo anno dall'inizio dei lavori verranno argomentati i risultati del progetto all'interno di un convegno nel quale verrà proiettato un docu-fiction (film documentario), di circa 30 minuti realizzato durante l'espletamento del progetto stesso.