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Cinquecento rom restano senza casa
Di Fabrizio (del 10/06/2011 @ 09:48:11, in casa, visitato 1402 volte)

A due mesi dal blitz nell'Asi nessuno ha provveduto a risistemare la comunità che da 30 anni vive in quei luoghi. Giugliano, dopo lo sgombero 3 nuovi accampamenti su terreni privati. Le associazioni mettono sotto accusa il sindaco Pianese e la prefettura - di TIZIANA COZZI

Li hanno mandati via due mesi fa dall'area industriale Asi di Giugliano, con la promessa di sistemarli altrove. Con le ruspe hanno buttato giù le loro baracche vecchie di trent'anni ma i nomadi sono rimasti lì. Per sessanta giorni hanno dormito nelle automobili, nei furgoni. Sono circa 500, 466 per l'esattezza, hanno occupato terreni e campagne private, non si sono mossi di un millimetro dall'area dove hanno vissuto più di un trentennio: la loro casa, più provvisoria che mai, è intorno al centro commerciale Auchan di Giugliano, una porzione di terreno praticamente invasa dai senzatetto nomadi. Lì vivono i rom rimasti fuori dalle assegnazioni del piccolo campo nato nell'area industriale Asi. Una tribù di senzatetto, tra cui 275 minori (147 tra 0 e 5 anni, 128 dai sei ai 16 anni) costretti a sopravvivere in difficili condizioni. Nessun servizio igienico, immersi nel fango e nella sporcizia, vivono come vagabondi accampati in mezzo alle campagne, senza un minimo di tutela. Tre gli accampamenti di fortuna nati su aree private che adesso i proprietari legittimi reclamano. Due intorno all'area del centro commerciale, uno nei pressi della stazione ferroviaria.

Una situazione di emergenza più volte segnalata al Comune e al prefetto, che però stenta a trovare una via d'uscita. Venerdì è previsto l'incontro con il sindaco Giovanni Pianese e con il prefetto Andrea De Martino, alla presenza di una delegazione di nomadi e di padre Alex Zanotelli.
"È una situazione davvero grave - dice Alexander Valentino del comitato "Con i rom" - restano lì perché ci hanno vissuto trent'anni e non sanno dove andare. Ma ogni giorno le pattuglie di polizia li controllano, ripetono di continuo che devono andarsene. Come è possibile che non ci sia una soluzione?". Nemmeno un mese fa, un bimbo ha perso la vita in uno dei tre accampamenti: viveva nel furgone con i genitori. E ora, con il caldo la situazione può soltanto peggiorare.

La soluzione ci sarebbe: un territorio confiscato alla camorra a Quarto. "Lo abbiamo visto assieme all'Opera Nomadi e ad una delegazione di rom - racconta Valentino - loro erano entusiasti. Ma alla fine l'accordo non c'è stato anche perché il terreno individuato si trova proprio al centro di una zona residenziale con villette private. Non è esattamente il posto adatto per 500 nomadi".

Nell'attesa, ognuno si arrangia come può. Chi ha lavoro e soldi ha comperato un camper. Gli altri hanno provato a costruirsi una baracca in legno ma la polizia gliel'ha impedito. In tanti si sono procurati vecchie roulotte, prestate da parenti o amici. Una situazione tale non può andare avanti per molto. In due mesi, però, nessuno ha trovato una soluzione. "Ci incontreremo con il prefetto e i proprietari dei suoli - spiega il sindaco di Giugliano Giovanni Pianese - ma non ci sono molte soluzioni sul tavolo. C'è l'ipotesi Quarto oppure si può temporeggiare nell'attesa dei provvedimenti giudiziari di sgombero. I proprietari si sono rivolti alle autorità per far liberare i loro terreni". Un progetto forse esiste: l'ennesimo sgombero.