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Campi nomadi: sgomberi non a norma di legge
Di Fabrizio (del 22/11/2009 @ 09:27:09, in Italia, visitato 2665 volte)

del Sen. Roberto Della Seta (PD)

Premesso che:

Amnesty International ha espresso preoccupazione e contrarietà per lo sgombero forzato del campo "Casilino 700" di Roma (leggi QUI ndr), nel quale vivevano circa 400 persone di etnia rom, avvenuto lo scorso 11 novembre 2009. Nell'appello, l'organizzazione per i diritti umani sollecita il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e il sindaco Gianni Alemanno ad assicurare che a tutte le famiglie sgomberate sia fornita una sistemazione alternativa come soluzione di emergenza e sia accordato un risarcimento per tutti i beni che sono stati distrutti durante lo sgombero forzato; Inoltre, Amnesty International ricorda che "gli sgomberi forzati, eseguiti senza protezioni legali o di altro tipo, sono proibiti dal diritto internazionale in quanto grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato". Secondo quanto riferito dalle Organizzazioni non governative (Ong) e dai mezzi d'informazione, all'alba dell'11 novembre 2009 circa 150 agenti di polizia hanno sgomberato le famiglie dal campo di via di Centocelle, nella parte est della Capitale. Tutti gli accampamenti della comunità sono stati distrutti e circa 20 rom sono stati arrestati, nonostante non si sappia di cosa siano accusati; le Ong locali, tra cui Legambiente Lazio, affermano che la comunità nomade non ha ricevuto alcuna notifica dello sgombero forzato né è stata consultata, e che il Comune di Roma ha offerto rifugi per brevi periodi solo ad alcune donne e ai bambini piccoli, nei dormitori dei senza tetto di Roma. In base alla legge italiana, le autorità dovrebbero notificare lo sgombero a tutte le persone oppure pubblicare un'ordinanza o un preavviso. In ogni caso, non essendo stata l'ordinanza formalizzata in questo modo, la comunità non ha potuto rivolgersi alla magistratura per tentare di fermare o posticipare lo sgombero; è importante evidenziare che nella comunità nomade ci sono circa 140 bambini, di cui 40 frequentano una scuola nelle vicinanze. Lo sgombero minaccia di interrompere la loro scolarizzazione e sconvolgere seriamente la loro educazione. La maggior parte di coloro che vivono nel campo di Centocelle - secondo Amnesty International - ha già subito in precedenza sgomberi forzati, con distruzione di accampamenti, vestiti, materassi, e qualche volta, di medicine e documenti; a giudizio degli interroganti, dopo questo ennesimo sgombero forzato, effettuato in assenza di un qualsiasi piano nomadi, il Comune di Roma ancora una volta ha confermato la sua visione proprietaria della cosa pubblica e di essere cieco e sordo rispetto ai più basilari diritti delle persone. È gravissimo che si impedisca, come è avvenuto il 17 novembre 2009, a dei pubblici ufficiali, quali sono gli eletti dal popolo, l'accesso a strutture nello stabile di via Salaria n. 971, dove da qualche giorno risiedono i nomadi sgomberati dal Casilino 700. La struttura risulta essere presidiata da guardie giurate e vigili urbani che impediscono a chiunque di accedere alla struttura e controllare le condizioni in cui vivono il centinaia di persone, appena accolte. A questo punto, è sempre più evidente che il "piano nomadi" del Comune di Roma non e' altro che un triste e inquietante progetto di "lagerizzazione"; ad opinione degli interroganti, se da una parte è doveroso evidenziare che nello sgombero le Forze dell'ordine hanno tenuto un comportamento responsabile, dall'altra è innegabile che tutta l'operazione è stata un perfetto fallimento politico e sociale. Con il suo "piano nomadi", di fatto il Comune di Roma sta estendendo il problema su tutto il territorio del VI, del VII e del X municipio. Ci vorranno giorni per ricostruire la mappatura di dove ora queste persone si sono spostate. Le 85 persone sgomberate al Casilino 700 che si erano rifugiate nell'ex stabilimento della Heineken, e che ieri erano state nuovamente sgomberate, sono andate adesso a Tor Sapienza dove ci sono già due campi nomadi, al confine tra il V e il VII municipio. La Polizia municipale ha segnalato un esodo sulla Collatina e sulla Prenestina, di persone che presumibilmente sono andate a rifugiarsi in due piccoli campi abusivi già esistenti in via Longoni e via Collatina. In pratica l'intervento del Comune non ha fatto altro che disperdere il problema sul territorio,

si chiede di conoscere:

se il Ministro in indirizzo non intenda riferire sui gravissimi motivi che hanno impedito a dei pubblici ufficiali, quali sono i consiglieri comunali e circoscrizionali, l'accesso a strutture dove da qualche giorno risiedono i nomadi sgomberati dal Casilino 700; se non intenda appurare se tale sgombero sia riconducibile di fatto ad uno "sgombero forzato", cioè eseguito senza protezioni legali o di altro tipo stabilite dal diritto internazionale, e dunque configurabile come grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato, e di accertarsi inoltre se sia stato assicurato a tutte le famiglie sgomberate una sistemazione alternativa come soluzione di emergenza; se non intenda intervenire con atti di propria competenza presso il Comune di Roma, la cui gestione, a giudizio degli interroganti, sconsiderata del problema dei campi nomadi sta recando grave disagio a centinaia di persone e ed esponendo tutta la popolazione ad una presenza ancora più incontrollata di campi abusivi e spontanei.