Ricevo dalla
Federazione Romanì
Si è svolta a Roma il 30 Ottobre 2009 la conferenza della Federazione romanì: 
"La 
voce del popolo rom. Nuove politiche e strategie verso la rappresentatività".
Ottima la partecipazione alla conferenza e la presenza di Ferdi Berisha, il 
giovane rom vincitore del realty Grande fratello del 2008, è stata una bella 
sorpresa.
A tutti in partecipanti alla conferenza è stata consegnata una copia, con stampa 
in digitale, del libro "Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da 
solo, gli uomini si liberano insieme" prodotto dagli aderenti alla 
federazione e nelle prossime settimane sarà stampato in offset per un’ampia 
distribuzione.
Il presidente della Federazione romanì ha aperto i lavori della conferenza 
presentando la strategia della Federazione romani: una partecipazione 
qualificata dei rom, riconoscere e valorizzare la professionalità rom e sinte; 
ricercare nuove politiche e strategie finalizzate alla rappresentatività del 
popolo rom, la rinuncia ad ogni forma di assistenzialismo ed alle fallimentari 
politiche differenziate del passato che malgrado il loro accertato e 
riconosciuto disastro continuano ad essere riproposte e realizzate. 
I delegati della Federazione, Dimir Mustyafà di Firenze – Sergio 
Suffer di Brescia – Loris Levak di Venezia – Bruno Morelli di 
Tivoli – Santino Spinelli di Lanciano - Dimitris Argiropoulos di 
Bologna – Roberto Ermanni di Firenze – Nihad Smajovic di Napoli –
Monica Rossi, Najo Adzovic, Graziano Halilovic e Toni 
Blazevic di Roma – Elio Salvatore di Isernia - Stojanovic Vojslav 
di Torino – sono intervenuti presentando denunce e proposte per migliorare la 
qualità e l’equità della vita di rom e sinti, proposte che dalle prossime 
settimane saranno oggetto di un confronto interno ed esterno alla federazione 
per arrivare a definire il proprio programma politico/socio-culturale.
Gli interventi presentati alla conferenza dai delegati della federazione sono 
riportati nel libro "Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo, gli 
uomini si liberano insieme", libro che può essere richiesto da tutti agli 
indirizzi della Federazione romanì
Ai lavori della conferenza è intervenuto Ferdi Berisha (vincitore di grande 
fratello 8) per portare il saluto ai partecipanti. E’ stato proiettato un video 
realizzato lo scorso anno al campo nomadi di Ciampino la sera della vittoria di 
Ferdi. 
Il presidente della Federazione Romanì ha consegnato la tessera di aderente alla 
Federazione a Ferdi Berisha che ha accettato con piacere.
Le conclusioni della conferenza sono state fatte da Nazzareno Guarnieri, 
presidente della Federazione romanì.
Le conclusioni del presidente Nazzareno Guarnieri
Ringrazio il CESV Lazio e l’ass. Romà Onlus per la collaborazione 
all’organizzazione di questa conferenza. Oggi ho la certezza che il "progetto 
federazione" finalmente cresce di giorno in giorno e la buona partecipazione di 
rom e di amici del popolo rom alla conferenza ne è l’ennesima dimostrazione.
La Federazione Romanì ha deciso di tenere un profilo basso nei mesi scorsi e di 
non rispondere alle strumentali provocazioni.
Le critiche emerse anche in questa conferenza sono da addebitare al fallimento 
delle politiche del passato, ma si trattano di critiche senza pregiudizi o 
personalismi per gli interventi sbagliati del passato che continuano ad essere 
riproposte e realizzate. 
Una critica è anche uno stimolo al cambiamento, ma non si può utilizzare 
questa critica quale pretesto per ostacolare la crescita di una 
rappresentatività rom.
Ancora una volta voglio sollecitare le organizzazioni che si occupano di Rom su 
tutto il territorio nazionale di prendere atto del fallimento di gran parte 
delle politiche del passato ed attivare un dialogo costruttivo, e ove necessario 
forme di collaborazione concreta a tutti i livelli, con la Federazione romanì 
con la partecipazione qualificata di rom, per passare dalla mediazione alla 
partecipazione attiva e per promuovere una politica per la cultura romanì.
Chi è amico del popolo rom sa bene quando è indispensabile una rappresentatività 
rom e invito tutte le organizzazioni pro rom "a prendere per mano" la 
Federazione romani ed accompagnarla verso l’autodeterminazione, verso la 
rappresentatività rom, percorso che possiamo fare anche insieme con pari dignità 
e con benefici per tutti, in primis per rom e sinti. 
Questo permetterà anche di rendere visibili gli amici ed i nemici del popolo 
rom.
Sollecito la promozione ed attivazione NUOVE politiche, politiche 
radicalmente diverse dal passato, politiche che abbiamo un successo concreto e 
visibile nel migliorare le condizioni di vita di rom e sinti. 
Per essere compreso cosa intendo per nuove politiche, faccio un esempio, uno dei 
tanti possibili esempi di radicale cambiamento di metodo, sull’istruzione dei 
bambini rom e sinti.
Alcuni decenni fa mi sono permesso di criticare la politica dei campi nomadi 
e sono stato considerato, sotto l’aspetto umano e professionale, un 
incompetente, un razzista che discriminava i rom immigrati che arrivavano in 
Italia. 
Oggi tutti vedono e riconoscono il disastro di quella politica abitativa e 
riconoscono che era giusta la mia critica, accadrà ugualmente oggi? 
Una grande maggioranza di bambini rom e sinti frequentano la scuola elementare 
(e spesso beneficiano anche di un progetto di scolarizzazione), ma non riescono 
ad acquisire la strumentalità di base utile per poter continuare gli studi.
Questo è una dato di fatto incontestabile, e non è questa la sede giusta per 
un’analisi dettagliata perché questo accade, ma certamente a questi bambini è 
negato un diritto fondamentale, cioè il diritto all’istruzione.
Non è questa una discriminazione?
Il diritto all’istruzione è garantito con la opportunità di frequentare UN 
MODELLO di una scuola pubblica o privata oppure altra soluzione coerente alla 
realtà ed ai bisogni del bambino come definito nelle Convenzione sui diritti del 
fanciullo. 
La finalità del percorso scolastico è quella di dare anche al bambino rom un 
processo di insegnamento/apprendimento senza discriminarlo, ma è disonesto 
chi non riconosce oggi la discriminazione per un generalizzato insuccesso 
scolastico del bambino rom. Una doppia beffa, oltre ad essere discriminato il 
bambino rom non ha le corrette opportunità per impossessarsi dell’istruzione, 
strumento essenziale per non essere escluso nel futuro.
Cosa facciamo proseguiamo con questo modello di frequenza scolastica 
discriminante che non permette al bambino rom di acquisire l’istruzione? Oppure 
prendere atto dei fallimenti del passato per maturare, nella istituzione 
scolastica ed nelle organizzazioni, l’attivazione di percorsi 
individualizzati e diversificati, capaci di fornire risposte adeguate ai 
bisogni ed alla realtà per garantire il successo del processo di 
insegnamento/apprendimento dcel bambino rom e non interromperlo.
Percorsi che devono essere della scuola con la collaborazione di 
specifiche professionalità rom e non, e delle organizzazioni presenti nel 
territorio.
Percorsi progettati per fare acquisire "la strumentalità di base" al 
bambino rom e finalizzati al ritorno in classe per una frequenza attiva e 
regolare. 
Percorsi individualizzati e diversificati: dalla "scuola paterna" 
all’istruzione a distanza, dall’istruzione in alternanza ai laboratori, dove non 
sarà il mezzo che farà istruzione, ma sarà il metodo.
Come è accaduto qualche decennio fa con la politica dei campi nomadi anche 
ora diranno che questa mia proposta discrimina il bambino rom? 
Oggi devono dimostrare che la proposta è una discriminazione diversa da 
quella che già il bambino rom subisce e devono proporre ed attivare altra 
soluzione che non sia discriminatoria e che contemporaneamente permetta 
concretamente al bambino rom di acquisire, fin dai primi anni della scuola 
elementare, la strumentalità di base che gli permetta di continuare gli studi,
altrimenti sono solo degli opportunisti, come è accaduto ieri con i campi 
nomadi.
Ho fatto l’esempio dell’istruzione, potrei fare altri esempi in altre aree 
sociali, culturali e politici.
Tutti riconoscono il fallimento della politica dei campi nomadi e sostengono il 
superamento di questa disastrosa politica. La Federazione romanì è convinta che 
il superamento dei campi nomadi può realizzarsi solo con il rifiuto della 
gestione dei campi e l’avvio dell’autogestione da parte dei rom.
Concludo dichiarando che nelle prossime settimane avvierò un tentativo di 
confronto costruttivo con le associazioni pro rom e un confronto sulle relazioni 
presentate oggi per definire un programma politico della federazione con una 
condivisione più ampia possibile oltre la Federazione romanì 
Per quanto emerso in questa conferenza e per quando deliberato dagli organi 
sociali posso affermare con certezza che nell’anno 2010 la Federazione romanì 
attiverà le seguenti iniziative: 
1. un calendario nazionale di manifestazione culturali
2. un meeting nazionale delle comunità Rom e Sinte 
3. la costituzione di un ente formativo
4. la costituzione di una editoria romanì
5. una ricerca territoriale, storico/culturale anche quale stimolo per il 
riconoscimento di minoranza linguistica
6. una progettualità sperimentale e di monitoraggio della discriminazione
7. la costituzione di un comitato scientifico della Federazione romanì con la 
partecipazione di ricercatori del mondo accademico e di professionalità Rom 
Italiani ed Europei
8. la costituzione di comitati tecnico scientifico per singole aree quale metodo 
di progettazione e di valutazione
Invito rom e sinti ed amici del nostro popolo a formulare la richiesta di 
adesione alla Federazione romanì, ringrazio tutti i partecipanti a questa 
conferenza ed un arrivederci alla prossima iniziativa pubblica della Federazione 
romanì.
Nazzareno Guarnieri
Eugenio Viceconte mi ha scritto di avere del materiale filmato 
sull'iniziativa, vi terrò informati quando saranno pubblicati