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Il 13 Maggio non è una data qualunque...Noi non dimentichiamo e non dimenticheremo!
Di Fabrizio (del 13/05/2009 @ 09:07:56, in Italia, visitato 2377 volte)

Segnalazione di Lia Didero

(Proposta per una assemblea antirazzista unitaria da tenersi il 13 Maggio)
Un anno fa, il 13 maggio del 2008, la città di Napoli è stata teatro di un orribile pogrom, a colpi di spranghe di ferro e bottiglie molotov, contro le misere baracche di una inerme comunità di rom che da alcuni anni si era insediata nei pressi di via Argine a Ponticelli.
Un episodio infame le cui immagini hanno fatto il giro del mondo e che bruciano ancora nella nostra memoria e coscienza civile, come le fiamme che hanno distrutto quelle povere abitazioni.
Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo che il campo su cui si accanì con particolare ferocia la "folla di cittadini" insisteva su un'area interessata dal "contratto di quartiere", un affare per decine di milioni di euro.
Una città degna di fare parte dell'Unione Europea non può e non deve dimenticare, non può essere silente di fronte a ciò che nella nostra storia collettiva questa vergogna ha rappresentato e tuttora rappresenta.

Un anno fa il pogrom dei campi rom di Ponticelli non è stato un evento isolato, ha significato l'inizio di una stagione maledetta contro gli immigrati, a Napoli e nell'hinterland napoletano, che ha visto nel giro di pochi mesi: l'incendio doloso ed il successivo sgombero dell'edificio occupato dagli immigrati e rifugiati africani di via Trencia a Pianura, vicenda che ha visto gli immigrati arrivare ad occupare il Duomo di
Napoli per obbligare il comune ad una soluzione abitativa temporanea che non ha visto ancora la sua conclusione definitiva; le aggressioni a sfondo razzista nei confronti della comunità di immigrati di via dell'Avvenire a Pianura, pilotate da personaggi della destra napoletana e che hanno visto per protagonisti noti pregiudicati; infine il massacro dei sei immigrati a Castelvolturno, colpevoli solo di essere di colore, da parte del braccio del clan dei casalesi facente capo a Setola.

Tutti questi episodi sono apparsi, ed appaiono tuttora, avere come unico filo conduttore interessi trasversali, immobiliari e speculativi, che affondano le radici nel malaffare e nella collusione camorristica, da parte di chi ha usato il paravento del razzismo per nascondere la verità agli occhi di una opinione pubblica accecata dalle campagne mediatiche che sempre più insistentemente nel nostro paese agitano il fantasma della xenofobia e dell'intolleranza razziale.

Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo quello che abbiamo visto e sentito con le nostre orecchie a Ponticelli, a Pianura ed a Castelvolturno: immobili confiscati anni fa dal comune che sarebbero rientrati in possesso dei proprietari ma che non posso essere venduti perché "purtroppo occupati dagli immigrati", i lavori per il terzo stralcio della L.219 e per il "contratto di quartiere" di Ponticelli e Pianura sullo sfondo delle "esplosioni" di razzismo, gli interessi per i lavori di ristrutturazione e la crescita del valore degli immobili "una volta che gli immigrati sarebbero andati via"; l'illusione del lavoro, dell'alloggio o della crescita del valore del proprio bene immobiliare instillata ad arte agli italiani protagonisti di questi episodi di aggressioni razziste; il sogno che la città di Castelvolturno diventerebbe come "Malibu" se solo venisse "riequilibrata la presenza dei migranti sul litorale domizio", etc.

A distanza di un anno non è stato celebrato un solo processo nei confronti dei mandanti e dei responsabili dell'incendio dei campi di Ponticelli e degli altri episodi gravissimi accaduti a Pianura e Castelvolturno, mentre invece procede speditamente il solo processo nei confronti della minorenne rom accusata del tentativo di "furto di bambino" (episodio da cui sarebbe scaturita la "rabbia" degli abitanti
contro i campi) che in primo grado ha già visto una condanna a tre anni e otto mesi.

Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo l'accanimento giudiziario nei confronti di questa ragazza, che tra l'altro non faceva parte della comunità rom che viveva nei campi assaltati con le bottiglie
molotov, la quale durante il processo ha visto violati alcuni suoi diritti fondamentali come la mancata traduzione degli atti nella sua lingua madre, il rifiuto della concessione del gratuito patrocinio a spese dello Stato, una sostanziale mancata verifica delle incongruenze nell'unica testimonianza che la accusa.

Non dimenticheremo mai l'atteggiamento dei media che, anche durante l'assalto ai campi da parte di personaggi noti perlopiù alle forze dell'ordine, trasmettevano ossessivamente la notizia del tentato rapimento del bambino, episodio che qualora venisse confermato dalla magistratura, costituirebbe un precedente giuridico unico nella intera storia della giurisprudenza italiana, avallando uno dei peggiori stereotipi che da secoli viene ingiustamente cucito addosso alle popolazioni rom.

Per queste ragioni il prossimo 13 maggio non può essere una data come le altre, non può essere occasione di passerelle politiche in nome "dell'antirazzismo", non può essere solo una giornata in cui si proclami
l'immunità dal razzismo delle istituzioni e si celebri il falso sermone della città da secoli non razzista perché "ponte tra le culture del mediterraneo"; il 13 Maggio deve essere una giornata di denuncia, contro la camorra, contro il malaffare, contro i pericoli di una politica eversiva che a Napoli potrebbe far scoppiare l'inferno se la città non si dotasse da subito del coraggio di raccontare e di denunciare, unico modo per evitare che simili vicende possano accadere in futuro.

Chiediamo pertanto a tutt@ gli/le antirazzist@i, alle forze politiche e sindacali, alle comunità immigrate, ai/alle tant@ cittadin@ napoletan@ che hanno a cuore il futuro della nostra città di unirci tutti per promuovere una assemblea pubblica aperta, da celebrarsi possibilmente nel giorno 13 maggio, nella quale chiedere:

- che la Corte d'Appello garantisca un processo equo e giusto alla ragazza condannata per il supposto "furto di bambino;
- che vengano accertate le vere cause che si nascondono dietro l'incendio delle baracche che insistevano su un area destinata ad importanti interventi edilizi nel quartiere di Ponticelli;
- che si accertino le cause e che si celebrino i processi sulle denuncie effettuate per gli episodi accaduti a Pianura tra luglio e settembre 2008;
- che la magistratura faccia il possibile per accertare le vere cause che hanno portato alla morte di sei africani innocenti a Castelvolurno il 19 settembre del 2008;
- che si indaghi sulle presenze di personaggi legati ai clan della camorra nell'assalto ai campi rom di Ponticelli e negli episodi gravi che hanno visto come teatro il quartiere di Pianura tra i mesi di luglio e settembre 2008.

Questo appello vuole essere una proposta aperta a qualsiasi contributo. Crediamo fermamente che sia necessario che il 13 maggio diventi una occasione di confronto tra tutt@ gli/le antirazzist@ e che sia un momento in cui ciascuno abbia diritto di parola.

Ad ognuno di fare qualcosa...

Assopace Napoli - Associazione per la Pace
Da: Assopace Jerusalem jerusalem@assopace.org