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Soldi ai rom per lasciare Pisa, via 4 famiglie
Di Fabrizio (del 03/05/2009 @ 08:50:48, in Italia, visitato 2142 volte)

Dal blog del circolo Pasolini di Pavia

Pisa per qualche tempo era diventata un punto di riferimento per il rispetto di alcuni diritti fondamentali che aveva dimostrato nei confronti delle comunità Rom. Ha disgraziatamente invertito la rotta e sta commettendo l'errore vergognoso della Giunta Capitelli: dare soldi ai capifamiglia per andarsene. Hanno fatto così anche a Pavia, tra il 31 agosto e il 3 settembre 2007. Molti apparentemente avevano accettato: caricati su pullmini erano stati lasciati nell'hinterland milanese. Sono tornati quasi tutti. Solo la cecità poteva non avvedersi che per indigenti totali una cifra tra i 150 euro e 300 poteva essere allettante lì per lì, ma non poteva essere risolutiva di alcun destino. Come si può pagare un cittadino europeo per andarsene da un paese europeo? Com'è possibile che di fronte alle comunità Rom anche le aree del paese più avvedute rispetto ai diritti di cittadinanza sbrachino a tal punto da non saper prevedere alcun sbocco politico alla convivenza? In alcuni dei comuni consorziati per la "buona uscita" ai Rom ci ho vissuto e a lungo. Mi sono portata con me ricordi struggenti di umanità e accoglienza. Che tristezza.
Irene Campari

CORRIERE DELLA SERA.it

L’iniziativa di un consorzio di nove comuni dell’area, tra cui il capoluogo. Tra qualche giorno parte il primo pullman
Cinquecento-mille euro per l’impegno a non tornare. «Niente furbi, scegliamo persone affidabili»

PISA - Il rimpatrio con buonuscita è già stato accettato dai primi dodici rom, quattro famiglie in tutto. Tra qualche giorno saliranno su un pullman per raggiungere i luoghi di origine, in Romania. Viaggio spesato e bonus in denaro: dai cinquecento ai mille euro a nucleo familiare da erogare solo a destinazione raggiunta. Soldi pubblici, messi a disposizione dalla Società della salute, un consorzio di nove comuni (tra i quali Pisa, Cascina, San Giuliano Terme, Vecchiano, Calci, Fauglia) dell’area pisana e l’Asl. L’accordo, con tanto di firme e controfirme, prevede il consenziente allontanamento dei rom, e in un imminente futuro sarà esteso anche ai cittadini extracomunitari, sempre che siano d’accordo. E che impegna, chi accetta «a non rientrare in Italia almeno per un anno» e a rinunciare ad «accamparsi o a erigere baracche in zona in luoghi pubblici o privati che non siano destinati allo scopo».

Clausole che però hanno provocato in città polemiche e ironia. I rom sono quasi tutti cittadini romeni, dunque comunitari e come membri dell’Ue hanno il diritto di entrare in qualsiasi Paese membro senza restrizioni. Anche se sono stati pagati con assegno per non tornare un anno intero. «Il rimpatrio consenziente è un’idea che ci è venuta durante un monitoraggio dei campi abusivi - spiega Maria Paola Ciccone, assessore alle politiche sociali del comune di Pisa e da lunedì nuovo presidente della Società della salute -. Sono stati alcuni rom a chiederci di aiutarli a tornare a casa e dunque con i servizi sociali abbiamo deciso questa sperimentazione in collaborazione con la Regione Toscana ». Sulla possibilità di «furberie », l’assessore ammette qualche rischio: «La nostra è una scommessa. Il servizio non è rivolto a tutti ma solo a quelle persone meritevoli di fiducia». In città il provvedimento sta creando polemiche e malumore. Amanuel Sikera, vicepresidente della Consulta provinciale degli stranieri, in una lettera aperta a Tirreno e Nazione, non ha lesinato critiche agli enti locali. «Sono rimasto sconcertato dalla ricetta proposta per il loro rimpatrio - ha scritto Sikera -. Attuare un siffatto provvedimento significa ammettere un totale fallimento delle politiche di integrazione».

Marco Gasperetti
01 maggio 2009