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Voghera, campi nomadi e il Tar
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:24:35, in Italia, visitato 1765 volte)

Dal blog del Circolo Pasolini di Pavia

[Giorgio Trigila ci ha inviato questo prezioso articolo da "Il Giornale di Voghera"]. Il Tar rinfresca tristi ricordi. Dieci anni fa, a Voghera il voto dell'intolleranza di Giorgio Silvani

Nei giorni scorsi, a dieci anni di distanza, il TAR della Lombardia ha  inviato una comunicazione abbastanza grottesca ai promotori del ricorso  presentato nel marzo 1999 (il giornalista Antonio Airò e l'Associazione Insieme  di Voghera) con il quale si chiedeva di sospendere l'effettuazione dei due  tristemente noti referendum cittadini su campo nomadi e centro di accoglienza. Nella comunicazione il Tribunale Amministrativo chiede ai "ricorrenti" se  esista ancora la volontà di proseguire in quel tentativo, allora vanificato da una prima sentenza negativa, o se si possa procedere all'archiviazione.  Anche se si tratta di un atto dovuto, la verifica di certi tempi assurdi  della giustizia lascia un po' "senza parole", come nella settimana enigmistica. La notizia però è una buona occasione per non "archiviare" quel che accadde  nella nostra città proprio in questi giorni, dieci anni fa. E' infatti utile  ricordare che allora Voghera conquistò clamorosi spazi  nelle cronache nazionali, grazie (sic!) proprio a quei due referendum locali  promossi dai consiglieri comunali allora all'opposizione: Daniele Salerno, esponente dell'UDR e oggi assessore al bilancio in quota Forza Italia, e  Giuseppe Aneomanti di Alleanza Nazionale. La consultazione venne resa possibile  da una rilevante raccolta di firme e sostenuti da una campagna di allarmismo al  limite della xenofobia dalle forze del centro destra (e forse non solo ).  Nonostante le forti resistenze di molti cittadini, le proteste, i clamori  riportati da articoli sui principali quotidiani italiani e addirittura alcune  vibrate interrogazioni parlamentari, le due consultazioni vennero ammesse dall' amministrazione cittadina di allora e accorpate al referendum nazionale sull' abolizione della quota proporzionale. Così accadde che il 18 aprile 1999, il 59% dei vogheresi ammessi alle urne  (circa 20 mila su 36 mila iscritti alle liste elettorali) andò a votare e al  primo quesito, che chiedeva 2se si era favorevoli alla realizzazione di un  campo di sosta per le popolazioni di etnia tradizionalmente nomade o seminomade", l'81,36% (16.200 voti) rispose no contro il 18,64% di "sì" (3.700  voti). Al secondo quesito, che domandava "se si era favorevoli alla  realizzazione di un centro di prima accoglienza destinato ad ospitare cittadini  extracomunitari" rispose negativamente il 72,55% (circa 14.500 voti) contro il  27,45% di "sì" (5.500 voti).  Poco importa che alla fine più della metà dei cittadini non si pronunciò o  non sostenne l'iniziativa. L'esito del referendum colpì nel segno. I due  progetti, a lungo trascinati in estenuanti dibattiti, furono affossati e a  nulla valsero le reazioni indignate di alcune forze politiche e sociali, di  semplici cittadini, del volontariato, della comunità religiosa (quest'ultima  peraltro piuttosto "tiepidina") che, fino all'ultimo, avevano denunciato il  carattere discriminatorio e la gravissima dimostrazione di intolleranza. "Considerando che i due referendum erano comunque solo consultivi e che è  tutta da provare la validità di una consultazione direttamente mirata su  persone e gruppi etnici, e quindi in contrasto con i principi costituzionali,  chiediamo all'Amministrazione Comunale e al Sindaco Scotti (Ulivo) di procedere  comunque per fronteggiare le emergenze e le necessità più volte sottolineate e  non più rinviabili così come chiediamo alla città di recuperare i valori della  solidarietà e dell'attenzione verso i deboli che sono prerogativa  irrinunciabile del vivere civile di una comunità". Così si leggeva nel commento  post-voto sottoscritto da chi aveva sempre sostenuto la necessità di dare una  sistemazione ai cittadini sinti, da anni miseramente segregati nel cortile  della ex caserma e di dotare la città di un riferimento per le numerose  emergenze sociali, sottolineate anche da inquietanti dati dell'Osservatorio  Voghera " Cantiere di Solidarietà 1999".  Per un attimo la Giunta di centrosinistra sembrò davvero non voler sottostare  e, dopo l'esito del voto, ribadì che la consultazione era da considerarsi  "equivoca e comunque non vincolante", aggiungendo che "si sentiva comunque in  dovere di intervenire con misure idonee volte a rimuovere le gravi condizioni  di emarginazione sociale esistenti". Un inutile colpo di coda che finì nel  nulla, visto che appena un anno dopo iniziò "l'era Torriani" e,  paradossalmente, due anni fa il governo di centro destra decise di realizzare  il campo per i Sinti cittadini, facendosene pubblico vanto tanto da rinnegare  la "minaccia" di allora e sbandierarlo come  "fiore all'occhiello"  pubblicizzato in tutto il Paese.   Per tornare alla richiesta a dir poco "tardiva" del TAR, con cui abbiamo  aperto questo articolo, gli interessati hanno naturalmente risposto di non aver  alcuna intenzione di proseguire. Non potevano fare diversamente visto che la  frittata è stata fatta da tempo e che Voghera ha già versato allora una bella  quota di intolleranza e di scarso civismo. Per carità, le occasioni per  rinnovare atteggiamenti di intolleranza e disattenzione non sono mancate in  questi dieci anni. In più di un frangente il governo cittadino ha dimostrato  scarsissima disponibilità verso i problemi delle emergenze sociali cittadine,  verso i più deboli, gli emarginati del nostro territorio, con provvedimenti  talvolta sconcertanti (come le multe a chi chiede l'elemosina davanti alle  chiese, certi sgomberi messi in atto alla periferia della città…  fino a  sfiorare il ridicolo con quel divieto di sedersi sulle panchine nelle ore  serali che ha fatto il giro d'Italia…). Magari al peggio non c'è limite, ma è  anche vero che dieci anni fa Voghera raggiunse comunque un livello  difficilmente superabile. 

"Il Giornale di Voghera", 3 Aprile 2009