Da
Czech_Roma
The Prague Post, 12 marzo 2009
 Foto Michael Heitmann: La madre single Helena Koňová 
attende la rilocazione forzata verso quelle che chiama unità "sporche ed in 
rovina" come parte della proposta di Chomutov.
 Foto Michael Heitmann: La madre single Helena Koňová 
attende la rilocazione forzata verso quelle che chiama unità "sporche ed in 
rovina" come parte della proposta di Chomutov.
By Curtis M. Wong and Sarah Borufka, Staff Writers
Chomutov, North Bohemia
Situata in una delle aree più indigenti del paese, la città di Chomutov 
trasuda un'aria di profondo sfinimento. Appartamenti sbriciolati si allineano 
ciascuno sulle vie principali, e persone dall'aria poco rassicurante 
bighellonano fuori da trasandati bar con slot-machine e take-away asiatici.
Le industrie locali hanno lasciato i residenti senza lavoro, ed il municipio 
di Chomutov spera di riaccendere la propria immagine con una complessa proposta 
che ha avuto effetto a febbraio. Chiamato "Záchranný kruh" (Salvavita), il piano 
ha lo scopo di rimuovere quelli a cui la sindaca Ivana Řápková si riferisce come 
"gente che crea confusione" - incluse prostitute e percettori di previdenza 
che non pagano l'affitto - dalle aree centrali e dai quartieri residenziali lì 
attorno.
"Il nostro scopo è aiutare i cittadini decenti", ha detto Řápková. "Per la 
prima volta nella storia della nostra città, tutti i dipartimenti municipali 
stanno lavorando assieme... E' un sistema complesso di misure che si indirizza a 
tutta la gente inadattabile di Chomutov".
Le statistiche di Řápková sono sconcertanti. Le registrazioni del municipio 
di Chomutov indicano che gli sono dovuti un totale di 240 Kč di affitti 
arretrati, come pure dalle susseguenti multe, soprattutto da parte di percettori 
di previdenza. La popolazione di Chomutov attualmente si aggira sui 50.000 
abitanti, e si stimano in 8.000 quanti attualmente ricevono sussidi statali, di 
cui circa l'80% secondo quanto riferito è di origine Rom.
Nonostante la lodi del Ministro degli Interni Ivan Langer e dei residenti 
dell'area (in oltre 10.000 hanno firmato una petizione online di appoggio alla 
nuova legislazione in un periodo di otto giorni), l'iniziativa è stata 
largamente bocciata a livello nazionale, sollevando le critiche dei locali 
gruppi umanitari e anche di Michael Kocáb, Ministro per i Diritti Umani e le 
Minoranze. Tra le molte preoccupazioni c'è la nuova procedura che permette agli 
incaricati comunali di pubblicare i permessi di chi riceve la previdenza, come 
pure il piano di rilocazione, che trasferisce chi non ha pagato l'affitto dagli 
appartamenti comunali a blocchi di container in un'area periferica di Chomutov 
che la città ha comprato quattro anni fa.
 Foto Michael Heitmann: I gruppi dei diritti umani 
considerano l'alloggio in container un piano inadeguato e populista.
 Foto Michael Heitmann: I gruppi dei diritti umani 
considerano l'alloggio in container un piano inadeguato e populista.
Gli incaricati comunali dicono che il 60% degli avvisi di sgombero saranno 
consegnati entro le prossime due settimane a chi non ha pagato l'affitto. Poco 
dopo, i primi residenti si sposteranno nei container, poveramente isolati. 
Precedentemente usati come magazzini, alcuni di questi attualmente mancano di 
adeguato riscaldamento ed impianto elettrico, ed i residenti avranno l'accesso 
solo alle docce ed ai ricoveri comunali. Una volta lì, i residenti dovranno 
pagare 400 Kč ($18) al mese più i servizi.
"Il piano di Řápková è completamente demagogico", ha detto Jarmila Kuchárová, 
assistente sociale presso il ramo di Chomutov di Člověk v tísni (Gente in 
Difficoltà), una OnG. "Semplicemente non sono politiche sociali appropriate 
quelle di rimuovere i residenti dalla loro casa e mandarli in appartamento -di 
rimpiazzo- che sono così inadeguati."
Tra quanti stanno aspettando la rilocazione c'è Helena Koňová, madre single 
di tre figli, che attualmente vive provvisoriamente in un appartamento lungo il 
blocco dove sono situati i container. "Voglio solo vivere come chiunque altro, 
in un appartamento con l'acqua calda ed il riscaldamento centralizzato," ha 
detto Koňová, il cui marito è attualmente in prigione. "Non penso che sia troppo 
chiederlo per una madre con tre figli. Quelli nuovi sono sporchi ed in rovina."
I gruppi umanitari locali hanno fatto un paragone tra le proposte di Řápková 
e l'altrettanto criticata operazione dell'ex Ministro allo Sviluppo Regionale, 
Jiří Čunek. Nel 2006, Čunek, che era allora sindaco di Vsetín, Moravia 
orientale, spostò diverse famiglie rom dai quartieri centrali in case scadenti 
ai margini della città.
"Politicamente favorevole"
A differenza di Čunek, che espressamente rivendicava che lo scopo del suo piano era di 
"allontanare il pus dalla ferita", Řápková non fa riferimento esplicito ai 
cittadini rom nel descrivere la sua proposta ma, dato che la maggior parte di 
chi riceve assistenza sociale è di origine rom, i gruppi umanitari locali dicono 
che sono certi la cosa sia implicita.
"E' ovvio che la gente dovrebbe essere obbligata a pagare i propri debiti, 
indipendentemente dalla sua razza", dice Jan Šipoš, altro assistente sociale di 
Gente in Difficoltà. "Spostare i residenti in questi blocchi non è differente 
dal creare un altro ghetto... E' un modo di raggruppare gente di razza simile e 
creare uno stigma che rimarrà con loro per il resto della vita".
Continua suggerendo che il piano municipale sia ampliamente motivato 
politicamente. "E' un periodo politicamente favorevole a Řápková per 
portare [le tematiche rom] in prima linea e nascondere le altre urgenze della 
città".
Řápková ha rifiutato queste proteste, notando che molti dei residenti 
che saranno mandati nei container hanno causato molestie domestiche ed hanno, in 
qualche caso, danneggiato altre proprietà immobiliari cittadine.
"Questa diventerà, naturalmente, una sistemazione di base, e non augurerei a 
nessuno di viverci", ha detto Řápková. "Non ci siamo preoccupati del colore 
della pelle, ma se qualsiasi persona pagasse l'affitto e se disturbasse qualcuno 
nei paraggi. Le stesse politiche saranno applicate a normali famiglie che 
lavorano e che possono aver contratto debiti".
Šipoš ha detto che la città dovrebbe assumere un approccio più individuale 
nell'affrontare i debitori che dovrebbe includere il regolare pagamento delle 
bollette, ed ha detto che la sua organizzazione ha suggerito di sviluppare una 
politica cittadina che dovrebbe permettere a chi riceve previdenza per 
estinguere i debiti tramite programmi di servizio comunitario, che prevedano un 
graduale rientro.
"Come fornitore di servizi sociali, posso dirvi che queste persone di solito 
non vedono i debiti nella stessa maniera degli altri cittadini", dice. "Non 
penso che siano state esplorate tutte le opzioni... Questi debiti avrebbero 
dovuto essere risolti prima, invece di permettere il loro accumulo e poi di 
portare via tutto a questa gente".
- Naďa Černá contributed to this report. 
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