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Cassazione, bimbi rom che mendicano: non sempre è riduzione in schiavitù
Di Fabrizio (del 29/11/2008 @ 09:09:07, in Regole, visitato 2760 volte)

Ricevo da Clochard

ROMA (29 novembre) - Non è sempre è schiavitù quando i bambini rom mendicano. Il confine tra riduzione in schiavitù, maltrattamenti in famiglia o esigenze dettate dalla forte povertà è molto "labile" soprattutto quando si tratta di popolazioni rom dove i genitori "anche per tradizione culturale" mendicano per le strade assieme ai figli. A stabilirlo la quinta sezione penale della Cassazione nella sentenza n.44516 con cui è stata annullata con rinvio la sentenza di condanna per una mamma rom arrestata perché trovata a chiedere l'elemosina insieme al figlio.

La corte d'appello di Napoli nel gennaio scorso aveva condannato a cinque anni di reclusione Mia V. per riduzione in schiavitù: era stata sorpresa due volte dalla polizia seduta a terra con accanto il figlio di 4 anni che per ore, in piedi, chiedeva l'elemosina ai passanti.

Nel ricorso in Cassazione la difesa di Mia si era appellata alla "mangel usualmente praticata dagli zingari".

Il confine tra autorità e abuso. Secondo i giudici della suprema corte non era ravvisabile il reato di riduzione in schiavitù perché occorreva tenere presente soprattutto per "genitori che hanno autorità sui figli il confine piuttosto labile tra autorità e abuso". Soprattutto quando secondo i giudici si tratta di "alcune comunità etniche dove ad esempio la richiesta di elemosina costituisce una condizione di vita tradizionale molto radicata nella cultura e nella mentalità di tali popolazioni".

I giudici di merito avevano rilevato che la donna mendicava per strada solo per alcune ore, situazione ben diversa, secondo i giudici, dalla "condotta di chi comperi un bambino e lo utilizzi continuativamente nell'attività di accattonaggio appropriandosi dei guadagni". In questo caso, secondo i supremi giudici, si può parlare solo di "maltrattamenti in famiglia". Pertanto la sentenza di appello è stata annullata con rinvio ad una nuova decisione in merito alla configurazione di questo diverso reato.