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Giornali, dove siete?
Di Fabrizio (del 19/09/2008 @ 20:40:48, in media, visitato 1756 volte)

Ultimamente mi occupo poco di cronaca. Un po' per problemi di tempo, un po' perché chi naviga in Internet può trovare da sé le notizie e magari discernere. Preferisco dedicare il mio poco tempo a mettere in evidenza notizie sui Rom che altrimenti passerebbero inosservate. Per capire un popolo devi conoscerlo, ed i Rom sono il popolo più malvisto e meno conosciuto, tante nella sua tradizione che nei problemi del giorno per giorno.
Riprendo questo post del blog del circolo Pasolini di Pavia perché (stranamente?) la notizia è passata quasi inosservata. Tra le eccezioni, la solita Carta (anche se la notizia è confinata nelle ultime righe) e Terrelibere. Se avete altre segnalazioni, fatemele sapere. Comunque, ecco la notizia:

Sebastian che fu accusato di rapimento
Ringraziamo Paolo Fornelli per la segnalazione.

Mercoledì 17 settembre, il tribunale di Catania ha assolto il giovane Rom, Sebastian di 24 anni che il 15 maggio era stato accusato di avere tentato di rapire, assieme ad una donna Rom romena, Viorica di 20 anni - una bimba di tre anni nell'area di parcheggio di un ipermercato nella zona catanese.

L'infamante accusa era totalmente FALSA! Così ha sentenziato il Tribunale di Catania, in maniera netta, senza nessuna ombra di dubbio. Molti ricorderanno l'evento, rilanciato roboticamente, ad arte, per diversi giorni da tutti gli organi di informazione nazionali, televisivi e cartacei. Nel clima massificante e di obbedienza quasi tutti gli addetti ai lavori giornalistici tranne alcune eccezioni - non furono sfiorati da nessuna ombra del dubbio, che dovrebbe essere sempre figlio diretto del democratico e civile raziocinio umano.

Dagli ai nuovi nemici untori e distruttori della pacifica e civile convivenza degli italiani! Quelli che tranquillamente, in parecchi casi, si ammazzano e si stuprano in famiglia e tra gli affetti d'amore.

Le carte stampate locali dedicarono intere pagine, lunghi, stigmatizzanti e solenni furono i servizi televisivi, inseguendo la sciocca e velenosa velina.

Emerse, complessivamente, dalle Alpi a Capo Passero, una voce unica e totalizzante: dagli ai Rom. I partiti e le organizzazioni delle destre amplificarono in maniera possente e perversa l'attacco ai ROM, accusati ancora una volta di essere dediti al rapimento dei bambini.

Per Loro era tutto grasso che colava. Si scagliarono lancia in resta: in nero paludati, in gesso griffato o con l'ampolla. Da sfruttare al massimo, giusto per aizzare l'odio.

Il drammatico ed inesistente caso fu montato ad arte ad appena quattro giorni dalla vicenda di Ponticelli (Napoli), dove una ragazza Rom di 16 anni fu accusata di aver tentato di rapire una bimbetta di pochi mesi.

Caso ormai smontato, risultato privo di veridicità.

A seguito del razzismo, della caccia ai diversi, scientificamente propagati, furono bruciati tutti i campi Rom esistenti nell'area di Ponticelli.

Nell'evento catanese i due innocenti giovani, a seguito dell'accusa, finirono in carcere.

Le conseguenze per tutti i Rom stazionanti a Catania furono tragiche e pesanti.

A pochi giorni di distanza ai residenti nel principale campo (circa duecento), quello ubicati nel quartiere di Zia Lisa, fu comandato di andare immediatamente via, e ritornare in Romania. La qual cosa avvenne.

I Rom, terrorizzati, che avevano tanti bambini che frequentavano regolarmente le scuole elementari cittadine, „preferirono scegliere il consiglio, abbandonando velocemente il campo.

Successivamente le povere baracche furono reiteratamente date a fuoco e distrutte.

Come si fosse tornati alle orride persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei.

Il tutto è tranquillamente avvenuto sotto il mantello della nostra italica democrazia, nell'anno di grazia 2008, mese di maggio, nell'era del terzo governo delle destre dopo Tangentopoli.

Meno male che Giustizia è stata fatta.

Civico e democratico onore ai giudici catanesi! anche se la donna rom è ancora detenuta, per approfondire se nell'evento in causa, inesistente, non siano ravvisabili altri reati minori.

La vicenda catanese (e quella napoletana) insegnano ancora che è molto facile che un popolo, sottoposto a continua pressione mediatica in chiave razzista, possa facilmente perdere la testa, e quindi, vilmente e brutalmente agire, ubbidir tacendo.