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Francia
Di Fabrizio (del 30/08/2008 @ 17:29:42, in casa, visitato 2379 volte)

Da Roma_Francais

Fine della più grande baraccopoli di Francia

ALLOGGIO. Lo stato evacua il campo rom di Saint-Ouen (Seine-Saint- Denis). Solamente 24 famiglie coinvolte nel progetto di inserimento

Seduti al sole, gli uomini continuano a giocare a carte. Tuttavia, da qui a qualche giorno, la più grande baraccopoli di Francia non sarà che mucchio di rovine e di rifiuti. Da due anni, circa 650 Rom occupano questo terreno situato a Saint-Ouen, Seine-Saint- Denis, nel quartiere dei magazzini in piena riorganizzazione. La città di Parigi, proprietaria del terreno, e quella di Saint-Ouen hanno firmato un accordo per costruirvi alloggi sociali. Indesiderabili, i Rom sono dunque pregati di andare altrove. Ventiquattro famiglie sono state selezionate dalla DDASS per integrarsi in un "villaggio d'inserimento". Gli altri sono invitati a lasciare la Francia.

Delle 633 persone occupanti il più grande terreno libero di Francia, un centinaio sono già partiti per la Romania, giovedì scorso, con un viaggio offerto dall'ANAEM (Agenzia nazionale di accoglienza degli stranieri e dei migranti), che ha retribuito questi "ritorni volontari" con 300 euro per adulto. Domani, una seconda partenza dovrebbe contare nuovamente un centinaio di Rom. Quanti rifiutano questi ritorni riceveranno un'ingiunzione a lasciare il territorio francese (OQTF). Quanto alle voci di un'espulsione dal campo condotta dalle forze di polizia e prevista domani, Paul Planque, primo assistente del sindaco di Saint-Ouen, rassicura "Non siamo assolutamente in una fase d'espulsione".

Accaldate, molte famiglie hanno già lasciato la baraccopoli per altri terreni. A fianco delle baracche di fortuna in lamiera, il vecchio immobile dell'EDF è già praticamente deserto. Al primo piano, la famiglia Covaciu si fa discreta. I genitori ed i loro quattro figli sono tra i fortunati che usufruiranno del "villaggio d'inserimento". Situato in rue de Clichy, sempre nella zona dei docks, questo terreno accoglierà prima di tutto roulottes attrezzate e poi, entro otto mesi, 25 case mobili. "Quando ho appreso la buona notizia, ho pianto dalla gioia, - racconta la madre Violeta. - E' veramente bene per i miei figli". I bambini saranno scolarizzati ed i genitori accompagnati verso mestieri autorizzati. La madre vorrebbe fare lavori di casa, il padre, lavorare nella ristorazione. Sinora la famiglia ha vissuto della vendita di ferraglia e di mendicità.

All'interno della baraccopoli, le selezioni suscitano gelosie e incomprensioni. "Perché loro e non noi?", tuona un giovane la cui famiglia non è stata selezionata. La sua sorellina, Bianca, 8 anni, e secondo tutti, una scolara modello. "Non ha mai saltato un giorno di scuola," sottolinea Coralie Guillot, dell'associazione Parada, che si inquieta per il percorso scolare della bambina: "Bianca avrebbe dovuto rientrare in CE1 tra qualche giorno, la sua scolarizzazione, ben avviata, può interrompersi." "Sulle 94 famiglie che hanno depositato una candidatura, solo 24 sono state selezionate secondo diversi criteri: padronanza della lingua francese, sforzo di scolarizzazione dei figli e capacità di lavorare in uno dei 62 mestieri aperti ai Rumeni e ai Bulgari dal gennaio 2007. Sette altre famiglie con problemi sanitari saranno prese in carico. "Occorre che questo tipo di villaggio d'inserimento resti a misura umana perché l'inserimento funzioni," sottolinea il sotto prefetto Olivier Dubaut. All'interno di progetti simili, solo 21 famiglie sono state selezionate a Saint-Denis, e 18 a Aubervilliers. "E' la soluzione meno peggio," sospira Paul Planque che chiede una conferenza regionale. "L'alloggiamento dei Rom non può essere di sola responsabilità dei comuni. Occorre una visione a scala regionale, soprattutto quando l'Île-de-France è la regione più ricca d'Europa."

Marie Barbier


"6.000 Rom nell'emergenza"
Malik Salemkour è vice-presidente della Lega dei diritti dell'uomo e membro del collettivo Romeurope

Lo sgombero del più grande campo rom segna una svolta?

Si tratta di una nuova tappa della politica dello Stato che accompagna alcune famiglie e ne espelle altre. Non è una novità, l'abbiamo già visto a Saint-Denis e Aubervilliers. A Saint-Ouen, le grida d' allarme delle associazioni e delle famiglie finalmente sono state ascoltate. Solo, sono state scelte appena 24 famiglie su 100. Le altre sono invitate a lasciare il terreno o il territorio. Ma questi cittadini europei, che hanno un progetto di vita in Francia, torneranno inevitabilmente ed in tempi molto brevi.

Qual'è la situazione dei Rom in Francia?

I 6.000 Bulgari e Rumeni  che vivono qua sono praticamente tutti nell'emergenza. Sono i capri espiatori dello Stato. A livello di rispondere all'uguaglianza dei diritti europei, li si tratta come cittadini di seconda scelta. Lo Stato è troppo repressivo, non abbastanza nell'esame individuale.

La metà vive a Seine-Saint-Denis. Come si spiega?

Con le sue officine industriali ed i terreni abbandonati, questo dipartimento accoglie molti mal-alloggiati. Contrariamente ad altri siti, come l'Hauts-de-Seine, l'espulsione non è immediata. Possono sopravvivere.

Cosa pensa dei villaggi d'inserimento?

E' una soluzione transitoria accettabile per rispondere all'urgenza dell'indegnità delle baraccopoli e rimettere queste persone nel diritto all'abitare. Ma non può essere durevole, come le città di transito che sono durate anni. La loro prima richiesta è d'integrarsi, di accedere ad alloggi di diritto comune e ad un impiego, di uscire dal regime transitorio della Romania e della Bulgaria (i rumeni e i bulgari non possono accedere in Francia che a 62 mestieri - NDLR).

Propos recueillis par M. B.