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L'unità tra Rom e Sinti
Di Fabrizio (del 16/07/2008 @ 15:46:23, in Italia, visitato 1633 volte)

Ricevo da Michela

Rom e Sinti cittadini di Pavia. Una serata giovedì 17 luglio, al campo dei Sinti di piazzale Europa Per discutere di questi temi, ma innanzitutto per conoscere direttamente la realtà dei Sinti pavesi, in collaborazione con le loro comunità invitiamo la cittadinanza Giovedì 17 luglio ad un momento di incontro e di socializzazione presso il campo di piazzale Europa, che sia il punto di partenza per un “riconoscimento dal basso” delle istanze e delle motivazioni di questi nostri concittadini. Durante la serata funzionerà un servizio bar a prezzo di costo. L’accesso al campo è sulla destra del Palazzo esposizioni.

GIOVEDI’ 17 LUGLIO – CAMPO SINTI DI P.LE EUROPA

H.21: PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO “SIAMO TUTTI SULLO STESSO FIUME”, sulle comunità dei Sinti pavesi, realizzato da ARCI Pavia, Università di Pavia e Comune di Pavia

H.22: DIBATTITO PUBBLICO.

PARTECIPANO: Paolo Casagrande (Comunità Sinti P.le Europa), Erasmo Formica (Comunità Sinti via Bramante); Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani (Opera Nomadi Lombardia), Luciano Muhlbauer (Rifondazione Comunista, Milano); Giovanni Vitrano (Ass. FuoriLuogo); Giovanni Giovannetti (Circolo Pasolini); Pablo Genova (Rifondazione Comunista, Pavia); Vito Savino (Arci Comitato Prov. Pavia)
MODERA: Andrea Membretti (Sociologo, Università di Pavia) - (Intervistato da ilticino.net)

Ore 23. MUSICA E BALLI ZIGANI. IL SERVIZIO BAR E' A PREZZI ESTREMAMENTE CONTENUTI

Da molti mesi assistiamo ad una violenta campagna di disinformazione nei confronti delle comunità di Rom e di Sinti che vivono in Italia: l’immagine che i media continuano a trasmettere è quella di un popolo di ladri, di sfruttatori di bambini, di persone che amano vivere nel “degrado”, nella sporcizia, nella mancanza di qualsiasi regola sociale.

Spinti da forze politiche dichiaratamente razziste, ma con l’appoggio di fatto anche di partiti sedicenti democratici, i media lavorano incessantemente le nostre coscienze sopite, per costruire un’idea di “zingaro” che faccia rima con “non umano”. In modo simile, il regime nazista aveva costruito la persecuzione nei confronti degli ebrei e delle stesse popolazioni zigane a partire dal concetto di “sotto-uomini”, ovvero di “non-persone”, con cui venivano etichettati questi soggetti. Ieri erano gli sgomberi a catena dei campi nomadi, organizzati brutalmente e senza prospettive anche nella Roma “democratica” di Veltroni; oggi è l’aberrante iniziativa del governo Berlusconi, finalizzata a schedare in modo poliziesco i bambini Rom e Sinti, tramite la presa delle impronte digitali. Dobbiamo riconoscere che è in atto una progressiva discriminazione razziale, che si accompagna a misure di ghettizzazione di queste popolazioni, sempre più espulse dalle città e relegate nelle aree extra-urbane, spesso senza i minimi servizi e senza politiche di integrazione. La stessa Unione Europea ha mostrato grave preoccupazione per come l’Italia sta affrontando la questione zigana sul suo territorio.

A Pavia abbiamo già assistito, cercando di contrastarla come associazioni, partiti di sinistra e realtà della società civile, alla disastrosa “gestione” del caso Snia da parte della Giunta Capitelli lo scorso autunno 2007: i Rom sono stati buttati in mezzo alla strada, nel sostanziale disinteresse dell’Amministrazione locale, mentre si dava spazio alle proteste razziste culminate nel tentato linciaggio di Pieve Porto Morone e nella manifestazione neo-nazista degli aderenti a Forza Nuova. A distanza di mesi, e nonostante alcune meritorie iniziative di solidarietà (anche da parte di singoli cittadini) i Rom sono perlopiù dispersi sul territorio o hanno migrato a Milano, entrando in gran parte in quella “invisibilità sociale” tipica appunto delle “non persone”.

Oggi si discute, in modo ben poco trasparente, di dove ricollocare i campi dei Sinti di p.le Europa e di via Bramante: in queste aree in disuso, oggetto delle future speculazioni edilizie garantite dal nuovo PRG, vivono da decenni gli oltre 300 Sinti di Pavia. Si tratta di comunità coese, dove i bambini frequentano tutti le scuole locali e la gran parte degli adulti lavora regolarmente. Sono tutti cittadini italiani, residenti a Pavia, iscritti alle liste elettorali.

Chiediamo con forza che qualsiasi ipotesi di ricollocare queste comunità sia discussa con i diretti interessati e che venga avviato un processo di mediazione con gli abitanti del quartiere in cui il nuovo campo verrà insediato, per evitare il sorgere di nuovi e dannosi conflitti. Chiediamo inoltre che sia i Sinti che i Rom di Pavia, indipendentemente dalla loro nazionalità, vengano riconosciuti cittadini a tutti gli effetti, con pari dignità, diritti e doveri rispetto agli altri abitanti del nostro territorio, avviando concrete politiche locali di integrazione e fornendo i servizi necessari affinché Pavia possa davvero fregiarsi di quel titolo di “città dell’accoglienza”, che oggi appare purtroppo grottesco. Non accettiamo “trattamenti differenziali” per etnia, nazionalità o cultura. Per discutere di questi temi, ma innanzitutto per conoscere direttamente la realtà dei Sinti pavesi, in collaborazione con le loro comunità invitiamo la cittadinanza ad un momento di incontro e di socializzazione presso il campo di P.le Europa, che sia il punto di partenza per un “riconoscimento dal basso” delle istanze e delle motivazioni di questi nostri concittadini.