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Repubblica Ceca
Di Fabrizio (del 28/05/2008 @ 09:12:37, in musica e parole, visitato 2140 volte)

Da Czech_Roma

Diverse culture Rom sfilano nel centro di Praga
Khamoro celebra i suoi 10 anni con musica, danza, arte e film da molti paesi

By Darrell Jónsson
For The Prague Post
May 21st, 2008 issue

COURTESY PHOTO Macedonian Gypsy queen Esma Redžepova in the annual parade through Prague.

Ogni anno per una settimana Praga diventa il colorato incrocio di una cultura le cui canzoni non conoscono confini. A partire da domenica, la celebrazione di quest'anno di Khamoro della cultura internazionale Rom presenta sette giorni di film, esibizioni, laboratori, seminari e la tradizionale parata attraverso il centro cittadino.

Le sottolineature musicali includono il Gypsy jazz dalla Holland’s Basily e da Angelo Debarre dalla Francia, e l'evocativa voce di Esma Redžepova dall'incrocio euro-islamico della Macedonia. Dalla Repubblica Ceca artisti contemporanei come Gulo Čar e Bengas porteranno il loro contributo, fresco e locale al mix. E la troupe mondiale andalusa di Puerto Flamenco fa ritorno, accolta da un pubblico entusiasta per il piacere dell'anno scorso.

"Per noi, il festival di Khamoro dell'anno scorso è stato come una porta in un altro mondo, e siamo grati di essere tornati" dice la ballerina Francesca Grima, portavoce dei Puerto Flamenco. Il suo studio è nella Triana di Siviglia, il leggendario quartiere considerato da molti come l'epicentro del flamenco, uno stile di danza che condivide molto del patrimonio musicale Rom. "Questo è un festival che gira attorno alla musica ed allo stile di vita di gente innamorata della musica e del suo cuore."

Questo cuore è corso attraverso il centro del panorama ceco almeno dal Medio Evo. Per il piacere della fotografa ed antropologa ceca Eva Davidová, che nel 1950 documentò e portò la cultura dei Rom cechi ad un pubblico più vasto, il fenomeno musicale è internazionale. "I Rom sono conosciuti in molti paesi come musicisti e cantanti superlativi" dice. "Mentre sono stati influenzati dai paesi dove si sono insediati, allo stesso tempo hanno influenzato la musica folk nazionale di molti paesi, come l'Ungheria, la Spagna, la Russia e gli stati Balcanici."

Le radici e le influenze della musica rom si possono trovare in posti diversi, dai lavori classici di Franz Liszt ai riffs dei Black Sabbath. Ci sono pochi posti dove la simbiosi è meglio definita della Spagna, dove dice Grima, "C'è un collegamento inseparabile tra il flamenco e la cultura gitana - uno non esisterebbe senza l'altra e viceversa. Il Flamenco è un fenomeno singolarmente andaluso, inseparabile dalla sua musica e cultura. I Rom che si insediarono in Andalusia divennero Gitanos, la loro integrazione nella società è praticamente senza giunte, ed essenziale per una comprensione generale dello spirito andaluso."

Nonostante la popolarità crescente del flamenco e della brass music balcanica, la musica rom rimane ancora indecifrabile per molti alla stessa maniera in cui nel XIX secolo il compositore Ference Liszt la descriveva: "ritmi ed armonie... che ci appaiono come emanate da un altro pianeta."

Oggi, sono possibili paragoni più dettagliati. "C'è un'enfasi sul ritmo e lo swing, espressività di emozioni, ed un elemento catartico al canto, elementi come i movimenti dei piedi, delle mani e del corpo, tutti molto simili ad altri generi di musica rom," dice Grima del lavoro della sua troupe. "Una delle principali e più evidenti differenze è lo sviluppo di strutture ritmiche complesse ed il tempo battuto sui 12/8, e la preminenza della danza come elemento guida. Per un pubblico abituato ai 2/4 o ai 4/4, questo può generare un modo schiacciante di rotture, di cambiamenti della scanalatura, di accelerazioni e di conclusioni potenti che seguono un codice misterioso. [Ma] una volta passata questa barriera, si scopre un intero universo di profonde finezze."

Davidová, che esporrà le sue fotografie e parlerà al seminario etnomusicologo del seminario, vede che la percezione sta cambiando nelle regioni non-Rom. Quando iniziò il suo lavoro, dice Davidová, "La maggioranza delle comunità non-Rom li conoscevano soltanto come viaggiatori nomadici, o come persone differenti che vivevano in comunità separate. Se conoscevano parte della loro cultura musicale, era soltanto dalle vinerie o dalle operette. La loro vera musica e cultura non era affatto conosciuta."

Ma quando la musica crebbe e si diffuse, aiutò a rompere le barriere. "Il cambio avvenne quando le prime bande e gruppi rom, apparvero in televisione, nelle trasmissioni radio ed ai festival folk," dice Davidová. "Allora alcune delle loro canzoni iniziarono ad uscire in cassetta o su altri media. Adesso, durante gli ultimi 10 anni, festival mondiali come Khamoro portano una possibilità più ampia di conoscere la musica e la danza rom da differenti nazioni e gruppi di tutto il mondo."

Il festival di settimana prossima darà al pubblico praghese l'opportunità di vedere le diverse facce di uno dei diamanti musicali più brillanti d'Europa. Per quanti siano interessati alla world music, jazz o al folk, non ci sarà scarsità di intersezioni affascinanti al Jazz Club Reduta, Popocafépetl, Kampa Museum e altri luoghi. Il cuore del festival è la parata giovedì 29 a mezzogiorno, attraverso la Città Vecchia, con la sua esposizione esuberante di spirito umano diversificato.

L'unica cosa sbagliata di Khamoro è che la sua magia musicale viene una sola volta all'anno. La buona notizia è che il laboratorio di danza si terrà allo Studio Zamba per quanti intendono lanciare il proprio viaggio nell'affascinante mondo della danza e della musica Rom.

Darrell Jónsson can be reached at tempo@praguepost.com