Ricevo da Dijana Pavlovic
I capifamiglia Rom firmano un “patto di legalità e 
socialità”, davanti ad alcuni rappresentanti delle Istituzioni milanesi: certo, 
fanno notizia. Per i politici che l’hanno proposto (applicato anche ai 
pellerossa nelle riserve indiane) è come dire ai propri elettori "sì, 
siamo costretti a dare, a questa gente, un posto dove vivere, perchè non 
possiamo più nasconderci dietro la legge Bossi-Fini e o aver buon gioco con le 
“espulsioni”. Sono cittadini europei e non possiamo più dire che se ne devono 
tornare a casa loro, ma noi, comunque, usiamo la linea dura: li trattiamo 
diversamente da tutti gli altri, li umiliamo, li teniamo sotto controllo."
A questo patto i Rom applaudono e firmano. Certo: non hanno un’alternativa 
valida. O così o dormire per strada. E poi, la comunità Rom è abituata alla non 
considerazione, ad essere abbandonata a se stessa, e al minimo cenno di 
attenzione da parte, di “quelli che contano”, reagiscono comunque positivamente. 
In realtà, ancora una volta nella Storia, sono stati ufficialmente proclamati 
tutti, nessuno escluso, asociali e criminali. Ancora una volta nella Storia 
vince la discriminazione razziale. Ancora una volta si istiga all’odio razziale 
e si legittimano quelli che bruciano le tende, che buttano “molotov” tra le 
roulotte. Già, perché il messaggio è questo: se le istituzioni usano la 
discriminazione e l’umiliazione, puntando il dito contro quelli che ancora non 
sono criminali ma potrebbero diventarlo, se le amministrazioni usano la 
violenza, sgomberando i campi senza preavviso, in pieno inverno - perché non 
dovrebbero farlo dei singoli cittadini? 
"Dovete comportarvi bene, perché il primo che picchia, che ruba, che sporca, 
insomma, il primo che sgarra dal regolamento, viene sbattuto fuori - come 
abbiamo fatto a Opera!" dice l’assessore ai Servizi Sociali. Fuori? Ci 
vorrebbe un assessorato in grado di capire l’ovvietà: esiste la Legge italiana 
che punisce tutti i cittadini che “sgarrano”, quindi non c’è bisogno di un patto 
speciale per cittadini Rom. Un assessorato che capisse che la criminalità si 
previene usando la politica sociale, favorendo l’inserimento al lavoro, con la 
scolarizzazione ecc: insomma, “buon governo”. Un assessorato che capisse che 
scorciatoie e invenzioni mediatiche come questa, non fanno affermare la Legge, 
ma fanno prevalere la “legge del più forte”. Non credo che una società civile si 
possa vantare di un “patto” così.