La cronaca
Le reazioni

ORIGINAL SENDER: Rubin Zemon

07.05.2003 - Oggi i rifugiati in Macedonia hanno protestato di fronte all'ambasciata USA a Skopje. Non sono stati ricevuti, ma un incaricato ha detto di loro di esprimere per iscritto le loro rivendicazioni, per poter essere ricevuti in seguito. In seguito si sono recati all'ambasciata tedesca a Skopje, dove hanno avuto un colloquio con l'ambasciatore.

TO:

- United States Embassy in R. Macedonia
- Germany Embassy in R. Macedonia
- Ministry of Interior Affairs of R. Macedonia
- Ministry of Labour and Social Policy of R. Macedonia
- MAS mediums in R. Macedonia and larger
- OSCE mission in Skopje, Macedonia
- OSCE ODIHR, Warsaw, Poland
- NGO "Romani CRISS", Romania 
- NGO "DROM" Kumanovo
- UNHCR office in Skopje, R. Macedonia
- UNHCR office in Kosovo
- UMNIK office in Kosovo
- European Union office in R. Macedonia
- United Nations offices in Skopje, R. Macedonia
- Community Suto Orizari, R. Macedonia

Rapporto da USTIBEN

Nel disperato tentativo di evitare lo sgombero, più di 500 Rom inclusi donne e bambini, stazionano sotto il sole degli uffici dell'Unione Europea a Skopje (9 maggio). Sono i rifugiati del Centro Collettivo di Suto Orizari, lì ospitati "temporaneamente" dopo le pulizie etniche in Kossovo del 1999.

Ieri, mentre manifestavano di fronte alla sede dell'UNHCR, è stata tagliata l'elettricità al Centro, dopo che era già stata interrotta la distribuzione del cibo. La chiusura del Centro è dovuta alle condizioni generali in cui si trova, inadatte per ospitare i rifugiati, che chiedono di essere ospitati altrove.

La situazione politica è più complessa: l'UNHCR non è stata in grado di assicurare loro il ritorno in Kossovo o di trovare un altro stato che potesse accoglierli, e ora fa pressione ai rifugiati perché provvedano loro stessi a trovarsi una sistemazione. Senza possibilità di lavoro, i rifugiati non possono pagare nessun tipo di affitto. Il governo macedone si è offerto di trovar loro una sistemazione - se l'UNHCR sosterrà la spesa, ma l'impressione è che l'agenzia dell'ONU voglia interrompere ogni aiuto ai Rom del Kossovo.

"Tutte le nostre richieste sono state rifiutate", dice Asmet Elezovsky, del Roma National Congress. "Possiamo soltanto protestare e sperare che qualcuno ci ascolti."

Ulteriori manifestazioni sono in programma di fronte alle ambasciate di Gran Bretagna, Svezia e Germania, come pure agli uffici dell'OSCE.

ORIGINAL SENDER:   Studii Romani
  
The publication:

Marushiakova Elena and other authors.

Identity Formation among Minorities in the Balkans: The cases of Roms, Egyptians and Ashkali in Kosovo.

Sofia: Minority Studies Society Studii Romani, 2001


The publication is available also on Internet now at the address: 
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SUL KOSOVO/KOSOVA: "MINORANZE PRIGIONIERE IN CASA PROPRIA"

COMUNICATO STAMPA 67-2003 

Ustiben report 24 May Situazione di crisi al confine tra Grecia e Macedonia portata alla Corte Europea

RomNews ha riportato la notizia, che nasce dal rifiuto delle guardie di frontiera di permettere a oltre 600 rifugiati Rom di passare la frontiera greca.

Sul caso sono mobilitati anche gli avvocati del Roma National Congress. Secondo gli accordi stipulati con la Convenzione Europea per i Diritti Umani (1997), la Macedonia deve consentire ai Rom del Kossovo lì rifugiati, di chiedere asilo in Grecia.
"Confidiamo nel parere della Corte Europea", indica una fonte del RNC.

D'altra parte, la risposta greca è stata di schierare i propri carri armati a presidiare il confine.

A Skopje si attende l'arrivo del segretario RNC, Rudko Kawczynski. Esperto negoziatore, si è offerto come mediatore per un'intesa che soddisfi tutte le parti coinvolte. Il suo intervento è stato richiesto dopo che le Forze Speciali macedoni sono intervenute con durezza a respingere i dimostranti Rom che premevano alla frontiera. Tra i feriti, il consigliere RNC Asmet Elezovski, e il reporter di RomNews Martin Demirovski.

I rifugiati avevano lasciato Skopje alle 4 del mattino del 20 maggio, con un convoglio di 13 autobus, dopo la chiusura del centro di accoglienza UNHCR nella città di Suto Orizari.

Inizialmente le proteste si sono tenute davanti al comando UNHRC e a diverse ambasciate nella capitale. Ma gli appelli per un ritorno in Kossovo in condizioni di sicurezza, oppure di essere accolti in altri stati, non ha ricevuto risposte. Più di 40 Rom che avevano fatto ritorno in Kossovo sono stati uccisi e molti altri minacciati e perseguitati dall'etnia albanese, ostile alla loro presenza in Kossovo. Dal 1999 sono 80.000 i Rom che hanno dovuto lasciare il Kossovo, per scappare in Serbia, Montenegro o in Macedonia, altri rifugiandosi in Gran Bretagna, Germania, Francia e Danimarca.

"L'inizio delle deportazioni di massa da questi paesi, unita al perdurare delle violenze etniche in Kossovo e al contemporaneo smantellamento dei centri di accoglienza dell'UNHRC, ha dato inizio alla nostra protesta" afferma Elezovski.

Per protestare:
www.romanetwork.org/protest2.htm
Altre notizie su:
www.lafn.org/~romanokongreso - www.romanews.com

Da: AzbijaMemedova

A Valeriu e amici

Per favore, fate circolare queste informazioni sulla posizione del Governo della Macedonia riguardo la situazione dei Rom a Megitlija (confine Greco-Macedone)

Grazie!

fonte: Macedonian Information Agency

I Rom kossovari, accampati da 10 giorni in località "Medzitlija", potrebbero cambiare il loro status da persone sotto aiuto umanitario a rifugiati. Questo il parere espresso lunedì 26 maggio dal governo macedone.

"Se qualcuno dei 611 Rom rifiutasse la richiesta che garantisse loro lo status di rifugiato, dovremmo applicare la legge sui residenti stranieri e dovrebbero essere riaccompagnati in patria" afferma il portavoce governativo Saso Colakovski.

In questo modo, la Macedonia intende rispettare le convenzioni internazionali sui rifugiati e sui diritti umani e poter garantire aiuto umanitario a circa mezzo milione di rifugiati provenienti dai territori dell'ex Yugoslavia. Nella sessione del 1 marzo il governo ha assunto la decisione di offrire protezione temporanea alle popolazioni non-di-etnia albanese, sino al 28 settembre 2003.

Il governo non intende incoraggiare la costituzione di campi illegali per i rifugiati e di ogni altro tipo di sistemazione che non sia conseguente alle risoluzioni adottate. Ciò si riferisce in particolar modo a tutte quelle "sistemazioni di fortuna", prive di infrastrutture tali da acconsentire una vita dignitosa e salubre.

Colakovski ha voluto richiamare i Rom kossovari a regolarizzare la loro posizione e quanti stazionino tuttora al confine di "Medzitlija" a ricorrere a un'accoglienza famigliare oppure al centro collettivo di Katlanovo.

Il governo macedone fornirà nei prossimi giorni i moduli per ottenere lo status di rifugiato a chi ne farà richiesta, ha aggiunto Colakovski, ricordando che al confine attualmente sono presenti rappresentanti dell'UNHCR, UNMIK e dell'Unione Europea.

Il governo ritiene che attualmente le condizioni di sicurezza per i rimpatriati in Kossovo stiano migliorando, e chiede alla comunità internazionale di applicarsi perché sia consentito di rimpatriare in maniera sicura e dignitosa, anche in previsione del fatto che a fine settembre scadranno le condizioni poste dal governo per la protezione temporanea degli stranieri arrivati in Macedonia.

Azbija Memedova
RCS, Skopje
August Cesarec, 3-4/2
1000 Skopje, Macedonia
tel: + 389 2 618 575, 638 800
fax: + 389 2 618 575
centar@mt.net.mk
amemedova@hotmail.com

Ustiben report                     
RIMARREMO E MORIREMO QUI, AFFERMANO I RIFUGIATI ALLA FRONTIERA

Un portavoce dei circa 700 Rom ha fatto questa affermazione, nel caso venga loro ancora rifiutato di attraversare il confine con la Grecia.

Un'equipe medica ha già lanciato l'allarme: senza cure, prevenzione, strutture, cibo, acqua e assistenza medica, i rifugiati sono a rischio di vita; inclusi 270 bambini, tra cui neonati e 10 donne in attesa.

Da circa due settimane, i Rom del Kossovo sono accampati su un altopiano, senza tende, coperte e carburante. Le notti sono molto fredde, e durante il giorno si alternano sole a picco con rovesci di pioggia improvvisi.

"Siamo a pochi passi dalla frontiera," riferisce Martin Demirovski, corrispondente di Romnews "ma se tentiamo di spostarci siamo caricati dai soldati".

Secondo Medecins du Monde-Grecia, che settimana scorsa hanno visitato il campo provvisorio, molti sono sofferenti di bronchiti, disturbi respiratori, diarrea e altre infezioni.

Per i più provati - l'agenzia UNHRC ha distribuito del pane. La stessa agenzia è la responsabile della situazione attuale, avendo arbitrariamente chiuso i campi rifugiati a Skopje dal 31 marzo.

Il Comitato Macedone di Helsinki richiede urgentemente al Primo Ministro Branko Crvenkovki di permettere ai profughi di lasciare la Macedonia, ma nonostante l'appello di molte ONG, le frontiere rimangono chiuse.

"Il nostro caso deve andare alla Corte dei Diritti Umani" ha commentato Rudko Kawczynski, portavoce del RNC (Roma National Congress). "Ma quanti bambini rischiano di morire prima che Crvenkovski ponga i diritti umani nella sua agenda?"

Asmet Elezovski, attivista RNC giunto a Medjitelija con i Rom e lui stesso ferito negli scontri, dice che c'è bisogno di una pressione crescente verso il governo macedone e gli stati europei.

       VOGLIATE AGGIUNGERE LA VOSTRA PROTESTA, indirizzandola a:

       Foreign Minister Ilinka Mitreva   
             
    
      
Altre informazioni su: www.lafn.org/~romanokongreso

     
RACCOLTA AIUTI: martindemirovski@hotmail.com

Lettera aperta dei Rom a Prodi

www.carta.org - Notizia segnalata anche da mir.it 

Grazie ad Anna Scavuzzo della Rete Civica di Milano per la segnalazione


 


La protesta da Londra e dall'Europa

Ustiben report 20 June

Attivisti Rom occupano l'Ambasciata Macedone a Londra

I Rifugiati dimenticati:

Circa 30/40.000 Rom dovettero abbandonare le proprie case, quando i rifugiati Albanesi fecero ritorno alla fine dei bombardamenti NATO del 1999. I Rom vennero accusati di aver cooperato con i Serbi, anche se la maggior parte dei Rom cercavano solo di restare estranei al conflitto tra Serbi e Albanesi.

I Rom si sono dispersi in Montenegro, Serbia, Macedonia e Kossovo Settentrionale. La maggior parte di loro ha trovato rifugio in tende, baracche, camere in affitto, piccoli centri collettivi e un paio di grandi campi raccolta; i più sono disoccupati e dipendono dalle donazioni umanitarie. Quelli che hanno un'occupazione sono dediti alla raccolta di materiale usato o alla pulizia delle strade. Solo chi ha parenti in Europa Occidentale mostra un accettabile livello di sopravvivenza. Le foto che seguono le ho raccolte in 3 anni di lavoro e 5 viaggi.

http://www.lafn.org/~ak252/AnnaKari.html

http://www.documentography.com/anna/roma.html

Contact: Anna Kari  Tel. + 44 208 533 0634