Con questa traduzione, anche Barbara Breyhan inizia la 
collaborazione con Mahalla. Benvenuta!
 DORTMUND - Lavoratori ridotti in miseria - di Sibylle Fuchs, 5 febbraio 2013
  
DORTMUND - Lavoratori ridotti in miseria - di Sibylle Fuchs, 5 febbraio 2013
Due settimane fa il programma televisivo ARD_Monitor ha trasmesso un
servizio sconvolgente, 
che ha mostrato con quale freddezza sociale e con quale disprezzo la città di 
Dortmund e le istituzioni ecclesiastiche in questa città, rispondano 
all'indigenza dei lavoratori emarginati dell'Europa sudorientale.
L'estrema povertà dei paesi, da cui questi lavoratori cercano di 
fuggire, è stata consapevolmente provocata dall'Unione Europea. La povertà serve 
da leva affinché anche in paesi ancora benestanti, come Germania o Francia, il 
tenore di vita della classe operaia si abbassi in maniera significativa.
I reporter Isabel Schayani ed Esat Mogul sono stati per una giornata insieme ad 
Ercan, un Rom della città bulgara di Plovdiv, che ha inutilmente tentato di 
trovare un lavoro malpagato tra quelli che vengono offerti nel cosiddetto "Arbeiterstrich" 
nella Mallincksrodttrasse della città di Dortmund
("Arbeiterstrich" viene chiamato in tedesco un incrocio stradale nel quale 
braccianti dell'Europa sudorientale ciondolano durante la giornata, aspettando 
che qualcuno passi e offra loro un lavoro, quasi sempre sottopagato, ndr).
Da quando Ercan è arrivato, una settimana fa, è riuscito a trovare lavoro 
soltanto un'unica volta. Con i soldi che ha guadagnato per un trasloco è 
riuscito appena a ripagare i debiti contratti per il viaggio in autobus dalla 
sua città d'origine fino in Germania.
Da quando i loro paesi di provenienza sono paesi membri dell'UE, i lavoratori 
bulgari e rumeni che aspettano un lavoro sull'Arbeiterstrich soggiornano in 
maniera regolare in Germania, ma finora è loro impedito un altrettanto regolare 
lavoro. Nonostante ciò, soltanto nel 2011 sono arrivati in Germania 200.000 tra 
bulgari e rumeni per prestare servizio come lavoratori a giornata.
Dall'entrata di bulgari e rumeni nell'UE nel 2007, anche a Dortmund ne sono 
arrivati a migliaia. Giorno dopo giorno si mettono per strada e sperano che un 
automobilista si fermi e li prenda con sé. Nei loro paesi di origine hanno perso 
il lavoro con la liquidazione delle imprese statali ed hanno perso qualsiasi 
speranza di lavoro. Se sono fortunati, sull'Arbeiterstrich viene offerto loro un 
lavoro pesante per una paga misera. Questo estremo sfruttamento dei lavoratori 
rom fa parte dell'intensificazione sistematica dello sfruttamento della classe 
operaia in tutta l'Unione Europea.
Molti rom o non hanno un alloggio o sono costretti a vegetare in alloggi indegni 
in abitazioni malandate, note a Dortmund come "Ekelhäuser" (case che fanno 
ribrezzo, ndr.). O si tratta di abitazioni occupate, dalle quali possono essere 
cacciati in qualsiasi momento, oppure sono costretti a pagare 30 euro a notte ai 
proprietari di casa per un posto-letto, spesso solo dei lager con dei materassi 
in appartamenti sovraffollati. Gli impianti sanitari e le cucine o sono guasti o 
del tutto insufficienti per la moltitudine di persone stipate nelle case.
Il sovraffollamento delle abitazioni porta in breve tempo a sporcizia e 
condizioni igieniche insostenibili. Di regola i proprietari di casa ordinano dei 
contenitori per rifiuti troppo piccoli per l'immondizia creata dal gran numero 
di inquilini. Si dice che in una casa fosse presente soltanto un servizio 
igienico per 19 appartamenti e che fosse privo di acqua corrente.
Ercan ha lavorato per 22 anni come scaricatore in un'azienda, ma poi, come accade 
per la maggior parte dei rom, è stato licenziato.
Ercan è a Dortmund da una settimana. Non ha nemmeno i soldi per telefonare a sua 
moglie. Quando è arrivato qua, ha trovato un posto letto in una casa. Un rumeno 
gli disse di essere il portiere e che avrebbe potuto pernottare nella casa per 
quattro o cinque giorni. Ma quando la sera è rientrato per pernottare, ha 
trovato porta e finestre sbarrate. Le sue cose sono rimaste dentro. Adesso gli 
sono rimasti soltanto gli abiti che porta addosso. 
Per via delle temperature sottozero ha bisogno di un posto dove farsi la doccia 
e dove stare al caldo. La troupe televisiva lo accompagna, con telecamera 
nascosta, alla Diaconia, l'ente assistenziale della chiesa evangelica. Viene 
respinto. Un uomo gli mostra un foglio con scritto: "I bulgari qui non possono 
farsi la doccia".
"Ma loro lo sanno benissimo", dice l'uomo, "ma ritornano sempre! E a me tocca 
sempre mostrare di nuovo questo foglio! Sanno leggere? E' la loro lingua! Niente 
doccia!".
Reporter: "Niente doccia. Allora, qui bulgari e rumeni non possono farsi la 
doccia. Tutti gli altri sì?". Uomo: "Sì".
Da una responsabile dell'Diakonischen Werks Dortmund und Lünen i reporter hanno 
ricevuto la spiegazione che, in effetti, esisterebbe presso il pronto soccorso 
un servizio apposito per le emergenze per chi ha bisogno di farsi la doccia, ma 
che al momento la Diaconia sarebbe equipaggiata in maniera molto ristretta per 
quanto riguarda la disponibilità delle docce.
La troupe televisiva ed Ercan vengono quindi semplicemente rimandati all'ufficio 
Consulenza Migrazione, aperto al pubblico alle ore 13:00 per un'ora. Alla 
domanda della reporter sul perché Ercan non possa farsi la doccia si ha il 
seguente dialogo.
Uomo: "Infatti, farsi la doccia assolutamente no". Reporter: "Perché no? Allora 
chi può farsi la doccia?". Uomo: "Soltanto tedeschi, gli immigrati no".
Ci sarebbe un posto in cui anche agli immigrati è permesso farsi la doccia, ma 
soltanto tre volte la settimana. 
Mentre fuori ci sono temperature gelide, Ercan incontra gli stessi problemi per 
il pernottamento. Accompagnato dai reporter, tenta di chiedere la possibilità di 
pernottamento presso gli alloggi di fortuna dell'ufficio dell'assistenza sociale 
per uomini. Anche qui è ospite indesiderato.
Uomo: "Bulgaro? Rumeno?". Ercan: "Bulgaro". Uomo: "Oh! No sleep here! Solo 
Dortmund, only Germany". Reporter: "Perché?". Uomo: "E' solo per tedeschi, solo 
per abitanti di Dortmund. Non per bulgari o rumeni. Purtroppo è così: non 
possiamo permetterlo". Reporter: "Per questo esiste una spiegazione?". Uomo: "E' 
così purtroppo. Queste sono le regole che ci arrivano dall'ufficio 
dell'assistenza sociale della città di Dortmund".
L'unica cosa che l'uomo propone ad Ercan è di tornare alle ore 23:30: "A 
quell'ora il collegio ed io decideremo se potremo lasciarlo dormire qui. A quel 
punto, però, rappresenterebbe un'eccezione per questo singolo caso, se proprio 
fuori dovesse fare troppo freddo. Okay? Di più non posso fare".
Ercan passa la notte in un internet café. La mattina seguente decide di 
ritornare nel suo paese di origine. I reporter gli hanno dato il denaro 
sufficiente.
Questo non è stato il primo servizio televisivo sulla condizione dei rom a 
Dortmund. Due anni fa un altro caso ricevette l'attenzione della stampa. Una 
giovane rom, che voleva provvedere al mantenimento della sua famiglia con il suo 
lavoro di prostituta,venne lanciata fuori falla finestra da un suo brutale 
cliente. Sopravvisse, ma restò invalida. Il corrispondente televisivo prese il 
suo caso come occasione per richiamare l'attenzione sulle orribili condizioni di 
vita dei rom. Mostrò anche la loro disperata situazione nei paesi di origine. 
Molti dei rom arrivati a Dortmund con gli autobus provengono dal quartiere 
Stolipinovo di Plovdiv. E' uno dei più grandi ghetti rom dei Balcani. Vi abitano 
45.000 rom - che parlano soprattutto turco - in edifici prefabbricati senza 
corrente elettrica né acqua.
Le loro condizioni di vita sono notevolmente peggiorate dal crollo dei regimi 
stalinisti nell'Europa dell'Est, perché essi, per prima cosa, hanno perso il 
lavoro.
Per poter restare in Germania per più di tre mesi, un bulgaro o un rumeno deve 
poter presentare un contratto d'affitto, il permesso di soggiorno per cittadini 
comunitari e un'assicurazione sanitaria. La maggior parte di coloro che arrivano 
qua non hanno la più pallida idea di come ottenerli. Per i cittadini di questi 
paesi, la totale libertà di circolazione e la garanzia legale di poter trovare 
un lavoro varranno soltanto a partire dal 2014. Per ora possono trovare lavoro 
soltanto in proprio. Alcuni tentano di lavorare come commercianti di rottami 
metallici, ricavati da autovetture o vecchie pattumiere. Altri non trovano di 
meglio che chiedere l'elemosina o essere introdotti nella criminalità.
Addirittura alle mense la maggior parte di loro non può ricevere niente, in 
quanto va esibita una tessera con cui dimostrano di ricevere contributi sociali.
Molte donne hanno trovato di che vivere lavorando come prostitute. In passato 
più di 700 donne avevano denunciato la loro attività lavorativa come prostitute; 
nel Strassenstrich ("marciapiede", "quartiere a luci rosse" - in cui, in 
Germania, è consentito esercitare la prostituzione, ndr.) della Ravensbergersrasse, 
pensato originariamente per 50 donne, arrivavano a lavorare contemporaneamente 
fino a 120 prostitute. Con i soldi guadagnati erano in grado di assicurare 
un'esistenza dignitosa alle loro famiglie in Romania o Bulgaria.
Lo Strassenstrich è stato tuttavia chiuso nel 2011 e la prostituzione è stata 
vietata su tutto il territorio della città di Dortmund. Il provvedimento avrebbe 
dovuto scoraggiare un afflusso più ampio di immigrati dalla Bulgaria. Il 
prefetto di Dortmund, Ingo Moldenhauer, spiegava: "Deve arrivare fino in 
Bulgaria il segnale che qui non si può più guadagnarsi da vivere con la 
prostituzione".
Adesso la prostituzione viene esercitata illegalmente in case-bordello. Le 
assistenti sociali, che prima si occupavano delle prostitute aiutandole ad 
ottenere mezzi contraccettivi o organizzando corsi di lingua tedesca, ora non 
hanno più alcuna possibilità di aiutarle. Nel frattempo adesso si rincorrono 
voci che potrebbe essere di nuovo autorizzato lo Strassenstrich.
Le terribili condizioni abitative negli "Ekelhäuser" hanno fornito un pretesto 
per politici populisti e di destra per campagne sobillatrici contro immigrati 
sia sulla stampa locale che sul web, campagne che nella terminologia ricordano 
la propaganda nazionalsocialista.
Il telegiornale del 2 aprile 2011, in un servizio, così descriveva un gruppo di 
inquilini rom: "Rubano, irrompono nelle case, lasciano danni da riparare e 
confermano concretamente i pregiudizi esistenti su di loro." Hubert Scheuer, ex 
sindacalista, è dell'opinione che chi non si difende, soccombe.
Invece di chiedere ai proprietari delle case di assumersi le proprie 
responsabilità e di combattere contro lo strozzinaggio degli affitti 
esorbitanti, si preferisce insultare i rom che vivono in condizioni disumane.
Alcuni rom che abitavano nelle "case problematiche" sono stati nel frattempo 
sfrattati tramite le forze dell'ordine. L'impresa comunale della città di 
Dortmund, la DOGEWO, ha comprato 7 case e sta risanando 65 alloggi. Ne 
seguiranno altri. I rom senzatetto dell'Arbeiterstrich non saranno in grado di 
pagare i prezzi d'affitto di questi alloggi.
Dortmund non è un caso unico. In molte grandi città della Germania accade la 
stessa cosa. Nelle stesse condizioni vivono anche i rom a Duisburg, dall'altro 
lato del territorio della Ruhr: più di 6000 rom, provenienti dalla Bulgaria e 
dalla Romania, nelle stesse condizioni disumane.
I politici borghesi e i mezzi d'informazione rappresentano come responsabile 
essa stessa, per la propria grave situazione, questa parte più povera della 
popolazione che lavora e ne promuovono la deportazione. La campagna sobillatrice 
razzista contro i rom viene fomentata consapevolmente dalla borghesia allo scopo 
di dividere la classe operaia e di ostacolare la solidarietà di classe. I 
lavoratori europei non lo devono permettere. Solo una difesa anche delle parti 
più oppresse della classe operaia può impedire che questi attacchi non vengano 
poi estesi a tutti gli altri e diano spazio a forze di destra e fasciste.