Legge antibivacco, centri storici e città dove non si può mangiare pranzo al sacco
Di Fabrizio (del 10/10/2012 @ 09:09:06, in Regole, visitato 1250 volte)
Dopo
Multe ai senzatetto e altre norme controverse, ancora da Angela
Iannone un interessante articolo, pubblicato lo scorso 2 ottobre
A Roma, il sindaco Alemanno - evidentemente
alla caccia di consensi elettorali dalla sua parte politica, o con le necessità
di far cassa per il comune, chi può dirlo - ha emanato un'ordinanza (non è una
novità, per Roma) anti-bivacco. Cosa significa? Significa
che nelle aree «di particolare pregio storico, artistico, architettonico e
culturale ricomprese nel perimetro della Città Storica di Roma è fatto divieto
di bivaccare, sistemare giacigli e sostare per consumare cibi o bevande».
E chi dovesse violare l'ordinanza? Multa. Da 25
a 500 euro. E deve trattarsi veramente di un'emergenza, perché
l'ordinanza del sindaco si intitola "Disposizioni urgenti per garantire la
tutela delle aree di pregio del centro storico".
Un'ordinanza che ne va a sostituire un altra, in vigore fino allo scorso 30
settembre: Disposizioni urgenti per garantire la tutela, la valorizzazione e la
fruizione pubblica del patrimonio artistico e monumentale della città, dove in
pratica cambia qualche parola ma la sostanza rimane la stessa. Guardare ma non
mangiare.
Roma non è l'unica ad aver messo in atto severe disposizioni a riguardo. A
Vicenza, il sindaco Achille Variati durante il
periodo estivo ha severamente vietato la sosta prolungata e il bivacco a
roulotte e camper nelle zone adiacenti ai parchi giochi e nei parcheggi. Ai
malcapitati, soprattutto turisti e nomadi, è toccato pagare una multa di
350 euro.
Restando in Veneto, a Venezia la lista delle cose da non fare
per non far "indispettire" i tutori dell'ordine sono molte di più: dal divieto
di dar da mangiare ai piccioni a quello di fare pic nic in giro per la città,
oltre a sanzioni per chi gira a torso nudo per calli e campi.
C'è chi ha addirittura ingaggiato dei vigilantes anti-bivacco: succede a
Firenze, dove il sindaco Renzi, per mantenere il
"decoro" intorno a Santa Maria del Fiore, ha fatto posizionare un cordone per
persuadere i turisti a non sedersi sulla gradinata centrale del duomo, mentre
nelle ore di punta arrivano proprio dei vigilantes dell'Opera del Duomo a
sorvegliare la gradinata.
Quando la norma poi è troppo generica, si può incorrere in multe senza neanche
accorgersene: a Lecce, ad esempio, basta sedersi sul parapetto
dell’anfiteatro o sui gradini di una chiesa o di un altro monumento pubblico per
trovarsi in una condizione illecita. L'ordinanza, infatti, dichiara che "è
vietato occupare i monumenti ed i luoghi destinati al culto come luogo di
intrattenimento e/o bivacco o fare qualunque altra attività incompatibile con la
loro conservazione”. L'intoppo sta proprio in quel "qualunque", che garantisce
alla polizia municipale di multare anche chi si ferma a sorseggiare una
bottiglia d'acqua.
La difficile convivenza tra turisti e cittadini, indispettiti dall'aumento di
popolazione durante i mesi estivi, ha portato i sindaci di alcune città della
Costiera Amalfitana a correre ai ripari dall'invasione
turistica. Qui, oltre al classico divieto di bivacco anche sulle spiagge - per
la gioia dei ristoratori - vigono provvedimenti che fanno sorridere, come quello
che vieta di girare con zoccoli troppo rumorosi per le stradine di
Positano durante le ore di "siesta".
Un ridimensionamento e un ritorno al "buon gusto" talvolta è necessario. Eppure
basterebbe soltanto un maggiore senso civico e di rispetto per evitare di
vietare il piacere.
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