Da
Czech_Roma
František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert -
Prague, 2.12.2011 18:08
Intervista con Milan Uhde, presidente del consiglio d'amministrazione della 
Televisione Ceca
Ha preso una piega inaspettata il caso della denuncia presentata da Anna Šabatová 
e Petr Uhl al Consiglio delle Trasmissioni Radio e Televisive Ceche (Rada pro rozhlasové a televizní 
vysílání - RRTV) riguardo l'uso del termine "inadattabili" in televisione. Michal Heldenburg, 
capo del dipartimento legale della Televisione Ceca, ha fornito una risposta con 
diverse generalizzazioni ed interpreta la società democratica come una sorta di 
regola della maggioranza che non tiene conto della minoranza. La lettera cita 
anche argomenti irrilevanti usando un peculiare vocabolario "legale" come in 
questo caso: "Nella Televisione Ceca lavorano degli zingari. Uno di loro è anche 
presentatore del telegiornale. Non è questo un esempio concreto di rottura degli 
stereotipi?" (vedi nostri
rapporti precedenti).
Anna Šabatová ha detto a Romea.cz che la risposta di Heldenburg è "arrogante 
ed offensiva e manca l'essenza del problema che stiamo sollevando. E' indegna, 
la Televisione Ceca è uno strumento mediatico che influenza ogni giorno milioni 
di persone."
Petr Uhl considera la risposta di Heldenburg incompatibile con l'approccio 
europeo verso i differenti gruppi di persone. "Sto parlando del trattamento di 
qualsiasi gruppo, non soltanto dei Rom. Attribuisco questo comportamento inumano 
ed antisociale all'eredità dei 40 anni della nostra storia prima del novembre 
1989. Qui l'ambiente è simile a quello del secondo dopoguerra, e l'intolleranza 
di interi gruppi di popolazione a quel tempo portò ad ingiustizie evidenti," ha 
detto a Romea.cz.
Abbiamo intervistato Milan Uhde, presidente del consiglio d'amministrazione 
della Televisione Ceca, riguardo alla lettera di Heldenburg. Uhde non sa ancora 
se la commissione esaminerà la lettera durante la prossima riunione, perché era 
malato e non ha potuto partecipare alla stesura dell'agenda. Tuttavia, ci ha 
comunicato le sue opinioni personali sulla questione.
Cosa ne pensa di questa lettera di Michal Heldenburg in 
risposta alla denuncia sull'uso del termine "inadattabili"?
Quella lettera è mostruosa. Un avvocato della televisione pubblica non deve 
farsi coinvolgere in simili tecniche comunicative.
Protesterà in qualche modo?
Lunedì porterò la lettera del dottor Heldenburg all'attenzione del direttore 
generale, Petr Dvořák. Non gli chiederò quanto non è di mia competenza, ma 
gli darò la mia opinione, cioè che ciò è fuori dalle regole. Gli chiederò di 
leggerla lui stesso e vedere l'impressione che farà su di lui.
Nella lettera, Heldenburg difende l'uso del termine dicendo 
che  "Gli zingari lavorano nella Televisione Ceca"...
Non si tratta solo del suo vocabolario. La lettera mostra che non ha 
imparato nemmeno le basi della logica elementare. Anche se nella Televisione 
Ceca lavorassero un migliaio di Rom, questo non avrebbe niente a che fare col 
motivo del dibattere. E' la stessa cosa di scrivere che non si è razzisti perché 
si ha un amico rom. E' il tipo di argomenti usati spesso dagli antisemiti: 
"Guarda, non sono antisemita, qualche volta ho pranzato con un ragazzo ebreo." 
Tutto ciò non ha niente a che fare col fatto che i Rom lavorino o meno nella 
Televisione Ceca. Anna Šabatová e Petr Uhl si sono lamentati per l'uso 
dell'aggettivo "inadattabili", non per la mancanza di personale rom nella 
Televisione Ceca.
Il che ci porta al commento di Heldenburg su quella 
espressione...
L'espressione "inadattabili" implica inequivocabilmente che la persona così 
etichettata vuole esserlo, "inadattabile". Il termine, semplicemente, non 
descrive la situazione di quanti sono così etichettati dai media. Le persone 
socialmente escluse non hanno scelto la loro situazione, sono state obbligate 
dalle circostanze. Sono finite nell'esclusione sociale per motivi concreti. Una 
persona "inadattabile" sarebbe un criminale che intenzionalmente non segue le 
regole, non una persona socialmente esclusa.