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La Mahalla allo specchio
Di Fabrizio (del 07/09/2011 @ 09:13:15, in blog, visitato 4023 volte)

Qualche anno fa, provai a descrivere cosa era una Mahalla e come intendevo trasportarla in un blog. Col tempo e l'esperienza ho aggiunto a quelle informazioni iniziali, un discreto database di articoli e di fonti a cui attingere.

Pensavo che questo bastasse a tirare avanti "onestamente", mettendoci la passione necessaria.

Non basta... tantomeno se uno è come me un "cane sciolto", senza associazioni, chiese o partiti a coprirgli le spalle. Prima o poi salterà sempre fuori qualcuno a chiederti: "Ma tu non sei Rom/Sinto/Kalé ecc. (cioè: e allora perché lo fai?)" A volte la domanda può essere assolutamente ingenua e legittima, altre può essere piena di sottintesi (si va dal "Di che ti immischi?" al "Lascia che -se la sbrighino-ce la sbrighiamo- da soli"). Con, sottinteso al sottinteso: "o ti conformi, o finisci isolato" assolutamente bipartizan.

Tornando alla domanda iniziale "Perché lo fai?", ognuno come persona singola avrà le proprie motivazioni, e se sono personali, non ci sono motivi per spiegarle qua. Aggiungo che caratterialmente, di fronte alle critiche anche motivate, ho sempre dato ascolto a tutti, ma poi alla fine decido con la mia testa. In fondo, sempre di un blog si tratta, che non ha alcun potere di influire sulle scelte altrui, a meno che non lo voglia lo stesso lettore.

Vorrei invece rispondere alla domanda in maniera oggettiva (non so se ne sarò capace): il perché sta nella testa di chi legge. A molti sembrerà che qui si parli SOLO di Rom e Sinti (e nei fatti è così). Nella mia testa invece cerco di descrivere una società dove NOI e questi popoli interagiamo, a volte in maniera conflittuale, altre volte cercando la convivenza e il rispetto reciproco. Se dovessi estremizzare: non esiste alcun problema "Rom e Sinti" (con buona pace di specialisti ed esperti), esistono invece dei problemi che riguardano tanto NOI che LORO, e di conseguenza questi problemi possono risolversi SOLO con uno sforzo congiunto.

La grande scommessa (mi rendo conto che mi sto allargando e non sto più ragionando sul ruolo di questo blog) è poter mantenere le rispettive differenze di pelle, costumi, organizzazioni sociali, superando la falsa distinzione tra un NOI e un LORO. Siamo entrambe parti in causa di un problema, che può risolversi usando le altrui differenze.

Questi miei ragionamenti magari stanno in piedi nella sola teoria, ma ci sono grosse difficoltà nel metterli in pratica. La difficoltà più grande è nel riconoscere l'altro: in Italia Rom e Sinti sono numericamente insignificanti (circa 150.000 su oltre 56 milioni di abitanti), quindi nella pratica sono poche le persone che conoscono "in realtà" qualcuno di loro. Mancando la conoscenza diretta, si tende a supplire con un'immagine: per cui i Rom e Sinti devono essere PER FORZA o ladri, o sporchi, o pigri oppure (ma cambia poco) delle povere vittime che non sanno difendersi da sole, sempre bisognose di qualcuno di NOI a fare da paladino. Ci saranno anche quelli, ma se davvero fossero tutti così, LORO non potrebbero MAI essere interlocutori affidabili.

Avendone conosciuto diciamo qualche centinaio, posso invece affermare (e tento di dimostrarlo quando scrivo) che sono PERSONE con sentimenti, aspettative, che ragionano, hanno una visione del mondo che GIA' ADESSO si intreccia con la nostra. Aggiungo, dato che non mi ritengo BUONISTA: sono davvero uguali a NOI; cioè possono essere razzisti, gretti, disonesti come qualsiasi gagé (e viceversa). Se sono discriminati è perché qualsiasi tipo di società ha bisogno di qualcuno da mettere all'indice.

Quindi, come scrivevo ad un'amica qualche settimana fa: Non sono Rom, ma col tempo ho imparato che la cosa ha pochissima importanza. Sono convinto che quando loro staranno meglio e avranno riconosciuta la dignità a cui tutti hanno diritto, starà meglio anche la mia gente.

Mi è piaciuta la risposta di quell'amica: e' esattamente il nostro concetto che esprimiamo con la frase "quando ci sara' l'acqua nel deserto, allora nessuno piu' avra' sete". Perche' quando anche l'ultimo dei reietti avra' di che vivere tutta l'umanita' stara' meglio.

Termino aggiungendo di essere felice di aver scritto tutta questa somma di (?) ...banalità colossali, perché mi accorgo di averle sempre pensate, sin da giovane. Sono soddisfazioni, non trovate? ; - )