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Francia
Di Fabrizio (del 26/11/2010 @ 09:30:47, in Europa, visitato 2191 volte)

Da Roma_Francais (nb. i link sono in francese)

La-croix.com Una settimana ordinaria in un campo rom, par Paula BOYER

05/11/2010 18:28 - Tre mesi dopo l'inizio della polemica del luglio 2010 riguardo l'installazione dei Rom in Francia, l'inviata speciale di "La Croix", Paula Boyer, ha passato cinque giorni in un campo a Ormoy (Essonne) che conta 47 roulotte. Un campo incastrato tra strada, ferrovia e fiume, dove, lontano dai luoghi comuni, la vita è fatta soprattutto di espedienti, di miseria e dell'angoscia delle espulsioni.

L'accampamento Rom di Moulin Galant si estende su tre comuni: Corbeil, Ormoy et Villabé. La parte del campo che si trovava sul territorio del comune di Corbeil è stata evacuata il 7 ottobre 2010 (photo : Alain Keler/M.Y.O.P)

LUNEDI'

I salici ed i pioppi che costeggiano l'Essone nascondono una sordida realtà. Un campo s'è installato illegalmente nel 2008, ospitando circa 200 Rom, per la maggior parte originari di Timisoara e dintorni (Romania), ma la maggior parte presenti in Francia da tempo. Qui, niente elettricità, o acqua potabile, o sanitari (la legna serve da WC). All'ingresso, mucchi di rottami. Dentro, un insieme di mobili, panni stesi sulle corde, vecchi furgoni e una quarantina d roulotte, della stessa età, formano una sorta di reticolo di stradine.

Sulla destra, una trincea - un buon metro di profondità - accompagnata da un tumulo di terra: la città di Corbel ha realizzato questo lavoro per impedire ai Rom di tornare sul terreno da cui sono stati evacuati nel mese di ottobre 2010. Il campo è a cavallo di due altri comuni, Ormoy et Villabé, ed è stato sufficiente spingere le roulotte a 20 metri per sfuggire provvisoriamente all'espulsione.

Questa mattina, il campo è quasi vuoto. Molti bambini sono a scuola. Qualche uomo è partito a raccogliere ferraglia da rivendere o per lavorare in nero. Altri, uomini e donne, sono andati con i bambini a mendicare, sino a Parigi, prendendo la RER alla vicina stazione di Moulin-Galant.

Nel pomeriggio, il campo si risveglia. Le vetture si accostano alle roulotte. Le donne, che hanno finito di raccogliere l'acqua (vanno ad un idrante di un complesso residenziale lì vicino, con un bidone caricato su un carrello), lavano e pelano le patate. Gli uomini parlano a voce alta. I bambini corrono dappertutto. Le ragazze chiacchierano.

Pierre Germain e Yves Bouyer, due preti-operai in pensione, membri della Mission de France e militanti dell'Associazione di Solidarietà di Essonne con le famiglie rumene e rom, distribuiscono corrieri giuridici o amministrativi ricevuti dalle famiglie domiciliati presso di loro. Spesso arriva anche Paul Israël, un altro militante.

Vicino alla carovana di Robert, il "capo" (impossibile, malgrado le domande, sapere il perché di questo titolo), c'è festa. Dolci, frutta, soda e... preghiere. Un anniversario? O, come sembra, una cerimonia di ringraziamento?

Improvvisamente, una vettura si ferma all'ingresso del campo. Un'infermiera in pensione ne esce per distribuire vestiti. C'è la corsa, la ressa ed i pianti. Quelli che, come Roxana, abitano nelle roulotte più lontane, sono arrivati troppo tardi. Ne nasce una colluttazione, coltello alla mano. Poi la schermaglia viene evitata per miracolo.

MARTEDI'

Oggi c'è sciopero.; niente trasporti per recarsi ai propri "affari" a Parigi o altrove. Neanche la scuola. Il campo è animato. Gli uomini riparano le vetture, altri dividono i rottami. In fondo al campo, Petre brucia l'immondizia che s'è accumulata. La comunità urbana ha ritirato il cassonetto dopo che Corbeil aveva fatto evacuare il suo terreno.

Anche dei ratti enormi strisciano a due passi dagli abitanti. Nella sua minuscola roulotte, Roxana rumina ancora la sua collera: "Non ho avuto niente, mi manca tutto!" Non ha notizie di suo marito, espulso giovedì scorso. Ha ricevuto l'ordine di lasciare il territorio francese (in gergo amministrativo, si parla di ODTF) dove ha vissuto per oltre tre mesi.

Privato del titolo di soggiorno, di domicilio fisso e di risorse, rappresentava, secondo la prefettura, un "peso irragionevole per lo stato francese". Cittadino rumeno - e dunque europeo - può, con la sua carta d'identità, circolare liberamente nell'Unione (1). Quindi tornare ad Ormoy, dove il viavai Francia-Romania, volontario o forzato, è frequente.

Suo marito ha i 120 € necessari per l'autobus di ritorno? "No, ma loro te li anticipano e tu hai due settimane per rimborsare... 150 €", racconta Roxana senza voler dire chi sono "loro". "Mio marito ha cercato a lungo un vero lavoro, invano."

"Ora, stava rifacendo una casa, ci permette di mangiare", spiega questa giovane di 24 anni che ammette di aver mendicato e a volte rubato il mangiare per le sue tre figlie. Fortunatamente, l'anno scorso, dopo la nascita dell'ultima, ha potuto trascorrere alcuni mesi in un ostello per famiglie monoparentali. Come molti Rom, non è sposata col padre dei suoi figli.

"Essere separati è stato terribile, ma i piccoli erano al caldo," insiste Roxana sull'angoscia per il prossimo inverno. Perché restare in Francia se è così dura? "E' meno peggio della Romania! Qui, abbiamo la roulotte, questa è la differenza!"

Poco lontano Ionel, 37 anni, divide con la sua donna e quattro dei cinque figli due vecchie roulotte. "Se si gonfiano un po' i pneumatici, vanno ancora," ride. Lui vende giornali nelle stazioni. Proprietario di un furgone - "assicurato" insiste -, raccoglie anche oggetti ingombranti e ferraglia. Sua figlia Carina, 9 anni, sogna di diventare avvocato. "Per proteggerci", dice. E l'altro figlio? "Vive in Romania, sposato con una Rom che è ricca. La sua famiglia ha una casa!"

MERCOLEDI'

Appena 4 °C. Questa mattina, c'è un via-vai di furgoni e vetture caricate di ogni tipo di oggetti. "Qui, non siamo ladri," assicura con forza Robert, "lavoriamo. Abbiamo imparato a cavarcela. Sicuro, come dappertutto, alcuni ce la fanno meglio degli altri. La vita, è la seconda scuola."

Vende i rottami a 14 centesimi al Kg. E 2,40 € il rame. Un giorno sale, l'altro scende... "Quando arrivo ad una tonnellata a settimana, non guadagno 100 €, pagato il diesel." Da Robert ci sono sei bocche da sfamare: la sua compagna Eugenia e quattro figli.

Per fortuna, Eugenia ha una carta di soggiorno, quindi la CMU (copertura malattia universale) e l'indennità familiare, contrariamente alle altre donne furiose di essere "private della CAF, anche dopo dieci anni in Francia!"

Vicino alla sua roulotte, Maria è tutto un sorriso: suo marito, anche lui espulso giovedì scorso, arriva stasera, ha telefonato! "Vieni a bere un caffè!" Nella sua roulotte con le finestre rattoppate con lo scotch, l'acqua gocciola dal soffitto. I quattro bambini giocano sull'unico letto dove la famiglia si rannicchia la notte.

Maria prepara il caffè alla turca, in un pentolino. Dopo lascia il bruciatore acceso come calorifero. "La bombola del gas dura appena tre giorni. Fortunatamente, l'ho comprata da Carrefour a 20 €", sospira. Come molti altri, Maria fuma e beve caffè su caffè. "Per calmare la fame," spiegherà più tardi un'attivista delle associazioni.

Nel primo pomeriggio. quattro testimoni di Geova si avvicinano esprimendosi in rumeno. Vengono qui regolarmente. Per "reclutare"? Esclamano: "Vogliamo annunciare la buona novella e fare un po' di lavoro sociale."

Al calar della notte, Lazar ed un amico riescono a trasformare un barile in una stufa a legna. Dai vicini, un'altra stufa raccolta per strada è installata su un appoggio circolare per proteggere il fragile pavimento della roulotte. Una piastra metallica buca il tetto per lasciare passare il condotto d'areazione.

Stasera, queste due famiglie avranno caldo. I loro vicini più "ricchi" faranno funzionare una stufa a petrolio. La maggior parte si accontenterà, come Maria o Roxana, di un bruciatore a gas, oltre a qualche centimetro di coperte.

Stasera ancora riunione, a Évry, dei militanti delle associazioni. Dopo gli sgomberi di Fleury-Mérogis, Massy e Sainte-Geneviève-des-Bois, Ormoy è diventato il più grande campo dell'Essonne. Anche questo sarà sgomberato. Secondo gli uni, il tribunale si pronuncerà il 23 novembre. Gli altri credono che la procedura verrà interrotta.

Molti evocano il campo di Athis-Mons, in preda ai traffici di alcool e sigarette, l'affitto delle baracche gestito dal "capo" e forse prostituzione. "I militanti sono stanchi", dice una giovane che ha visto partire per la Romania i bambini che a fatica aveva iscritto a scuola. Segue allora un vivace dibattito e qualche nome d'uccello viene scambiato sugli "atteggiamenti" dei Rom...

Altri si domandano che fare di fronte alle attività criminose. Goyïta Epaillard, la presidente, conclude: "Che la polizia faccia il suo lavoro! Il nostro ruolo è di proteggere i Rom contro le ingiustizie e la negazione dei diritti, non di gestire la loro vita o quella dell'accampamento."

GIOVEDI'

Il termometro è sceso ancora. Vicino all'ingresso del campo stanno tre uomini ben vestiti. "Sono i dipendenti della città di Corbeil che vengono ad assicurarsi che non siamo tornati sul terreno evacuato," spiega Robert, berretto di pelo canadese sulle orecchie. Stamattina si scaglia contro tutti, compresi "i Rom che non puliscono" ed i militanti delle associazioni "troppo morbidi".

"Nell'Essonne, nessuno vuol fare qualcosa per noi. Sono dei razzisti. In Francia, da ventun anni, non ho mai visto un dipartimento come questo," si adira. Perché restare, allora? "E' il solo terreno che abbiamo trovato dopo l'espulsione di Créteil (Val-de-Marne). Se Ormoy ci caccia, dovremo alla fine partire." Dove? "Cercherò." La sua roulotte può muoversi? "Sono meccanico." Al limite, ne troverà un'altra, tra i 200 e i 400 €.

Sulla provinciale davanti al campo, stamattina non è parcheggiata nessuna macchina. Sembra che tutti siano in giro per i loro affari. In ogni caso, i bambini sono a scuola, tranne quelli che non hanno il veicolo paterno ad accompagnarli. Una frequenza costosa. "Sono 1 € al giorno o 3 litri di carburante a settimana", sospira una mamma.

Nella sua roulotte, Roxana è felice. Christian è di ritorno e non finisce di abbracciare le figlie. Cambia loro i pannolini, dona frutta sciroppata dalla Romania, sorride alla sua donna. Questi cinque si amano, impossibile dubitarne.

Di primo pomeriggio, Caroline, Hélène e Borys, dell'associazione Intermèdes Robinson, carichi di giochi, libri, carte, matite, penne si sistemano su pezzi di cartone e propongono attività curriculari a tutti i piccoli non scolarizzati. "Fanno progressi, parlano meglio il francese," insiste Hélène. In un anno una delle sue colleghe, Sophie, è riuscita a mandare a scuola 19 dei 50 bambini del campo.

Poco dopo la loro partenza, si presenta con grandi baffi neri e completo nero impeccabile, Bibbia alla mano. E' un pastore protestante rumeno installato nella regione parigina. Chiama cinque persone ad assisterlo nel culto dentro la "chiesa", in effetti una roulotte per cui i Rom si sono autotassati. Tra i partecipanti, Mariana, la donna di Lazar, una cattolica imparentata con P. Germain e anche dei testimoni di Geova.

Sincretismo che non sorprende questa donna, costretta a letto la maggior parte del tempo (attende una nuova operazione ginecologica): "Se c'è un Dio, ce n'è uno solo, lo stesso per tutti!" E' più preoccupata per le bollette portate a casa da scuola da sua figlia: 20 € per la mensa, 40 € per lo studio. "Non ho soldi, cosa succederà?" s'interroga, ripetendo: "la vita è dura!"

All'ingresso del campo, Robert ha in mano un volantino di Jean-Pierre Bechter, il sindaco UMP uscente di Corbeil. Attento alle proteste degli abitanti che si lamentano dei furti in aumento, fa campagna (2) sul tema: "Ho eliminato le baraccopoli create dai Rom sul nostro territorio."

VENERDI'

La trincea che separa il campo dal territorio di Corbeil s'è riempita d'immondizia. Attorno, i ratti sono sempre più numerosi. Davanti alla sua roulotte, Monica spazza le foglie. Sua madre vive in Romania grazie alla piccola pensione di suo padre, custode statale ai tempi di Ceausescu. "Allora, là per noi era meglio. Si guadagnava poco, ma tutti lavoravano ed i Rom erano meno discriminati di oggi."

In Francia da quindici anni, Monica erra da un campo all'altro. "E' dura. Non voglio più parlare, se no piango," dice. "Vorremmo un lavoro ed un alloggio stabili," insiste suo marito. Stamattina, il prezzo del rottame è sceso a 9,5 centesimi al kg. Arriva un gruppo di giovani. La conversazione si anima attorno ad un unico tema: "Anche Ormoy ci caccerà?"

(1) Il progetto di legge sull'immigrazione attualmente in discussione al Parlamento prevede misure più restrittive.
(2) La giunta comunale è dimissionaria, a Corbeil-Essonne ci saranno nuove elezioni il 5 e il 12 dicembre.