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Repubblica Ceca
Di Fabrizio (del 23/07/2010 @ 09:16:20, in Europa, visitato 1789 volte)

Da Czech_Roma

Foto da zpravy.idnes.cz

Suo nonno fu la prima persona romanì ad ottenere un diploma superiore nell'ex Cecoslovacchia. Sia lei che suo padre sono laureati. Anche se Jana Horváthová è riuscita a diventare direttrice del Museo di Cultura Rom a Brno, deve spesso argomentare contro lo stereotipo che i Rom non sono istruibili.

Quando eri bambina, cosa volevi diventare da grande?

Per quel che mi ricordo, volevo essere un'attrice. Mi divertivo a trasformarmi in varie persone, a mettermi al loro posto. Ho anche recitato in teatro - alcuni dei geni dei miei antenati sono venuti fuori - ma durante la pubertà iniziai a vergognarmi terribilmente, e così è finito tutto.

I tuoi genitori ti appoggiavano?

Piuttosto, mi scoraggiavano - sono molto conservatori. Non volevano una commediante in famiglia.

Sei finita come direttrice di museo, che è una professione seria. Hai studiato storia per entrare nelle loro grazie?

Per niente - la storia è il mio secondo amore, è stato mio padre, che è un grande amante della storia, che mi ha portato lì. Quando eravamo bambini ci portava a vedere tutti i tipi di monumenti. Volevo studiare storia dell'arte, ma dato che i comunisti ci avevano "etichettato" [dissidenti], ero preoccupata che non ci avrebbero permesso un profilo così alto, così feci storia generale. Studiare è stato un punto di svolta nella mia vita.

Un punto di svolta in che senso?

Sino allora mi vergognavo abbastanza della mia origine rom.

Cosa ti infastidiva tanto della tua origine?

Sin dalla scuola elementare, e poi alle superiori, mi deprimeva quando la gente iniziava a raccontare scherzi primitivi sugli zingari. Avevo orrore che qualcuno puntasse il dito verso di me e dicesse che lo ero. Mi vergognavo che il mio cognome fosse riconoscibile come romanì. La famiglia Holomek era composta solo da Rom che si erano integrati prima della guerra e non avevano niente di cui vergognarsi, ma allora non lo sapevo. Non volevo essere identificata con gente che si diceva fosse arretrata, sporca.

Tua sorella più grande non lottava con ciò?

No, perché ha la pelle chiara. Io ero scura ed ero sempre l'unica ragazza romanì nella classe. Non sapevo perché i miei occhi fossero obliqui e scuri, perché lo fossero i miei capelli e la pelle. Seriamente, il mio aspetto era piuttosto strano.

Oggi non si nota a prima vista che sei una donna romanì. Sei cambiata dalla fanciullezza?

Non drasticamente, ma un bambino vuole fondersi piuttosto che attirare l'attenzione. Qualche volta un bambino che non conoscevo mi avrebbe gridato "Zingara".

Ti confidavi con i tuoi genitori?

No, e tutt'oggi non so il perché, uno psicologo saprebbe spiegarlo, probabilmente per un bambino è difficile affrontare questi problemi, dargli un nome. Il fatto che non ci associavamo con altri Rom ha avuto un ruolo importante, non c'erano altri bambini romanì con cui discuterne. Nonostante ciò, la nostra famiglia non si è mai vergognata di essere rom.

Come hai fatto a venire a patti con tutto questo?

Feci tutto il possibile per mascherare le mie origini, come indossare abiti molti riservati.

Bambini simili di solito diventano imbarazzati oppure estremamente tristi. A quale estremo di questo spettro appartieni?

Ero la bambina modello. A scuola ero una nerd, sapevo di dover conoscere più degli altri bambini e che non mi sarei permessa di fare errori. Questo aveva a che fare col fatto che mio padre era un dissidente.

I tuoi insegnanti dovevano esserne contenti. Eri una delle loro favorite?

Non direi, ma non creavo problemi. A scuola ero una studente modello, ma quando tornavo a casa, reagivo "rimproverando" tutti, come diceva mia madre. Esprimevo solo le mie opinioni, perché non potevo farlo a scuola.

Eri amica di altre Rom?

Non ne avevo l'opportunità. Quando ero più grande e le vedevo per strada, mi vergognavo di fronte a loro perché non conoscevo il loro mondo. Avrebbero dovuto chiamarmi - mi avrebbero riconosciuta come una di loro.

Jana Horváthová (43 anni)
è nata a Brno. Dopo il diploma, si è laureata nel 1990 alla Facoltà di Filosofia di Brno in storia e studi museali.
Per un breve periodo ha lavorato con l'Iniziativa Civica Rom a Praga, prima di co-fondare il Museo di Cultura Rom a Brno, di cui è la direttrice dal 2003.
Ha lavorato per la Televisione ceca come editrice, consulente letteraria, moderatrice e sceneggiatrice.
Ha pubblicato diversi libri, come "Capitoli dalla Storia Rom" e diversi saggi.
E' sposata e ha due figlie:  Erika (18 anni) e Natálie (10 anni).

Eva Tichá, translated by Gwendolyn Albert