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The Prague Post
La destra è tornata in Europa Centrale, ora con moderne tecniche di 
pubbliche relazioni
14 maggio 2009 | By Jaroslaw Adamowski, For the Post
 Courtesy Photo
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Mentre i mezzi d'informazione cechi sempre più riportano di incidenti a 
sfondo nazionalista o razziale, anche gli osservatori più passivi iniziano a 
chiedersi: E' cambiato qualcosa nella società ceca? Col crescere 
dell'intolleranza verso la minoranza rom, manifestazioni neonaziste e leader 
stranieri di organizzazioni suprematiste bianche invitati a tenere letture alle 
università, sono soltanto tentativi di gruppi marginali per ottenere attenzione, 
o c'è qualcos'altro? La società ceca è l'unica a confrontarsi con questi 
problemi?
L'aumentata attività dei movimenti di estrema destra è parte di una tendenza 
nell'intera regione. In quasi tutti i paesi dell'Europa centrale - Repubblica 
Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia - politici nazionalisti e di estrema destra 
stanno preparando un grande ritorno. Stavolta, hanno imparato la lezione dalle 
sconfitte precedenti e, come risultato, hanno ammorbidito la loro immagine. Ora, 
la questione è: Perché e come sono tornati?
Non è una coincidenza che, come l'economia globale ha smesso di scendere e la 
recessione ha colpito duro l'Europa centrale, i partiti di estrema destra si 
sono rafforzati. Quando i politici, di destra o sinistra, offrono poche 
soluzioni dirette per superare la crisi, c'è sempre il rischio che la gente voti 
di getto per qualcuno che offre soluzioni semplici a problemi complicati.
Ungheria
In Ungheria, ad esempio, Jobbik, il Movimento per un'Ungheria Migliore, è un 
partito di estrema destra con un'agenda che include la reintroduzione della pena 
di morte, "l'indipendenza economica", e di mandare tutti i cittadini di origine 
rom fuori dal paese. Potrebbero entrare nel Parlamento Europeo con le elezioni 
di giugno. Il partito si nutre con le paure della società ungherese: un'economia 
nazionale in arretramento che ha sofferto della stagnazione molto prima del 
tracollo globale, la crescita della disoccupazione, del crimine ed una minoranza 
rom che rimane non integrata. Jobbik ha approfittato dell'incapacità della 
classe politica dirigente o della mancanza di volontà di affrontare quelle 
paure. I sondaggi dicono che Jobbik potrebbe avere un base tra il 4 e il 5%, che 
è abbastanza per passare la soglia per ottenere seggi in Parlamento.
Formatosi nel 2002 come organizzazione giovanile del partito di di destra 
Fidesz - la più grande opposizione parlamentare e probabile vincitore delle 
prossime elezioni - Jobbik si è trasformato in un partito autonomo un anno dopo 
e da allora si è ritagliato una posizione propria con discorsi d'odio e violenza 
contro i Rom, gli Ebrei e le "elite liberali e di sinistra". Nell'agosto 2007, 
un gruppo di 56 indossando uniformi bianche e nere ed i distintivi cappelli 
Bocksai del periodo tra le due guerre, si sono riuniti a Budapest presso la 
famosa Budai Var, la Collina del Castello, accanto al Palazzo Presidenziale. Il 
leader di Jobbik, il trentunenne Gabor Vola, prestò giuramento di lottare per 
"una nazione, una religione e una patria". Politici del Fidesz ed il primo 
ministro della difesa del post comunismo, Lajos Fur, parteciparono alla 
cerimonia. Il numero degli aderenti alla Magyar Garda - un gruppo paramilitare 
associato a Jobbik, è cresciuto a circa 2.000. Sono stati senza successo i 
tentativi giudiziari di mettere fuorilegge il gruppo, registrato da Jobbik come 
"associazione culturale". La forza del gruppo, secondo Vona, è di "proteggere la 
nazione ungherese".
Anche se le inclinazioni di destra per le uniformi e per l'arte militare non 
sono cambiate dagli anni '30, questi gruppi hanno provato a modificare la loro 
immagine negli anni. I moderni nazionalisti non hanno niente dei loro 
predecessori negli anni '90, che sembravano vivere soprattutto nel passato. 
Vestito con abiti di buon taglio e sorridente, Vona assomiglia ad un uomo 
d'affari, piuttosto che ad un leader dell'auto proclamato "partito cristiano 
patriottico radicale". Laureato in storia e psicologia ed ex insegnante, Vona 
pesa le sue parole quando risponde alle domande dei giornalisti. Al posto di 
invocare slogan razzisti, parla della "situazione irrisolta della sempre 
crescente popolazione zingara". Al posto della retorica anti UE, dice che il suo 
partito "appoggia la cooperazione europea, ma non l'attuale alleanza burocratica 
tra stati".
Il giovane leader di Jobbik sa che, per accogliere un più ampio spettro di 
votanti, deve comunicare contenuti estremi con una confezione moderata. E' per 
questo che il partito ha scelto Krisztina Morvai, professoressa dell'Università 
di Budapest, come capolista alle elezioni europee. La sua eloquenza, stile e 
curriculum, che include il lavoro per le Nazioni Unite, fanno di lei un perfetto 
candidato per Jobbik che sta tentando di migliorare la propria immagine. I nuovi 
nazionalisti sanno che un altoparlante ed un gruppo di militanti violenti non 
basta per ottenere un seggio al Parlamento. Stanno provando ad espandere la loro 
influenza oltre i tradizionali steccati politici entrando nei media o 
convincendo imprenditori stranieri a sponsorizzare le loro attività, come nel 
caso della Polonia, dove l'estrema destra si è infiltrata nei media pubblici.
Polonia
Anche se i due maggiori partiti nazionalisti - LPR, o Lega delle Famiglie 
Polacche, e Samoobrona, o Auto-Difesa - dal 2007 non hanno seggi in Parlamento, 
i loro aderenti hanno mantenuto i posti in vari corpi influenti, come il tavolo 
di supervisione della televisione pubblica. Nel dicembre 2008, Piotr Farfal, ex 
membro della LPR e neonazista in gioventù, divenne il presidente delle 
trasmissioni della televisione pubblica.
Dopo la sconfitta elettorale della LPR nel 2007, Farfal e i suoi seguaci di 
estrema destra cominciarono ad organizzare la branca polacca del movimento 
pan-europeo Libertas, fondato dal multimilionario irlandese Declan 
Ganley, sperando che un nuovo marchio straniero con un ricco investitore - come 
nel commercio ordinario - possa sostenere le loro probabilità nelle elezioni 
europee. Anche se Ganley assicura che il suo partito è de facto pro-europeo, i 
candidati di Libertas in Polonio offrono un'impressione differente. Tutte le 
figure chiavi erano precedentemente associate a movimenti anti-UE, 
fondamentalisti cristiani e nazionalisti, che spingevano per radicalizzare la 
legislazione polacca contro l'aborto (che è già una delle più severe in Europa), 
proibire la prostituzione, reintrodurre la pena di morte e rendere 
economicamente la Polonia del tutto autosufficiente. Ironicamente, la stessa 
globalizzazione che loro così disprezzano, ha permesso ai nazionalisti polacchi 
di ricevere supporto finanziario da un milionario irlandese.
Mentre Farfal non si è unito al nuovo partito, le sue simpatie politiche si 
fanno sempre più evidenti con l'avvicinarsi delle elezioni del 7 giugno. Ad una 
prima occhiata, i contenuti televisivi non sembrano essere cambiati 
significativamente, ma sono i dettagli che importano. Quando Ganley ha visitato 
la Polonia il 20 marzo, la televisione pubblica ha interrotto la normale 
programmazione per trasmettere la sua conferenza stampa. Il giorno stesso, 
un'intervista speciale con Ganley è andata in onda subito dopo un popolare 
programma di informazione, un conduttore che originariamente doveva condurre 
l'intervista ma rifiutò di farlo venne sospeso poche settimane dopo. Dato che la 
manipolazione politica è sempre stata un tema caldo nella televisione pubblica 
polacca, "adattare" i suoi programmi ai bisogni di un partito valutato meno 
dell'1% nei sondaggi pre-elezione, ha causato abbastanza agitazione. Un certo 
numero di importanti figure pubbliche ha protestato contro i colleghi 
nazionalisti di Farfal, assumendo la direzione delle trasmissioni pubbliche e 
rimpiazzando i manager ed i giornalisti con altri provenienti dai loro ranghi.
Slovacchia
In Slovacchia, gli estremisti hanno similarmente appreso a valutare più il 
pragmatismo dell'idealismo. L'SNS di estrema destra, o Partito Nazionale 
Slovacco, è parte della bizzarra coalizione socialdemocratica e 
nazional-populista del Primo Ministro Robert Fico, che ha governato dal 2006. 
L'SNS accusa i giornali slovacchi di favorire l'opposizione, ma non esita a sua 
volta nell'usarli strumentalmente. Il suo talento nel manipolare i media si è 
mostrato pienamente lo scorso 5 aprile, quando il presidente Ivan 
Gaparovič si assicurò il suo secondo termine di governo con l'approvazione 
della coalizione in carica. Il suo principale oppositore, la liberale Iveta Radičová, 
doveva la sconfitta soprattutto alla campagna negativa lanciata dall'SNS. Mentre 
si avvicinava il giorno delle elezioni, i nazionalisti slovacchi pagarono una 
pagina intera di pubblicità con false accuse a 
Radičová di promettere l'autonomia alla minoranza ungherese. In un paese 
dove la disoccupazione supera l'11% ed il governo offre poche soluzioni alla 
crisi finanziaria, la tentazione di incolpare Ungheresi e Rom durante la 
campagna è cresciuta e ha trovato un elettorato attento.
Le moderne tecniche di pubbliche relazioni hanno fornito utili attrezzi 
all'estrema destra. Sfortunatamente, questo va crescendo e non è l'eccezione. I 
politici estremisti ne stanno diventando adepti e si auto dipingono come 
alternative ragionevoli; questo è forse più preoccupante dei messaggi stessi.
- The author is is a Polish freelance writer who divides his time between 
Warsaw and Istanbul. He writes about Central Europe for the Journal of Turkish 
Weekly.
Jaroslaw Adamowski can be reached at
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