L'altra insicurezza
Di Fabrizio (del 23/07/2008 @ 10:54:44, in media, visitato 1353 volte)
Da
Kharl - Un indiano in Tibet
Una delle regole più crudeli è quella che disciplina, nei media, il rilievo
che la morte deve avere. Per queste regole gli omicidi non sono tutti uguali,
per cui può succedere che un delitto possa finire indistintamente (e spesso
inspiegabilmente) in prima o in 17a pagina.
Ad esempio, oggi su Repubblica è proprio in 17° pagina la notizia di un 35enne
(Andrea Tartari)
ucciso a coltellate sotto gli occhi della fidanzata da un branco di
“normalissimi” ragazzi. La colpa: quella di avere chiesto ad alcuni di loro –
appoggiati alla sua macchina – di spostarsi.
Si parla molto di “sicurezza” e ricordiamo tutti i titoli a 8 colonne (e le
aperture nei telegiornali) riguardanti la tragica morte di Giovanna Reggiani a
Roma e di tutto quello che ne è seguito nei confronti degli immigrati prima, e
dei Rom dopo.
Leggendo adesso l’assurda morte di “uno che non ha mai litigato con nessuno in
vita sua”, mi chiedo chi è che stabilisce l’ordine da dare alle notizie.
Anche io da un po’ di tempo mi sento meno sicuro: solo che la mia insicurezza
non è nei confronti di immigrati o zingari, è nei confronti di chi uccide agli
incroci stradali, passando con il rosso a 160 Km/h, oppure di chi vuole
dimostrare la sua esistenza attraverso prove di forza simili a quelle che hanno
ucciso Andrea Tartari, e che sono la logica conseguenza di uno “stile di vita”
che TV e maggioranza (non solo politica... purtroppo) sembra ormai avere sposato.
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