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Di Fabrizio (del 26/06/2009 @ 09:46:01 in Europa, visitato 2185 volte)

Da Roma_Daily_News [Non entro nei giudizi politici dell'articolo (se non si capisce il giornale The Post è della Repubblica Irlandese), ma i recenti fatti di violenza a Belfast contro la comunità rom rumena, risvegliano un passato che si voleva dimenticare. Si ripropone anche la questione della fallita integrazione nelle aree ghetto cittadine - PS chiedo scusa per alcune imprecisioni nella traduzione]

ThePost.ie 21 giugno 2009 - By Tom McGurk

L'attacco razzista alla comunità rom nell'area Village di Belfast è arrivata senza sorpresa a chi conosce il luogo.

Per anni, è stata un sinonimo degli elementi degli elementi lealisti più estremi e, durante i Disordini, era dominata dal paramilitarismo lealista. Durante i peggiori giorni degli assassinii settari a Belfast, il Village era il quartier generale per alcune delle più sanguinarie bande lealiste.

Situato proprio sotto Falls Road presso l'autostrada M1 e vicino al centro cittadino, era posizionato idealmente per le uscite delle bande di assassini verso le adiacenti aree cattoliche per rapire le vittime.

Per anni, molti dei corpi delle persone che uccidevano sarebbero state trovate alla luce del mattino nelle vaste aree delle discariche che circondavano il Village.

Sempre più decrepito ed in rovina, il Village è oggi simbolico di quello che è accaduto a vaste sezioni delle comunità della classe operaia unionista del Nord, con enormi livelli di disoccupazione, bassi livelli di successo scolastico e seri abusi di alcool e droga.

Negli anni recenti, quanti potevano lasciavano il Village, col risultato che molti edifici sono stati comprati a poco prezzo dalle immobiliari per affittarli. Questo a sua volta ha portato ad un afflusso di immigrati nell'area.

Qui allora è il vecchio territorio della classe operaia unionista che, semmai, approfondisce le incertezze nella nuova dispensa politica del Nord. Sospetto che gli attacchi ai Rom a lungo perseguitati, vengano come una sorpresa, [Rom] che hanno la più grande percentuale di vittime uccise nei campi di sterminio nazisti.

D'altra parte, sono soltanto le ultime vittime degli attacchi settari nel Nord, che ha il più alto livello di crimini razziali in queste isole. Negli anni, ci sono stati persistenti attacchi alla comunità cinese a Belfast sud, ed in altri posti a Polacchi e Portoghesi.

Le origini degli ultimi attacchi risiedono nei tumulti attorno alla partita Irlanda del Nord - Polonia a marzo nel vicino Windsor Park. Dato che la comunità polacca è soprattutto cattolica, c'è voluto davvero poco per far esplodere le violenze.

Da marzo, sembra esserci stata una sistematica, se non spasmodica, campagna per "liberare" l'area del Village dagli stranieri, culminata negli attacchi di questa settimana ai Rom.

Una recente indagine del giornale The Observer puntualizza che circa il 90% dei crimini razziali nel Nord sono avvenuti nelle aree lealiste,un segnale significativo sull'eredità di cui il lealismo paramilitare, ufficiale o meno, è largamente responsabile.

Ha scritto The Observer che "questi assalti variano dalle bombe molotov contro le case dei lavoratori migranti agli sgomberi forzati delle donne di colore dalle case lealiste. In un caso i razzisti hanno sparso escrementi su una chiesa cattolica in Upper Newtownards Road a Belfast est, che era diventata il tempio per le infermiere filippine che lavorano nel vicino Ulster Hospital."

[...] Possiamo solo essere testimoni che gli spasmi morenti del bigottismo raddoppiano il cosiddetto Protestantesimo-Anglo-Sassone nel Nord e la sua infame intolleranza verso chi è diverso da sé.

Ma forse quello che è successo a Belfast settimana scorsa è ancora un altro segnale delle crescenti preoccupazioni e dello scontento sociale sulle politiche migratorie multi-razziali e multi-etniche della UE?

In tutta Europa, nelle recenti elezioni, ci sono stati significativi segnali che la razza e la migrazione stanno entrambe assumendo importanza politica, non ultima in Bretagna.

Là, migliaia di votanti laburisti della classe operaia hanno abbandonato il loro partito per eleggere due membri del Partito Nazionale Britannico (BNP). Altre migliaia si sono affollate nel Partito dell'Indipendenza del Regno Unito (UKIP).

Pochi commentatori l'hanno menzionato, ma il voto combinato di UKIP e BNP al 22,7% è stato superiore a quello che hanno preso tanto i Laburisti che i Liberali presi singolarmente, mentre è solo del 5%  inferiore a quello dei Conservatori che sono al 27,7%.

Il crescente voto britannico per gli Euroscettici ora eguaglia metà dell'elettorato, con le preoccupazioni sull'immigrazione al suo centro. (Nessuna meraviglia che ci siano preoccupazioni europee e a Downing Street sul ripassare all'Irlanda i protocolli del Trattato di Lisbona sul percorso che potrebbe aver bisogno di ritornare a Westminster).

Infatti, in tutta Europa (dove soltanto due elettori su cinque hanno votato) ci sono stati spostamenti significativi verso i partiti anti-immigrazione di destra in Danimarca, Olanda, Belgio, Austria ed Italia. Partiti stridentemente nazisti hanno registrati successi in Ungheria e negli stati Baltici.

L'austriaco Partito della Libertà ha oltre che raddoppiato i suoi voti, ottenendo il 13,1%, con una piattaforma anti-islam. Nei Paesi Bassi, il partito anti-islamico di Geert Wilders ha ottenuto il 17% dei voti, con quattro seggi e tre ne ha portati a casa l'ungherese Jobbik.

Jobbik si descrive come Euroscettico ed anti-immigrazione e vuole che la polizia ponga termine ai piccoli crimini commessi dagli zingari - ironicamente gli stessi Rom che sono sotto attacco a Belfast. I critici definiscono il partito come razzista e antisemita.

Mentre si approfondisce le recessione economica europea, creando sempre più disoccupazione e code crescenti per l'assistenza sociale, il dibattito sull'immigrazione può dirsi sospeso come importanza politica.

L'elefante nella cristalleria è che l'ampio voto anti-Lisbona dell'anno scorso da parte della classe operaia irlandese, può ben essere stato influenzato dall'immigrazione, ma tali sono le limitazioni che ci sono imposte dagli zar del politicamente corretto, che la cosa non può essere ammessa pubblicamente. In effetti, ogni domanda riguardo le più ampie implicazioni dell'immigrazione porta al riflesso pavloviano dell'accusa di razzismo.

La criminalità politica, ovviamente, cercherà sempre il punto di minor resistenza e gli sfortunati Rom di Belfast settimana scorsa sono serviti allo scopo. Ma possiamo appena ignorare il potenziale sfruttamento della destra su questo tema, non ascoltando le preoccupazioni della gente?

Per esempio, non tenere in conto del giudizio dell'Irlanda sul Trattato di Lisbona è tornare al gioco delle tre carte di Bruxelles, o, come ha scritto elegantemente sul Guardian un diplomatico UE: "Vogliamo il massimo impatto in Irlanda e il danno minimo per tutti gli altri". Vediamo qui il malessere democratico europeo in tutto il suo genio furtivo, tessere un muro di parole attorno al fatto non modificabile che lo stesso Trattato di Lisbona può essere soltanto rivotato.

Come nelle sue ambizioni multiculturali, il diritto di voto dei cittadini non è richiesto. Talvolta ci si domanda se la questione che pende sul programma europeo porti al XXI secolo, o indietro agli anni'30.

 
Di Fabrizio (del 27/03/2010 @ 09:43:53 in Europa, visitato 2486 volte)

Da British_Roma



19/03/2010 - Abbracciare vecchie e nuove culture aiuterà l'Irlanda del Nord a prosperare nel futuro, ha detto ieri agli studenti dell'Università dell'Ulster l'Alto Commissario Canadese.

Il dottor Jim Wright era intervenuto come lettore della "Esperienza del Canada sul Multiculturalismo" all'Istituto di Ricerche Politiche e Sociali dell'Ulster (SPRI) nel campus di Jordanstown.

"L'Irlanda del Nord sta cambiando e per il meglio. Ma mentre stanno sparendo i vecchi problemi, possono emergere nuove sfide," ha detto il dottor Wright.

"L'anno corso tutti noi abbiamo letto sul trattamento di una piccola comunità Rom a Belfast (vedi QUI ndr). C'è la preoccupazione che in alcune parti dell'Irlanda del Nord quel razzismo possa diventare il nuovo settarismo. In un certo modo bisognava aspettarselo. L'Irlanda del Nord è un paese con una storia recente e senza collegamento con i nuovi immigrati - le Difficoltà hanno avuto il sopravvento. Ma mentre l'Irlanda del Nord abbracciava la pace e cercava la prosperità, diventava più attraente per gente di tutto il mondo che volevano farne la loro casa. Mentre la gente dell'Irlanda del Nord ha preso una chiara posizione contro il razzismo, possono esserci alcuni che si sentono incerti sui nuovi arrivati. Creare una società coesiva, tollerante e multiculturale non avviene in una notte, ma credo che l'esperienza canadese possa offrire all'Irlanda del Nord alcuni punti di comprensione utili. Almeno cinque-sei milioni della nostra popolazione sono nati fuori dal Canada ed ogni anno accogliamo oltre 250.000 nuovi immigrati. Siamo sotto ogni punto di vista una nazione di immigrati. Ma il Canada non pretende di essere perfetto. Siamo aperti a riconoscere le nostre continue sfide ed abbiamo imparato molte lezioni, alcune difficili, lungo la nostra strada. E siamo lieti ci condividere queste lezioni con gli altri. In questo villaggio globale in cui viviamo oggi, c'è un movimento crescente di gente attorno al mondo. Cercano opportunità di crescita per loro e le loro famiglie. Ed i paesi e le società che sono aperte alle nuove idee e talenti, avranno l'opportunità di prosperare ed essere competitivi."

Come laureato onorario dell'Università dell'Ulster, Jim Wright, la cui famiglia è originaria di Warrenpoint, ha dal 1980 uno stretto interesse con l'Irlanda del Nord. Per molti anni ha lavorato col Programma Marie Wilson Voyage of Hope attraverso il ruolo del Canada nel Fondo Internazionale per l'Irlanda.

La dottoressa Susan Hodgett, Direttrice degli Studi Canadesi presso l'Istituto di Ricerche Politiche e Sociali, ha detto:

"La democrazia multiculturale del Canada è uno dei principali argomenti di studio di diversi ricercatori dell'università. Il dottor Wright ha parlato delle tante sfide che il Canada ha dovuto affrontare negli anni. Se il Canada accoglie circa 250.000 nuovi immigrati ogni anno, siamo curiosi di conoscere come hanno gestito questo successo."

Il professore Bob Osborne, direttore dello SPRI, ha aggiunto:

"Come le istituzioni incaricate in Irlanda del Nord prendano uno sguardo più fermo su come si possano abbattere le barriere tra le due comunità etno-religiose ed assieme assicurare che i recenti immigrati divengano qui pienamente integrati nella società, diventerà una questione importante. Guardando a come le altre società hanno affrontato questioni simili, dovrebbe permettere ai chi elabora le politiche di avere un vasto contesto in cui sviluppare le loro idee e opzioni politiche. Lo SPRI è lieto di giocare il ruolo di facilitatore nello scambio di idee tra politici ed accademici."

For further information, please contact:
Press Office, Department of Communication and Development
Tel: 028 9036 6178
Email: pressoffice@ulster.ac.uk

 
Di Fabrizio (del 21/01/2010 @ 09:33:47 in Europa, visitato 1597 volte)

Da British_Roma (vedi anche QUI)

By Brian Lovett

13/01/2010 - Una strategia di relazioni comunitarie che affronti il razzismo nell'area del Village è [stata lanciata] dal sindaco onorario a Belfast venerdì 15 gennaio.

Il progetto di alcuni gruppi locali nacque inizialmente in risposta agli attacchi razzisti dell'anno scorso contro Rom e Polacchi, durante i quali alcuni Rom furono forzati a fuggire dalle loro case.

La strategia, coordinata dal Greater Village Regeneration Trust (GVRT) e dal Village Focus Group, sottolinea un impegno allo sviluppo di relazioni comunitarie nell'area per i prossimi tre anni.

Lo scopo è sviluppare una strategia che renda il Village "un posto più armonioso dove vivere" e "disinnescare le tensioni razziste e prevenire ulteriori attacchi/intimidazioni".

La strategia è stata sviluppata attraverso un processo consultivo che ha coinvolto un'indagine della comunità per campionare le opinioni e vasta consultazione con i soggetti chiave.

Paula Bradshaw, direttrice di GVRT, ha detto che il gruppo ha iniziato a lavorare nello sviluppare lo schema, sin da quando gli attacchi hanno avuto luogo.

"La ragione per cui siamo arrivati ad una strategia formulata è perché abbiamo capito che c'era una sfida enorme," ha detto. "Detto questo, crediamo che quanti esprimeranno punti di vista razzisti nel Village saranno sempre meno in futuro. Ma avevamo bisogno di una robusta strategia per affrontare questi temi."

[...] GVRT avrà l'appoggio della Northern Ireland Housing Executive attraverso il programma del Vicinato Condiviso.

 
Di Fabrizio (del 13/07/2009 @ 09:23:24 in conflitti, visitato 1526 volte)

Da British_Roma (QUI la puntata precedente)

28 giugno 2009 La sfida! Incontro con le famiglie rumene che rifiutano di essere rimpatriate By Peter Popham and David McKittrick

Alla faccia dell'odio, una manciata di rumeni ha deciso di rimanere sopra in Irlanda del Nord. "Dicono che non vogliono che lavoriamo o rimaniamo qui, ma non c'è nessun posto dove vivere e nessun lavoro per noi in Romania, così non abbiamo intenzione di tornare," ha detto un uomo, padre di cinque figli.

Oltre un centinaio di questi cittadini rumeni sono fuggiti da Belfast settimana scorsa, le autorità locali hanno organizzato dei voli dopo gli attacchi che sono stati pubblicizzati in tutto il mondo e condannati come vergognosi.

Ma quest'uomo ha detto di voler rimanere, uno di un piccolo gruppo preparato ad affrontare le proprie opportunità contro quello che è definito "un piccolo gruppo di criminali razzisti" che hanno terrorizzato le famiglie rumene che vivono in due strade a Belfast sud.

Solo in pochi hanno optato di rimanere in Irlanda del Nord nella sfida degli attaccanti, che hanno intrapreso una campagna di intimidazione, lanciando mattoni contro le finestre ed in un caso minacciando di tagliare la gola ad un bambino.

Quasi tutti gli immigrati hanno deciso di tornare in Romania, nonostante i tentativi delle autorità di persuaderli a rimanere. Ma quell'uomo che ha parlato a The Independent on Sunday ha detto che non partirà, nonostante le "pressioni" di alcune persone locali che gli rendono impossibile di lavorare. Non è la sua prima esperienza con le intimidazioni: la sua casa, che è ad una certa distanza da quelle dove vivono gli altri rumeni, ha avuto le finestre rotte. La famiglia si era spostata lì tre mesi fa, perché anche nella casa precedente gli erano state spaccate le finestre.

Lui e sua moglie - che vendono giornali in un mercato - vi vivono con i loro figli, di undici, otto, tre, due anni e tre mesi, assieme al fratello e al padre della moglie. Compresi gli altri parenti, nella casa vivono 13 persone.

Come la maggior parte dei Rumeni a Belfast, parla poco l'inglese. Neanche conosce l'indirizzo della casa dove vive. La nostra intervista è stata condotta in italiano, una lingua che ha imparato quando viveva in Italia - un altro paese, dice, dove la sua famiglia ha provato le intimidazioni.

La violenza per le strade di Belfast sud ha allontanato la maggior parte dei Rumeni -la maggioranza è partita venerdì. Ma affrontano un futuro incerto dovunque vadano, hanno detto ai volontari prima di partire.

Denise Wright, membro del comitato di Embrace, un gruppo cristiano che promuove un'attitudine positiva verso le minoranze etniche, ha lavorato a stretto contatto con i Rumeni, che hanno passato la maggior parte della settimana in ricoveri d'emergenza.

Ha detto: "Sono preoccupati sul trovare lavoro e per il tipo di condizioni di dove stanno tornando. Qui sono stati traumatizzati, anche se non penso che siano stati sorpresi in ogni modo da questo trattamento. Per i Rom questa è la normalità, così non penso che siano stati particolarmente scioccati.  Provano soltanto che questo è ciò che sperimentano in patria e altrove nel mondo. Hanno detto che dovranno spostarsi ancora per trovare di che vivere."

Ha aggiunto che, d'altra parte, i migranti sono stati incoraggiati dall'aiuto e dalla simpatia ricevute a conseguenza degli attacchi. "La benevolenza della gente di Belfast nell'appoggiarli è stata molto incoraggiante," ha aggiunto.

Le autorità locali e la Commissione Alloggi in particolare hanno visto settimana scorsa premiati i loro sforzi, come la diocesi cittadina, un gruppo informale che riunisce oltre un centinaio di persone. Il pastore Malcolm Morgan ha detto:

"Alcuni volontari stavano pulendo fuori dalla chiesa, quando è arrivata la telefonata. Ho detto loro solamente: Ragazzi, abbiamo un nuovo lavoro da svolgere - ed hanno risposto magnificamente. Ho fatto un paio di telefonate ad un'agenzia cristiana che aiuta la gente in difficoltà, ed entro un'ora sono tornati col cibo. Sono arrivati il consiglio cittadino, il sindaco, la Croce Rossa. Un proprietario locale è venuto, ha dato uno sguardo e dopo un'ora è tornato con 15 materassi. E' stato magnifico vedere gli atti di generosità - si è mostrato il meglio di Belfast."

Un altro incidente dai toni fortemente razzisti è avvenuto nel nord della città, con bengala lanciati contro un centro comunitario dove da tempo si è stabilità una comunità indiana. Un membro dello staff locale ha detto: "Ci riteniamo parte integrale della società nord irlandese. Non crediamo che questa sorta di incidente possa danneggiare le nostre buone relazioni con la comunità che ci ospita."

Parlando dell'esodo rumeno, il Ministro degli Interni, Margaret Ritchie, ha detto: "Lodo il lavoro che si è focalizzato, rapido e di assistenza fatto per sostenere le famiglie. Ha mostrato il cuore caldo della vasta maggioranza della gente."

Florin Fekete, che settimana scorsa è ritornato in Romania con sua moglie e due figli, ha detto: "Qui non c'è lavoro. La vita a Belfast era buona, [...] ma non potevo rischiare la vita della mia famiglia. Ho chiesto a qualcuno che ci attaccava: Cosa avete contro di noi? La risposta è stata: Vi odiamo perché siete zingari".

Un uomo di 21 anni ed un ragazzo di 15 sono stati accusati per gli attacchi, iniziati oltre tre settimana fa.

 
Di Fabrizio (del 21/04/2009 @ 09:22:17 in media, visitato 1778 volte)

Da British_Roma

Travellers’ Times l'unica rivista nazionale per i 300.000 Zingari e Viaggianti di Bretagna, diventa più veloce, più forte e più grande.

TT Online lanciato nella Giornata Internazionale dei Rom - 8 aprile 2009 - con notizie, film, radio, cultura e commenti di, per e sulle comunità britanniche Rom e Viaggianti.

Il nuovo sito web (cliccare sull'immagine ndr) è stato sviluppato da The Rural Media Company, col finanziamento del Dipartimento per l'Infanzia, le Scuole e le Famiglie.

"Se la gente commercia su Ebay o si tiene in contatto attraverso Bebo o savvychavvy.com, e con sempre più di noi che adoperano internet, è tempo di avere uno spazio web che dia, ai nostri punti di vista, giustizia", dice Jake Bowers, il giornalista romanì, che è il nuovo direttore di TT Online.

Il sito offrirà un alto livello di interattività: opportunità per i giovani di mostrare i propri successi, le proprie musiche e fotografie; per genitori ed insegnanti di trovare e vedere risorse scolastiche sulla storia e cultura dei Viaggianti; per i Viaggianti di mantenersi aggiornati su notizie, sanità e tematiche legali; per il pubblico settore di trovare di più su questa comunità incompresa e un modo di comunicare direttamente con loro via editoriale ed inserzioni.

"Se tutti gli Zingari e Viaggianti si riunissero in un posto, saremmo un città delle dimensioni di Cardiff, Nottingham o Belfast." scrive Jake Bowers, "ma non siamo in un posto solo (per fortuna, direbbe qualcuno!). Per lo meno, avremmo un nostro proprio giornale e una stazione radio locale. TT Online sarà una combinazione di tutte queste cose ed anche di più."

[...]

 
Di Fabrizio (del 24/08/2009 @ 09:16:40 in lavoro, visitato 2437 volte)

Da British_Roma (leggere anche QUI)

La battaglia per il lavoro alimenta la xenofobia in Irlanda del Nord By Andras Gergely

BELFAST Martedì 18 agosto 2009 - "Corpi estranei" che vengono dall'Europa dell'Est per cercare lavoro, sono un nuovo avversario per Alan Skey, ex militante che dopo oltre un decennio dalla pace stabilita per l'Irlanda del Nord è stato rilasciato dalla prigione di Maze.

In piedi accanto al murale di un uomo mascherato armato di fucile che segna l'ingresso alla "Zona centrale lealista di Belfast Sud", Skey - che ha lottato per mantenere la provincia come parte del Regno Unito - elogia il processo di pace e rivela un nuovo nervo scoperto.

"Non possiamo lavorare nella nostra città. Non abbiamo lottato per questo," dice Skey, che ha passato 16 anni in prigione prima di essere liberato per i termine dell'accordo di pace Good Friday del 1998.

"Ho lottato per far continuare a sventolare la bandiera britannica. Ora i lealisti ed i repubblicani sono oppressi nel loro stesso paese a causa di corpi estranei."

Storicamente, erano i migranti economici della più grande Repubblica d'Irlanda cattolica che agitavano i rumori della comunità protestante. Il sud, una "Tigre Celtica" fin quando non è stata colpita dalla crisi del credito, è ora la zona dell'euro più debole.

Ciò nonostante, i "corpi estranei" a cui si riferisce Skey sono lavoratori soprattutto dalla Polonia, Lituania e Romania. I suoi punti di vista sono radicali, ma circa il 50% degli intervistati di un sondaggio ritengono che i migranti sottraggano lavoro ai nati nell'Irlanda del Nord.

Su 1.215 adulti intervistati tra il 1 ottobre 2008 ed il 27 febbraio 2009 per la Queen's University di Belfast e l'Università dell'Ulster, solo il 38% è in disaccordo con l'asserzione: il 46% era a favore.

Il punto debole dei razzisti nord-irlandesi si è mostrato quest'estate.

A giugno bande di giovani, alcuni mostravano il saluto nazista, hanno obbligato circa 100 Rom rumeni, incluso un neonato, a lasciare le loro case a Belfast.

Questo ha evocato scene di intensificata violenza dell'Europa dell'Est contro i Rom, inclusi attacchi con bombe molotov, granate e fucili in Ungheria, che hanno ucciso una mezza dozzina di persone negli ultimi 18 mesi, con violenze sporadiche dappertutto.

A marzo, dopo scontri tra tifoserie rivali nella partita di calcio tra Polonia e Irlanda del Nord, circa 40 persone sono state costrette a lasciare un'area operaia lealista di Belfast, a causa delle intimidazioni.

L'accordo di pace del 1998 ha ridotto la violenza settaria che uccise 3.600 persone dagli anni '70, ed i più grandi gruppi paramilitari sia protestanti che cattolici hanno sotterrato le loro armi.

Ma gli assalti razzisti sono diventati, nelle parole di Naomi Long, sindaco di Belfast, la "macchia di vergogna" della provincia.

"In realtà il settarismo e il razzismo sono molto simili, malvagità gemellate dal pregiudizio e dall'intolleranza," ha detto Anna Lo, nata ad Hong Kong, l'unico membro dell'Assemblea Nord Irlandese di una minoranza etnica, che rappresenta il collegio elettorale di Belfast Sud.

Shock nel mercato del lavoro

La disoccupazione in Irlanda del Nord era al 6,7% in aprile-giugno, l'ultimo periodo per cui sono disponibili i dati del governo, inferiore ai livelli della GB e dell'Unione Europea.

D'altra parte, il numero dei 51.000 richiedenti l'assegno di disoccupazione a luglio, è quasi raddoppiato rispetto ad un anno fa: i dati mascherano un settore statale artificialmente gonfiato. L'Irlanda del Nord ha la più alta percentuale di lavoratori nel settore pubblico della GB - 30% di assunti nel 2005 contro il 20% o meno dell'Inghilterra Meridionale.

Economisti di Belfast dicono che L'Irlanda del Nord potrebbe attraversare una crisi ancora maggiore nel mercato del lavoro, dato che la pressione fiscale obbliga Londra a tagliare i sussidi che sostengono la sovradimensionata burocrazie della provincia.

"Il prossimo governo dovrà aumentare i tagli alla spesa pubblica e l'Irlanda del Nord non l'ha mai sperimentato prima," dice Richard Ramsey, economista della Ulster Bank.

La ricerca delle università ha mostrato che il 22% degli intervistati non vorrebbe avere amici dell'Europa dell'Est ed ancor meno approverebbero il matrimonio con un familiare.

"La maggior parte dei miei amici è già tornata in Polonia, a causa degli attacchi e della crisi economica," ha detto Robert Kowalski, 26 anni, parlando da una casa a Belfast Nord dove s'è rifugiato dopo che la sua casa era stata assaltata in seguito alla partita di calcio a marzo.

"Mantenete chiuse le loro bocche"

Uno su cinque degli intervistati in un'intervista separata della Equality Commission for Northern Ireland nel 2008 diceva di provare sentimenti negativi verso i migranti dall'Est Europa e quasi un quarto che le minoranze etniche o razziali erano i gruppi trattati più ingiustamente nella provincia.

Questo comparato al 5% che dice che i peggio trattati erano i cattolici, la minoranza la cui situazione fu al centro della precedente campagna militare dell'Esercito Repubblicano Irlandese.

"Io stesso sono stata un bersaglio con una telefonata alla polizia (dicendo che)... la mia casa era stata incendiata," dice Lo.

Molti degli attacchi contro stranieri sono stati perpetrati nei quartieri protestanti impoveriti come quello di Belfast Sud di Skey. Gli irlandesi del nord cattolici sono generalmente più aperti verso gli stranieri, secondo la ricerca delle università.

Anche tra i cattolici, d'altra parte, non molti di più accetterebbero come parente diretto un musulmano o un viaggiante irlandese.

Il sondaggio mostra che i nord irlandesi sono meno ostili verso gli oltre 15.000 cinesi che formavano la più grande minoranza etnica prima che l'allargamento UE permettesse agli europei dell'est - inclusi oltre 10.000 lituani - di arrivare.

Patrick Yu, a capo del Consiglio Nord Irlandese per le Minoranze Etniche, ha detto che i cinesi si sono tradizionalmente concentrati sui loro affari e subivano tranquillamente le estorsioni al culmine dei conflitti settari paramilitari.

"Tengono la bocca chiusa, non fanno questioni, è per questo che hanno meno problemi," ha detto Yu, che da Hong Kong è arrivato a Belfast e ha fatto una campagna perché in Irlanda del Nord fossero applicate leggi contro le discriminazioni.

Furono implementate nel 1997, due decadi dopo le altre parti della GB.

Molti est europei contattati da Reuter attraverso network online ed i sindacati, hanno detto di non aver intenzione di partire, alcuni citano le discriminazioni e patimenti per le minoranze come i Rom nell'Europa Orientale.

"Dico a tutti che vale la pena venire a Belfast, è un posto davvero vivibile," dice Bernadett Haasz, insegnante di Budapest che lavora per un'emittente di Belfast.

"Bisogna sapere in quale quartiere trasferirsi, ma questo vale per tutte le città."

(Additional reporting by Ashley Beston in Dublin; Editing by Sara Ledwith)

 
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Mantova, una serata di cultura sinta
La Missione Evangelica Zigana, in collaborazione con l’Istituto di Cultura Sinta, invita tutti all’evento culturale che si terrà a Mantova, lunedì 29 giugno 2009, dalle ore 20.30, in viale Learco Guerra (località Migliaretto)...

Nel deserto dei valori non c'è pietà - parte 2
A nulla è servito ricordare che cinquant’anni fa i marocchini eravamo noi. Che i nostri uomini nelle stazioni svizzere avevano sale d’aspetto separate. Che i tedeschi o i francesi dicevano degli italiani esattamente le stesse cose che oggi noi diciamo dei curdi. Che d...

 
Di Fabrizio (del 17/03/2006 @ 08:44:05 in Kumpanija, visitato 2106 volte)
Merry st. Patrick Day!!

Dipinto su un muro a Rosnareen Park, Andersontown Belfast, e tuttora esistente.
Foto tratta da Conflict and Politics in Northern Ireland

Si aggiunge:
May you always have...
Walls for the winds
A roof for the rain
Tea beside the fire
Laughter to cheer you
Those you love near you
And all your heart might desire.
Blessings,

Valery Novoselsky
Editor of Roma Virtual Network.
Galilee, Holy Land

(dopodiché, Ashok manda i suoi auguri, per una festa dall'India di cui ignoro tutto. Grazie lo stesso)
 

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