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Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.

Ricerca articoli per Transnistria

Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 10:55:51 in conflitti, visitato 2028 volte)

Una segnalazione da Andrea Zanardo

Forward, la più importante rivista ebraica americana, ha dedicato un articolo allo sterminio dei Rom e alla battaglia dei Rom rumeni per i risarcimenti

L'Olocausto Zingaro
Gli altri Nomadi iniziano a ricordare
Nathaniel Popper | Fri. Oct 13, 2006

Come appartenente ad una delle preminenti famiglie Zingare, Luminita Cioaba avrebbe facilmente dovuto seguire le tracce degli antenati nomadi. Ma non erano le sue.

Quando suo padre - che è conosciuto come Re degli Zingari - stava programmando il suo matrimonio di ragazza, lei era occupata in biblioteca, ad imparare a leggere e scrivere il rumeno: una minaccia al "circolo della vita Romani". Poi, quando le sue coetanee partorivano, Luminita era a Bucarest, cercando una rivista che pubblicasse le sue poesie.

Ora, Luminita sta rompendo con un'altra tradizione, occupandosi del fato del suo popolo durante l'Olocausto. Alcune centinaia di migliaia di Rom furono uccisi dai nazisti e dai loro alleati durante la II Guerra Mondiale, ma contrariamente alle preoccupazioni ebraiche su quel periodo, i leaders Rom dell'Europa dell'Est - dove si stima vivano 5 milioni di Rom - sono rimasti relativamente silenziosi sulle sofferenze del loro popolo durante l'Olocausto.

Nel tentativo di cambiare, Luminita ha impiegato gli ultimi due anni collezionando testimonianze orali dagli anziani che furono deportati nella regione ucraina della Transnistria dal governo rumeno alleato dei nazisti. I frutti del suo lavoro sono stati presentati settimana scorsa ad una conferenza a Sibiu, la città dove vive con suo fratello. Durante la conferenza, a cui hanno presa parte attivisti romanì di tutta Europa, ha distribuito un libro contenente le testimonianze raccolte e presentando il film "Frattura Romani", da lei realizzato sulla tragedia del suo popolo.

"Ho cominciato da sola, e attualmente lo sono ancora o quasi," ha detto durante una pausa della conferenza, intitolata "I Sopravvissuti Rom in Cerca della Verità."

In passato, una manciata di studiosi si era occupato dell'Olocausto Romani, ma quello di Cioba dovrebbe essere la prima [conferenza] organizzata da e per i Rom, ed appare evidente che un altro passo è stato compiuto, vedendo i superstiti alternarsi sul palco ad attivisti e uomini d'affari di origine Rom. Sessantacinque anni dopo l'Olocausto la conferenza ha anche sottolineato che i Rom, in molte aree - popolo eternamente degradato e senza stato - hanno molto difficoltà in queste prime fasi di memorizzazione della tragedia. [...] Una relativa apatia da parte dei governi europei - il governo rumeno non ha mandato alcun rappresentante ufficiale, nonostante fosse stato invitato. Si aggiunga la natura composita della comunità romani, come pure la mancanza di istituzioni culturali romani.

"C'è una sorta di negazionismo da parte dei leaders romani," dice Dana Varga, consulente della presidenza per gli affari rom, lei stessa rom. "I nostri problemi sociali sono così seri ed urgenti, che le questioni storiche non diventeranno mai argomenti di discussione."

Data la relativa mancanza di ricerche, i dati sulla situazione dei Rom durante la II guerra mondiale non sono lontanamente paragonabili col materiale elaborato sull'Olocausto ebraico. Gli storici ritengono che una cifra tra 100.000 e un milione di Rom furono uccisi nell'epoca nazista, con differenti metodi in differenti parti d'Europa.

Il fato dei Rom di Romania è stato illustrato nella conferenza di settimana scorsa da Jean Ancel, un ricercatore israeliano. Ha detto che nell'ottobre 1942 il regime rumeno sequestrò i Rom sedentari -che non vivevano in carovane nomadiche - per deportarli in Transnistria, una regione dell'Ucraina occidentale dove furono deportati anche gli Ebrei. Ancel stima che 26.000 Rom rumeni furono deportati adoperando i loro stessi cavalli e carri, che furon poi sequestrati una volta attraversato il fiume Dniester. Nei due anni successivi i Rom vennero tenuti in fattorie collettive a lavorare forzatamente e morire, similarmente agli Ebrei della regione.

"L'intenzione era di vedere morire entrambe, per purificare la nazione rumena," dice Ancel.

Ancel dice che anche se il numero degli Ebrei uccisi in Transnistria fu molto più alto, in un certo senso la condizione dei Rom era peggiore, perché non avevano alle spalle nessuna organizzazione che curasse i loro interessi. I casi di cannibalismo e di violenza sistematica di cui è venuto a conoscenza attraverso le testimonianze dei sopravvissuti non erano dissimili a quanto incontrato nella sua ricerca sugli Ebrei.

Il contributo di Ancel è di per se stesso testimonianza della mancanza di collegamento con la storia della comunità Rom. Ancel dice che non ha mai incontrato uno storico romani impegnato sull'argomento e che la sua relazione nasce come collaterale al suo lavoro sull'Olocausto Ebreo.

Dice "Sono contento che mi abbiano chiamato qui, ma è un loro dovere [quello di studiarlo]. Sinora c'è stata una rimozione completa di questa tragedia."

La presentazione dell'Olocausto dei Rom ha sollevato anche tensioni e frustrazioni: "Non so niente della mia storia, e adesso devo sentirla da gente estranea -saranno anche professionisti, ma non sono Rom," dice Zoran Dimv, giornalista romani dalla Macedonia. "E' come se non sapessi chi sono. Come posso raccontare la nostra propria storia?"

Per le strade di Turnisor, il quartiere romani di Sibiu, emerge la mancanza della coscienza storica durante le interviste agli abitanti più giovani. Per le sporche strade del quartiere, i giovani bighellonano dicendo che non sanno niente su quello che successe ai Rom durante la II guerra mondiale.

"Solo gli anziani si siedono assieme e parlano del passato," dice Dorin Mihai, diciasettenne durante una pausa di una partita a calcio. Lui non ha mai studiato la storia del suo popolo a scuola.

"Sono giovane, ho da fare," continua. "Non ho il tempo di parlare con i più vecchi."

Poco distante, all'hotel Imperatore Romano, c'è solo una persona sotto i trent'anni sta seguendo la conferenza. Si chiama Florin Priboi, coordinatore del dipartimento giovani del Centro Romani di Bucarest. Ha 20 anni  e dice che la sola ragione per cui è venuto a conoscenza dell'Olocausto dei Rom, è stata perché la sua famiglia scelse di vivere distante dalla cultura Romani, dove le pressioni sociali sono differenti.

"I giovani hanno la responsabilità di sapere, ma hanno altre priorità: il lavoro, sposarsi da giovani, ecc." dice Priboi, studente all'Università di Bucarest. "Io non sono della stessa opinione."

Ci sono segnali che qualcosa inizia a cambiare. Oltre il lavoro di Cioaba, gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di iniziative sull'Olocausto Romani. Il mercoledì precedente la conferenza di Sibiu, attivisti Rom tedeschi annunciarono a New York i progetti per costruire un memoriale sull'Olocausto dei Rom entro il prossimo gennaio. Sempre quest'anno, le organizzazioni dei diritti dei Rom in Romania, hanno introdotto una legislazione che spinga all'inclusione dell'Olocausto dei Rom nei programmi scolastici.

Michelle Kelso, che insegna sociologia all'Università del Michigan e che ha girato un film sull'Olocausto dei Rom, dice che quando iniziò dieci anni fa, non incontrò alcun interesse da parte dei leaders romani. "Erano impegnati con troppe altre questioni, come gli abusi della polizia," racconta. Ma, aggiunge, la situazione è cambiata negli ultimi anni e il suo lavoro ha trovato una audience più ricettiva.

Durante la conferenza, è stato chiaro che una ragione di interesse è stata l'ovvia frustrazione per i miliardi di dollari destinati alla riparazione dell'Olocausto ebraico, mentre niente o quasi è andato ai sopravissuti Rom. Un giudice americano ha stimato in $ 60 miliardi destinati all'Olocausto e alle riparazione della II guerra mondiale, solo $ 35 milioni sono andati ai Rom.

Il film girato da Michelle Kelsooffre qualche spiegazione su questa disparità Mentre le famiglie ebree spesso possedevano un inventario delle loro proprietà prima della guerra, pochi Rom avevano una documentazione simile. Anche chi ne era in possesso, raramente sapeva leggere e scrivere, o cavarsela con i complicati moduli per la compensazione.

Una dei Rom superstiti, Rozalia Iacob - 79 anni, racconta che per sette anni ha cercato di ottenere una compensazione dal governo tedesco per i due anni passati in Transnistria, dove vide sua sorella fucilata. Rozalia Iacob in un sacchetto stracciato di plastica gialla porta tutti i documenti spediti e ricevuti dal governo tedesco. Per pagare i documenti inviati, continua, dovette vendere i suoi maiali, ma lo stesso non ottenne risposta. Sembra che la sua richiesta sia stata rigettata perché il cognome indicato negli atti fosse differente da quello da sposata.

"Era tutto in ordine. Avevo le prove materiali che ero stata là - che era successo a me - e mi hanno ignorata," dice Rozalia Iacob, che vive nei dintorni di Sibiu. "Cosa posso farci?"

Nella sessione finale della conferenza, un giornalista ha letto un elenco di risoluzioni da adottare. Tra queste la richiesta di sforzi legali perché i sopravvissuti  ottengano un compenso. Ma la lista è stata dominata da preoccupazioni più terra terra, come individuare il numero preciso degli uccisi e la ricerca di documenti che possano testimoniare il destino dei Rom. Anche per i sopravvissuti come Iacob, c'è incertezza su cosa avvenne precisamente oltre mezzo secolo fa.

"Ho sentito storie sulla difficile vita degli altri Rom in altri paesi - ma in realtànon so niente di loro," dice Iacob. "La gente racconta - ma io non so cosa accadde."

Nathaniel Popper traveled to Romania on a World Affairs Journalism Fellowship administered by the International Center for Journalists. The Fellowship is funded by the Ethics and Excellence in Journalism Foundation.
 

 
Di Fabrizio (del 20/10/2006 @ 10:35:08 in musica e parole, visitato 1715 volte)

SIBIU - Luminita Mihai Cioaba, nota scrittrice rom, ha presentato un nuovo libro dal titolo "Romane Asva - Lacrimi rome" (vedi articolo precedente).

Il volume ha 13 capitoli con confessioni originali e scioccanti dei Rom sopravvissuti alla deportazione in Transnistria nel 1942-1943. Questo lavoro è stato finanziato dalla rappresentanza UNICEF in Romania con i fondi del Comitato Nazionale Tedesco dell'UNICEF ed è indirizzato particolarmente ad insegnanti e studenti, rom e no.

[...] Il libro è bilingue, in rumeno e romanès. Il ricercatore israeliano Jean Ancel ha scritto la presentazione, dal titolo "Tragedia romilor si tragedia evreilor din Romania: asemanari si deosebiri" (La tragedia dei Rom e degli Ebrei in Romania: similitudini e differenze).

Fonte: Romanian_Roma

 
Di Fabrizio (del 07/08/2006 @ 10:23:56 in conflitti, visitato 1750 volte)

Ricordando i 2.898 Rom periti nelle camere a gas di Auschwitz nella notte tra il 2 e il 3 agosto, l'organizzazione Romani Criss chiede di erigere un monumento alla memoria nella capitale Bucarest ed in Transnistria, dove migliaia di Rom morirono nei campi di concentramento. In una lettera inviata a due ministri - Adrian Iorgulescu e Mihail Hardau - la direttrice di Romani Criss, Margareta Matache, chiede un impegno del governo nel creare un memoriale. Ha ricordato che i nazisti consideravano i Rom e gli Ebrei come razze inferiori, e la loro uccisione l'unica soluzione. I nazisti e i loro alleati uccisero il 90% della popolazione Rom, in Germania, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Jugoslavia e Romania - tra 250.0000 e 500.000 uomini, donne e bambini.

Copyright (c) 2006. UCSJ. All rights reserved.

 
Di Fabrizio (del 16/04/2008 @ 09:38:49 in conflitti, visitato 2800 volte)

Da Romanian_Roma

La minoranza Rom in Moldavia ha protestato contro la discriminazione razziale nel centro della capitale Chisinau. La maggioranza dei Rom non mostra la sua vera identità per le persecuzioni e discriminazioni. Durante la II guerra mondiale vennero deportati nei campi di concentramento in Transnistria.

CHISINAU (Tiraspol Times) - Il giorno 8 aprile, centinaia di Rom hanno protestato nel centro di Chisinau, contro la discriminazione razziale.

La marcia di protesta era organizzata dal Centro Nazionale Rom per far crescere la consapevolezza della maggioranza della popolazione sui problemi socio-economici che questa etnia affronta ogni giorno. La marcia è partita alle 11.00 dalla piazza dell'Opera - Stefan cel Mare si Sfint bd.

Afferma l'associazione Dzeno che nella comunità Rom non c'è accesso all'acqua potabile e spesso sono disconnessi dall'uso dell'energia elettrica, sono soggetti a trattamenti violenti da parte dei poliziotti.

Dice Nicolae Radita, presidente del Centro Nazionale Rom: "La discriminazione è un fenomeno che si incontra nelle scuole, negli istituti medici ed in altri posti pubblici. Gli uomini non trovano lavoro, gli anziani no ricevono alcun aiuto o pensione ed i bambini non frequentano la scuola o l'abbandonano."

"Queste persone soffrono di differenti disagi a causa delle precarie condizioni di vita e la mancanza di risorse materiali. Non potendo assicurare trattamenti per tempo, spesso muoiono presto," ha aggiunto. "Dopo 17 anni di indipendenza della Moldavia, la situazione di questo popolo non è cambiata in meglio."

Durante la marcia, il Centro Nazionale Rom ha indirizzato una lettera di protesta alle autorità pubbliche, chiedendo al governo di migliorare la situazione dei Rom e la loro partecipazione nei processi decisionali.

I Rom rimangono al minoranza più perseguitata d'Europa. I governi hanno tentato di sedentarizzarli forzatamente, spesso senza successo e con risultati negativi.

Secondo la principale organizzazione dei Rom di Moldavia, i Rom della repubblica ancora hanno a che fare con persecuzioni, marginalizzazione ed esclusione sociale in tutte le sfere della vita pubblica.

I loro diritti continuano sino ad oggi ad essere infranti, le discriminazioni istituzionali posizionano il loro livello di sviluppo al gradino più basso sulla strada della sparizione o dell'assimilazione.

Dopo lo sradicamento e la campagna di sterminio nella II guerra mondiale, la Moldavia conta ora 200.000 Rom che rappresentano circa il 7% della popolazione totale (esclusa la Transnistria, che ha una differente composizione etnica e un diverso retroterra dalla Moldavia stessa).

I leaders della comunità dicono che pochi Rom scoprono la loro origine etnica per paura di discriminazioni.

"Davvero pochi Rom svelerebbero la loro origine etnica, e la ragione principale è che hanno paura delle discriminazioni," dice Dumitru Danu, un leader dei Rom moldavi.

Dumitru Danu, presidente dell'Associazione Rom Moldavi, dice che una gran parte dei Rom si identifica come Moldavi/Rumeni oppure Russi, a causa dei pregiudizi e dell'indifferenza verso i Rom. In realtà il numero dei Rom è maggiore di quanto mostrino i dati ufficiali, afferma Danu.

Prima della II guerra mondiale, oltre il doppio dei Rom viveva in Moldavia, che al tempo era parte della Romania. Durante la guerra, furono deportati nei campi di concentramento nella "Transnistria" occupata, che era una repubblica autonoma e non parte della Romania. Durante la collaborazione nazi/rumena nella II guerra mndiale, oltre 500.000 Rom furono uccisi  nell'olocausto Rom - conosciuto come Porajmos - dove furono deliberatamente spostati ad est del fiume Dniepr e così fuori dai normali confini etnico-storici della Moldavia/Romania.

 
Di Fabrizio (del 27/06/2009 @ 09:34:42 in Europa, visitato 2203 volte)

Da Romanian_Roma (Non mi importa se le loro richieste possano apparire strampalate, finalmente dei Rom che non si nascondono!)

di Mihaela Dumitrascu – Divers.ro

22/06/09 - Uomini con cappelli e baffi e donne con gonne colorate. Non più giovani, ma determinati. Chiedono i loro diritti e non mendicano una grazia. Questo è come questa settimana si è manifestata davanti al Governo la protesta dei Rom tradizionali.

Martedì 16 giugno, circa 200 Rom tradizionali sono scesi in strada, protestando contro le politiche sulle minoranze del governo rumeno. In un promemoria indirizzato al Primo Ministro Emil Boc, i Rom hanno chiesto il rispetto dei diritti del gruppo etnico, e nel contempo hanno chiesto la restituzione dei beni confiscati alle famiglie deportate in Transnistria (vedi QUI ndr).

"A partire dal 2001, i Rom sono stati oggetto di diverse politiche pubbliche: le strategie del Governo, il Programma Nazionale contro l'Impoverimento e per l'Inclusione Sociali ed il Promemoria Comune per l'Inclusione Sociale," dice il documento rilasciato dal Comitato Europeo dei Rom Krisinitor (giudici ndr), iniziatori della protesta.

Le mete di queste politiche sono il miglioramento della situazione dei Rom, la riduzione dell'impoverimento e dell'esclusione sociale, la promozione continua della società coesiva ed inclusiva, tutte collegate al Piano Nazionale di Sviluppo 2007 - 2013.

Ma "dopo 17 anni di strategie, politiche di inclusione per i Rom, programmi di azione e progetti per migliorare la loro situazione, la minoranza rom continua ad affondare nel circolo vizioso dell'esclusione sociale," hanno dichiarato i sottoscrittori del Promemoria.

Così è successo che il 16 giugno, quando vengono ricordati i 67 anni dell'Olocausto Rom in Romania, circa 200 rappresentanti delle comunità tradizionali di questa minoranza etnica, si sono riuniti per protestare di fronte al Museo Grigore Antipa di Bucarest.

Le richieste dei Rom: strade, elettricità, lavoro...

Spiega Istrate Bratianu, un anziano Rom di Matasari: "Ha detto che andranno dal sindaco, installeranno l'elettricità, ci daranno assistenza per la disoccupazione, ci ritorneranno l'oro che non è stato pagato."

"Il nostro oro che è rimasto là, perché non ce lo ridanno? Era dei nostri antenati che hanno sofferto..." geme una donna vicino lui.

I Rom dicono di non avere bisogno di lavoro, ma vogliono che le loro richieste vengano prese in considerazione. "Non abbiamo bisogno di lavoro, abbiamo da lavorare. Lavoriamo il rame, facciamo pentole, ma abbiamo bisogno di aiuti per la disoccupazione. Per cinque anni non l'abbiamo ricevuta. E poi nel nostro villaggio non c'è una strada," spiega Istrate Bratianu.

Il promemoria ha proposto al governo rumeno una lista di azioni urgenti per indirizzare i problemi delle comunità tradizionali e semi-nomadi, specificando che i problemi di queste comunità non sono affrontati da nessun programma di inclusione sociale. Le richieste sono:

  • La creazione di una Commissione Nazionale per i Rom, che dovrebbe adottare un Rapporto annuale di Monitoraggio sull'Inclusione delle Comunità Tradizionali e Semi-Nomadi nelle azioni delle politiche pubbliche per i prossimi anni.
  • Trovare soluzioni per la migrazione dei Rom in Europa, installando alcuni Centri di Documentazione nei paesi dove sono emigrati dalla Romania un significativo numero di Rom, e pure alcuni Osservatori Regionali di Controllo sulla Migrazione.
  • Promulgare lo status ed il ruolo dell'istituzione del Krisinator (giudice nella "Legge Zingara"/Rromanipen), adottando l'Ordinanza di Legge n. 192/16.05.2006 sulla mediazione e la professione del mediatore.
  • Favorire il viaggiare stagionale dei Rom nomadi per le attività di artigianato, così pure il funzionamento flessibile delle fiere e la creazione di un circuito di "commercio equo" ad hoc.
  • Adattare il sistema d'istruzione rumeno ai metodi specifici per le comunità bilingue, secondo gli standard internazionali.
  • Iniziare un programma nazionale che consideri la situazione dei Rom senza casa, che comprenda la registrazione catastale delle case nei campi rom e la creazione di una rete di camping temporanei
  • Organizzare presidi medici mobili nelle comunità tradizionali e semi-nomadi.
 
Di Fabrizio (del 05/07/2007 @ 09:34:21 in media, visitato 2137 volte)

TIRASPOL (Tiraspol Times) - Un nuovo documentario intitolato "O Krisinitori" descrive la vita di un Rom sopravissuto all'Olocausto nella cosiddetta Transinistra durante la II guerra mondiale.

L'attuale piccola Pridnestrovskaia Moldavskaia Respublica, fu l'area del più grande campo di concentramento in termini di estensione geografica. Invasa dalla Romania con i suoi alleati nazisti, fu adoperata come area di deportazione per Ebrei e Rom.

"Il giudice"/"O Krisinitori" è un film sulla vita reale di un sopravissuto all'Olocausto che viveva nella città di Tg. Jiu, deportato nel Transdniester - chiamato Transnistria dagli occupanti Rumeni - dal 1942 al 1944.

Il film verrà presentato l'11 e 14 luglio 2007, nei "Giorni di Cultura Zingara" che avranno luogo a Zurigo in Svizzera.

Marin Constantin chiamato "Suta" ha 69 anni, un giudice della tradizionale comunità Rom, che ha vissuto tutta la sua vita nello spirito della giustizia. E' colui che "porta pace nella comunità". L'azione del film si sviluppa attraverso il protagonista, ma incrocia le testimonianze delle sorelle Rabedea e Maria - spesso circondate da nipoti -ascoltando le testimonianze dei deportati e le storie sulle ingiustizie patite.

Lo spettatore può assistere ad un vero caso di giustizia tradizionale Rom "Romano Kris", più precisamente il modo in cui il giudice "Suta" ristabilisce la pace assieme ad altri, in una famiglia Rom di Oravita.

Campagna anti-discriminatoria

Il nuovo lavoro è una coproduzione di Tumende TV e TV Productive International, diretta da Laurentiu Calciu, ed è promosso attraverso una campagna antidiscriminatoria in tutta la Romania.

Questa campagna è necessaria perché la discriminazione razziale è ancora un profondo problema in Romania e Moldavia, con un numero indefinito di bambini che soffrono il razzismo.

La pratica di sistemare gli studenti Rom in classi e scuole segregate rimane diffusa in Romania e Moldavia. In Romania, molti bambini Rom sono stati incanalati in scuole solo per Rom che offrono una inferiore qualità e talvolta on povere condizioni fisiche. Questo è documentato in un nuovo rapporto dell'Open Society Institute - EU Monitoring and Advocacy Program (EUMAP) uscito all'inizio dell'anno. E' anche diffusa la segregazione illegale, i bambini sono segregati in classi di solo Rom o a predominanza Rom, secondo il rapporto "Uguale accesso all'educazione di qualità per i Rom".

Amnesty International ha condannato il razzismo e le persecuzioni di governo e polizia. Lo stesso tipo di razzismo governativo portò la Romania all'Olocausto in Transnistria e alla sua controparte, il Porajmos.

Il Porajmos, letteralmente Divoramento, è un termine coniato dal popolo Rom per descrivere il tentativo del regime nazista per sterminare il popolo Rom europeo durante l'Olocausto.

Secondo testimonianze di testimoni ebrei e nazisti, spesso i Rom mandati ai campi di concentramento soffrivano più degli Ebrei. In alcune circostanze i nazisti erano talmente sgomentati che li uccidevano appena sbarcati dal treno.

Anche il governo rumeno, alleato del nazismo, contribuì al piano di sterminio. Il governo di Ion Antonescu [...] deportò in Transnistria 25.000 Rom, di cui 11.000 non fecero ritorno.

DIVERS

 
Di Fabrizio (del 23/10/2009 @ 09:04:02 in Europa, visitato 1457 volte)

Da Romanian_Roma

21 ottobre 2009, BERLINO (JTA) - Circa 70.000 reclami dei sopravvissuti all'Olocausto, rifiutati dalla Sicurezza Sociale Tedesca, stanno per essere riaperti.

Un gruppo di controllo stabilito dalla Conferenza sui Reclami e dal Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali tedesco controllerà i reclami rigettati sin dal 2002, con il reclamo più vecchio processato per primo, secondo quanto dichiarato martedì dalla Conferenza sui Reclami.

La ri-valutazione segue ad anni di pressioni e tre decisioni del tribunale quest'estate, che liberalizzavano i criteri di pagamento per la legge del 2002 sulle "pensioni del ghetto", che si applica ai sopravvissuti ai ghetti occupati od incorporati dai nazisti per il "lavoro volontario e remunerato".

La Conferenza sui Reclami, che non processa o amministra i reclami, si è unita ad altre organizzazioni dei sopravvissuti, per chiedere dei cambiamenti, dato che "l'interpretazione inconsistente o eccessivamente letterale dei criteri di eleggibilità da parte delle autorità tedesche, portava ad un esteso diniego dei reclami."

Da ora in poi, il tipo di pagamento ricevuto per il lavoro nei ghetti - denaro, cibo o vestiti - non sarà più un fattore decisivo, anche se la remunerazione non è stata fornita direttamente al richiedente. Inoltre, verranno coperti anche i ghetti in Transnistria.

Soltanto quanti già ricevono una pensione possono ricorrere in forma scritta se ritengono di doverla aggiornare.

Ulteriori informazioni (in inglese ndr) disponibili su Claims Conference Web site.

 
Di Fabrizio (del 21/10/2005 @ 05:23:10 in conflitti, visitato 2547 volte)

da: Romanian_Roma

19 Ottobre 2005 - Lettera aperta a Traian Basescu, presidente della Romania

Spettabile presidente,

Le scriviamo oggi per esprimere la nostra preoccupazione in merito alla promulgazione dell'Ordinanza Governativa d'Emergenza n. 31 del 2002, che vieta organizzazioni e simboli fascisti, razzisti o xenofobi, come pure l'apologia di persone resesi colpevoli di crimini contro la pace e l'umanità.

Siamo consci dell'interesse da Lei mostrato come presidente, riguardo l'Olocausto e le sue conseguenze, come riportato nel rapporto del Comitato Internazionale per lo Studio dell'Olocausto. Per questa ragione richiamiamola Sua attenzione di quanto riportato nella bozza dell'ordinanza; all'articolo 2 lettera d, l'Olocausto viene definito come: "Persecuzione sistematica ed annichilimento operata dallo stato, degli Ebrei Europei, condotta dalla Germania nazista e dai suoi alleati e collaborazionisti tra il 1933 e il 1945".

Come stabilito dal Comitato Internazionale per lo Studio dell'Olocausto, durante il regime di Antonescu, tanto gli Ebrei che i Rom furono vittime dell'Olocausto e delle deportazioni in Transnistria.

Consideriamo perciò offensivo che nella bozza non vengano menzionati i Rom come vittime dell'Olocausto. Questo può avere serie conseguenza negli sforzi della Romania di aderire ai principi europei di riconciliarsi con la propria storia. Inoltre, l'assenza di una menzione ai Rom, li esclude da ogni discussione sull'Olocausto e rende impossibile ai cittadini rumeni di ricevere un'adeguata informazione su cosa successe. Per finire, un testo simile esclude i Rom dalle cause di compensazioni per le persecuzioni subite.

Le chiediamo perciò di modificare la definizione di Olocausto, così che anche i Rom siano riconosciuti tra le vittime.

Nella speranza che Lei voglia considerare il nostro suggerimento, voglia ricevere i nostri più sentiti ringraziamenti.

Firmatari (è possibile aggiungere la propria adesione, comunicandola direttamente a Ciprian Necula  ciprian@mma.ro):

Mariea Ionescu, Secretary of State, President of the National Agency for the Roma 

Adrian Cioroianu, Senator, National Liberal Party 

Livia Jaroka, Member of the European Parliament

Viktoria Mohacsi, Member of the European Parliament

Els de Groen, Member of the European Parliament

Felicia Waldman, Goldstein Goren Center for Jewish Studies, University of Bucharest 

Mircea Toma, Media Monitoring Agency - Academia Catavencu 

Gheorghe Sarau, PhD, Counselor, Ministry of Education and Research, Associate Prof., Faculty of Foreign Languages and Literatures, University of Bucharest 

Valeriu Nicolae, European Roma Information Office 

Ian Hancock, former representative of the Roma at the Holocaust Museum in Washington, Prof. University of Texas 

Delia Grigore, PhD, Lecturer, Faculty of Foreign Languages and Literatures, University of Bucharest

Sorin Cace, Institute for Quality of Life 

Gelu Duminica, “Impreuna” Agency for Community Development 

Magda Matache, Romani CRISS 

Florin Botonogu, Association for Civic Education and Dialogue

Ciprian Necula, Media Monitoring Agency - Academia Catavencu 

Viorica Gotu, Counselor for Roma issues, Galati County

Petrica Corneliu Ionel, President of Social Democratic Roma Party, Galati 

Nica Maricica, Organization of Roma Mediators in Romania 

Petre Petcut, PhD student, Sorbonne University 

Petre Florin Manole, Social Democratic Roma Party

Costel Bercus, Executive Director, Romani CRISS 

Cristina Hurdubaia, Association for the Protection and Promotion of the Freedom of _Expression

Teodora Zabava, Media Monitoring Agency - Academia Catavencu 

Mihai Neacsu, “Amare Romentza” Association 

Simion Samir, Roma Association in Buzau 

Michelle Kelso, Director, Association for Civic Education and Dialogue

Ruxandra Radulescu, Assistant, PhD student, Faculty of Foreign Languages and Literatures, University of Bucharest

Dan Barbulescu, M.A. student, National School of Political Studies and Public Administration 

Valery Novoselsky, MP, International Romani Union. Editor of on-line Roma Virtual Network. Israel.

 
Di Fabrizio (del 02/06/2005 @ 00:22:23 in Europa, visitato 1830 volte)
L'associazione Thumende Valea-Jiului ha commemorato il 31 maggio scorso il 63° anniversario della deportazione dei Rom rumeni nella regione della Transnistria. La decisione fu presa dal governo collaborazionista rumeno durante l'occupazione nazista e costò ai Rom 11.000 morti, mai riconosciuti da nessuna autorità nazionale o internazionale.

Asociatia "Thumende" Valea Jiului
Str. Lucas Jeno Tiberiu, Bl. 1B, Ap. 10
Petrosani, cod 2675
Hunedoara
Romania
Tel. 004 0721 34 26 72
Tv parang Tel. 0245 543 676

Rif: Gli eredi delle vittime chiedono giustizia
 

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