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La redazione
-

Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/07/2009 @ 09:25:25, in media, visitato 2258 volte)

Una segnalazione di Betti

Sulla provincia pavese di oggi (ieri ndr) c'era la seguente intervista ad un assessore. In questo momento non ho tempo di andare a verificare quali sono le sue deleghe, ci provo domani. le trovate comunque sul sito del comune di Pavia, www.comune.pv.it

Nota. Quando ho ricevuto la notizia, ho cercato su Facebook il gruppo indicato: non esiste più (speriamo).

IL CASO/2 Trivi: "Ma io non ho nulla contro i Sinti"

PAVIA.
"Via i nomadi da Pavia": si chiama così il gruppo di Facebook, che, tra le altre, ha guadagnato l’adesione dell’assessore al Commercio Pietro Trivi.
Gruppo nel quale un altro "ospite" è andato oltre, prospettando un gesto eclatante: bruciare i campi nomadi.

Trivi, perchè ha aderito a questo gruppo?
"Non ho nulla contro gli zingari, la mia iscrizione è stata una goliardata".

In che senso?
"Non ero stato l’unico ad aderirvi. Era una cosa fatta per cortesia, per spirito di amicizia nei confronti di chi aveva avuto l’idea. Guardi, glielo assicuro, io non sono assolutamente intollerante".

Ma ora è assessore...
"Lo ripeto, non sono razzista. Anzi, le dirò di più: li ho anche difesi gratuitamente gli zingari quando si sono rivolti a me. Semmai anche in campagna elettorale ho ribadito la necessità di spostarli da piazzale Europa e via Bramante. Da tempo e da più parti si auspica una collocazione più consona".

Ma qualcuno nello stesso suo gruppo di Facebook parla di bruciare i campi nomadi...
"Mi dissocio assolutamente da una simile affermazione. Le assicuro che al più presto mi cancellerò da quel gruppo".

 
Di Fabrizio (del 08/07/2009 @ 09:33:57, in media, visitato 1973 volte)

Una segnalazione di Orietta Fossati a proposito di una nuova rivista in pubblicazione a Trieste

Nel quadro del controverso dibattito nazionale ed internazionale, da una parte, sulla possibilità/impossibilità d'integrazione dei migranti e delle sue eventuali modalità e, dall'altra, in presenza della complessità del processo d'integrazione, la maggior parte degli studi scientifici si focalizza sugli aspetti legali in un'ottica o marcatamente giuridica o marcatamente economica o sul tema dell'integrazione delle popolazioni migranti più "svantaggiate" in un'ottica di salvaguardia dei diritti umani. Questo approccio che caratterizza buona parte degli studi scientifici in materia rivela un paternalismo miserabilista-caritatevole, atteggiamento largamente diffuso non solo in ambito accademico ma anche tra coloro che si professano anti-razzisti.

"Temperanter", la rivista trimestrale di approfondimento edita dal "Centro Internazionale per le Ricerche e gli Studi Interculturali" (C.I.R.S.I.), si pone l'obiettivo di approfondire argomenti sociali e culturali di interesse nazionale ed internazionale nell'intento di mettere in discussione i luoghi comuni, gli stereotipi ed i pregiudizi che persistono nelle nostre società. Sul paternalismo miserabilista-caritatevole si fonda una visione stereotipata latente che relega il migrante ad un ruolo subordinato e sottomesso nella società d'accoglienza. Nell'arena politica come nell'immaginario collettivo, l'immigrato di sesso maschile è diventato il "vu' cumprà" per antonomasia, mentre la donna immigrata fa la "badante" o la "colf".

E' questa visione del mondo che il primo numero di "Temperanter", che sarà curato dalla Dr. Ingrid Stratti (PhD), esperta in gender equality policies, vuole mettere in discussione proponendo una riflessione sul tema "Donne migranti e pari opportunità: una sfida per tutti". A tal fine, i meccanismi di integrazione dei migranti qualificati, in generale, e della popolazione migrante femminile qualificata, in particolare, saranno analizzati per evidenziare quali siano le politiche d'ingresso che favoriscono o meno l'afflusso di "cervelli rosa", quali siano le politiche e le "buone prassi" in materia d'immigrazione e pari opportunità che facilitano o ostacolano la piena integrazione delle migranti nella società d'accoglienza, quali siano le strategie adottate dalle donne migranti qualificate per raggiungere un alto livello di integrazione, quale sia il ruolo dell'esperienza migratoria e della società d'accoglienza nel processo di affermazione professionale delle donne migranti qualificate, ecc.

Sono ammessi tutti gli approcci scientifici (sociologico, letterario, psicologico, giuridico, storico, transdisciplinare, comparativo, ecc.) senza limitazioni geografiche, per quanto riguarda il Paese di provenienza e di destinazione dei migranti, né temporali per quanto riguarda l'epoca storica approfondita. Gli abstract di massimo 1.500 caratteri accompagnati da una breve nota biografica saranno accettati fino al 15 luglio 2009. La redazione comunicherà entro il 20 luglio 2009 quali abstract sono stati accettati. Gli articoli e saggi brevi di lunghezza non superiore a 20.000 caratteri in lingua italiana, inglese o francese dovranno pervenire entro il 5 agosto 2009 all'indirizzo: temperanter@cirsi.net.

"Temperanter" - Rivista di approfondimento
Direttore responsabile: Lorenzo Dugulin
C.I.R.S.I. Editore
C.F. 90118200329
V.le R. Sanzio 17
I - 34100 Trieste

Tel. +39 334 3994638, e.mail: temperanter@cirsi.net , cirsi@cirsi.net
Website: www.cirsi.net
Iscr. n. 1092 al Registro Generale delle Organizzazioni di Volontariato della Regione Autonoma F.V.G. – settori: culturale, dei diritti civili e delle attività innovative, solidarietà internazionale

 
Di Fabrizio (del 12/07/2009 @ 09:28:36, in media, visitato 1508 volte)

C'è maretta sul prossimo Meeting Antirazzista. Riprendo comunque una segnalazione di Nico Che dal sito Romadecade.org (se lo linkate vedete il trailer). Di Laura Halilovic se ne era parlato QUI

Domenica 12 luglio, la diciannovenne regista romanì Laura Halilovic riceverà il premio "Cinema Contro il Razzismo" durante il XV Meeting Internazionale Antirazzista di Livorno, sostenuto dalla Regione Toscana assieme a diverse amministrazioni locali ed associazioni. Halilovic ha ricevuto il riconoscimento per il suo documentario "Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen", che ha giugno ha vinto il Premio UCCA 2009 al Film Festival di Bellaria. Il film ha anche ricevuto una menzione speciale dalla giuria "per l'abilità di descrivere in maniera leggera, a volte ironica, ma sempre in maniera diretta, la propria storia, quella della sua famiglia e tramite ciò le difficili condizioni degli Zingari in Italia". Il Premio UCCA viene riconosciuto ai primi due documentari del Film Festival di Bellaria, ed i film premiati ricevono l'opportunità di essere proiettati in almeno 20 città italiane.

Dopo aver ottenuto il Premio UCCA, l'ufficio regionale dell'Istruzione in Piemonte ha fatto in modo di promuovere la proiezione di "Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen" in oltre 200 scuole superiori. Il film verrà presentato agli insegnanti in ottobre, e dal 2010 il documentario sarà disponibile nel catalogo di risorse per gli insegnanti. Le scuole avranno anche la possibilità di organizzare proiezioni seguite da dibattiti tra Halilovic e gli studenti.

"Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen" è stato prodotto da Zenit Arti Audiovisive col supporto tra gli altri, del Fondo OSI di Corrispondenza del Decennio Rom, di RAI 3, del Ministero per le Pari Opportunità e del Fondo Film Documentari del Piemonte.

Per ulteriori informazioni su film, Documentary by Young Roma Filmmaker Wins Award.

 
Di Fabrizio (del 16/07/2009 @ 09:06:21, in media, visitato 1831 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

STRANIERI OVUNQUE. KALÈ, MANOUCHES, ROM, ROMANICHELS, SINTI...
E' uscito il diciannovesimo numero di "Zapruder. Storie in Movimento".
maggio-agosto 2009
Lo puoi trovare in libreria o abbonarti per un anno (3 numeri, 30 €).

EDITORIALE
Andrea Brazzoduro e Gino Candreva Stranieri ovunque. Su una corda tesa

STRANIERI OVUNQUE. KALÈ, MANOUCHES, ROM, ROMANICHELS, SINTI...
Mauro Turrini, Tra stigma e riappropriazione. La questione dell’origine degli “zingari” e dei “rom”
Benedetto Fassanelli, Un’ostinata autonomia. I rom nell’Europa moderna
Tommaso Vitale, Da sempre perseguitati? Effetti di irreversibilità della credenza nella continuità storica dell’antiziganismo

LE IMMAGINI
Stefano Montesi, Casilino 900

SCHEGGE
Luca Bravi, Colpirne cento e rieducarne uno. Internamento e sterminio dei rom nelle politiche del fascismo e del nazismo
Domenica Ghidei Biidu e Serena Marchetti, Abbecedario coloniale. Memorie di donne eritree nelle scuole italiane di Asmara
Stefano Agnoletto, Criticare la crisi. A proposito di una categoria fondamentale della storia economica e del suo uso pubblico

LUOGHI
Gino Candreva, Sulukulè, La prima casa. Un insediamento millenario a Istanbul

VOCI
Stalker/Osservatorio nomade, Campus rom. Pratiche autogestite dell’abitare

ALTRE NARRAZIONI
Daniele Biacchessi, Le bombe nelle piazze, le bombe sui vagoni... Dall’inchiesta al teatro (a cura di Lidia Martin)

STORIE DI CLASSE
Marco Brazzoduro, Rom e sinti a scuola. Luci e ombre della scolarizzazione

INTERVENTI
Mathieu Rigouste, Meta-manuale di meccaniche securitarie. Introduzione alla funzione capro espiatorio nel dispositivo di dominio francese

RECENSIONI
Tommaso Baris (Mirco Dondi, a cura di, I neri e i rossi), Liliana Ellena (Poropora Marcasciano, AntoloGaia), Stefano Galieni (Antonio Moresco, Zingari di merda), Diego Giachetti (Antonio Benci e Maurizio Lampronti, a cura di, Spoon River 1968), Maria Miseo (Timea Junghaus e Katalin Szekely, a cura di, Paradise lost), Andrea Tappi (Michele Colucci, Lavoro in movimento).

 
Di Daniele (del 19/07/2009 @ 09:38:06, in media, visitato 1578 volte)

qualche altra notizia QUI e QUI

(per chi mi legge su Facebook, il link del video è QUESTO)

 
Di Fabrizio (del 23/07/2009 @ 09:22:34, in media, visitato 1407 volte)

Da Roma_Daily_News

Divers.ro

20/07/2009 - Dopo tre anni di tentativi, è stata fondata l'Associazione dei Giornalisti Rom (AJRr). Secondo il comunicato stampa, è un progetto ideato e finanziato dal Centro per il Giornalismo Indipendente (CJI) ed appoggiato da Amare Romentza.

AJRr ha cinque fondatori: George Lacatus, giornalista investigativo al Cotidianul – presidente; Ciprian Mailat – capo del dipartimento economico dall'Evenimentul Zilei – direttore esecutivo; Zoltan Petru – giornalista al Jurnalul National; Boby Neacsu – giornalista al Financairul; ed Antoaneta Etves, giornalista all'Evenimentul Zilei.

Lo scopo principale di AJRr è di promuovere standard di qualità nei media in relazione ai Rom - media di massa. Riguardo a ciò, i fondatori intendono organizzare formazione per giornalisti sui Rom nei media centrali, per eliminare dai loro articoli stereotipi e pregiudizi.

Nel contempo, AJRr intende organizzare formazione per i giornalisti rom, simili ai programmi organizzati da CJI, che saranno seguiti anche dai fondatori. AJRr intende anche monitorare come i media di massa relazionano sui Rom e porterà attenzione sul materiale che non rispetta i principi dell'obiettività riguardo ai Rom.

L'Associazione, che ha appena iniziato la sua attività, sarebbe grata di collaborare con qualsiasi associazione rom che abbia obiettivi comuni e sia interessata nell'ottenere esperienza nella formazione di attività delle OnG.

 
Di Fabrizio (del 04/08/2009 @ 09:51:09, in media, visitato 1641 volte)

Da Roma_Daily_News

by Will Conroy - 27 luglio 2009

I recenti esempi cechi ed ungheresi dimostrano differenti modi di trattare gli annunci politici infiammatori.

PRAGA - Gli attivisti per i diritti umani a fatica potevano credere a quel che stavano vedendo quando un partito anti-Rom di estrema destra parlava di "soluzione finale" sulle onde della Televisione Ceca (CT), proprio prima delle elezioni di giugno del Parlamento Europeo.

Le reazioni pubbliche allo spot e susseguente decisione di rimuoverlo sono state relativamente smorzate, ma gli scoraggiati gruppi della società civile vedono l'incidente come una dimostrazione di quanto molto più radicato e tollerato il razzismo sia diventato nella Repubblica Ceca negli anni recenti. Stanno chiedendo che la CT dichiari apertamente di rendere più severe le proprie procedure contro i cosiddetti discorsi razzisti nelle pubblicità e nelle trasmissioni politiche.

Il vituperato spot del Narodni strana (Partito Nazionale) si riferiva ai Rom come "parassiti". Il Direttore Generale di CT Jiri Janecek ha spiegato che l'annuncio era stato permesso perché negli scorsi 18 anni la rete aveva sottoscritto un impegno per permettere la libertà di espressione e di non interferire coi contenuti degli spot delle campagne elettorali. "La Televisione Ceca non controlla preventivamente lo spot in senso editoriale, come è solito per altri contenuti. Così c'è stato [soltanto] un controllo elementare tecnico e di identificazione," ha detto.

CONTRAPPOSTO AI CECHI, L'APPROCCIO UNGHERESE

L'approccio di CT contrasta con quello della Televisione Ungherese (MTV), una rete che sta contrastando la crescita del partito di estrema destra Jobbik (Movimento per un'Ungheria Migliore), che ha ottenuto 427.000 voti e tre seggi nel Parlamento Europeo. Il messaggio elettorale di Jobbik si è limitato ad un attacco "tra le righe", nonostante il fatto che i suoi componenti nella Magyar Garda marciassero apertamente, in pantaloni neri e stivaloni, contro gli "zingari criminali".

"Anche se la Televisione Ungherese non è responsabile del contenuto degli annunci politici [secondo la legge sulle trasmissioni del 1996], MTV presta sempre attenzione al controllo preventivo dei suoi contenuti," dice Gina Pronay-Zakar, portavoce di MTV. "Se MTV considerasse offensivo o razzista un contenuto, la compagnia è legalmente istruita a dipendere dal giudizio ufficiale dell'Ufficio Nazionale Elezione [OVB]. OVB può decidere che un annuncio non vada in onda a causa del contenuto offensivo. Sino al giudizio, MTV può rifiutarsi di trasmettere l'annuncio," ha detto.

Zsolt Varkonyi, portavoce per il comitato affari stranieri di Jobbik, non ha risposto alla questione se Jobbik sia contento dell'accesso alla trasmissione garantito da MTV, ma ha accusato la stampa ungherese ed i media online di aver tenuto un incontro segreto su come agire riguardo la copertura di Jobbik, in seguito al suo exploit elettorale.

I cechi in generale hanno mostrato una distinta mancanza di preoccupazione riguardo gli annunci del Partito Nazionale, ha detto Zdenek Rysavy, direttore esecutivo del gruppo rom di appoggio Romea. "Secondo me, la maggior parte della società concorda con vedute simili. Sono le organizzazioni non profit hanno protestato. Sembra che parecchia gente veramente non se ne interessi," ha detto. Romea ha combattuto con successo per fermare i maggiori server di notizie ceche dal mostrare la trasmissione, ha aggiunto Rysavy.

Lo spot si apriva con uno schermo che mostrava le parole, "La soluzione finale alla questione Zingara portata avanti dal Partito Nazionale è una guida per tutti gli stati europei". Ancora foto di uomini dalla pelle scura che brandiscono una scure e case decrepite alternate a slogan come "No al razzismo nero" e "No ai favoritismi per gli Zingari".

Non c'era bisogno di introdurre cambi legislativi per fermare le trasmissioni politiche razziste nella Repubblica Ceca, dice Rysavy, perché esistevano già le leggi richieste. Questo punto di vista era condivisa da Karolina Ryvolova, una giornalista ceca freelance e laureata in studi rom, che per circa 10 anni si è specializzata nel coprire le questioni delle minoranze per pubblicazioni come il settimanale ceco Respekt. "La decisione di CT di non visionare preventivamente quel contenuto mostra negligenza ed incompetenza," dice. "Qualcosa così apertamente ostile e razzista non ha posto nella televisione pubblica. E' stato totalmente scioccante. La legge è lì; CT deve soltanto regolarsi in accordo con essa."

Ha aggiunto che l'attitudine ceca verso i Rom "si è drasticamente deteriorata" negli anni scorsi, in parte perché sono capri espiatori duranti i tempi economici difficili ed in parte perché alcuni politici ben noti hanno "dato l'OK" al razzismo apertamente mostrato. Ryvolova, che è anche insegnante di inglese alle superiori, continua: "Posso accorgermene anche soltanto seguendo i discorsi su Facebook. Non posso credere alle cose che escono dalle bocche di alcune delle dolci persone a cui insegno... Come è tipico di questo paese riguardo alle questioni rom, questa storia di CT, come il rogo della bambina rom di 2 anni [in un attacco incendiario alla sua casa in Moravia ad aprile] ha causato chiasso tra i media per un paio di giorni ma poi tutto è andato nel dimenticatoio."

I rappresentanti del Partito Nazionale non sono stati potuti essere raggiunti per commentare. Ma il partito ha dichiarato che citerà CT per interferire nel suo diritto di parola, a seguito della decisione di Janecek di ritirare lo spot dopo un'iniziale programmazione.

Janecek, che è stato riconfermato direttore generale di CT il 15 luglio, ha rifiutato una richiesta del Partito dei Verdi che ne chiedevano le dimissioni. Negando ogni addebito di negligenza o incompetenza per aver permesso la messa in onda, ha detto, "Un simile sistema ha funzionato per 18 anni senza problemi seri. E' tempo di modificarlo riflettendo sulla crescita del radicalismo in alcuni partiti registrati ufficialmente.. Ho deciso di non trasmettere [nuovamente] lo spot dopo averlo visto [alla prima proiezione]."

Il direttore generale ha detto che CT si è trovata di fronte a due leggi in conflitto; una insisteva che non ci fosse il diritto di interferire con la trasmissione di un partito politico, mentre l'alta dichiarava che non dovevano essere permesse la trasmissioni con contenuto razzista. "Il conflitto legale pubblico su questo mostra che c'è qualcosa di sbagliato nella legislazione," ha aggiunto.

Guardando come il problema potrebbe essere corretto, Janecek ha detto che alcuni critici a torto presumono si tratti di una questione legale facile. "Ma non lo è," ha detto. "Le persone intelligenti possono intendere che non è l'ideale per una rete indipendente che copre notizie di politica, essere arbitro di una campagna elettorale. Devono intendere che un tribunale o una speciale commissione elettorale sarebbero migliori per decidere se proibire o meno uno spot da trasmettere."

QUANDO I PRINCIPI COLLIDONO

Formatasi da 2 anni, l'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali sta trattando nel dettaglio la questione della trasmissione politica di partiti potenzialmente razzisti, dice il suo rappresentante Cristopher Coxon. Le valutazioni su queste trasmissioni chiaramente riguardano la questione di bilanciare libertà di parola con dichiarazioni razziste, aggiunge Coxon. La legislazione UE nell'applicare la legge criminale a determinate forme di razzismo e xenofobia è stata adottata a novembre, ma il testo dev'essere ancora trasportato nelle legislazioni nazionali dei membri UE, dice.

Sejal Parmar, avvocato anziano di Article 19, un gruppo di consulenza legale, con base a Londra, per la libera espressione e l'accesso all'informazione, ha detto che c'è stato "un evidente valore nel principio di non-interferenza con le trasmissioni dei partiti politici, anche se il loro contenuto può apparire spregevole alle orecchie dei legali dei diritti umani e a parte del pubblico. Così, fintanto che un partito sta operando legalmente nel quadro delle leggi elettorali, ad un partito dovrebbe essere permesso di svolgere le sue trasmissioni." Nondimeno, ha detto Parmar, la legge ha un ruolo importante nel limitare i discorsi quando questi costituiscano incitamento alla discriminazione.

Un disaccordo su principi simili all'incidente del Partito Nazionale è accaduto anche in Gran Bretagna durante la campagna per le elezioni europee, quando la BBC ha mandato in onda uno spot del Partito Nazionale Britannico di estrema destra, che come lo Jobbik ha ottenuto per la prima volta due seggi. Quando sono arrivati i dissensi, la BBC ha pubblicato una giustificazione dicendo che la trasmissione aderiva ai criteri concordati tra media e partiti politici.

Come sottolineato da Ric Bailey, consigliere politico capo della BBC che è anche presidente del Gruppo di Collegamento dei Media in GB, ognuno "sicuramente ha il diritto di vedere preventivamente le trasmissioni politiche sottoposte" e "abbia la responsabilità legale di che cosa esce sul suo canale". D'altra parte, qualsiasi cosa che si ritenga possa causare danno o offesa può essere riferito al gruppo di collegamento. Questo, dice Bailey, da "le linee guida nel trovare un metodo che accontenti tutti".

Una fonte membro del gruppo ha detto di "non poter ricordare un periodo in cui i cambiamenti o alcune omissioni non fossero gradite ad entrambe le parti della disputa, ma ciò che succede spesso è che il Partito Nazionale Britannico concordi felicemente con la rimozione dei suoi pezzi decisa dal gruppo di collegamento, ma che lo spot riappaia nel formato originale sul loro sito web infischiandosene di essere stato censurato". Le dispute più calde, ha aggiunto, hanno riguardato le campagne anti-aborto che contenevano immagini potenzialmente disturbanti.

Ha detto Janecek che l'approccio mostrato dalla BBC può essere di "buona ispirazione" per un cambiamento.

Will Conroy is a freelance journalist in Prague.

 
Di Fabrizio (del 07/08/2009 @ 09:02:18, in media, visitato 1424 volte)

Da Roma_Francais

France24.com Cinema: Teddy Lussi-Modeste, un "voyageur" nella Repubblica
Par Mié KOHIYAMA

Immagini © 2007 AFP Jean-Philippe Ksiazek

GRENOBLE, "Mi sento come un passatore tra due mondi": bambino, Teddy Lussi-Modeste si è allontanato dei suoi per dedicarsi agli studi. A 31 anni, questo cineasta di Grenoble testimonia la sua ricerca identitaria tra il mondo della gens du voyage, da cui proviene, e la società francese.

"Mi sembra che ci sia uno iato tra il fatto di essere un voyageur" il nome che si danno la gens du voyage in Francia, "ed il fatto di sentirsi francese", osserva il realizzatore, che gira quest'estate a Grenoble il suo primo lungometraggio.

"E' molto più difficile sopportare il rifiuto di cui può essere vittima" questa comunità "perché si sentono francesi", sottolinea. Il suo film "Jimmy Rivière", nel quale recitano Béatrice Dalle ed Hafsia Herzi ("la Graine et le Mulet"), racconta la storia di un giovane nomade (Guillaume Gouix), che abbandona la boxe e la sua piccola amica per convertirsi all'evangelismo.

Da qualche anno, questo movimento religioso incontra infatti un grande successo nella gens du voyage, valutata a 450.000 in Francia, di cui più della metà si è convertita. "C'è una parte di me in questo personaggio, che è in una ricerca spirituale", spiega il cineasta all'AFP.

Uscito da una famiglia di "voyageur" di Grenoble, Lussi-Modeste sono passato la sua infanzia sballottato tra carovane, case mobili o case, a fianco dei suoi genitori, che migravano in base ai lavori stagionali. Suo nonno paterno ed un prete l'incoraggiano a studiare e Teddy Lussi-Modeste diventa appassionato di letteratura: "era come una specie di divieto. Andavo verso i libri che erano la rappresentazione molto concreta della cultura francese gadjé", scritta, in opposizione a quella della gens du voyage.

Il cineasta è segnato dai romanzi di Jean Genet, nei quali l'autore esplora il tema del tradimento. "Mi sentivo un po' traditore rispetto alla mia Comunità perché avevo desideri che non erano quelli dei miei genitori. Mio padre avrebbe certamente preferito che fossi un boxeur come lui e che girassi i mercati", racconta.

Per i suoi studi, il giovane frequenta la Fémis, la celebre scuola di cinema parigina, e diventa professore di lettere in istituti universitari e collegi, prima di dedicarsi interamente al cinema. Si concepisce come un "passatore" di storie che trasmettono "informazioni da un campo all'altro" e situa il suo posto "all'interno delle due comunità", sentendosi "culturalmente attraversato da un meticciato".

Per il suo film, Teddy Lussi-Modeste ha fatto appello ad attori non professionisti, gens du voyage di cui ha avuto "voglia di filmare i corpi, i visi, il loro modo di muoversi". Ha accordato una cura particolare allo scenario per riprodurre l'accento, le tenere derisioni o i pudori del linguaggio della gens du voyage, come il ricorso frequente all'antifrase "le vilain garçon" (il ragazzo sgradevole ndr) per dire che è bello.

Teddy Lussi-Modeste spera che "Jimmy Rivière", che uscirà nel 2010, trasmetta un messaggio di tolleranza, essendo la differenza di cultura secondo lui allo stesso tempo "una dannazione ed una possibilità morale".

AFP

 
Di Fabrizio (del 13/08/2009 @ 09:42:55, in media, visitato 1603 volte)

Segnalazione da Baxtalo's Blog

Tramite la pagina http://www.cuadernointercultural.com mi han fatto arrivare questo interessante cortometraggio che voglio condividere con voi.

Combattere i pregiudizi per arrivare a conseguire una convivenza tra culture basata nel rispetto e l'equità, è uno degli obiettivi dell'educazione interculturali. In questa occasione ci proponiamo un'unione per lavorare sopra i pregiudizi relazionati con la popolazione gitana. Il corto che linchiamo è stato presentato al  4º festival de cine gitano Tikinó dove è stato premiato.

Autora: Marie Quilly

Sceneggiatura: Toma Cero

Durata: 7:29

 (il video è in spagnolo, ma con pochissimo parlato ed è facilmente comprensibile. Vale la pena di essere visto 2 o 3 volte per non lasciarsi sfuggire qualche particolare. Per i lettori di Facebook, il link è QUESTO ndr)

 
Di Fabrizio (del 23/08/2009 @ 09:10:25, in media, visitato 1679 volte)

Per una volta, abbandono la serietà e mi piego ai passatempi estivi.

Qualche lettore che frequenta i campi rom, potrebbe cimentarsi ad indovinare dove è stata scattata questa foto. Domani la soluzione.

 

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