Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 29/12/2010 @ 09:30:01, in casa, visitato 2023 volte)

Da British_Roma (cronache precedenti da Dale Farm)

Roma Buzz Aggregator By Grattan Puxon

27/12/2010 - Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council, dice di aver intenzione di incontrare il presidente del consiglio di Basildon e un parlamentare locale, purché non intendano ripetere soltanto la richiesta che i residenti di Dale Farm abbandonino il terreno di loro proprietà in vista dello sgombero di massa da lungo pianificato.

Tony Ball, leader del consiglio di Basildon, ha contattato Sheridan  con l'offerta di incontrarlo nell'anno nuovo assieme al parlamentare Tory John Baron della Camera dei Comuni. Ma sinora non è chiaro quale sarà l'agenda.

Baron, che ha servito l'esercito in Irlanda del Nord, e più tardi è diventato un banchiere d'affari, dice che Basildon dovrebbe proseguire con lo sgombero di Dale Farm, allo scopo di restaurare la Cintura Verde di cinque acri dove attualmente risiedono 96 famiglie senza i permessi di edificazione.

In precedenza il parlamentare aveva sponsorizzato senza successo una proposta di legge per aumentare i poteri dei consigli locali nell'agire contro gli sviluppi illegali nella Cintura Verde. Il tutto condito da una clausola che ripristinava l'obbligo di fornire un luogo per le roulotte dei Viaggianti.

Sheridan puntualizza che la stessa casa di Baron si trova su di un terreno che in precedenza faceva parte della Cintura Verde di Billericay, approntata per incontrare l'aumento di richieste immobiliari.

Nel frattempo, gli avvocati di Dale Farm hanno ottenuto di poter presentare un appello alla Corte Suprema per un'udienza che potrebbe annullare una sentenza del tribunale distrettuale di Southend, che escludeva i Viaggianti senza casa dal trovare una sistemazione compatibile con la loro cultura e modo di vita tradizionale.

Le famiglie di Dale Farm hanno rifiutato senza eccezioni di andare nelle case e appartamenti offerti dal consiglio distrettuale di Basildon, perché vogliono vivere nelle loro roulotte e case mobili per preservare l'unità della comunità.

I consiglieri sia laburisti che liberali hanno recentemente denunciato l'amministrazione Tory di Basildon per avere scelto una non necessaria linea dura contro qualche centinaio di famiglie rom e viaggianti senza casa nel distretto. Un consigliere ha paragonato l'attuale politica alla pulizia etnica nazista.

Cresce anche l'opposizione alle spese collegate alla cacciata dei Viaggianti dalla loro terra a Dale Farm e nella vicina Hovefields. Le spese legali ed amministrative, assieme all'impiego degli ufficiali giudiziari di Costant & Co, ha probabilmente superato i 2 milioni di sterline.

Il consiglio ha ancora fondi per circa 3 milioni di sterline. Ma la polizia dell'Essex ha richiesto 10 milioni dal Ministero degli Interni per coprire le spese di uno sgombero che potrebbe continuare per tre settimane ed alla fine rivelarsi un insuccesso.

I residenti di Dale Farm, che hanno impiegato km. di filo spinato, vecchi pneumatici e ponti levatoi, stanno preparando una dura resistenza alla demolizione delle loro case. Centinaia di sostenitori si sono impegnati ad unirsi a loro. Inoltre una squadra di osservatori legali della clinica per i diritti umani dell'università dell'Essex contano di essere presenti.

"Se ci manderanno fuori saremo obbligati a spostarci su altri terreni nel distretto," dice Sheridan. "Da qualche parte dobbiamo vivere. Negli anni questo potrà significare un costo di grande miseria per noi e infiniti milioni al consiglio."

A meno che l'incontro proposto alla Camera dei Comuni produca un risultato positivo, Tony Ball può dare il via libera al più grande sgombero zingaro mai avvenuto in GB. Ma sa di non poterlo fare senza l'assistenza diretta del governo.

La segretaria agli interni Theresa May ha considerato per alcuni mesi la richiesta della polizia dell'Essex. Come altri ministri, è consapevole dell'opposizione ONU alla distruzione di Dale Farm e deve anche fare i conti con una riduzione del 30% del budget del suo dicastero, a causa dei tagli imposti dalla coalizione di governo.

 
Di Fabrizio (del 09/01/2011 @ 09:39:14, in casa, visitato 1863 volte)

Segnalazione di Spazio Mondi Migranti

 Link per chi legge da Facebook

In una videolettera al sindaco di Firenze Matteo Renzi, al sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi e al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Ecco il testo della videolettera che ho scritto:

Caro Sindaco di Firenze Matteo Renzi, sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, presidente della regione Toscana Enrico Rossi, ho deciso di rivolgermi a voi con questa videolettera.

E' freddo. In questi giorni di gennaio il clima è rigido. Una banalità metereologica che per alcuni rappresenta la differenza fra la sopravvivenza e l'abbandono della vita.
"E' il suo tempo", dicono i saggi, "è inverno", e conformano le azioni al clima. D'inverno non si semina e non si ara la terra, la si lascia riposare. A gennaio non si dovrebbero abbattere baracche travestite da case senza prevedere un alloggio alternativo per i suoi abitanti Rom. Eppure è quello che rischia il campo di Quarracchi. Due baracche sono state distrutte nei giorni scorsi e sei delle persone che vi abitavano le sto ospitando nel mio minuscolo teatro, Cabina Teatrale; con l'aiuto di don Alessandro Santoro e della Comunità delle Piagge.
Vi chiedo una dichiarazione dello stato di emergenza che permetta alla protezione civile di aprire un tendone riscaldato, almeno per il periodo invernale.
Non voglio credere a chi dice che la vita degli esseri umani senza tessera elettorale non vi interessa. Io credo invece che l'abbiate in testa ma non abbiate trovato la strada per incrociarla con il cuore.

La politica che sogno non raccoglie voti dalla disgregazione del tessuto sociale, ma rammenda le ingiustizie intrecciando la speranza al cambiamento.
Matteo Renzi, Gianni Gianassi, Enrico Rossi, in più occasioni avete mostrato di apprezzare le raccolte fondi a favore dell'ospedale pedriatico Mayer. Anch'io guardo con ammirazione e gratitudine a questo ospedale d'avanguardia per i nostri figli, per questo vorrei che consideraste la possibilità di evitare che altri bambini rom possano essere costretti al ricovero per mancanza di una struttura di emergenza che permetta loro, cittadini del mondo, di ripararsi dal freddo.
Se davvero un bambino rom vale come un bambino italiano, non c'è motivo per cui non permettiate al vostro pensiero di fidanzarsi con l'accoglienza.
La povertà non si ferma con una ruspa e non si estromette dalla storia edificando un muro. Io so che alcune di queste scelte sono politicamente difficili, non sono facili, ma quelle vite, quelle esistenze, hanno la feroce urgenza dell'adesso.

Non c'è libertà se Firenze sceglie la guerra contro i suoi abitanti costruendo un sistema di privilegi basato sull'esclusione.
Non c'è sicurezza, nello scegliere la guerra contro chi arriva in Italia per lavorare ed è costretto ad elemosinare un briciolo della nostra felicità.
La democrazia non si esaurisce nello svolgimento delle elezioni, ma si concretizza nella costruzione di una società che ponga le persone prima degli oggetti, la vita prima della "roba".

Oggi mi piacerebbe respirare il sudore delle migliaia di giovani che nel novembre del 1966 arrivarono a Firenze per spalare il fango e i detriti della più grande alluvione capitata nella città di Dante.
Abbiamo bisogno della solidarietà espressa da quei tanti fiorentini che abitavano sopra e nei pressi del carcere delle Murate e che quel giorno d'alluvione accolsero i detenuti nelle loro abitazioni, dopo che le guardie aprirono le celle perché non facessero la "fine del topo".

Oggi abbiamo bisogno delle Chiese, che aprano le porte delle canoniche e la casa del Signore.
Oggi vorrei rivivere la decisione di quel circolo Arci che aprì i suoi spazi al primo piano per ospitare in salvo le mucche degli allevatori.
Anche oggi abbiamo bisogno di quelle stanze, anche se non sono le mucche, a dover essere salvate. Possiamo riuscirci scrollando dalle nostre spalle l'apatia dell'indifferenza, del "vorrei ma non posso", del "non tocca a me" o del "ma cosa vuoi che possa farci?"

Li chiamano "zingari", ma io in quelle persone, in quelle mani grandi, gonfie di vita, in quei tagli alle dita, in quelle ferite ai polpastrelli, riconosco le mani di mio nonno contadino. In quello strenuo attaccamento alla vita, in quella lotta per la sopravvivenza riconosco l'urgenza del nascere di ogni bambino.
E in quelle braccia, in quelle gambe, in quegli occhi, in quel naso, riconosco l'unica razza, quella umana.

Non è impossibile. E' necessario, costruire un'accoglienza.
Ed è questo quello che vogliamo. Per noi, per tutti noi.

Saverio Tommasi

 
Di Fabrizio (del 11/01/2011 @ 09:45:40, in casa, visitato 1436 volte)

Notizie precedenti QUI

Bresciaoggi.it E adesso Brixia Sviluppo deve rimborsare i sinti

Il terreno di Guidizzolo

Brixia Sviluppo dovrà forse restituire i 2.200 euro di caparra che erano stati dati dalle famiglie sinti di via Orzinuovi per l'area di Guidizzolo nel Mantovano.

La vicenda è nota e ha messo a rumore la politica bresciana: a fine 2009 Brixia Sviluppo, società controllata dal Comune al 100 per cento, acquista per 150mila euro un'area edificabile di 500 metri quadrati a Guidizzolo. Obiettivo dell'operazione è rivendere l'area a un prezzo vantaggioso ad alcune famiglie sinti del campo di via Orzinuovi che, in questo modo, lascerebbero il capoluogo e si trasferirebbero a Guidizzolo. Nei piani del Comune di Brescia questa dovrebbe essere solo la prima di una serie di permute con acquisto e successiva rivendita di terreni che dovrebbe portare alla chiusura del campo di via Orzinuovi.

L'OPERAZIONE Guidizzolo, in realtà, si arena ben presto, a causa della protesta degli abitanti e dell'Amministrazione (di centrodestra) del Comune del Mantovano, i quali, di avere come vicini di casa i sinti bresciani, non ne vogliono proprio sapere. Erigono muri, arano i terreni, deliberano atti amministrativi per impedire che nell'area (edificabile) possano esserci case mobili. La mobilitazione nel comune virgiliano occupa le cronache a cavallo tra gennaio e febbraio scorsi.
Risultato: la palla torna a Brescia, con però un nodo in più. Brixia Sviluppo ha già venduto l'area alla famiglia Quirini. L'accordo prevede il pagamento di 300 rate mensili per 25 anni da 512 euro ognuna (in tutto fanno 153.720 euro, 128.100 + Iva, esattamente il costo dell'area), una caparra iniziale di 2.200 euro, la clausola che senza il pagamento di tre rate l'area torni di proprietà della società controllata del Comune di Brescia.

COSÌ ACCADE puntualmente: i sinti, quando vedono quanto accade a Guidizzolo (con tanto di atto amministrativo che vieta l'accesso delle case mobili) si chiedono perché mai dovrebbero acquisire quell'area e infatti non pagano.

L'area torna dunque nella piena disponibilità di Brixia Sviluppo, ma resta il nodo della caparra. È dei Quirini, ma i soldi li ha in cassa Brixia Sviluppo che ora, per provare a vendere l'area ad altri privati (presumibilmente non sinti), ha bisogno di una liberatoria. Firmata da chi? Dai Quirini ovviamente, i quali però - lo hanno fatto sapere nei giorni scorsi - daranno la liberatoria solo se avranno indietro i soldi della caparra. Non si sa se con gli interessi o meno.

Nel frattempo, tramontato il piano acquisto/rivendita di terreni, l'opzione di riserva ideata dal Comune è stata la sottoscrizione del «Patto di cittadinanza» con i sinti di via Orzinuovi. L'accordo, sottoscritto un paio di mesi fa, prevede la bonifica dell'area (costo in carico all'Amministrazione: circa 150 mila euro) e il pagamento da parte di ogni famiglia che vive nel campo di una cifra forfettaria di 150 euro mensili per i consumi elettrici.

I LAVORI DI BONIFICA sono iniziati da un mesetto e dovrebbero concludersi entro poche settimane. Le famiglie che vivono nel campo sono venti (formate da 70 adulti e 35 bambini). Di queste, cinque famiglie dovranno andare via entro febbraio. Due o tre famiglie, che hanno disabili o anziani ultra 75enni, andranno in case popolari, altre due o tre si trasferiranno nel campo di via Borgosatollo.
Il campo di via Orzinuovi, sull'area che rientra fra gli snodi stradali della Piccola Velocità, dovrebbe essere lasciato libero entro un anno. Le 15 famiglie sinti del campo dovrebbero finire nel campo di via Borgosatollo, per il quale è prevista una futura bonifica. E i rom di via Borgosatollo? Alcuni si sono già trasferiti in case popolari del Comune, altri dovrebbero andarci in futuro.

TH. BEN.

 
Di Fabrizio (del 12/01/2011 @ 09:37:48, in casa, visitato 2030 volte)

Da Roma_und_Sinti (i link sono in tedesco) NB: di Hugo Höllenreiner si trova una testimonianza (doppiata in italiano) nel DVD "A forza di essere vento"

Süddeutsche Zeitung von Viktoria Großmann

Hugo Höllenreiner in campo di concentramento fu una vittima di Josef Mengele. Ora sta cercando per sé e la sua famiglia una casa popolare - invano.

foto Vain (© Robert Haas)

Ad agosto 2010 Hugo Höllenreiner ricevette una lettera incoraggiante. Diceva: "Lei ha lasciato un appartamento in affitto ad Ingolstadt, ora abbiamo per lei una casa adatta. La lettera arriva dall'impresa cattolica Sankt Gundekar-Werk Eichstätt, che sta costruendo a Ingolstadt-Hollerstauden 142 appartamenti, 127 dei quali sono alloggi popolari.

Ciò che suona come un avviso di consegna è, tuttavia, per Peter-Stephan Englert amministratore delegato della St. Gundekar-Werk, solo "una lettera di vendita", inviata a tutti e 500 che avevano prenotato, personalizzata con nome e indirizzo. La pubblicità pare necessaria: i primi appartamenti dovrebbero essere abitati a marzo 2011, essendo pronti, ma sono stati siglati solo 45 contratti. Per Hugo Höllenreiner non ci sono appartamenti disponibili.

Höllenreiner ha 77 anni, nel 1943 con la sua famiglia - sono Sinti - fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Lì Höllenreiner dovette subire le "visite" del famigerato dottor Josef Mengele. Ne patisce tuttora le conseguenze fisiche e mentali, è considerato disabile grave.

Non lo sembra: Höllenreiner è un bell'uomo con i capelli bianchi, che va a fare una passeggiata con indosso un completo grigio chiaro ben curato. A novembre ha ricevuto un'altra lettera: "Siamo spiacenti di informarla che la sua domanda per i nostri appartamenti non può essere presa in considerazione". In precedenza a sua nipote, che vive con lui, era stato promesso a voce un appartamento.

Peter-Stephan Englert [...] ha detto della sua richiesta: "Il signor Höllenreiner ha 77 anni, si dovrebbe rivolgere all'assistenza sociale".

Dagli anni '90 Höllenreiner gira la Germania in qualità di testimone. Viaggia molto, parla regolarmente in occasione di eventi commemorativi a Dachau, Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. La sua storia è stata pubblicata in un libro e ha ottenuto un premio per la letteratura infantile. La sua storia è stata raccontata nelle scuole di Ingolstadt. Là vive assieme alla nipote e alla pronipote in un appartamento, che ora per loro è troppo caro. Perciò, alla fine del 2009 si iscrive a St. Gundekar-Werk. Nel novembre 2010 viene comunicato a sua nipote che non ci sono più appartamenti liberi.

"E' una brutta storia," dice Englert. E dice anche di essere timoroso, perché gli Höllenreiner "non nuotano nell'oro". Una volta che si omette lo stipendio, perché si avrebbe un caso di assistenza, l'ufficio avrebbe dovuto ordinare un appartamento più piccolo ed economico, e gli inquilini si sarebbero dovuti spostare di nuovo. "Vogliamo anche proteggere i nostri inquilini". Englert fa riferimento all'età di Höllenreiner, perché gli appartamenti non erano adatti per inquilini bisognosi di cure o su sedie a rotelle.

Höllenreiner, la nipote Silvana Lauenburger e sua figlia hanno un permesso di soggiorno.  Così Lauenburger si presenta a St. Gundekar-Werk, dicendo che loro vorrebbero vedere un quadrilocale. Più tardi, sembra, che l'appartamento fosse troppo grosso per le tre persone ed i particolari del contratto non erano soddisfacenti. "Ho chiesto allora un trilocale, ma il mediatore ha detto che erano andati tutti".

Per i Sinti non c'è alcun punto di riferimento

Lauenburger si sente discriminata; ritenendo di non ottenere l'appartamento, soltanto perché Sinti. Anche la loro figlia e nipote non hanno avuto nessun appartamento da St. Gundekar-Werk.

Non ci sono a Ingolstadt riferimenti per i Sinti nei bisogni sociali, come in grosse città come Norimberga o Monaco. Silvana Lauenburger si è dunque rivolta, così dice, ad Andreas Lehmann, sindaco di Ingolstadt. Una volta aveva mostrato rispetto per suo zio, andandolo a trovare in ospedale. Ma [stavolta] non aveva voluto riceverla.

"La discriminazione non è con noi", ha detto il sindaco, riferendosi al corpo sociale urbano. Anche St. Gundekar-Werk in settembre ha firmato un impegno volontario per combattere la discriminazione.

Parlando dello sviluppo a Ingolstadt-Hollerstauden, Englert ha detto che si dovrebbe fare attenzione alla selezione degli inquilini. Per questo ha incaricato un libero professionista "che ha talento nella selezione degli inquilini". Così il nuovo sistema automatico di ventilazione non era adatto a tutti. Gli appartamenti sono "case a basso consumo energetico", finanziati dallo stato. Se si rivelano troppo moderni, si rivolgono a lui per chiedere una casa tradizionale "siamo così flessibili". Però ad Höllenreiner ed alla sua famiglia non è stata offerta alcuna alternativa.

L'edilizia popolare è finanziata dal ministero degli interni. Qui non c'è un distaccamento che controlli l'assegnazione degli alloggi popolari. Chi si sente discriminato, riceve aiuto dall'agenzia anti-discriminazione di Berlino. Si verifica spesso che vi si rivolga per la ricerca di appartamenti, ha detto Jens Büttner dell'agenzia anti-discriminazione. In particolare, si sentono svantaggiate del mercato immobiliare, persone dal cognome che suona straniero o coppie omosessuali.

 
Di Fabrizio (del 05/03/2011 @ 09:18:34, in casa, visitato 2035 volte)

Da British_Roma (notizie precedenti di una vertenza decennale)

Idebate.org By Grattan Puxon SENZATETTO ALLEATI DEI VIAGGIANTI PER EVITARE GLI SFRATTI DI CONSTANT

28/02/2011 - Gli ufficiali giudiziari privati, come Constant & Co., sul cui teppismo le autorità faranno dipendere un crescente esercito di senza casa, possono attendersi un rafforzamento dell'opposizione.

Gli indesiderati della Grande Società, pronti al disprezzo permanente, hanno formato un'alleanza e stanno reagendo.

Settimana scorsa a Bristol, gli occupanti barricati in un edificio governativo abbandonato, hanno contrastato con successo gli incaricati di Constant. Hanno issato uno striscione dove dicevano che Constant riceverà un caldo benvenuto a Dale Farm.

L'incidente è seguito ad una riunione tenutasi il mese scorso a Dale Farm, quando i Viaggianti ed i loro nuovi alleati hanno steso un piano per difendere la comunità contro il forte assalto guidato da Constant. Questo sgombero costerà 13 milioni di sterline.

Ci si aspetta che Tony Ball, leader del consiglio di Basildon, indichi martedì [1 marzo] le sue intenzioni, quando si confronterà con i rappresentanti di Dale Farm a Westminster in un incontro ospitato dal deputato conservatore John Baron. Preferiranno la conciliazione o la distruzione?

Sul tavolo ci sarà il piano del Gypsy Council per fornire un parcheggio alternativo per i caravan degli abitanti di Dale Farm che perderanno la casa, sul terreno offerto dalla Homes and Communities Agency, agenzia governativa (ma indipendente) sopravvissuta ai tagli della Coalizione.

"Andremo nei nuovi siti," commenta Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council. "Ma non saremo spinti per strada, fuori dalla nostra terra senza un posto dove andare."

La loro posizione sarà significativamente rinforzata settimana prossima, da una visita a Dale Farm del comitato consultivo sulla protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa. Assieme a due organismi ONU, per qualche tempo hanno monitorato la situazione.

La prova di forza sarà inevitabile se la sessione straordinaria del consiglio di Basildon il prossimo 14 marzo ratificherà l'opzione di sgombero. "Abbiamo la volontà politica," si è vantato Baron. "Non mi importa di quanti gruppi dei diritti umani si oppongono."

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TRAVELLER HOMELESS ACTION

Giorno di mobilitazione a Dale Farm il 14 marzo dalle h. 14.00, culminante con protesta di fronte al Basildon Centre alle 19.00 in coincidenza con il consiglio straordinario che voterà sui 13 milioni di sterline dello sgombero.

More information from: Dale.farm@btinternet.com - (+44) 01206 523528

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Di Fabrizio (del 06/03/2011 @ 09:11:58, in casa, visitato 1560 volte)

Le madri zingare di Luník IX scrivono al Premier

Alcune bambini e mamme del ghetto Rom di Luník IX a Košice hanno indirizzato una lettera aperta al primo Ministro Iveta Radičová per informarla della situazione senza speranze nella quale versano.
Nella lettera, le madri ed i bambini zingari informano la Radičová che la gente di Luník IX paga l'affitto delle case nonostante non esistano contratti. Che allo stesso modo viene riscossa quotidianamente l'elettricità, in ragione di 6 euro al giorno, da parte degli incaricati della città. Che insomma nel quartiere non vige l'anarchia zingara ma l'irregolarità e l'arbitrio degli amministratori locali.

"Scriviamo al Primo Ministro perché speriamo che l'Ispettorato del Commercio e gli altri uffici ispettivi conducano una profonda verifica della situazione della Direzione di Luník IX e dell'Associazione per la Casa di Kosice per scoprire chi abbia gestito tanto irresponsabilmente, per quasi venti anni, l'affitto degli appartamenti di Luník IX, e perché lo abbia fatto".

Secondo Gabriel Glovacký, un insegnante che opera nell'ambito della comunità Rom di Košice, il quartiere è, come gli stessi abitanti definiscono "una trappola sociale" che non prevede uscite.
"Prima della fine del 1989 il 94% dei Rom di Luník IX aveva una occupazione. Attualmente il 94% di loro è disoccupato", sostiene Glovacký, spiegando come i giovani del quartiere desiderino una vita diversa da quella dei genitori ma non abbiano prospettive di cambiamento per le loro vite.

"La gente di Luník IX è probabilmente indebitata per le prossime tre o quattro generazioni. Vivono in appartamenti in cui l'acqua viene erogata per un'ora due volte al giorno, ma i debiti corrispondenti ad acqua, elettricità e riscaldamento raggiungono totali di milioni di euro" ha continuato a spiegare Glovacký, sottolineando che persino i pochi zingari che hanno un lavoro non guadagnano abbastanza per trovare una modesta abitazione lontano da Luník IX.

Simile anche l'opinione di Anna Koptová, Preside della scuola superiore di via Galaktická, che spiega: "se il colore della tua pelle è scuro e la tua residenza permanente è a Luník IX non hai speranze di trovare lavoro". Secondo la preside Koptová ci sono infatti tanti Rom colti ed abili che si trovano discriminati sul mercato del lavoro.

 
Di Fabrizio (del 16/03/2011 @ 14:26:16, in casa, visitato 1954 volte)

Da Redattore Sociale

Le tre famiglie non volevano lasciare il campo. Costantin Ventila, rom romeno: "Comune e Casa della Carità mi hanno offerto 1000 euro per andarmene e altri 5 mila quando avrei trovato un appartamento. Ma io ho rifiutato"

MILANO - Sgomberate tre famiglie rom che vivono all'interno del campo rom di Triboniano. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia di stato e della polizia locale che hanno bloccato le vie d'accesso al campo dove è stato vietato l'accesso a giornalisti e operatori della Casa della carità. Gli abitanti del campo si sono opposti allo sgombero. "Mi vogliono buttare in strada con i miei figli, non so dove mi vogliono mandare", denuncia Costantin Ventila, rom romeno, contattato telefonicamente. "Il comune e la Casa della carità - aggiunge Ventila - mi hanno offerto 1000 euro per andarmene da Triboniano e altri 5 mila quando avrei trovato un appartamento. Ma io ho rifiutato". Ventila, geometra sessantenne, è presidente dell'associazione "Avena Amenza Savale", da vent'anni in Italia e da sette anni abitante del campo comunale di via Triboniano. "Secondo me questa è una truffa: io sono un rom e se vado a cercare un appartamento non lo trovo - prosegue Ventila -.Tra l'altro, ci hanno sgomberato senza notificarci nulla: non abbiamo in mano nulla di scritto". In attesa che qualcuno, comune o Casa della carità, gli offrisse un'alternativa, Costantin Ventila si è rifugiato con la sua famiglia nella chiesa dei frati cappuccini davanti al Cimitero Maggiore. Ma ha poi lasciato quel rifugio. (dp/ar)

 
Di Sucar Drom (del 22/03/2011 @ 09:26:58, in casa, visitato 1644 volte)

Il Comune varerà il nuovo regolamento per il campo nomadi. La struttura verrà gestita da un ente terzo rispetto a Comune e Sucar Drom. Ecco le lettere che i sinti hanno inviato alla Gazzetta.

Gazzetta di Mantova

  • GUENDALINA "Vogliono cacciarci"
  • PAOLO "Perché cambiare il regolamento?"
  • DEL BAR "Come fate a sapere che siamo sporchi?"
  • SUCAR DROM "Ricordiamo i tanti passi avanti"

MANTOVA. Giro di vite del Comune sulla gestione del campo nomadi del Migliaretto. E' quanto prevede la nuova bozza di regolamento. Norme più severe per scandire la convivenza tra famiglie Rom e Sinte e, soprattutto, la certezza che si andrà verso la chiusura del campo, anche se ancora non si sa quando e nemmeno quale sarà l'alternativa offerta ai residenti. I quali saranno maggiormente responsabilizzati nella conduzione delle piazzole.

Nel senso che dovranno occuparsi della manutenzione ordinaria, prima affidata al Comune, e che risponderanno direttamente degli eventuali danni arrecati alla struttura. Rischiando anche l'espulsione nel caso non si attengano alla regole. Aumenterà anche il canone giornaliero che ogni famiglia dovrà versare e rincarerà anche il costo di acqua, luce e gas. E vi è anche una novità sostanziale. Dal nuovo regolamento si evince che a gestire la struttura non saranno più il Comune e i nomadi attraverso l'associazione Sucar drom, ma un ente terzo. Le modalità per l'affidamento saranno decise in un secondo tempo dalla giunta.

Ancora non è dato conoscere la reazione ufficiale delle rappresentanze dei nomadi, anche se voci parlano di forti resistenze all'introduzione, all'articolo 4, della facoltà per l'ente gestore di proporre al sindaco l'espulsione di chi, residente o meno, «non osserva il regolamento, commette reati contro il patrimonio, crea disordini o risse all'interno dell'area e di chi risulta insolvente nei pagamenti dei canoni» previsti dal regolamento.

Così come non piacerebbe che dallo stesso articolo 4 sia sparito il riferimento a due dei compiti principali per le istituzioni pubbliche e per chi gestisce un campo nomadi: promuovere la scolarizzazione dei bambini e curare il rapporto tra cittadini e nomadi per favorire l'integrazione nella comunità. «In commissione - dice l'assessore al welfare Arnaldo De Pietri - valuteremo serenamente le proposte delle associazioni che saranno portate dai dirigenti e che, in alcune casi, sono già state condivise. Il fatto politico importante - sottolinea - è che il regolamento porta in sè i presupposti per procedere ad un graduale smantellamento del campo».

In questa direzione va anche la norma introdotta che prevede di non assegnare più le piazzole che si rendessero libere per il trasferimento di famiglie residenti. Per la prima volta la struttura di via Guerra viene definita «area residenziale» per le famiglie Sinte e Rom (prima era semplicemente un "campo" per permettere la sosta dei nomadi fornendo loro «servizi indispensabili per le esigenze familiari»).

L'area comprende 25 piazzole (ognuna delle quali può ospitare sino a due nuclei familiari), con a disposizione due prese elettriche. L'area al massimo può ospitare 200 persone (prima non vi era alcun limite): i residenti possono stare per un tempo illimitato; mentre i non residenti potranno fermarsi per un massimo di 30 giorni rinnovabili (prima era previsto un solo rinnovo).

18 marzo 2011


 Sul nuovo regolamento per il campo nomadi sono arrivate in redazione lettere (alcune firmate con nomi di fantasia per "timori _ scrivono _ di ritorsioni da parte del Comune") molto critiche nei confronti delle nuove norme. Ecco la prima lettera

"Egregio Direttore della Gazzetta di Mantova, il Consiglio comunale sembra intenzionato ad approvare un nuovo regolamento per chi come me vive nel cosiddetto campo nomadi. Con il nuovo regolamento si vuole stravolgere le modalità di pagamento degli oneri (affitto della piazzola, energia elettrica, acqua, immondizie...). Per inciso, la casa non me l'ha data il Comune come a Milano o a Roma, ce la metto io!

Mentre oggi andiamo liberamente, alla scadenza delle bollette, a pagare quanto dovuto alla Tesoreria comunale in via Roma, con il nuovo regolamento dovremmo pagare a un fantomatico Ente gestore. Mi chiedo: questo Ente gestore garantirà gli stessi orari di sportello come fa oggi la Tesoreria comunale? Quanto dovrà spendere il Comune per dare la possibilità all'Ente gestore di avere uno sportello aperto tanti giorni e tante ore come la Tesoreria comunale? L'impressione è che si voglia complicare la mia vita con l'obbiettivo trovare delle scuse per cacciarmi in strada se il fantomatico giorno dei pagamenti sarò lavoro o sarò ammalato."
Guendalina
abitante di viale Learco Guerra 23


 Un altro abitante di Viale Learco Guerra 23 scrive sul regolamento che il Comune intende adottare per il campo nomadi. Anche in questo caso fa ricorso a un nome di fantasia

"Egregio Direttore, il Comune ha intenzione di cambiare il regolamento del luogo dove vivo, viale Learco Guerra 23. Razionalmente non ne capisco il motivo, visto che l'attuale regolamento funziona e che tutti pagano regolarmente; ma si sa ci sono le elezioni provinciali e quindi la cosa più semplice è dare addosso a noi sinti mantovani.

Comunque non riesco proprio a capire il motivo per cui nel momento in cui non pagassi l'energia elettrica mi cacciano in strada. Oggi se non pago mi tagliano i fili della luce come a qualsiasi altro mantovano. Secondo Lei, Direttore, stanno cercando scuse per smantellare il cosiddetto campo nomadi mandandoci via da Mantova?"
Paolo
abitante di viale Learco Guerra 23


 Yuri del Bar, vicepresidente dell'associazione Sucar Drom, critica le parole del consigliere comunale Romano, il quale ha affermato che "la cultura sinta è ruberia o carità"

"Signor Direttore, il consigliere Carlo Romano vuole insegnarci come vivere. Ha affermato pubblicamente che la cultura sinta, e quindi la mia cultura, è ruberia o carità. Ha anche affermato che siamo sporchi e non paghiamo le bollette. Le posizioni verso noi sinti mantovani del consigliere Romano le ho lette nei libri di storia e le ho sentite raccontate da mia madre che è nata in campo di concentramento. Tutti sappiamo come è finita...

Nei suoi mandati come Consigliere Comunale Carlo Romano non si è mai visto nei pressi del cosiddetto ''campo nomadi'' e quindi mi chiedo: come fa a sapere che noi siamo sporchi? Forse quando ero Consigliere comunale venivo alle sedute sporco?

Devo ricordare al consigliere Romano che la stessa Regione Lombardia, guidata dal suo partito, ha riconosciuto la scolarizzazione a Mantova dei bambini sinti come modello da esportare anche in altre città. La Regione Lombardia è molto attenta ed informata su queste dinamiche e su questi progetti, al contrario del consigliere che sparla solo per fare presa sulla cittadinanza. Naturalmente stando attento a non fare dichiarazioni che vadano contro l'altro partito di maggioranza: la Lega Nord. Altrimenti ha paura di perdere il seggiolone in consiglio.

Credo che in questi anni la nostra associazione abbia fatto un gran bel lavoro, non vedo il motivo perché distruggerlo e cambiare con un altro ente gestore. In generale le cose si cambiano quando vanno male, ma forse l'unica cosa che ha in mente questa amministrazione è quella di fare fuori Sucar Drom, associazione conosciuta e stimata sia in Italia che in Europa. Credo che il regolamento dell'area di sosta di via Learco Guerra n. 23 debba essere ancora approfondito prima di andare in Consiglio comunale, come eravamo d'accordo con l'Assessore che ci aveva promesso un altro incontro. Ma le pressioni politiche alle spalle dell'assessore hanno costretto questo ultimo a cedere per non avere problemi in seguito. L'associazione Sucar Drom ha ricevuto nel 2009 euro 16.000,00 per la gestione ma anche una parte della manutenzione degli impianti come quello fognario e quello del verde. Caro Romano, cosa costerà ai mantovani la sola gestione che sembra si voglia affidare all'Aster (ex Mantova Parking)?"
Yuri Del Bar
Vicepresidente Associazione Sucar Drom


 "Il desiderio di evitare il dialogo e il confronto aperto cercando di far accettare proposte che definire discutibili è solo generoso verso chi le avanza, è apparso subito chiaro a chi come me ha assistito nella serata di ieri all'incontro delle commissioni statuto e regolamento e servizi sociali. Le commissioni si riunivano per discutere la stesura di un nuovo regolamento per l'Area Attrezzata a Sosta per Sinti italiani, da sempre dicitura corretta ma che i nostri politici, spesso in difficoltà con la lingua italiana, non riescono ancora a pronunciare preferendo quella più sbrigativa di campo nomadi.

Dopo una sbrigativa presentazione del nuovo regolamento da parte del dirigente Ernesto Ghidoni, l' assessore Arnaldo De Pietri, chiedeva che non fosse accettata la lettura di un intervento preparato dall'Associazione Sucar Drom come proposto dai consiglieri di minoranza.

L'assessore riteneva che se il tenore dell'intervento fosse quello espresso anche in articoli apparsi sui quotidiani, non era il caso di dare altro spazio al confronto. Forse dimenticava che era apparso prima un lungo articolo sulla Gazzetta di Mantova, che se non riportava fedelmente le sue parole o il suo pensiero, non si è comunque sentito in obbligo di correggere o smentire.

Fortunatamente la maggioranza dei presenti non era dello stesso avviso, e pure se non sono mancati altri tentativi per affossare il confronto, il consigliere Romano ha infatti ricordato che bisogna bere l'amaro calice (speriamo non sia olio di ricino), l'intervento è stato letto, offrendo la possibilità tardiva e comunque alla fine evasa di poter presentare un nuovo regolamento che non risultasse solo, come è dimostrato sarà, un atto che renderà ancor più difficile la vita a determinate persone già svantaggiate, ma anche un documento raffazzonato e approssimativo che evidenzierà i suoi limiti e la sua scorrettezza al momento di metterlo in atto.

Forse per ottenere una cosa più condivisa e più costruttiva sarebbe bastato che i rappresentanti dell'assessorato al welfare ricordassero a se stessi e ai presenti i passi in avanti che in passato si sono potuti fare, e che ancora sarebbero stati possibili, puntando a quel modo di agire conosciuto come collaborazione.
Luca Dotti
Associazione Sucar Drom


NdR: altre lettere inviate alla Gazzetta di Mantova, su U VELTO

 
Di Fabrizio (del 24/03/2011 @ 09:58:28, in casa, visitato 1744 volte)

Martedì, 22 Marzo

Lamezia Terme - A caccia di un sito per i lametini di Scordovillo. O di diversi siti. «Devono essere terreni del Comune, è difficoltoso fare gli espropri in una situazione del genere, e poi ci vuole troppo tempo». Sono le raccomandazioni del prefetto al sindaco nell'incontro di ieri a Catanzaro dalle 13 alle 15.

Antonio Reppucci e Gianni Speranza a Palazzo di Governo si sono seduti intorno a un tavolo con i vertici delle forze dell'ordine e il viceprefetto vicario Osvaldo Caccuri per analizzare la situazione di Scordovillo: entro domenica delle Palme bisogna trovare una soluzione. Questo l'ordine del procuratore della Repubblica Salvatore Vitello che ha sequestrato tutto il ghetto denunciando 58 capifamiglia per diversi reati ambientali ed occupazione abusiva di suolo pubblico.

«Ci sono ritardi di 63 anni, o tutti colpevoli o tutti innocenti», dichiara il prefetto alla Gazzetta del Sud dopo l'incontro urgente sul caso Scordovillo, circa mille zingari blindati in un ghetto nel cuore della città ed a ridosso dell'ospedale. Reppucci se l'aspettava: «Non riesco a capire tutte queste prese di posizione sul campo rom dopo 63 anni in cui si sono succedute giunte di diverso colore. Attaccare adesso a chi giova? E perchè?». E aggiunge provocatoriamente: «C'è qualcuno che ha un progetto valido? Allora che parlano a fare?».

Da qui l'appello a lavorare tutti insieme su questo bubbone: «Adesso ci vuole il buon senso di essere propositivi. Dobbiamo individuare un percorso tutti insieme: destra, sinistra, associazionismo. Una volta tanto dobbiamo essere tutti uniti, e usare toni pacati».

Ieri a tre giorni dal sequestro preventivo di Scordovillo la prima riunione. «È stata una prima presa di contatto», spiega il prefetto Reppucci. Che in settimana convocherà una nuova riunione. Adesso a dirigere le manovre è proprio Reppucci che subito dopo il sequestro ha preso in mano la situazione. Che dà qualche giorno di tempo al Comune per individuare le aree dove trasferire i rom. Ma con quali soldi?
Questo è un altro problema da risolvere. Perchè Antonio Reppucci non ha i poteri dei suoi colleghi di Roma, Milano e Palermo nominati commissari per l'emergenza rom. Occorrono milioni di euro per far traslocare tutti i residenti di Scordovillo: almeno 600 secondo il sindaco. Arrivano fino a mille con gli extra: imboscati, latitanti, irregolari e chissà chi altro.

L'elenco dei problemi è lungo. Uno di questi sono i 500 mila euro che il Comune ha disponibili per la bonifica. Ma perchè risanare Scordovillo se verrà smantellato? I lavori si sono bloccati, bisognerà decidere prima cosa fare del ghetto. Perchè oltre all'ipotesi dei falchi di smantellare tutta la baraccopoli, c'è quella delle colombe che pensano si possa ancora risanare completamente portando acqua corrente, energia elettrica regolarizzata (quella che c'è è in gran parte rubata con impianti volanti e pericolosi), fogne che non esistono. Perchè i liquami del villaggio, se qualcuno non l'ha ancora capito, finiscono dritti in un canalone scoperto che passa dall'ospedale, con buona pace di gastroenterologi e virologi che quotidianamente in camice bianco si occupano di infezioni.

«Ci sarà qualche altra riunione», aggiunge il rappresentante di governo a Catanzaro, «poi dovremo mettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Vorrei che la città di Lamezia ci desse una mano: aiutateci ad aiutarvi. I residenti di Scordovillo sono lametini, non possiamo cacciarli via dalla città».

Il prefetto poi torna al problema dei siti da individuare per trasferire le famiglie: «Certo, ci sarà l'effetto Nimby, perchè ognuno pensa: portateli dovunque, purchè lontani da casa mia. Parliamo di società multietnica e poi si pensa in questo modo».

Prima di andare in Prefettura il sindaco ieri di buon mattino ha incontrato una delegazione di rom. Sono tutti preoccupati sul loro futuro da qui a un mese. Il sindaco ha spiegato che «l'emergenza avrà un esito positivo se verrà affrontata con l'attivazione di un accordo di programma fra istituzioni con il coinvolgimento di Governo, Regione Calabria e Provincia per il trasferimento della comunità da contrada Scordovillo. Sicuramente la soluzione che si prospetta», ha detto Speranza agli zingari, «sarà migliore di quella che i cittadini rom stanno attualmente vivendo a Scordovillo».

 

mar 30, 2011

Noto: Il Sindaco, alla presenza dei Vigili Urbani e degli Agenti della Questura e del Commissariato di Noto, ha incontrato una delegazione della Comunità dei "caminanti" per affrontare in maniera diretta il problema dell'abusivismo, delle demolizioni e del rispetto della legalità all'interno della Città di Noto.

In questo incontro, presente anche il sig. Fiasché Corrado, si è convenuto di tracciare un accordo che potesse permettere di bloccare il fenomeno dell'abusivismo e consentire anche ai "caminanti" di poter costruire nella legalità, rispettando le regole civili e sociali.

L'impegno preso dai rappresentanti della Comunità dei "caminanti" è quello di bloccare qualsiasi attività edilizia abusiva. Nel contempo l'Amministrazione provvederà ad attuare un programma di edilizia sociale che permetterà di individuare delle aree onde consentire ai "caminanti" di costruire nel rispetto della legge e dei regolamenti comunali; nonché ad attuare dei piani di recupero delle zone oggetto di edificazione abusiva, permettendo in tal modo, previo pagamento di quanto dovuto per legge, di regolarizzare quelle abitazioni con la fornitura dei servizi essenziali e delle opere di urbanizzazione necessari. Chiaramente tutto ciò non potrà riguardare le ipotesi di inedificabilità assoluta.

Il Sindaco ha dato notizia di tale incontro al Procuratore della Repubblica Rossi, il quale per grandi linee ha condiviso l'impostazione dell'intesa di carattere amministrativo, ritenendo la strada politica e della collaborazione l'unica possibile per arginare un fenomeno dilagante che la sola repressione non è in condizione di potere arrestare.

Nel pomeriggio di ieri il sindaco ha riunito tutti i capigruppo consiliari di maggioranza e di opposizione per far si che tale progetto possa essere condiviso da tutte le forze politiche, in maniera bipartisan, perché sarebbe l'unico modo di affrontare il serio problema di natura prevalentemente sociale che riguarda circa 3.500 cittadini di Noto.

Si ritiene tale azione ormai non più differibile e si ritiene che la stessa potrebbe avviare un processo serio di integrazione nella vista sociale ma soprattutto arrestare un processo di illegalità che, peraltro, non ha portato ad alcun vantaggio economico per i "caminanti" i quali molte volte sono stati tratti in inganno da vari soggetti e vari professionisti che promettevano di regolarizzare immobili abusivi ma che di fatto non ottenevano il risultato promesso, lasciando tali costruzioni nella loro illegalità e di fatto giuridicamente e catastalmente inesistenti.

Si ritiene che tale gesto politico, che deve coinvolgere tutte le forze sociali e politiche della Città, oltre ad essere un importantissimo gesto per la risoluzione del problema edificatorio di questa comunità. A giorni il Sindaco e i Consiglieri comunali incontreranno la delegazione dei "caminanti" assieme ai rappresentanti dell'Ufficio tecnico e dell'Ufficio legale del Comune per portare avanti un'azione mirata alla creazione di questa edilizia sociale da inserire in un più ampio contesto di piano di zona per edilizia popolare.

Tale azione verrà anche condivisa con le forze sociali della Città e comunicata alla Procura della Repubblica e alle Forze dell'ordine che hanno dimostrato ad oggi grande attenzione per la tutela del territorio.
Proprio ieri è pervenuto al Sindaco di Noto un plauso da parte del Presidente regionale di Legambiente, dott. Mimmo Fontana, per tale iniziativa che costituisce l'avvio di un procedimento che non è riuscito in nessuna parte della Sicilia.

 

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