Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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La redazione
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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

  Comunicato stampa di Emergency

A oggi, in Italia, una legge vieta al personale sanitario di denunciare gli immigrati conosciuti per ragioni di cura, anche se la loro presenza in Italia non fosse regolare.
Un emendamento approvato al Senato intende sopprimere questa norma.
Si metterebbero così gli individui nella condizione di scegliere fra l'accesso alle cure e il rischio di una denuncia; si spingerebbe parte della popolazione presente in Italia nella clandestinità sanitaria, con grandi rischi per sè e per la collettività.

Si vuole affidare ai singoli medici la scelta se garantire lo stesso diritto alla cura a tutti gli individui, nel miglior interesse del paziente e nel rispetto del segreto professionale, oppure se esercitare la facoltà di denunciare i loro pazienti "irregolari".

Secondo tutti i medici che ho conosciuto e apprezzato, l'unico modo giusto e civile per fare medicina è garantire a tutti la miglior assistenza possibile, senza distinzione alcuna riguardo a colore della pelle, sesso, convinzioni politiche, religiose o culturali, nazionalità o status giuridico.
Questo è il modo in cui Emergency ha lavorato, per quindici anni in tredici diversi paesi, curando tre milioni di persone senza distinzioni. Questo è il modo con cui continuiamo a lavorare, anche in Italia, nel Poliambulatorio per migranti e persone indigenti di Palermo.

Anche di fronte all'inciviltà sollecitata da una norma stolta prima ancora che perversa, sono certo che i medici italiani agiranno nel rispetto del giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Nel rispetto, soprattutto, di chiunque si rivolga a loro avendo bisogno di un medico.

 
Di Fabrizio (del 19/12/2008 @ 08:57:21, in Italia, visitato 2238 volte)

QUESTO NATALE UN REGALO ORIGINALE E SOLIDALE

Vieni trovarci il 21 DICEMBRE DALLE ORE 10 alle 17 nel laboratorio di MANUFATTI DONNE ROM in via dei Bruzi 11/c (zona San Lorenzo)

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Di Fabrizio (del 16/12/2008 @ 09:35:40, in Italia, visitato 3092 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Con il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina i recenti provvedimenti del Governo e del Parlamento, colpiscono tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese rispettando le leggi.
L’integrazione diventa un percorso ad ostacoli che esclude e inibisce i percorsi positivi di inserimento dei migranti nella società italiana.
Il fondo Nazionale per l’integrazione è passato da 100 milioni di euro a 5 milioni e tra le proposte contenute in finanziaria vi è l’introduzione del requisito di dieci anni di residenza per l’accesso al piano casa ed all’assegno sociale.
Il disegno di leggge sulla sicurezza, in discussione al Senato, in nome di un malinteso concetto di sicurezza, stravolge le norme sull’immigrazione, riducendo fortemente i diritti dei migranti, uomini e donne da tenere in condizioni di precarietà, ricatto e sfruttamento, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella società.
L'insieme dei provvedimenti proposti, se approvati, contraddicono le norme internazionali sui diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione italiana che afferma la pari dignità sociale delle persone, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione. In particolare:

- si introduce il reato di clandestinità
- si ostacola il ricongiungimento familiare, che da sempre costituisce un elemento forte di stabilità e di integrazione
- si riducono le tutele dei rifugiati e dei minori
- si tagliano le risorse per i corsi d’italiano e si istituiscono le classi differenziate
- si restringe l’assistenza sanitaria, prevedendo un obbligo, per i medici e il personale sanitario, di denunciare gli immigrati irregolari che chiedono di curarsi
- si rendono più difficili i matrimoni misti
- si esaspera il criterio della idoneità alloggiativa
- si istituisce il permesso a punti e una tassa per ogni pratica di rilascio e di rinnovo di 200 euro (attualmente è di 72 euro), un balzello ingiusto e oneroso per i migranti che attendono anche più di un anno una risposta sul permesso di soggiorno che - quando arriva – molte volte già è scaduto
- si propone il blocco dei flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri, misura propagandistica ed inutile, che chiude la strada all’immigrazione regolare e non fa nulla per dare risposta all’estesissima presenza di irregolarità, lavoro nero, e violazione dei diritti fondamentali.

Noi contestiamo questi provvedimenti e chiediamo al Parlamento di riformare le norme sull’immigrazione garantendo:

1. una seria ed efficace programmazione degli ingressi nel 2009, in misura funzionale al mercato del lavoro
2. una risposta coraggiosa al problema dei lavoratori immigrati senza permesso, dando loro una chance per emergere da una vita di lavoro nero e assenza di diritti.
3. parità di diritti e superamento delle discriminazioni sul lavoro e nell’accesso a scuola, sanità e stato sociale;
4. riforma della cittadinanza e diritto di voto.

Per queste ragioni promuoviamo per il giorno giovedì 18 dicembre, giornata dedicata dalle Nazioni Unite ai diritti dei lavoratori e lavoratrici migranti e delle loro famiglie, un presidio a Roma dalle ore 10.00 alle ore 14.00 (Largo Chigi – Colonna).
Nello stesso giorno, nelle stesse ore si effettueranno presidi davanti alle Prefetture delle più importanti città d’Italia.
Seguono Sigle

1. Antigone
2. ARCI
3. ASGI
4. Cantieri Sociali
5. Centro Astalli/JRS
6. CGIL
7. CIR
8. CIPSI
9. CNCA
10. DVF – Per il diritto degli stranieri a vivere in
famiglia
11. Emmaus Italia
12. Servizio Rifugiati e Migranti - Federazione Chiese
Evangeliche in Italia
13. Federazione Rom e Sinti Insieme
14. Fondazione Di Liegro
15. Gruppo Abele
16. La casa dei diritti sociali – FOCUS
17. Libera
18. Lunaria
19. OsservAzione
20. Senza Confine
21. Sbilanciamoci
22. SOS Razzismo
23. Terra del Fuoco
24. UIL
25. Unione Inquilini Roma e Lazio

 

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Con il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina i recenti provvedimenti del Governo e del Parlamento, colpiscono tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese rispettando le leggi.

L’integrazione diventa un percorso ad ostacoli che esclude e inibisce i percorsi positivi di inserimento dei migranti nella società italiana.

Il fondo Nazionale per l’integrazione è passato da 100 milioni di euro a 5 milioni e tra le proposte contenute in finanziaria vi è l’introduzione del requisito di dieci anni di residenza per l’accesso al piano casa ed all’assegno sociale.

Il disegno di legge sulla sicurezza, in discussione al Senato, in nome di un malinteso concetto di sicurezza, stravolge le norme sull’immigrazione, riducendo fortemente i diritti dei migranti, uomini e donne da tenere in condizioni di precarietà, ricatto e sfruttamento, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella società.

L'insieme dei provvedimenti proposti, se approvati, contraddicono le norme internazionali sui diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione italiana che afferma la pari dignità sociale delle persone, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione. In particolare:

- si introduce il reato di clandestinità;
- si ostacola il ricongiungimento familiare, che da sempre costituisce un elemento forte di stabilità e di integrazione;
- si riducono le tutele dei rifugiati e dei minori;
- si tagliano le risorse per i corsi d’italiano e si istituiscono le classi differenziate;
- si restringe l’assistenza sanitaria, prevedendo un obbligo, per i medici e il personale sanitario, di denunciare gli immigrati irregolari che chiedono di curarsi;
- si rendono più difficili i matrimoni misti;
- si esaspera il criterio della idoneità alloggiativa;
- si istituisce il permesso a punti e una tassa per ogni pratica di rilascio e di rinnovo di 200 euro (attualmente è di 72 euro), un balzello ingiusto e oneroso per i migranti che attendono anche più di un anno una risposta sul permesso di soggiorno che - quando arriva – molte volte già è scaduto;
- si propone il blocco dei flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri, misura propagandistica ed inutile, che chiude la strada all’immigrazione regolare e non fa nulla per dare risposta all’estesissima presenza di irregolarità, lavoro nero, e violazione dei diritti fondamentali.

Noi contestiamo questi provvedimenti e chiediamo al Parlamento di riformare le norme sull’immigrazione garantendo:

1. una seria ed effiace programmazione degli ingressi nel 2009, in misura funzionale al mercato del lavoro;
2. una risposta coraggiosa al problema dei lavoratori immigrati senza permesso, dando loro una chance per emergere da una vita di lavoro nero e assenza di diritti;
3. parità di diritti e superamento delle discriminazioni sul lavoro e nell’accesso a scuola, sanità e stato sociale;
4. riforma della cittadinanza e diritto di voto.

Per queste ragioni promuoviamo per il giorno giovedì 18 dicembre, giornata dedicata dalle Nazioni Unite ai diritti dei lavoratori e lavoratrici migranti e delle loro famiglie, un presidio a Roma dalle ore 10.00 alle ore 14.00 (Largo Chigi – Colonna).

Nello stesso giorno, nelle stesse ore si effettueranno presidi davanti alle Prefetture delle più importanti città d’Italia.

Aderiscono all’appello:
Antigone, ARCI, ASGI
Cantieri Sociali
Centro Astalli/JRS
CGIL
CIR
CIPSI
CNCA
Emmaus Italia
Federazione Chiese Evangeliche in Italia
Federazione Rom e Sinti Insieme
Gruppo Abele
Libera
Lunaria
Sbilanciamoci
SOS Razzismo, Terra del Fuoco, UIL

 
Di Fabrizio (del 15/12/2008 @ 23:04:40, in Italia, visitato 2086 volte)

Scusate il ritardo e la poca chiarezza del post, ve lo giro come è arrivato

Mercoledì 17 dicembre - h. 21:00
Rho (MI) @ Centrho - P.zza S. Vittore 22

“Rom: ripristinare i diritti umani”
Assemblea pubblica

Presentazione del video ”RhOM” di Nicola Porcu e Mariagrazia Pugliese (SOS Fornace autoprod.) e del libro ”I rom e l’azione pubblica” a cura di Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale (Teti editore)

Interverranno:
Mariagrazia Pugliese (Autrice del video “RhOM”)
Maurizio Pagani (Autore del libro “I rom e l’azione pubblica”)
Paola Pessina (Ex sindaco di Rho)
Un membro della comunità rom di via Sesia

Promuovono: SOS Fornace - Opera Nomadi Milano

 
Di Fabrizio (del 14/12/2008 @ 09:16:24, in Italia, visitato 1682 volte)

Da Tg Roseto. altre notizie su Coopofficina

12 Dicembre 2008 - Martedì 16 dicembre alle ore 15.00 si svolgerà presso il Centro Polivalente per Immigrati "Melting POinT", in via C. Battisti 31 a Martinsicuro, un incontro pubblico di approfondimento sulla cultura Rom. Fonti storiche segnalano l’arrivo dei Rom in Abruzzo già nel XIV secolo, eppure i Rom costituiscono ancora "cittadinanze imperfette".

La parola "rom" suscita ancora timore e troppo spesso rappresenta causa di allarme sociale.

Per cercare di ovviare a questo "stato di emergenza", la Provincia di Teramo e la Casa Circondariale di Teramo organizzano un incontro pubblico di approfondimento sulla cultura Rom, rivolto a cittadini, operatori sociali e famiglie Rom.

All’incontro parteciperanno:

§ MIRELLA DI GIORGIO - Rinnovare le pratiche e le parole: zingaro o Rom?

§ ANNA RITA SILVESTRI - 60 anni e 6 giorni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: raccomandazioni, leggi e progetti per promuovere la dignità di ciascun individuo

§ ERNESTO RUSSO - La presunta non integrabilità: casi di Rom al lavoro
E’ tutto a posto con i Rom?

La parola "rom" fa ancora timore quando viene espressa nella società italiana, e per vari politici rappresenta causa di grande allarme sociale con possibili gravi ripercussioni sull’ordine pubblico e la sicurezza, in una parola costituisce "uno stato di emergenza".

Prima di arrivare a queste affermazioni, i politici dovrebbero farsi la domanda…

Quanto conosciamo di questo popolo? Già, con la legge 482 del 1999 che riconosce le minoranze linguistiche, all’ultimo momento i rom e i sinti vennero cancellati e purtroppo, finora niente non è mai stato fatto.

La missione a Roma, il 18 e 19 settembre scorsi, di un gruppo di europarlamentari ha già prodotto un rapporto in cui si legge, tra le molte osservazioni: "le azioni perpetrate contro i rom dalle autorità italiane violano diversi obblighi dell’Italia rispetto alle norme internazionali sui diritti umani".

Al termine delle 40 pagine della bozza di rapporto, scritto da Gèrard Deprez eurodeputato belga liberale e presidente della Commissione libertà pubbliche si legge: "le autorità italiane devono abrogare immediatamente tutte le normative e ordinanze che hanno come bersaglio i Rom. Oltre ad abrogare, il governo italiano viene invitato anche a fare, a non dire e a condannare".

E’ un richiamo verso tutte le istituzioni a un impegno per ricercare, con il tempo, un dialogo costruttivo che prevede un processo di integrazione a lungo termine, e non un processo di colpevolezza.

La legislazione europea afferma che soluzioni abitative che emarginano, dal punto di vista geografico, comunità minoritarie come i rom e i sinti sono soluzioni razziste; e tanto altro è previsto ancora.

Il cambiamento può avvenire dentro di noi. Liberarsi dei pregiudizi, lavorare su noi stessi, rispettare i diritti degli altri, accogliere le diversità come una risorsa non come una minaccia, è poi, chiedere di essere rispettati.

Un noto scrittore sottolinea:" i rom e i sinti sono belli e brutti, intelligenti e stupidi, modesti e falsi, aperti e chiusi come tutti noi, come i nostri parenti e i nostri vicini di casa".

E si trasformano e si adattano al mondo. L’importante è crescere insieme, conoscersi e fare tesoro delle nostre diversità.

Finora, però, le risposte ancora mancano; per questo, ci associamo anche noi alla domanda; E’ tutto a posto con i Rom?

 
Di Fabrizio (del 14/12/2008 @ 08:52:08, in Italia, visitato 2319 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Favola di Natale a Pesaro: Marco, un 44enne italiano, perde il lavoro, quindi la casa. I servizi sociali ignorano il suo caso e si ritrova in mezzo alla strada, povero, al freddo e senza un futuro. Gruppo EveryOne: "Quando tutto sembrava perduto, un "carabiniere buono" l'ha aiutato e le famiglie Rom di Pesaro l'hanno accolto, condividendo con lui un tetto sulla testa, un po' di zuppa e tutto il loro calore umano. La favola di Marco deve essere un monito perché le Istituzioni e la gente ritrovino la via della solidarietà".

Pesaro, 13 dicembre 2008. Natale si avvicina e in Italia vi sono migliaia di senzatetto che sopravvivono in condizioni socio-sanitarie tragiche. Gli ospedali sono pieni di un'umanità dolente, sopraffatta dalla fame, dal freddo, dalle malattie, dall'indigenza. Il 10 novembre scorso ha destato orrore il caso di Andrea Severi, senzatetto di Rimini aggredito mentre riposava su una panchina e dato alle fiamme da quattro giovani italiani di buona famiglia. E' ancora in gravi condizioni, con ustioni estese e terribili. Ma l'odio che circonda i poveri è vivo e palpabile in tutta Italia, tanto che spesso le cittadinanze accusano i volontari della Caritas di essere "un ricettacolo di barboni, alcolizzati e sbandati". Da mesi i dirigenti dell'associazione cristiana lanciano l'allarme: "Il razzismo e l'intolleranza dilagano; hanno vinto gli impresari della paura".

"Natale 2008 sarà ricordato dai 'clochard', dai Rom e dai migranti più svantaggiati che vivono in Italia come un giorno di emarginazione, povertà e gelo," affermano preoccupati Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del Gruppo EveryOne. "Le Istituzioni non solo hanno abbandonato a se stessi i disagiati, ma fanno a gara per emanare ordinanze atroci, la cui crudeltà è sempre più raccapricciante". In questo clima di intolleranza e sofferenza, però, si è verificata anche una commovente "Favola di Natale", all'insegna dell'amore e della solidarietà. "E' una vicenda che si svolge tra Fano e Pesaro," raccontano Malini, Pegoraro e Picciau, "due città in cui purtroppo l'intolleranza verso i poveri, gli stranieri e i Rom raggiunge punte fuori controllo di persecuzione, avversione e indifferenza. A Pesaro siamo costretti a lottare ogni giorno, fra mille difficoltà, per salvare la vita a cittadini Rom romeni in condizioni spaventose, abbandonati a se stessi e sgraditi. Fano è nota per le ordinanze contro i senzatetto, che obbediscono alla linea dura del governo italiano, ma violano di fatto tutte le leggi internazionali sui diritti dell'uomo. In questo clima che non ha niente di natalizio né di civile o cristiano," proseguono gli attivisti, "il sentimento di solidarietà, che è alla base della vera civiltà, non è però morto". A Fano è iniziato il calvario di un uomo, Marco Ripanti, 44 anni, che dopo aver lavorato per tanti anni con coscienza, gli ultimi nove alla Berloni - dove i colleghi lo ricordano ancora per la sua attività svolta sempre con puntualità e sacrificio - si è separato dalla famiglia, a causa di un matrimonio sfortunato ed è rimasto disoccupato, dopo i tagli del personale effettuati dal mobilificio pesarese. "Marco, che è nato a Fano e risiedeva da sempre in città, si è trovato così in mezzo alla strada, senza casa e senza mezzi di sostentamento," continua EveryOne. "Ha chiesto aiuto ai servizi sociali, ha presentato una domanda di alloggio popolare, ha cercato disperatamente un nuovo lavoro, anche umilissimo. Nonostante la chiara situazione di urgenza, però, le Istituzioni locali hanno incredibilmente respinto tutte le sue richieste, lasciandolo nella condizione di senzatetto".

"Quando si è abituati a una vita normale, la vita di chi lavora per mantenere la propria famiglia, va in chiesa e al cinema con i propri cari, fa il tifo per una squadra di calcio o di basket, abituarsi all'esistenza del 'clochard' è difficile," dice Marco, sconsolato. "Vivendo nelle strade, mi sono accorto di quante ingiustizie esistano, di quanto dolore ci circondi. La gente guarda i poveri con diffidenza e paura, non sa che quello che è capitato a me può succedere a chiunque, da un giorno all'altro". Marco trascorre giornate durissime. E' difficile, per lui che vuole mantenersi una persona onesta, procurarsi il pane quotidiano e un tetto sulla testa, quando scende la notte, la temperatura diventa gelida e il mondo esterno è pieno di insidie. A Fano le Istituzioni, le autorità di ordine pubblico e una parte della cittadinanza mostrano una vera e propria avversione per i poveri. Un gruppo di cittadini è giunto a sequestrare le panchine su cui i derelitti si coricavano la notte. Episodi di intolleranza, in città, sono piuttosto frequenti e i 'clochard' sono guardati a vista, mentre i servizi sociali, la cui missione dovrebbe essere proprio quella di aiutarli, girano la faccia altrove. Così si è spostato a Pesaro, dove incontra, è vero, disprezzo e rifiuto da parte di molti, ma anche un barlume di accoglienza. "Abbiamo battezzato Pesaro 'la città dal cuore di metallo' in riferimento alla celebre scultura di Arnaldo Pomodoro," proseguono i leader EveryOne, "ma soprattutto all'atteggiamento intollerante e alla mancata assistenza da parte delle Istituzioni verso i poveri, i migranti in difficoltà e i Rom. Questi ultimi suscitano addirittura una fobia irrazionale, da parte del sindaco e di molte autorità locali, che non solo li condannano all'esclusione, ma rifiutano persino di ricevere i nostri rappresentanti quando si verificano emergenze umanitarie. Marco però ha conosciuto, proprio a Pesaro, anche i 'buoni' di questa Favola di Natale. Il primario dell'Ospedale San Salvatore, che ha aperto tutte le porte ai bisognosi, senza eccezioni né distinzioni. Poi, un carabiniere, che svolge il suo dovere con coscienza, ma non ha mai rinunciato ad amare il prossimo, a 'servire e proteggere' i più deboli. E' lui che ci ha fatto conoscere il caso di Marco. Ma i veri protagonisti della nostra fiaba natalizia sono... i Rom di Pesaro. Quando sono venuti a sapere della situazione in cui si trova Marco, povero come loro, emarginato come loro, esposto ai pericoli del freddo e dell'intolleranza come loro, le famiglie Rom romene che vivono fra mille difficoltà in città hanno fatto a gara per accoglierlo. Non posseggono niente, sopravvivono in due edifici abbandonati - una casa colonica fatiscente e una fabbrica dismessa - ma sono ancora capaci di solidarietà e amore per il prossimo".

"Nessuno deve vivere da solo e senza un rifugio," ha detto la signora Mariana Danila, quando ha saputo delle vicissitudini di Marco. "Qui nella fabbrica c'è ancora posto e almeno potrà vivere al sicuro. Un piatto di zuppa e un po' di pane non gli mancheranno e di notte potrà dormire ben coperto e senza timore. Siamo poveri anche noi, perché nessuno dà un lavoro né a me né ai miei figli e il Comune ci ha detto che non ha la possibilità di aiutarci, ma siamo buoni cristiani". Da oggi Marco vive con i Rom di Pesaro, che gli hanno teso la mano proprio quando la disperazione era divenuta insopportabile e gli hanno offerto il calore umile di un desco e di una famiglia. "Un altro dramma è stato scongiurato," concludono gli attivisti, "nella 'città dal cuore di metallo'. Ora dobbiamo continuare a dialogare con Istituzioni che sembrano insensibili come pareti di ghiaccio, perché si torni sulla via della civiltà e del rispetto dei Diritti Umani. La 'favola' di Marco e dei Rom non deve toccare i cuori solo per un attimo, come se fosse un film di Natale, ma deve indurre tutti, a partire da chi ci governa e dalle autorità locali, a cambiare atteggiamento verso gli emarginati e comprendere che la solidarietà non è solo 'assistenzialismo', ma un aspetto basilare della società umana, fondamento della democrazia e della civiltà. La solidarietà produce la vera sicurezza e il vero benessere, mentre l'intolleranza semina odio, dolore e morte".

Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 331-3585406 - (+ 39) 334-8429527
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 13/12/2008 @ 12:53:58, in Italia, visitato 3726 volte)

Dal blog Casilino 900

foto tratta da reterom.blogspot.com

E' accaduto all'1.30, mentre l'intera città era colpita da una pioggia dura e incessante.
Arriviamo al campo alle 10 di mattina, dove troviamo Hackja (uno dei direttori dei lavori, il portavoce dell'area bosniaca del campo) assieme ai figli e al gruppo operativo NAE.
La casa è recintata dai nastri gialli della Polizia Municipale.
Mancano le parole, a tutti.

Due giorni prima accanto alla casa si era tenuta la riunione degli anziani del campo. Erano 50 anni che non accadeva una cosa simile. Il fuoco acceso in una vasca da bagno ardeva scaldando i pensieri e le parole dei saggi, argomentando le posizioni da intraprendere per il futuro delle famiglie e dell'insediamento.
Desiderio di futuro e voglia di parteciparne.

Credo che con Savorengo Ker sia andata definitivamente in fumo la burocrazia che ha bloccato i lavori di costruzione della casa e nient'altro. Dal 28 luglio la casa aspettava di essere completata e inaugurata. Cavilli burocratici, posizioni politiche e l'ambiguità di chi ha patrocinato il progetto hanno bruciato Savorengo Ker.

Il degrado è figlio dell'abbandono, della mancanza di cura. Per questo l'architettura in legno di Savorengo Ker è crollata bruciando nel rogo dell'impotenza, lasciando che cenere e fango si confondessero nel presente di una città dei forti.

Savorengo Ker avrebbe potuto essere la biblioteca di un nuovo sapere, i suoi libri avrebbero testimoniato la nascita di una cultura dell'incontro e della reciprocità, le mappe archiviate negli scaffali avrebbero testimoniato il passaggio epocale dalla discrimanzione all'accoglienza del popolo rom nel mondo dei gagè, i suoi video infine avrebbero raccontato come sia possibile costruire assieme la città attraverso la fiducia reciproca.

Savorengo Ker avrebbe contenuto volumi pericolosi. Tutti i cittadini avrebbero potuto leggervi la vera storia di una persecuzione, quella del popolo rom, oscurata dalla televisione e dai giornali.

Ma con Savorengo Ker è bruciato solo il legno che la teneva in piedi.
Dalle ceneri della casa nasce un nuovo desiderio.

per stalker, ilaria

 
Di Fabrizio (del 13/12/2008 @ 09:35:29, in Italia, visitato 1900 volte)

Premessa noiosa: da circa un mese sento discutere su quanto Facebook sia alienante, sul fatto che bisogna starne distante perché è pieno di gruppi fascisti (che si chiudono e riaprono a velocità pazzesca), sul fatto che è pieno di programmi inutili. Io rimango della vecchia idea che non bisogna buttare via bambini assieme all'acqua sporca. Ad esempio, ho conosciuto meglio persone che già frequentavo, trovato nuovi collaboratori e lettori, frequento gruppi di discussione sugli argomenti che mi stanno a cuore, ho trovato partecipanti ad iniziative...

Proprio su Facebook mi è stato segnalato questo lungo e interessante articolo di Eugenio Viceconte sul portale di Sinistra Democratica: spiega bene gli arretramenti delle politiche sociali negli ultimi 10 anni, in particolare l'odissea di quest'ultimo anno, dove media e politica hanno fatto gli straordinari per costruire "il pericolo zingaro". Noto lo sforzo di chi ha scritto nel cercare anche soluzioni "politiche" e non di buonismo alla presenza di forse 150.000 Rom e Sinti in Italia. Insomma: grazie per la solidarietà, ma ora è tempo di sporcarsi le mani e di promuovere soluzioni politiche!

Quando il governo ha dato corso alle promesse elettorali sulla sicurezza ed ha messo in scena le azioni repressive contro "zingari", in particolare la sciagurata campagna della raccolta delle impronte ai bambini, nel popolo della sinistra si è colto qualche segnale di indignazione e s'è fatta strada l'idea che alla gente Rom e Sinti venisse negato qualcuno dei diritti fondamentali dell'uomo previsti dalla Dichiarazione Universale e le immagini dei roghi di Ponticelli hanno creato dolore e sconcerto facendo prendere coscienza che il razzismo del nostro paese è una realtà concreta.

Poi è arrivato l'attacco alla scuola, la crisi economica e nei sondaggi la paura della povertà ha sostituito l'ansia per la presenza dei Rom; il risultato è stato che di Ponticelli e di impronte non si parla più.

Ovvero, la litania contro il governo "che prende le impronte ai bambini rom" e rimasta nelle frasi fatte negli articoli politici e nei blog, anche se la norma, per l'intervento della comunità europea, è stata ritirata.

Un modo per connotare il governo di destra e delle città amministrate dagli sceriffi quando anche l'opposizione dei Diritti dei Rom sembra essersi completamente dimenticata.

La "crisi" ha fatto ripiombare sul tema dei diritti umani della più grande minoranza europea la cortina di silenzio che grava da sempre.

Non che sia scemato in questi mesi "l'accanimento contro gli zingari".

L'opinione pubblica continua ad essere ferocemente xenofoba fomentata da una stampa ed una TV spietatamente attive nel creare odio cieco ed ingiustificato allarme.

Da parte sua il governo e le amministrazioni comunali hanno continuato un'azione costante di intimidazione sulla popolazioni rom e sinti.

Continuano di buon passo i piani per smantellare quel poco di sostegno sociale che, malamente, era stato dato per far fronte a progetti di integrazione vecchi di venti anni; come continuano i progetti di rimozione sociale dell'etnia rom da allontanare, marginalizzare, isolare, espellere, nascondere.

Si vanno anche consolidando preoccupanti progetti di allontanamento dei minori dalle famiglie con la creazione dei presupposti ideologici nella società tali da far accettare l'equazione "povertà = perdita della patria potestà".

Ma non è questa la sede per fare l'analisi puntuale delle discriminazione in corso contro la gente rom e sinti da parte di questo governo e delle amministrazioni locali ne per mettere in evidenza il pensiero razzista insito nella società italiana. Ci sono siti che quotidianamente si battono su questi temi (*) ed a questi vi rimando.

Invece è importante fare il punto sui ritardi della politica italiana in generale e della sinistra in particolare sulla battaglia per l'applicazione della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo per la gente Rom e Sinti in Italia.

Le direttive europee per l'applicazione della Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo.

La comunità europea riconosce che in Europa i Rom e i Sinti sono ancora oggetto, in varia misura, di discriminazione, emarginazione e segregazione.
In Italia, a dispetto da quanto previsto dalle raccomandazioni europee, non c'è un riconoscimento giuridico dei Rom e Sinti come minoranze etnica e linguistica.

Su questi temi c'è uno storico ritardo della sinistra che praticamente non ha fatto niente per difendere il diritto all'identità culturale al popolo rom e sinti. Ritardo è ancora più triste se si pensa che negli anni settanta, in particolare per l'azione di Lelio Basso, la sinistra italiana ha contribuito in maniera determinante alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli, espressa nella Carta di Algeri, e fatta proprio nelle direttive dell'ONU e della Comunità europea.

Il tema della identità è centrale per superare l'attuale emergenza civile della discriminazione di una minoranza fortemente penalizzata da una oggettiva segregazione economica in gran parte derivante dal pregiudizio etnico.

Le raccomandazioni europee per il pieno conseguimento dei Diritti dell'Uomo per la minoranza Rom e Sinti dovrebbero rappresentare un percorso politico per la sinistra italiana.

Nelle raccomandazioni europee si richiede:

  • Il riconoscimento dello status giuridico dei Rom e dei Sinti
  • Programmi per il miglioramento dell'integrazione nella società come individui, comunità, gruppi minoritari,
  • Partecipazione ai processi decisionali a livello locale, regionale, nazionale ed europeo
  • Garantire, come gruppo minoritario, trattamenti per l'istruzione, l'impiego, l'assistenza medica, i servizi pubblici e situazione abitativa
  • Mettere in atto azioni positive a favore delle classi svantaggiate quali i Rom ed i Sinti per l'impiego, l'alloggio e l'istruzione
  • Creare istituzioni speciali per proteggere la lingua, la cultura, le tradizioni e l'identità Sinte e Rom
  • Combattere il razzismo,la xenofobia e l'intolleranza e garantire in trattamento non discriminatorio dei Rom e Sinti a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale. Si veda la Raccomandazione N.R. 1557 (2002) adottata da l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, il 25 Aprile 2002 [http://sucardrom.eu/europa.html#1557 ]

Questo percorso politico sociale, che deve garantire ai Rom e sinti, tra l'altro, l'accesso alla piena cittadinanza ed alla libera circolazione, il diritto all'abitazione, al lavoro ed alla scolarizzazione, deve sfociare nel riconoscimento del diritto alla differenza come valore sociale ed occasione di incontro tra diverse società e culture.

Occorre aver ben presente che l'etnia Rom e Sinti non è un corpo estraneo in Italia ed in Europa.

Più della metà dei Rom e praticamente tutti i Sinti sono cittadini italiani, radicati nella cultura regionale e nazionale da secoli, e non hanno niente a che fare con il nomadismo.

Su questa parte di popolazione italiana sopravvivono, nella cultura maggioritaria, preconcetti e mitologie che non permettono il superamento delle barriere all'integrazione nella diversità culturale della gente rom-sinti. La "zingara ladra di bambini" ne è l'esempio più eclatante mille volte smentito e ancora ingiustificatamente vivo. Una stampa spesso appiattita sul luogo comune xenofobo, quando non asservita all'interesse politico, non aiuta a modificare i preconcetti di una opinione pubblica prevenuta ed impaurita.

Di contro l'Italia non ha mai fatto i conti con il suo passato razzista.

Un chiaro sintomo, simbolico quanto significativo è la mancanza nella Giornata della Memoria del ricordo dello sterminio dei Rom, (porrajmos,divoramento in lingua romanì)

I rom balcanici, la cittadinanza e lo jus soli

Se ci sono fortissimi ritardi sul riconoscimento pieno dei diritti dei Rom e dei Sinti italiani, che anzi stanno regredendo per situazione abitativa e per accesso al lavoro, la situazione dei Rom di vecchia e recente immigrazione è particolarmente critica.

Per ben quarant'anni ben poco è stato fatto per approntare politiche di accoglienza rispetto al flusso migratorio dei Rom provenienti dalla area dell'allora Jugoslavia, flusso cominciato negli anni 70 e culminato all'inizio degli anni 90 in concomitanza con la dissoluzione del paese.

A ben vedere l'immigrazione rom dai Balcani è stata costituita da rifugiati per la situazione bellica, etnica e di disgregazione nazionale del paese di provenienza.

La popolazione Rom balcanica paga con l'emarginazione la decennale mancanza di politiche di accoglienza e di inserimento graduale. L'effetto più disastroso è la sciagurata situazione dei grandi dei grandi "campi nomadi" che restano l'unica possibilità abitativa per queste popolazioni.

Da tener presente che tra i rom di origine balcanica c'è una nettissima prevalenza di persone arrivate giovanissime in Italia o nate in Italia (seconda e terza generazione) che non hanno più alcun legame linguistico e di cittadinanza con le zone d'origine, di fatto apolidi poiché non riconosciuti dalle neo repubbliche balcaniche e che in pochissimi hanno avuto la cittadinanza Italiana.

In Italia non è previsto lo jus soli (cittadinanza per diritto di suolo) e quindi un ragazzo nato e cresciuto in Italia, con la scolarizzazione dell'obbligo e, qualche volta, con un diploma, divenuto maggiorenne si trova quasi sempre nella paradossale situazione di non poter accedere ne alla carta d'identità ne al permesso di soggiorno. Quindi viene loro negato l'accesso al lavoro.

Esiste quindi la necessità di definire una normativa che garantisca la cittadinanza per diritto nascita sul territorio italiano. Alla estrema destra che raccoglie firme per espulsioni indiscriminate qualcuno dovrebbe spiegare che questa componente non ha altro luogo in cui andare se non l'Italia.

Per questa popolazione, in gran parte apolidi di fatto, non esistevano e non esistono problemi di censimento. Sono infatti da sempre inseriti nell'assistenza sanitaria, nei programmi di sostegno e di scolarizzazione e, per alla nascita, registrati all'anagrafe.

L'immigrazione dei Rom Rumeni

L'ultima parte dell'immigrazione rom, a partire dalla fine degli anni 90 è stata costituita da rom provenienti dalla Romania.

Una immigrazione "alla spicciolata" di piccoli nuclei familiari estremamente poveri, spinti all'emigrazione da una situazione di disaggio sociale fortissima nel paese d'origine. Poco propensi a creare una presenza stabile in Italia hanno occupato spazi di sopravvivenza ancora più marginali.

In particolare questa popolazione è dispersa sul territorio in piccoli gruppi, in situazioni abitative precarie ed ha poco a che vedere anche con i campi nomadi.

La sicurezza, le politiche abitative e l'integrazione con il territorio

Intorno all'arrivo dei Rom Romeni, nel frattempo divenuti cittadini europei, è montato un allarme sociale spesso immotivato che ha travolto anche le popolazioni preesistenti. Tra l'altro i numeri sulla presenza rom propagandati dalla stampa e dalla politica all'inizio della campagna di allarmismo seguito al caso Reggiani erano enormemente sopravvalutati, anche rispetto alle stime in possesso delle autorità all'inizio del 2007, stime che poi si sono rilevate rispondenti alla realtà.

L'effetto è stato che le politiche e gli inasprimenti introdotti dal decreto sicurezza rischiano di fermare il processo, lentamente iniziato di inserimento nel tessuto sociale di tutte le popolazioni rom e sinti,, ormai di fatto italiana, ledendo i diritti di base di persone già fortemente marginali nel tessuto economico.

La politica proposta dal governo e dalle amministrazioni comunali, incentrata sull'isolamento sociale, tende a non superare la logica dei megacampi.
Anzi si tende ad "istituzionalizzare" il disaggio e l'emarginazione sociale mediante la segregazione abitativa.
Questo non aiuta la risoluzione di un problema essenzialmente di carenza di diritti per l'etnia rom, e non risolve neanche i problemi legati all'illegalità verso cui una popolazione priva di fonti di sostentamento e di possibile inserimento nel mondo del lavoro viene sospinta.

La politica abitativa è essenziale per creare fattori di inserimento sociale.
Oggi, ad esempio una ragazzina rom del famigerato Casilino 900, una vera favela, va a scuola con classi di ragazzi del quartiere, va dal medico di base, quando sarà trasferito il campo al di fuori del raccordo anulare, secondo il progetto Alemanno, si troverà a far scuola in un container tra soli bambini rom ed ad essere assistita da un medico della croce rossa, in una situazione di militarizzazione e di isolamento.

La rappresentanza politica e l'autodeterminazione

Ultimo ma non meno importante punto è quello della rappresentanza politica del mondo Rom e Sinti. Prevista dalla normativa europea è forse l'aspetto più disatteso del processo di integrazione del contesto italiano.

Fino ad oggi le comunità Rom e Sinti non hanno mai avuto una voce diretta per esprimere le proprie posizioni ne per governare e partecipare all'impostazione dei processi di integrazione.

Una politica realmente aperta al rispetto dei diritti dell'Uomo deve necessariamente aprire degli spazi di rappresentanza sia alle organizzazioni che aggregano la complessità etnica, nazionale e culturale delle genti Rom e Sinti, sia aprirsi ad accogliere singoli esponenti provenienti da questa cultura minoritaria.

La politica deve diventare anche luogo di incontro perché si possa arrivare all'obiettivo dell'integrazione nel rispetto della diversità culturale.

Fonti

FEDERAZIONE "ROM SINTI INSIEME"
È la maggiore organizzazione di autorappresentanza delle numerose associazioni del mondo Rom e Sinti si esprime tramite il un blog istituzionale [http://comitatoromsinti.blogspot.com/ ].

Sucar Drom
È un blog [http://sucardrom.blogspot.com/ ] è la voce dell'Istituto di Cultura Sinta, e dell'associazione Sucar Drom e costituisce la fonte più sull'argomento.
Di particolare utilità è il sito istituzionale di Sucar Drom [http://sucardrom.eu/home_it.html ] che raccoglie la documentazione essenziale per capire e cominciare a conoscere le Minoranze Nazionali ed Europee Sinte e Rom e per definire gli obiettivi per il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza. Utilissimo è il quadro legislativo [http://sucardrom.eu/legislazione.html ], che a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, riporta la vastissima legislazione internazionale, europea, italiana, regionale che dovrebbe garantire a questo popolo dignità ed eguaglianza ed è invece largamente disattesa.

RomSinti@Politica
È il vivace e combattivo blog di gran parte del direttivo della Federazione Rom e Sinti Insieme [http://coopofficina.splinder.com/ ]

Mahalla
È una finestra sulla galassia rom, raccoglie e segnala notizie da tutto il mondo con una specifica attenzione ai temi della difesa dei diritti dell'uomo. [http://www.sivola.net/dblog/ ]

 
Di Fabrizio (del 13/12/2008 @ 08:45:05, in Italia, visitato 2001 volte)

Ricevo da Piero Maria Maestri

Ciao a tutte/i,

ieri pomeriggio (10 dicembre, ndr) ho partecipato ad un incontro con il Prefetto (in qualità di Commissario straordinario alla "emergenza Rom") con una delegazione della Commissione consiliare Servizi sociali della Provincia.

Voglio condividere con voi alcune informazioni che ci ha fornito – magari le avevate già registrate, e in questo caso mi scuso – e alcune riflessioni.

Sui numeri. I dati del censimento parlano di 3531 "nomadi" presenti nel territorio della Provincia di Milano tra campi autorizzati e abusivi. A questi, secondo il Prefetto vanno aggiunti circa 500 persone "itineranti", presenti cioè ora in un comune ora in un altro.

Sempre secondo il Prefetto altre 800/900 persone (soprattutto neocomunitari) sarebbero andate via per evitare il censimento. Tra parentesi, il censimento si sarebbe svolto in maniera tranquilla con qualche caso di polemiche (come via Impastato "a causa dell’orario in cui si è svolto" – sic!).

In sostanza, nella provincia ci sarebbero stati nella scorsa primavera circa 5000 "nomadi": più o meno quello che le ricerche più serie sostengono da anni.

Alla faccia dei Penati e DeCorato di turno che hanno parlato di 10.000, poi 25.000, di "invasione eccetera.

E alla faccia del Ministro Maroni che alla presentazione del censimento (vedi comunicato che vi allego) parlava di 12.000 allontanatisi all’inizio di giugno (a meno che fossero tutti a Roma e Napoli….).

Per meglio specificare:

  • nei 12 campi autorizzati nel Comune di Milano ci sono 1331 persone (di cui 601 minori) – 587 italiani;
  • nei 18 campi non regolari del Comune di Milano ci sono 797 persone (299 minori) – 109 italiani, 307 comunitari, 380 extracomunitari e 1 apolide;
  • nei 9 campi autorizzati nel resto della provincia 363 persone (134 minori), in maggioranza italiani;
  • nei 34 comuni con presenza di insediamenti irregolari ci sono 1071 persone (422 minori) – di cui 526 italiani.

A questi vanno appunti aggiunte circa 500 persone "itineranti".

Anche in questo caso, come sostengono le ricerche più credibili, circa il 35-40% dei "nomadi" sono cittadini italiani.

Capitolo minori (ai quali, parole del Prefetto "a nessuno sono state prese le impronte digitali").

Prendendo i dati delle presenze nel comune di Milano, nei campi autorizzati su 359 bambine/i in età scolare, 341 risultano iscritti alle scuole e di questi 299 sarebbero frequentanti!

Nei campi irregolari su 299 minori (mi manca il dato di quelli in età scolare, che presumo sia intorno a 220/250…) 208 risultano frequentare le scuole dell’obbligo.

Non sono così convinto che i dati siano così "idilliaci" (scherzo: un centinaio di bambini che non frequentano la scuola dell’obbligo è una sconfitta per tutti noi…), ma in ogni caso i soliti dati allarmistici (il solito Penati parlava del 3% di bambini Rom frequentanti le scuole!) sono piuttosto ridimensionati.

Resta il problema di una politica inadeguata a garantire la scolarizzazione dei Rom, assolutamente possibile visti i numeri di bambine/i di cui si sta parlando.

A questo punto, secondo il Prefetto, si dovrà avviare la "Fase B2, quella della "razionalizzazione delle presenze".

In primo luogo si sta approntando (con il Comune di Milano) un regolamento della presenza nei campi (che parte anche dai Patti di legalità…), di cui non siamo riusciti ad avere la bozza, anche perché sarà in discussione anche nel gruppo di lavoro specifica presso il Ministero dell’Interno (come dice un comunicato del Ministero "con i Prefetti di Roma, Milano e Napoli, Commissari straordinari per l’emergenza relativa agli insediamenti di comunità nomadi, e con i rappresentanti del ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, e con il presidente dell’UNICEF").

L’ipotesi è comunque quella di far gestire i campi (quello continua a essere il nome, alla faccia del "zero campi"!) ad un "gestore sociale", che farebbe anche "servizio di portierato, vigilanza e collaborazione con il Comune". Si vorrebbe scegliere per questo il terzo Settore (olè!).

Una volta fatto il regolamento "si vorrebbero evitare nuove presenze".

Dalle risposte ad alcune domande rivolte (tralascio qualche battutina polemica che è stata rivolta al Prefetto) risulta anche che:

  • non esiste alcun progetto per gli attuali insediamenti "abusivi" – ribadendo che negli ultimi tempi non sono stati fatti veri sgomberi e solo per ordinanze, sicurezza ecc. Si penserebbe a nuove localizzazioni nei comuni ("ma i sindaci non sembrano molto disponibili…");
  • il Prefetto sarebbe propenso a chiedere poteri su tutto il territorio della Lombardia (perché in provincie come Cremona, Mantova ecc. ci sarebbero più spazi vuoti. Tenete conto che il Prefetto già altre volte ha fatto capire di ritenere "spazio vuoto" il verde agricolo!!!) ;
  • per l’emergenza il Commissario ha un finanziamento di 1 milione di Euri (non ancora arrivati, peraltro);
  • il Prefetto ha eluso la domanda sul coinvolgimento del "Tavolo Rom" (reso superfluo dai poteri commissariali, pare di capire) e tantomeno risulta interessato ad un coinvolgimento di rappresentanti dei Rom ("anche perché rifiutano qualsiasi tipo di regolamento"…).

Questo l’incontro. Nulla di nuovo, quindi, ma solamente la conferma che non esisteva né esiste alcuna "emergenza Rom"; che di fronte alla vera emergenza (2000 donne, uomini e bambini in condizioni disperate e in questi giorni sotto la neve) non esiste alcun progetto (anzi, De Corato parla di sgombero di Bacula a gennaio!); che i Rom sono solamente materia di scontro elettorale e di propaganda sicuritaria.

Vi abbraccio tutte/i, Piero

 

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