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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 16/03/2009 @ 09:51:54, in Italia, visitato 1606 volte)

18 marzo 2009, ore 9.30 Università Roma Tre, Facoltà di Scienze della formazione, Aula Conferenze (ex Aula "I. Ambrogio"), IV piano, via del Castro Pretorio 20

Intervengono:

  • Francesco Susi, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione;
  • Francesco Pompeo, Coordinatore Osservatorio "M. G. Favara", I territori della trasformazione tra accoglienza e rifiuto;
  • Nunzia Marciano, Dirigente scolastico Istituto Carlo Pisacane, Un'esperienza scolastica di frontiera;

Presentazione rapporti di ricerca:

  • Ginevra De Maio, Capo redattore Osservatorio romano sulle migrazioni, V Rapporto dell'Osservatorio romano sulle migrazioni;
  • Ulderico Daniele, Osservatorio "M. G. Favara", Dossier Emergenza "zingari" e censimenti dei "nomadi";
  • Nazzareno Guarnieri, Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme;
  • Andrea Priori, Osservatorio "M. G. Favara", Monitoraggio delle aggressioni ai danni di cittadini del Bangladesh nella città di Roma;
  • Mukul Liaquat Ali Khan, Presidente Associazione "Mymensingh" - Bangladesh;
  • Vittorio Cotesta, Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Educativa e Sociale, Riflessioni conclusive.

Nel corso della mattinata sarà inoltre presentato e distribuito il report della ricerca realizzata dall'Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" nel Municipio VI del Comune di Roma: "Territorio, diritti, partecipazione".
Info: oss.razzismo@uniroma3.it

 
Di Fabrizio (del 16/03/2009 @ 09:45:42, in Italia, visitato 2092 volte)

Da NO[b]LOGO (ne approfitto per ricordare l'appuntamento di oggi a Napoli)

Teverola è un piccolo centro al margine dell'interland Napoletano.
E' il primo comune della provincia di Caserta ma gravità su Aversa(NA), quasi un quartiere di questa città antica e nobile, ed oggi disastrata.
Teverola era un centro agricolo diventato negli anni 60/70 un polo industriale, la Texas, l'Indesit.
Ora resta ben poco dell'industria e della stessa agricoltura.
A Teverola sono arrivati alla fine degli anni 70, in case popolari, i napoletani dopo il terremoto e i puteolani dopo il bradisismo.
Teverola è la frontiera di quell'interland divorato fatto di case, villette, centri commerciali, residui di frutteti, discariche, un tessuto ormai urbano degradato e difficile.
Non lontana dai poli camorristici di San Cipriano e Casal di Principe. A Teverola passa l'alta velocità deviata da Caserta sul percorso Mondragone/Aversa.

Bene tra le tante cose a Teverola c'è un campo Rom, che la mia amica Nadia Marino, presidente dell'Opera Nomadi di Caserta descrive così:

L’Opera Nomadi dopo un recente censimento ha potuto constatare che .. ... sono 200 rom circa (il doppio di quelli censiti ad ottobre) a permanere nella zona e non 500-600 come paventato.
Una metà in fitto (non abusivi) su terreno privato, molti con permesso di soggiorno e in Italia da una ventina di anni
.

Per queste persone, con molti bambini si profila uno sgombero senza una prospettiva di una nuova localizzazione, l'Opera Nomadi cerca di salvaguardare quanto meno le esigenze dei bambini.
Al link trovate la lettera aperta indirizzata al prefetto ed al vicario ... mi associo ... ben sapendo che non sono certo le 200 persone in emergenza .... l'emergenza per Teverola e per l'Aversano, e che al contrario iniziare senza un progetto il solito gioco degli sgomberi può essere solo un fattore di ulteriore disaggio oltre che una crudeltà per i bambini e gli adulti della piccola comunità.

Tarantolati Sud Magazine » Blog Archive » Opera Nomadi Caserta: “No allo sgombero della comunità rom di Teverola”

 
Di Fabrizio (del 16/03/2009 @ 09:26:37, in Italia, visitato 2643 volte)

Ricevo da Tommaso Vitale

INAUGURAZIONE UFFICIALE PROGETTO DADO auto-recupero e inclusione sociale

Lunedì 23 marzo
Settimo Torinese - Sala consigliare in Piazza Vittorio Veneto n.4

Affrontare il problema abitativo con la popolazione rom, soprattutto in questo momento politico-sociale è di estrema delicatezza. Lo status medio delle famiglie italiane si sta abbassando e spinge sempre più nuclei a scegliere di vivere in periferia, quindi ai margini delle città, laddove si incontrano quelle storie di storica emarginazione e dove si collocano gli insediamenti rom, in particolare quelli spontanei/abusivi.

La straordinarietà del progetto Dado è racchiusa in una considerazione fondamentale che potremmo chiamare “welfare alternativo”, nel senso che oggi, in un momento in cui la disoccupazione è una delle maggiori preoccupazioni per milioni di famiglie e la casa popolare un miraggio per tantissime altre, non è pensabile innescare meccanismi di conflitto tra gli ultimi e i penultimi della nostra società, scatenando sempre più odio.

In questo senso l’auto-recupero permette di non intaccare le già scarse risorse esistenti per le persone in difficoltà, ma apre canali nuovi per ottimizzare risorse che altrimenti verrebbero sprecate, come, in questo caso, uno stabile da ristrutturare, in cui vivevano precedentemente alcuni soggetti fuori dal controllo delle forze giudiziarie. Il progetto, che riceve un finanziamento relativamente basso, rimette così a nuovo degli spazi che ritorneranno anche alla cittadinanza, ma soprattutto permette un bassissimo impatto nei confronti delle fasce deboli, evitando l’acuirsi dei conflitti.

PROGRAMMA DEL SEMINARIO

ore 8.45 registrazione partecipanti
ore 9.00 inizio lavori
ore 11.15- 11.30 coffee break
ore 13.00 termine dei lavori
ore 13.30 visita della struttura il Dado e pranzo a buffet

“SOCIAL HOUSING, INCLUSIONE SOCIALE, LOTTA AL PREGIUDIZIO”
“il DADO: una soluzione possibile” in differita su canale satellitare RAI News 24

Conduce il dibattito: Corradino Minneo giornalista Rai Tre

Interverranno:

Michele Curto Presidente Terra del Fuoco
Fredo Olivero Ufficio Pastorale Migranti
Aldo Corgiat Sindaco di Settimo T.se
Don Luigi Ciotti Presidente di Libera e Gruppo Abele
Salvatore Rao Assessore alle politiche sociali della Provincia di Torino
Matteo Manzonetto Rappresentante ERIO (European Roma Information Office)
Ostalinda Maya Ovalle Rappresentante ERRC, European Roma Rights Centre di Budapest.

È gradita la conferma della partecipazione all’evento con una mail a priscilla.guidolin@terradelfuoco.org oppure mari.rizzo@terradelfuoco.org entro il 17/03/2009.

 
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 12:45:23, in Italia, visitato 1450 volte)

Un comunicato dell’Associazione Razzismo Stop

Noi dell’Associazione Razzismo Stop di Venezia parteciperemo all’happening antirazzista proposto per il 16 marzo davanti al Municipio di Mestre, condividendone appieno i principi e gli obiettivi.

Al di là della specifica questione del villaggio per la comunità dei sinti di Venezia, infatti, il Partito della Lega Nord strumentalizza quotidianamente le legittime ansie e l’insicurezza dei cittadini di questo paese per promuovere campagne razziste ed esacerbare il clima già pesante che si respira nelle nostre città. Il fatto di proporre un referendum sui diritti di una minoranza etnica rientra perfettamente nella linea politica di chi sta erodendo, giorno dopo giorno, le libertà di tutti gli individui smantellando dapprima i diritti fondamentali, su cui si basa anche la Costituzione italiana, di chi viene costantemente criminalizzato solo in ragione della sua provenienza e della sua nazionalità. Delegittimare e sottrarre spazi a chi ha fondato il proprio potere politico sull’incitazione al razzismo e all’odio, arrivando anche a proporre che i figli dei migranti irregolari non possano essere riconosciuti dai propri genitori, o che i medici si facciano delatori nei confronti di esseri umani cui invece hanno il diritto e il dovere di fornire cure, è un atto di democrazia e di difesa della civiltà in un paese che si dimostra ogni giorno più spaventato e ripiegato su se stesso.

Per questa ragione invitiamo anche tutti i cittadini e tutte le cittadine di Venezia che hanno a cuore la difesa della democrazia e del principio di uguaglianza, a partecipare il 16 marzo ad un’importante giornata di contestazione di queste logiche allarmiste e securitarie che delocalizzano le ansie di tutti per coprire la mancanza di reali alternative politiche a questo momento di crisi generalizzata. Invitiamo la cittadinanza a non lasciarsi spaventare dalle campagne della Lega, a riprendere parola e a riaffermare, ciascuno con i propri modi, la nostra dignità di uomini e di donne che sognano di poter vivere in un paese più giusto, in cui solo la convivenza civile e la tutela dei diritti di tutti possono veramente restituire sicurezza e felicità.

Associazione Razzismo Stop Venezia

 
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:38:15, in Italia, visitato 1725 volte)

Ricevo da Tommaso Vitale

DIBATTITO PUBBLICO "E prima di tutto vennero a prendere gli zingari…"

Serata dedicata all’approfondimento e alla discussione delle tematiche inerenti la delinquenza minorile, con particolare riferimento ai nomadi e alla popolazione romanì.

16 MARZO 2009 ORE 20,30

Villaggio Leumann - Sala delle Tessitrici
Corso Francia 269 Collegno (TO)

Programma della serata

Benvenuto dell’Associazione Costanza

Intervengono:
Silvana Accossato - Sindaco della Città di Collegno
Antonio Pappalardo - Direttore del Centro di Giustizia Minorile Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria
Fabrizio Imeriani - Presidente della Cooperativa Sociale San Donato
Simona Branca - Mediatrice culturale che opera nei servizi rivolti alla popolazione rom dei Comuni di Beinasco, Orbassano e Rivalta

Testimonianze dal campo

Modera: Valentina Vivarelli, Associazione Costanza

Fotografie di Patrik Ugone

Video “Strada della Berlia” a cura di Sara Gardoncini

Credo che sia molto importante, in periodi come questo, approfondire le tematiche proposte dall’Associazione Costanza. A questo riguardo è doveroso un riconoscimento all’attenzione posta dalla Direzione del Centro di Giustizia Minorile per l’attuazione di progetti di inclusione e reinserimento sociale dei minori Rom:

La serata ci dà l’occasione di riflettere in modo condiviso sia sulle criticità che sulle potenzialità di integrazione dei nuclei Rom sui nostri territori, oltre che la possibilità di un approfondimento di tipo socio-culturale sulla storia e sull’identità di un etnia poco conosciuta.

Un giudizio non basato ancora su stereotipi o sul sentito dire, può quindi stimolare progetti ed attivare sinergie con il volontariato, oltre che sensibilizzare ad un approfondimento attento di tematiche così difficili da affrontare.

Silvana Accossato - Sindaco Città di Collegno

Negli ultimi anni in Italia si è parlato diffusamente di rom. La popolazione romani è una delle etnie da più tempo presenti in Italia, eppure la loro integrazione sul nostro territorio è ancora argomento di stretta attualità. Nell’immaginario collettivo atti criminosi e rom sono diventati un binomio comune.

I fatti di cronaca, spesso enfatizzati dai quotidiani, evidenziano sempre più spesso le dinamiche criminose. Diventa necessario quindi analizzare la questione, alla ricerca di soluzioni che portino ad un vero processo d’integrazione della comunità rom all’interno della società italiana

Associazione Costanza

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

Martin Niemöller

ASSOCIAZIONE COSTANZA per la Conciliazione, l’Etica e la Legalità
Via Rossini n. 29/d – 10093 Collegno
Tel. 3409879389 Fax 011 41 52 149
Sito internet: http://www.costanzapiemonte.it/
Info: associazionecostanza@gmail.com

Comune di Collegno:
Ufficio Solidarietà Sociale
Info 011 414 58 81 / 2

 
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:36:20, in Italia, visitato 1807 volte)

Appuntamento il 17 marzo 2009:

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) attraverso i Gruppi Immigrazione e Salute (GrIS), in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione, Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, organizza una giornata di protesta e mobilitazione contro il disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi.
Con i contenuti dell'appello già presentato in occasione della discussione dell'emendamento in Senato "Divieto di segnalazione: siamo operatori della salute, non siamo spie", si vuole spiegare ancora una volta l'assoluta insensatezza di tale provvedimento in termini di sanità pubblica, di economia sanitaria, di sicurezza e di valori etici e deontologici.

Eventi in progress (12 marzo)

  • Roma: presidio a Piazza San Marco (Piazza Venezia)ore 9.00, conferenza stampa ore 12 Ospedale San Camillo (GrIS Lazio, Regione Lazio, MSF, ASGI, INMP, AMSI ed altri)
  • Milano: fiaccolata 18,30 via festa del perdono (GrIS Lombardia ed altri)
  • Bergamo: (GrIS Lombardia ed altri)
  • Bolzano: (GrIS Alto Adige ed altri)
  • Palermo: presidio 9-19 in Piazza Politeama (GrIS Sicilia, associazioni di immigrati ed altri)
  • Ragusa: (GrIS Sicilia ed altri)
  • Siracusa:(GrIS Sicilia ed altri)
  • Catania: (GrIS Sicilia ed altri)
  • Bologna: fiaccolata (SoKos, GrIS Emilia Romagna ed altri)
  • Cesena: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna, OMCeO Cesena e Forlì, Caritas, AVIS ed altri)
  • Reggio Emilia: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna ed altri)
  • Ferrara: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna ed altri)
  • Udine: presidio informativo presso il distretto sanitario + interventi nelle radio locali (GrIS Friuli Venezia Giulia)
  • Trieste: presidio + intervento RAI regionale (GrIS Friuli Venezia Giulia)
  • Gorizia-Monfalcone: presidi informativi (GrIS Friuli Venezia Giulia)
  • Torino: conferenza stampa (GrIS Piemonte, OMCeO ed altri)
  • Novara: (GrIS Piemonte ed altri)
  • Cuneo: (GrIS Piemonte ed altri)
  • Trento: (GrIS Tentino ed altri)
 
Di Fabrizio (del 13/03/2009 @ 09:11:27, in Italia, visitato 1666 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

OsservAzione - Centro di Ricerca Azione contro la Discriminazione di Rom e Sinti - e l'associazione Chi rom e ...chi no
sono liete di invitarvi

Lunedì *16 marzo*, alle ore 9.30
presso l' Antisala dei Baroni, Maschio Angioino- *Napoli *

al convegno: *"I rom tra stato di diritto e stato di eccezione.**
Proposte di trasformazione urbana."*

/“Un momento per riflettere insieme di ciò che è accaduto e ciò che sta accadendo in Italia a partire dalla questione rom". /

Lo faremo con Piero Colacicchi, presidente di Osservazione, Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione Rom e Sinti insieme., lo scrittore Maurizio Braucci e Giovanni Laino, docente di politiche urbane.

/Il convegno è l'occasione per presentare una proposta di intervento progettuale per la riqualificazione di un'area nel territorio di Scampia, dove da 30 anni sono presenti gli insediamenti spontanei dei rom./
[...]

Informazioni e contatti:
E-mail:
info@osservazione.org
chirom.e.chino@gmail.com
Web:
http://www.osservazione.org/
http://chiromechino.blogspot.com/


OsservAzione (ONLUS)
Centro di Ricerca Azione Contro la Discriminazione di Rom e Sinti
via dell'Osservatorio 39
Firenze
osservAzione è un'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la promozione dei diritti di rom e sinti in Italia.

 
Di Fabrizio (del 12/03/2009 @ 09:02:33, in Italia, visitato 1380 volte)

Oggi l'avvocatessa Federica Panizzo ha depositato presso la Procura della Repubblica l'esposto-denuncia, relativo al brutale blit della polizia del 5 marzo, quando in diverse città del Veneto sono stati schedati centinaia di rom e sinti. Con quella denuncia don Francesco Cipriani [anche lui tra gli «schedati»] e altri cittadini residenti in Strada La Rizza chiedono alla magistratura «di valutare se l'intera operazione si connoti, per le modalità con le quali è stata condotta e per aver coinvolto una intera categoria di persone, anche minori di età, cittadine e cittadini italiani individuate esclusivamente in base all'appartenenza a una minoranza etnica, per essere discriminatoria per motivi di appartenenza etnica, razziale, religiosa e lesiva, quindi, del principio della pari dignità sociale».
Pubblichiamo di seguito una lettera aperta alle autorità civili e religiose veronesi e alla stampa locale firmata da centinaia di persone [tra i primi firmatari Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta; per informazioni e adesioni tel. 348 2863190, www.nonviolenti.org].

«Lettera aperta alle autorità civili e religiose veronesi e alla stampa locale»
Cosa accadrebbe se domani in un qualsiasi condominio di Borgo Roma, Borgo Trento o Borgo Venezia arrivassero funzionari di Polizia in divisa, svegliando all'alba tutti i membri delle nostre famiglie, per fotografarci di fronte e di profilo, con un cartello identificativo in mano, dicendoci che si tratta di un'operazione di controllo? come reagiremmo? Certamente lo riterremmo intollerabile e gravemente lesivo della nostra dignita'.

Noi sottoscritti, cittadine e cittadini veronesi, abbiamo saputo che, all'alba del 5 marzo 2009, agenti di Polizia della Questura di Verona hanno videofilmato e fotografato, di fronte e di profilo, le persone residenti o domiciliate presso le piazzole di sosta di Strada La Rizza, Forte Azzano, famiglie residenti in Verona da decenni; si tratta di nostri concittadini italiani che si riconoscono come appartenenti alla minoranza etnico-linguistica Rom.

Apprendiamo da un quotidiano locale che questi concittadini sarebbero stati fotografati da personale di Polizia con un cartello in mano indicante cognome, nome e data di nascita e numero progressivo, nonostante il possesso da parte loro delle carte di identita' e la loro regolare iscrizione ai registri anagrafici; sarebbero stati sottoposti a tale procedura anche alcuni minorenni.

In qualita' di semplici cittadini e cittadine, riteniamo che il possesso di carta di identita' e la regolare iscrizione nei registri anagrafici locali, dovrebbero preservarci, a prescindere dalla nostra appartenenza linguistica, religiosa, etnica o dalle provenienze culturali o geografiche di ciascuno di noi, dal subire metodi di identificazione che, al di fuori dei casi tassativamente previsti dal nostro ordinamento, riteniamo lesivi della dignita' personale.

Se, poi, come risulta da talune agenzie Ansa, tale procedura fosse stata effettivamente programmata unicamente con riferimento a persone residenti nei “campi nomadi” veneti, la nostra preoccupazione non potrebbe che aumentare: riservare un trattamento deteriore ad un'intera categoria di persone a causa della loro appartenenza ad una minoranza etnica, costituisce certamente offesa intollerabile ai piu' basilari principi giuridici su cui si fonda la nostra comunita'.

Dove non c'e' democrazia e dove non c'e' pace per i Sinti, i Rom, gli “zingari”, non ci sara' pace e democrazia neppure per tutti gli altri, perche' tutti siamo parte di questa citta': ci attiviamo dunque per noi stessi, per la nostra comunita' civile, per i nostri figli, perche' la citta' e la societa' in cui con responsabilita' ed onesta consapevolezza vogliamo vivere nasca dal rispetto del diritto e della vita di ognuno.

Non vogliamo limitarci ad una mera testimonianza di solidarieta', ma anche attivarci perche' tutti, ma proprio tutti, possano da una parte diventare titolari di diritti civili, economici, sociali, politici e culturali, e dall'altra assumersi la responsabilita' di doveri per una inclusione sociale che non comporti annullamento della propria specificita' e non generi e alimenti conflittualità».

 
Di Fabrizio (del 11/03/2009 @ 12:54:39, in Italia, visitato 1415 volte)

Da Peacelink

10 marzo 2009 - Sergio Paronetto

Molti non lo sanno. Chi le pronuncia forse non lo sa ma è bene rendersene conto. Tante frasi dure e aggressive ripetute a sostegno di ordinanze, di provvedimenti o di proposte legislative a favore dei padani doc, assomigliano a quelle che hanno preparato il clima politico e culturale delle leggi razziali in Germania (1935) e in Italia (1938). Senza abbondare in citazioni (la bibliografia al riguardo è immensa), mi limito a ricordare il programma del Partito nazionalsocialista, redatto da Hitler nel 1920, dove si afferma (dal n. 4 al n. 8) la famigerata teoria della “comunità di popolo” basata su concetto di Volksgenosse che significa “membro della comunità popolare”, di “razza tedesca”, l’unico a godere dei diritti di cittadinanza. Tutti gli altri sono “ospiti” sottomessi a una “legislazione per stranieri”. È questo che si vuole?

Chi ritiene esagerato il giudizio di imminente o diluito nazifascismo può almeno riflettere sulla logica tribale in cui stiamo cadendo. Vari esponenti politici di governo (nazionale e locale) sembrano pensare solo all’ indiano padano perennemente assediato o minacciato. Vogliamo vivere come tribù separate o parallele? Tribù significa sia gruppo etnico che organismo sociale determinato e omogeneo che occupa una regione sulla quale afferma diritti tradizionali.
Moltissimi rom, sinti o islamici sono italiani-padani da anni, eppure si cercano impronte e foto, si invoca la difesa della “comunità di popolo”, si moltiplicano controlli esasperati del tutto controproducenti, mai pensati, ad esempio, per i sospettati di criminalità mafiosa o di finanza nera (analizzata dal Financial Crimes Enforcement Network), per gli autori (in gran parte familiari o conoscenti) di violenza contro donne, bambini e bambine o per i responsabili di grandi evasioni fiscali o di vittime del lavoro.

Giorni fa, un gruppo di antropologi ha diffuso un appello dal titolo “La civiltà violata. Contro il ripiegamento autoritario e razzista che mina le basi della coesistenza”. Le loro argomentazioni assomigliano a quelle di molte organizzazioni sostenitrici della campagna “siamo medici non spie” o ai firmatari della recente lettera aperta riguardante l’inutile odiosa schedatura di persone (italiane e veronesi), avvenuta il 5 marzo scorso presso le piazzole di sosta di strada La Rizza, presso Verona.

Gli imprenditori delle paure aprono ferite e alimentano divisioni. La cultura del nemico ci rende tutti più infelici e insicuri. Il linguaggio volgare e violento che spesso ci avvolge tende a produrre inevitabilmente azioni volgari e violente. La vera sicurezza può essere solo costruita assieme come un bene comune.

Ultima osservazione. I sostenitori del binomio “sangue-suolo” sono pronti a brandire la croce come simbolo di un “cristianesimo senza Cristo” che mi sembra simile a quello propugnato dall’“Action francaise”, il movimento di Charles Maurras sostenitore di un “cattolicesimo anticristiano”, condannato da Pio X (1914) e da Pio XI (1926). Ogni progetto autoritario o totalitario ha bisogno di una religione civile settaria o guerriera.

Non è questa la cultura veronese in cui sono cresciuto.

Non è questa la fede cristiana espressa dal recente Sinodo diocesano.

Esiste una Verona ricca di risorse democratiche e di esperienze libere e solidali che forse si è assopita ma può risvegliare la sua identità relazionale e cosmopolita.

Qualcosa si muove. Per qualche mese alcuni autobus porteranno per Verona la scritta “Nella mia città nessuno è straniero”.

Verona 10.03.09

 
Di Fabrizio (del 11/03/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1478 volte)

Ricevo da Maria Cristina Di Canio

DEGUSTAZIONE, ASSAGGI E SFIZI DELLA CUCINA BOSNIACA TRADIZIONALE

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14 marzo 2009 dalle 10 alle 17

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