Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 16/10/2010 @ 09:07:38, in Italia, visitato 1845 volte)

Segnalazione di Stefano Pasta

IncrociNews.it 14.10.2010 di Silvio MENGOTTO
Un "mosaico" di storie di accoglienza e di ospitalità nate dalla generosità di parrocchie, famiglie, maestre, volontari e associazioni

Il laboratorio "Taive" realizzato da Caritas e Cooperativa Intrecci

In questi ultimi anni attorno ai rom di Milano è cresciuta una rete di presenze formata da parrocchie, famiglie, maestre, volontari, associazioni e cittadini, quale segno concreto di vicinanza e accompagnamento.

Numerose, in particolare, le esperienze di sostegno scolastico dei bambini rom nonostante i ripetuti sgomberi. Racconta Flaviana Robbiati, maestra elementare che ha ospitato una bambina rom con la madre: "Alcuni nostri alunni rom vivono in casa, altri sono temporaneamente ospiti in un capannone messo a disposizione dal sindaco di Segrate, una famiglia è ospite di una parrocchia".

Come molti altri parroci, anche don Marco Recalcati, dopo lo sgombero del campo abusivo di via S. Dionigi, per diverse notti ha ospitato alcuni uomini rom nella chiesa di San Giorgio alle ferriere, a Sesto San Giovanni. Oggi le Caritas di Sesto e Cinisello propongono alle istituzioni cammini integrativi della popolazione rom. Ogni domenica i volontari della Comunità di S. Egidio accompagnano i bambini rom presso lo spogliatoio di una società sportiva del quartiere per lavarsi e indossare vestiti puliti.

Un gruppo di Acquisto Solidale di via Feltre da mesi organizza una merenda fuori dalla scuola "Due volte alla settimana per i bambini rom, ma anche per tutti quelli che vogliono - spiega ancora Flaviana Robbiati -. È un'occasione per avvicinarsi e scoprire che siamo un po' diversi, ma anche "molto uguali". I genitori hanno organizzato anche un corso di teatro aperto a tutti i bambini".

L'inverno scorso è stato durissimo, sia per il gelo, sia per gli sgomberi. "Lo sforzo di far venire i bambini a scuola da parte delle famiglie rom è stato enorme - continua la maestra –. Spesso andavamo a prenderli al campo. Altre volte si fermavano a dormire a casa dei compagni o delle maestre".

Dopo lo sgombero di via Rubattino, Anna Cossovich ha conosciuto i bambini e le loro mamme: "Hanno avuto dei nomi e delle facce, hanno raccontato le loro storie crude e io, insieme ad altre famiglie, abbiamo fatto cerchio intorno a loro". Anna ha conosciuto una bambina "che viveva insieme a tanti altri, nel fango e al buio di un campo abusivo, ma che non ha mai saltato un giorno di scuola nonostante i numerosi sgomberi. Ora la bimba ha una casa, i suoi genitori stanno imparando un lavoro che darà loro la possibilità di mantenersi, potrà continuare ad andare a scuola, forse i suoi fratellini andranno all'asilo. Durante l'estate questa bimba è partita con me e la mia famiglia per la montagna, perché ormai è di casa da noi, ha fatto il suo primo pic-nic e la sua prima gita sulla barca al lago, è la compagna di giochi, di studi e di storie della mia bambina".

Guido Maffioli, papà milanese di tre bambini in età scolare, ha conosciuto Florin, un papà rom con tre figli anche loro provenienti dallo sgombero di via Rubattino. "Florin e la sua famiglia - dice - sono stati ospiti prima da don Piero Cecchi, parroco in via Padova; poi hanno trovato una vera casa in affitto, con l'aiuto degli scout di zona. Florin ha trovato un lavoro regolare con cui sostenere la spesa. Una borsa-lavoro sta dando una preziosa opportunità anche al suo figlio maggiore. Ci sono bimbi rom che hanno trascorso insieme alle famiglie dei propri compagni di classe le prime vacanze fuori dal campo".

Al campo rom di Segrate, dove sono arrivate le famiglie sgomberate da via Rubattino, Paola Binni ha conosciuto Alina e i suoi quattro figli. "Alina è una donna rom molto coraggiosa, determinata a integrarsi nella vita milanese per dare ai suoi figli una vita degna di essere vissuta. L'ho assunta per fare le pulizie, uscendo serenamente mentre lei rendeva lucidi i pavimenti. Insieme ai genitori e insegnanti della scuola elementare del quartiere e alla Comunità di S. Egidio, abbiamo deciso di aiutare Alina a trovare una casa per non dover affrontare un nuovo inverno al freddo e al gelo. Noi come gruppo di volontari siamo diventati garanti del contratto d'affitto, certi che tra un anno Alina e suo marito Sandu possano adempiere al pagamento delle spese necessarie. Per noi è una piccola spesa in confronto a "tutto quello che ci possiamo permettere"; per loro è la felicità di poter vivere finalmente una vita decorosa".

Da un anno Alberto Proietti ha conosciuto genitori, insegnanti, volontari di associazioni e cooperative sociali, scoprendo "molte cose sui rom e su Milano". "Personalmente - dice Alberto - ho seguito la vicenda di una famiglia rom con tre figli che dopo aver vagato in vari "campi" ha avuto la possibilità di iniziare un percorso di inserimento sociale: hanno trovato una sistemazione in un appartamento e in pochi mesi, grazie a delle borse lavoro, i due genitori hanno cominciato a lavorare rispondendo egregiamente alle richieste loro fatte".

A Milano, in via Bezzecca 3, è sorto "Taive" (che in lingua rom significa filo), un laboratorio di piccola stireria e sartoria che dà lavoro e integrazione a otto donne rom. Un nuovo progetto realizzato da Caritas in collaborazione con Cooperativa Intrecci

 
Di Fabrizio (del 15/10/2010 @ 09:53:11, in Italia, visitato 3091 volte)

Un'iniziativa solidale in favore delle famiglie rom sgomberate dal Rubattino.
10 e 24 ottobre, 7 e 21 novembre
dalle 7 alle 14

presso il Mercatino della Bovisa piazza Alfieri (stazione Ferrovie Nord)
Tutto il ricavato finanzierà i progetti di integrazione scolastica, abitativa e lavorativa promossi dalla Comunità di Sant'Egidio e dalle "mamme e maestre del Rubattino"
DIFFONDETE LA NOTIZIA!!!!

Chiunque abbia vestiti in ottimo stato (soprattutto da bambino/a) da regalare, può scrivere a: abitiamo.bovisa@gmail.com oppure portarli alla bancarella nei giorni del mercatino.

 
Di Fabrizio (del 15/10/2010 @ 09:46:33, in Italia, visitato 2390 volte)

1) La Stampa 13/10/2010 - IL CASO I Rom fanno gli spazzini ma l'Amiat non passa al campo di lungo Stura

I nomadi di Stura Lazio lavorano per la pulizia del campo + Bidonville sullo Stura. Ecco i rom spazzini N. ZANCAN - MULTIMEDIA

L'azienda vuole un contratto ad hoc con il Comune
A. ROS.
TORINO
Fa un certo effetto vederli indossare i guanti, impugnare vanghe e carriole e fare su e giù per le scarpate trasportando quintali di rifiuti. Fa effetto, ma non cancella l'impressione di una sfida al limite dell'impossibile. Il campo nomadi abusivo di Lungo Stura Lazio è una distesa di baracche, un paese con 500 abitanti appoggiato sulle sponde di un torrente, sommerso, circondato, avvolto e imputridito da cumuli di rifiuti e carcasse. Sgomberare le macerie significa caricarsi in spalla 500 tonnellate d'immondizia. Ci vorrà ancora un mese, dicono i ragazzi di Terra del Fuoco, l'associazione incaricata dal Comune della maxi-operazione.

Lavorano con i rom del campo, avanti e indietro per i viottoli, fino al grande spiazzo dove un'escavatrice ammassa i cumuli, in attesa che l'Amit li prelevi. Quando tutto sarà finito comincerà la vera sfida: mantenere l'insediamento in condizioni igieniche accettabili. Già, ma come? Ieri un gruppo di consiglieri comunali ha seguito l'avanzamento dei lavori. E ha scoperto che la vera incognita riguarda quel che accadrà quando le grandi pulizie saranno terminate. Amiat dovrebbe installare una serie di cassonetti per il deposito dei rifiuti. «Il guaio è che non si è ancora definito in che modo e con quale cadenza avverrà la raccolta», ha spiegato un giovane di Terra del Fuoco rispondendo a una domanda del consigliere del Pd Enzo Lavolta. Il nodo riguarda il contratto di servizio tra Amiat e Palazzo Civico: regole e soldi. L'azienda vorrebbe un compenso specifico e avrebbe sostenuto che il campo, non avendo numero civico, non rientra tra le zone coperte dal servizio. In Amiat frenano: il numero civico non sarebbe un problema, il vero oggetto del contendere sono i rifiuti ingombranti.

Il rischio però esiste: a pulizia ultimata i cassonetti potrebbero riempirsi senza che nessuno provveda a svuotarli, sempre che i nomadi accettino di raccogliere l'immondizia. E il rischio, per la giunta Chiamparino, è tanto maggiore perché il centrodestra ha deciso di fare dei campi nomadi uno dei cavalli della campagna elettorale. Nelle prossime settimane il deputato del Pdl Agostino Ghiglia passerà al setaccio tutti gli insediamenti - regolari e abusivi - della città. Ieri - mentre in Regione passava un ordine del giorno di Andrea Stara che chiede una nuova legge regionale sui nomadi e un piano per affrontare le emergenze - Ghiglia, insieme con Augusta Montaruli e Maurizio Marrone, è stato in via Germagnano, campo regolare circondato da tre accampamenti irregolari. «Un insulto alla dignità umana, una vergogna per Torino, la dimostrazione del fallimento di Chiamparino e delle sue passerelle con la Panda giallo canarino: bambini costretti a vivere tra montagne di rifiuti invasi dai topi, baracche fatiscenti, melma che si riversa nei fiumi, carcasse di auto a perdita d'occhio. Consegneremo in Comune le fotografie scattate: se in una settimana il sindaco non prenderà provvedimenti urgenti per riportare legalità e igiene nell'ennesima parte di Torino dimenticata faremo denuncia in Procura».


2) AGI news on ROM: CHIAMPARINO, GOVERNO DIMENTICA SOLDI PER INTERVENTI CAMPI

14:38 13 OTT 2010

(AGI) - Torino, 13 ott. - "Il Pdl dovrebbe rivolgersi al Governo che ha nominato il prefetto commissario per l'emergenza nomadi, solo che si e' dimenticato, a differenza che a Milano e a Roma, di dare i soldi che servono per fare gli interventi nei campi. Neanche 1 euro dei 5 milioni promessi". E' quanto ha affermato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito al sopralluogo effettuato da alcuni esponenti piemontesi del Pdl, tra cui il deputato Agostino Ghiglia, ad un campo nomadi cittadino. "A Milano e a Roma, invece, i soldi li hanno dati - ha aggiunto Chiamparino - su questo insisto perche', non ci devono essere figli e figliastri in questo Paese". Alle accuse di immobilismo rivolte dal Pdl al Comune di Torino sulla questione nomadi, Chiamparino replica: "Il campo abusivo di Lungo Stura Lazio e' l'esempio che le uniche cose che si fanno a Torino sui nomadi le fa il Comune, a prescindere dagli aiuti del Governo. Rispedisco, quindi, al mittente con gli interessi le accuse di Ghiglia. Il Governo renda da domani disponibili i soldi per intervenire sui campi e non solo promesse stanziate a bilancio". (AGI) Cli/Msc/To/Bru

 
Di Fabrizio (del 14/10/2010 @ 09:08:09, in Italia, visitato 1913 volte)

PARMAdaily.it Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'associazione di rom e sinti Them Romanò, nata per diffondere e sdemonizzare la cultura zingara tra i "Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali".

12/10/2010

Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'Associazione Culturale Thèm Romanó, fondata nel 1990 a Lanciano (CH) da un gruppo di Rom e Sinti con lo scopo di rilevare, valorizzare e diffondere la cultura zingara a livello nazionale e internazionale perché i caggè -non zingari- possano meglio conoscere e sdemonizzare la cultura di questo popolo e perché i Rom stessi prendano coscienza della loro millenaria cultura e spezzino la secolare catena di emarginazione per inserirsi dignitosamente nell'ambito della società maggioritaria.
Organizza corsi di aggiornamento per insegnanti, di ogni ordine e grado, seminari, convegni, esposizioni multimediali di arte, storia e cultura zingara, proiezioni di film con dibattito, presentazione di libri, concerti e festival di musica zingara, teatro zingaro, corsi di Storia, letteratura e lingua zingara.

Torre, ci presenti lo spirito dell’iniziativa «Vai oltre i pregiudizi, scopri i Rom e i Sinti».
Abbiamo promosso la campagna europea Dosta, che in Romanes significa Basta, basta con la strumentalizzazione dei nomadi a fini politici, basta ai campi nomadi in stile lager e basta ai pregiudizi sul nostro popolo.
Per la prima volta nella storia di Sinti e dei Rom metteremo in vista la nostra cultura con due roulotte per sensibilizzare i Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali.

Qual è il messaggio?
Vogliamo far capire che abbiamo nostra cultura, un popolo pacifico che non ha mai fatto guerre né usurpato territori, che non siamo il popolo brutto e cattivo dipinto da Maroni e Sarkozy: dicono che dobbiamo andare dalle nostre parti, perché se mi mandassero via io andrei qui perché qui è la mia città.

L’Europa vi dà una mano…
Sì, non si accetta più questa politica per prendere voti facendo campagne discriminatorie contro i Sinti: con il Consiglio d’Europa e tramite l’elezione di un nostro presidente in ogni città stiamo promuovendo iniziative per arrivare dritti alla gente e allo stesso tempo stiamo dialogando con i politici. Ad esempio abbiamo incontrato Bossi e Fini.

Voglia di reagire?
Sì, non possiamo più continuare a scegliere tra una bastonata o tre in tutte le città d’Italia, io dico sempre alla mia gente: «Sinti su la testa», andiamo avanti. Poi anche da noi ci sono il buono, il brutto e il cattivo come dappertutto ma dobbiamo vincere i pregiudizi dei Gagi, siamo noi i mediatori dei nostri Sinti.

L’avversione di molti nasce dall’idea che gli enti locali vi mantengano a suon di luce, gas e acqua.
Non ci pagano niente, paghiamo tutto noi, dalla luce al plateatico. Pensate che si stia bene in un campo nomadi? Ci sono 300 persone con 6 gabinetti e chi ha avuto l’opportunità di comprarsi un pezzo di terra è andato fuori costruendosi una casetta di legno.
Dicono che siamo abusivi, ma non credete che se avessimo i soldi ci costruiremmo una casa in muratura?

I campi nomadi non vi piacciono dunque…
Non sono altro che moderni lager. Nella storia come tutti sappiamo ce ne sono già stati ma nessuno ci rende conto che noi ci siamo ancora dentro, nel 2010.
Siamo sempre stati dei circensi e abbiamo seguito l’evoluzione dei tempi prendendo i luna park, giravamo nei mercati di tutta Italia, ma ora ci hanno impedito di essere nomadi costringendoci in lager sempre più affollati.

Volete uscire quindi?
Sì, vorremmo la possibilità di fare queste microaree.

L’obiettivo è integrarvi nel tessuto cittadino pur mantenendo le vostre tradizioni?
Esatto, noi siamo orgogliosi della nostra cultura e non potremmo mai rinnegarla.
Siete mai andati al Circo? I Togni, gli Orfei e tante altre strutture sono gestite da Sinti, è questa la nostra vocazione, ma allo stesso tempo ci rendiamo conto di essere sempre più sedentari così, mentre alcuni continuano a fare i giostrai, con tutti i problemi del non potersi fermare da nessuna parte se non per il tempo esatto della fiera, gli altri nostri figli dovrebbero avere le stesse opportunità di tutti gli altri ragazzi, trovando lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e ovunque ci sia posto.

Francesca Manini

 
Di Sucar Drom (del 13/10/2010 @ 09:00:22, in Italia, visitato 2279 volte)

Riceviamo da Andrea Membretti

Venerdi 15/10/2010
Ore 21, Aula del 400 - Università di Pavia
Dijana Pavlovic (attrice e attivista rom)
Presenta lo Spettacolo Teatrale "Rom cabaret" e, al termine, dialoga con il pubblico sulla campagna "Dosta!"

Venerdì 15/10 e Sabato 16 / 10 / 2010
Ore 10 - 17.30, Cortile delle Magnolie - Università di Pavia
Stand espositivo dedicato alla lingua e alla cultura dei Sinti e dei Rom e alla campagna "Dosta!": esposizione di materiale didattico, libri, DVD, CD musicali, prodotti artigianali e mostra fotografica sul "Porrajmos" (lo sterminino di oltre 500,000 Sinti e Rom nei campi di concentramento). Proiezione di video non-stop su progetti culturali con i Sinti di Pavia.

Referente per Pavia: Erasmo Silvano Formica - Federazione ROM e SINTI Insieme (338 5204437)
Info: http://sucardrom.blogspot.com/ :: www.dosta.org

* La campagna "Dosta!", sostenuta dall’Unione Europea e promossa in Italia dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), è presentata a Pavia in occasione del "Festival delle Lingue e dei Linguaggi", organizzato dal Comune di Pavia e da altri partner locali e internazionali, nell’ambito del progetto europeo "Kaleco". Sito web: www.blogpavia.wordpress.com 

Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari" o "nomadi". Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Jugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Pavia

 
Di Fabrizio (del 12/10/2010 @ 09:01:37, in Italia, visitato 2065 volte)

Sky.it "Perché ci trattano così? Mica siamo marocchini"
Davide, 45 anni, giostraio, vive a Buccinasco (Milano) in un campo Sinti con casette in legno e pannelli solari. A chi lo chiama nomade risponde "sono italiano". Viaggio in una comunità che si è integrata con gli altri abitanti della città - di Alberto Giuffrè

Il pranzo al campo Sinti di Buccinasco

Guarda anche:
LE IMMAGINI DEL CAMPO SINTI Buccinasco, il campo Sinti che piace (quasi) a tutti

"Ci sono terremotati che vivono nelle nostre condizioni e chiedono di avere le case. Noi invece vogliamo rimanere così, nel nostro campo. Tutti insieme". Davide, 45 anni, fa il giostraio e il musicista. Mostra quasi con orgoglio la tessera della Lega Nord ma non nasconde il suo disappunto per le ultime mosse delle camicie verdi in Regione che vorrebbero abbattere la sua abitazione. "Perché ci trattano così? Perché ci vogliono cacciare? Mica siamo marocchini, noi siamo italiani. Abbiamo fatto il militare, tifiamo per la nazionale".

Vivono in un campo ma a chi li chiama nomadi rispondono sfoderando un impeccabile dialetto lombardo. Più di vent'anni fa hanno deciso di stabilirsi nella zona industriale di Buccinasco, comune dell'hinterland milanese. Sono un gruppo di circa cento Sinti, etnia che con i Rom condivide le origini gitane oltre che una storia di discriminazioni e sofferenze che va dai campi di concentramento nazisti ai pregiudizi e le paure dei giorni nostri. Pregiudizi e paure che non sembrano trovare posto a Buccinasco dove i Sinti vanno a scuola, lavorano e votano come tutti gli altri abitanti.

L'unica differenza con i concittadini sta nella residenza, uno spazio di 3800 metri quadri con casette in legno che sembrano baite di montagna, strutture prefabbricate e roulotte. Più un centro servizi con pannelli solari sul tetto. Ventuno piazzole in tutto, in stile campeggio, assegnate dal Comune alle famiglie con un contratto decennale (stipulato nel 2005).

Quanto di più lontano dalle immagini che arrivano dalla Francia dove recentemente il governo di Nicolas Sarkozy ha espulso dal Paese cittadini rom comunitari. Uno scenario diverso anche dalla più vicina via Triboniano, a Milano, dove uno dei campi più popolosi è a rischio sgombero. Ma nonostante Buccinasco, uno degli otto campi autorizzati nella provincia di Milano, si presenti come un modello positivo, nei mesi scorsi la Lega Nord, in Regione, ha chiesto "la demolizione delle strutture abusive" dei Sinti. Il motivo? Il terreno si trova all'interno del Parco Agricolo Sud sul quale, dopo la costruzione delle abitazioni, sono stati posti dei vincoli paesaggistici.

Quella dei Sinti di Buccinasco è una famiglia allargata: 92 persone di cui 35 bambini. Al centro del campo, piantonata da due statue di Padre Pio, c'è la casa di Rosa che con suo marito (il "capo", come lo chiamano gli altri) ha messo al mondo 14 figli. Durante una mattina di un giorno feriale sono quasi tutti sono a lavoro. Tranne Davide, che apre in serata le sue giostre. Cosiì, ci pensa lui a fare da cicerone agli ospiti. Con addosso una t-shirt del New York Police Department, dribblando cani e gatti che scorazzano nel campo, apre le porte delle case. "Sono bellissime e d'inverno si sta al caldo, il problema sono le roulotte dove si fa una vita di inferno". La differenza salta subito all'occhio: nelle strutture prefabbricate c'è spazio per un soggiorno, bagno e camera da letto. Accanto a ogni abitazione c'è una torretta per l'elettricità installata dall'Enel. Davide indica la sua sventolando l'ultima bolletta, in risposta al consigliere leghista che ha denunciato "allacciamenti abusivi". Poi indica la tv a schermo piatto e ci tiene a precisare: "Alcuni dicono che rubiamo ma quello che abbiamo qui è tutto frutto del nostro lavoro".

E proprio per il lavoro non è un buon momento. Anche qui la crisi economica si è fatta sentire. "Uno di noi è finito in cassa integrazione e per tutti gli altri non è facile trovare un'occupazione". In città gli abitanti dell'area sono tutti conosciuti ma basta cercare un lavoro negli altri comuni che "subito veniamo guardati con diffidenza". Tra i progetti in cantiere da realizzare con i 100 mila euro già stanziati dalla prefettura grazie al fondo del Ministero degli Interni, c'è anche l'apertura di una ciclofficina. "Darebbe lavoro a molti di noi, ma il mio sogno è quello di comprare un tagadà per le mie giostre", conclude Davide.

Quando si parla di campi si fa sempre riferimento ai problemi di sicurezza. "Anche noi abbiamo avuto i nostri", conclude Davide, "siamo stati costretti a mettere una sbarra all'ingresso perché è capitato che qualche teppista entrasse la notte con la macchine per fare le sgommate sulla ghiaia".

 

Segnalazione di Stefano Pasta

Storie migranti

Il 21 Maggio del 2008 il Governo Italiano emana un decreto (Decreto Emergenza Nomadi riguardante le Regioni Lazio, Campania e Lombardia) con il quale dichiara lo stato di emergenza e attua una serie di misure dirette e indirette nei confronti dei cittadini rom e sinti presenti sul territorio nazionale. A seguito di tale decreto sulla base di tre Ordinanze Presidenziali emanate in data 30 Maggio 2008, i Prefetti di Napoli, Roma e Milano vengono nominati Commissari Straordinari per l'emergenza nomadi, poiché, si legge nel preambolo del Decreto, "[…] la situazione non è fronteggiabile con gli strumenti previsti dalla normativa ordinaria".

A Milano, in Lombardia la politica attuata per fronteggiare la questione rom segue due direzioni, una relativa alle "Aree di sosta autorizzata destinate ai nomadi", ovvero gli undici campi regolari del Comune di Milano stesso e l'altra che riguarda gli insediamenti definiti "campi abusivi".

Le risorse a disposizione della città di Milano e vincolate all'implementazione di azioni rivolte ai cittadini rom e sinti arrivano a circa 13.000.000 di euro destinati dal Ministero dell'Interno nel Luglio 2009 per fronteggiare "l'emergenza nomadi". Del totale circa 4.000.000,00 euro sono destinati ad attività sociali da realizzare all'interno dei campi regolari, il resto, ovvero circa 9.000.000 euro, vengono spesi per azioni volte a migliorare la sicurezza urbana e tutelare l'ordine pubblico, azioni che si concretizzano principalmente negli sgomberi forzati dei campi abusivi.

Il presente contributo vuole fornire sinteticamente alcuni elementi relativi alle politiche di sgombero attuate come unica misura di gestione degli insediamenti abusivi, ovvero insediamenti di varie dimensioni (da poche persone fino a 600 abitanti come accadde nel campo di Piazzale Alfieri alla Bovisa nel 2008) che sorgono spontaneamente su terreni privati o pubblici, palazzi abbandonati, aree verdi etc…e abitati nella quasi totalità dei casi, da cittadini rom di origine romena presenti sul territorio nazionale da ormai alcuni anni.
La complessità della realtà rom e il suo declinarsi come questione socio-politica infatti necessiterebbe di un approfondimento che non è possibile esaurire in poche righe.

Nelle sue dichiarazioni pubbliche, il vice sindaco De Corato ha più volte ribadito la volontà di eliminare la totalità degli insediamenti abusivi allontanandone gli abitanti dal territorio milanese. Dal 2007 ad oggi la soluzione proposta è dunque quella dello sgombero continuativo di tali insediamenti con una frequenza che è andata intensificandosi fino a raggiungere la media di circa uno o più sgomberi al giorno.
Sempre nelle dichiarazioni pubbliche dei politici interessati viene registrato un significativo abbassamento delle presenze dei rom sul territorio cittadino, numeri smentiti dai censimenti ufficiali realizzati dalla Questura nonché dalle informazioni diffuse dalle agenzie di ricerca sociale e dagli enti del terzo settore attivi a Milano ed hinterland.
Altro dato interessante che emerge da un'analisi diacronica della politica degli sgomberi è che la stessa concorre in modo primario al riprodursi dei campi stessi e in modo frequente all'interno di aree già ripetutamente sgomberate, all'aumento del numero degli insediamenti abusivi, al peggioramento delle condizioni di vita degli abitanti rom, all'interruzione di percorsi di scolarizzazione dei minori, di inserimento lavorativo degli adulti e di tutela sanitaria di minori e donne con particolare attenzione alle donne in gravidanza.

Le modalità di sgombero forzato adottate, oltre che violare il diritto ad un alloggio adeguato, non tengono conto di nessuna delle procedure di garanzia individuate dal Comitato sui Diritti Economici, Culturali e Sociali e delle Nazioni Unite (CESCR) quali:

a) L'opportunità di una reale consultazione con gli interessati
b) Un adeguato e ragionevole preavviso per tutte le persone interessate prima della data prevista per lo sgombero
c) Informazioni sugli sgomberi previsti e ove possibile sull'utilizzo successivo del terreno o delle abitazioni, dovrebbero essere rese disponibili in tempi ragionevoli a tutti coloro interessanti dai provvedimenti;
d) In particolare, quando sono coinvolti gruppi di persone, funzionari governativi o loro rappresentanti dovrebbero essere presenti durante lo sgombero,
e) Tutte le persone che effettuano lo sgombero dovrebbero essere correttamente identificate
f) Gli sgomberi non dovrebbero aver luogo in condizioni climatiche particolarmente avverse o di notte a meno che le persone coinvolte non ne diano il consenso,
g) Dovrebbero essere forniti strumenti di ricorso legale e
h) dove possibile, assistenza legale alle persone che lo richiedono qualora volessero ricorrere alla giustizia

Di seguito sono indicati i principali sgomberi effettuati dal 31.08.2010 al 30.09.2010 di cui è possibile trovare traccia in comunicati stampa, articoli e dichiarazioni pubbliche.

A titolo di esempio si segnala la situazione del campo abusivo di Via Rubattino sgomberato lo scorso 19 Novembre 2009 (300 persone) nonostante la mobilitazione dell'intero quartiere che voleva preservare i percorsi di integrazione scolastica e sociale di 36 minori e delle loro famiglie. Le insegnanti, i genitori dei compagni di classe, le associazioni del terzo settore, a seguito dello sgombero si sono mobilitate per collocare alcune delle famiglie.
Il 7 Settembre 2010 Via Rubattino arriva a contare nuovamente circa 200 presenze. All'appello mancano le circa 80 persone, tra adulti e minori, che sono state inserite in percorsi di autonomia abitativa, inserimento lavorativo grazie alla rete di solidarietà creata dai cittadini del quartiere e dalle associazioni.
Tutti gli abitanti presenti al campo sono persone pluri- sgomberate che nei giorni seguenti subiranno una vera e propria "caccia all'uomo".

(Greta Persico e Stefano Pasta, settembre 2010)

31 agosto 2010:

Parco Cassinis (2 campi): 35 Rom rumeni (25 adulti e 10 bambini) sgomberati dalla polizia locale. Vengono smantellate 20 tende.

Dal 2007, totale sgomberi effettuati: 306.

03-04 settembre 2010: 6 sgomberi in 24 ore.

Via Zubiani: 20 rom rumeni vengono sgomberati da una zona di verde pubblico da parte della polizia locale, 7 tende vengono demolite.

Via Zubiani: durante la notte, la polizia locale sgombera 15 Rom rumeni che hanno acceso un fuoco per scaldarsi.

Parco Cassinis (nei pressi di via San Dionigi): 20 Rom rumeni sono sgomberati da 5 auto della polizia locale.

Via Malaga: 5 caravan appartenenti a Sinti provenienti dalla Sicilia vengono sgomberati. I proprietari delle roulotte ricevono ammende pari a 450 euro.

Via Civitavecchia: 3 roulotte di Rom rumeni vengono sgomberate. I proprietari delle roulotte ricevono una multa di 450 euro.

7 settembre 2010:

Rubattino: circa 180 rom rumeni vengono sgomberati sotto la pioggia. Per tutta la giornata e nei giorni seguenti i rom vengono allontanati ripetutamente dai luoghi dove cercano riparo. Alle donne sole o con minori di età superiore ai 5 anni circa vengono offerti alcuni posti presso il dormitorio pubblico sito in viale Ortles; accettano la proposta in 29 tra cui 12 minori. Alle mamme con minori neonati o molto piccoli viene offerta l'accoglienza presso alcune comunità mamma-bambino in città e provincia; accettano il collocamento solo due donne con due minori, altre rifiutano l'accoglienza per paura che i minori vengano loro sottratti una volta in struttura. Agli uomini non viene fatta alcuna proposta di accoglienza, ad esclusione di un nucleo di anziani anch'essi collocati presso il dormitorio pubblico.

8 settembre 2010:

Un gruppo di rom – circa 30/40 persone, secondo le forze dell'ordine - sono arrivati intorno alle 21 in via delle Regioni, zona Redecesio, in seguito allo sgombero dell'insediamento di via Rubattino.

10 settembre, 2010:

Bacula; 40 Rom rumeni sgomberati.

Rubattino; 30 Rom rumeni sgomberati da via Caduti di Marcinelle-via Rubattino. Due donne e un bambino accettano la separazione dal marito e vengono accolte in comunità.

Via Ceresio: 4 caravan di un gruppo proveniente da Napoli viene sgomberato da una rimessa di autobus

Via Novara: 12 roulotte di 40 Camminanti siciliani vengono sgomberate

13 settembre 2010:

Via Gozzoli: 24 Rom rumeni (di cui 6 bambini), provenienti da Rubattino sono sgomberati, 9 tende e una baracca vengono demolite.

Sale a 320 il totale sgomberi effettuati dal 2007

15 settembre 2010:

Rogoredo (zona Tangenziale Est): 38 baracche e 2 tende vengono demolite dalla polizia locale (22 poliziotti) in un'area pubblica. Secondo il Comune di Milano, tutti i rom rumeni hanno rifiutato alternative di alloggio per donne e bambini.

Via Forlanini (ex polveriera in una zona abbandonata). 30 Rom rumeni sgomberati da 3 pattuglie (polizia locale), 5 tende e una baracca vengono demolite. Nel momento dello sgombero, erano presenti due soli uomini (di circa 35 anni). Via Forlanini, come moltissimi altri luoghi di questo elenco, è stato sfrattato più volte.

Via Toledo in zona Rogoredo: 8 Rom rumeni tra cui 2 bambini vengono sgomberati dalla polizia locale e 2 baracche demolite. Nel luogo dove hanno vissuto vi era un cantiere abusivo abbandonato con presenza di amianto.

16 Settembre 2010:

Bacula, 40 persone circa provenienti dal campo precedentemente sgomberato di via Rubattino vengono nuovamente allontanate; non vengono fatte offerte alternative di alloggio.
La situazione del cavalcavia Bacula è forse una tra le più emblematiche tra tutti gli sgomberi presentati; non è infatti possibile, ad oggi, conteggiare gli sgomberi effettuati realmente in tale insediamento.
Dalle testimonianze raccolte e ricostruendo le informazioni dei vari comunicati stampa durante la maggior parte dell'anno vengono infatti realizzati circa due o più sgomberi a settimana.

22 Settembre 2010:

Chiaravalle: 45 rom rumeni sgomberati dalla polizia locale (15 poliziotti) da una zona tra il cimitero e l'abbazia di Chiaravalle. 5 tende e 8 baracche vengono demolite.
Secondo le dichiarazioni di De Corato, erano presenti gli assistenti sociali ma i rom hanno rifiutato le proposte di alloggio.

"Salgono a 335 gli sgomberi effettuati dal 2007 - sottolinea De Corato - 159 nel 2010[…]"
(Omnimilano.it del 22.09.2010 ore 11:16)

28 settembre 2010:

Via Cristina di Belgioioso: 7 baracche demolite in una zona privata, 20 Rom rumeni sgomberati.

 
Di Fabrizio (del 03/10/2010 @ 09:19:57, in Italia, visitato 2210 volte)

Il Servizio Civile Internazionale e "La Città dell'Utopia"
presentano

I dimenticati fra i dimenticati "Rom e Sinti dalla persecuzione nazi-fascista di ieri alla negazione dei diritti attuale

"La Città dell'Utopia"
giovedì 07 ottobre 2010

Nell'ambito della seconda edizione del progetto "I dimenticati tra i dimenticati" si terrà, un evento-dibattito con rappresentanti delle comunità Rom ed esperti ed attivisti internazionali. Video, musica ed aperitivo-cena a conclusione della conferenza.
Programma della serata:

dalle ore 18.00 - Dibattito "Rom e Sinti dalla persecuzione nazi-fascista di ieri alla negazione dei diritti attuale"
intervengono:
Paul Polansky (Antropologo e poeta, autore di Black Silence e One Blood – One Flame)
Luca Bravi (Professore Università telematica Leonardo da Vinci)
Riccardo Carraro (Servizio Civile Internazionale)
Graziano Halilovic (RomaOnlus)
Licia Porcedda (Ricercatrice presso L'École des hautes études en sciences sociales)
Lorenzo Romito (Ass. Cult. Stalker e ON/Osservatorio Nomade)
Modera Stefania Pizzolla (Servizio Civile Internazionale)

a seguire:
musica, apero-cena rom, video con testimonianze di Milka Goman ed altri rappresentanti della comunità Rom e Sinti
Il progetto "I dimenticati tra i dimenticati 2" ("The forgotten among the forgotten 2"), promosso dal Servizio Civile Internazionale in collaborazione con Romà Onlus e finanziato dalla Commissione Europea, è incentrato sulla memoria delle persecuzioni nazi-fasciste di Rom e Sinti. Attraverso la conoscenza di quanto accaduto nel passato, si vuole analizzare quello che sta avvenendo ancora oggi, in Italia ed all’estero, a queste persone, vittime di espulsioni, violenze, razzismo, negazioni di diritti.

L’evento si inserisce in un programma iniziato il 29 settembre con la partecipazione di attivisti internazionali impegnati in seminari e workshop sulle condizioni del popolo Rom supportati da una parte studio sulla memoria delle persecuzioni nazi-fasciste di Rom e Sinti e sulla loro situazione attuale. In coordinamento con la comunità di Agnone, gli attivisti si recheranno anche in visita alle scuole del paese che hanno realizzato un progetto sulla memoria e l’internamento di famiglie Rom rastrellate in tuta Italia e internate nel convento di S. Bernardino.

I volontari nel corso del progetto incontreranno esperti, professori e operatori sociali legati alla comunità Rom e Sinti e realizzeranno interviste, video ed articoli oltre ad una mostra fotografica ed una rassegna stampa internazionale che verranno diffusi al pubblico.

Per informazioni: e.cavassa@sci-italia.it ; info@sci-italia.it : web: www.sci-italia.it
Per informazioni sulla serata: lacittadellutopia@sci-italia.it ; tel. 06 59648311 - 346 5019887.


La Città dell’Utopia
Via Valeriano, 3f (San Paolo) / 0659648311 / 3465019887 / http://www.lacittadellutopia.it / Chiuso: sab. dom. a parte per iniziative / Aperto: 11-19,30 / Locale non climatizzato / Non accessibile a sedie a rotelle / Entrata GRATIS

Il progetto "La Città dell’Utopia" dell’associazione Servizio Civile Internazionale, con il patrocino del Municipio XI, è un progetto laboratorio di Cittadinanza attiva e sviluppo territoriale che propone all’interno dell’antico Casale Garibaldi corsi e laboratori sociali, iniziative culturali (serate tematiche, incontri dibattito, concerti, mostre, video-proiezioni), mercatino contadino, giardino sperimentale e minicampi e campi di volontariato internazionali.

Il tuo 5xMILLE allo SCI
Codice Fiscale 97004220584

Servizio Civile Internazionale S.C.I.
via Cruto 43 - 00146 ROMA
tel.065580644-661
web: www.sci-italia.it
e-mail: info@sci-italia.it

 
Di Fabrizio (del 02/10/2010 @ 09:09:59, in Italia, visitato 1527 volte)

Di Alberto Maria Melis

Piccola riflessione, sull'attuale stato della cosiddetta egemonia o per meglio dire ex-egemonia culturale della sinistra, a partire da un commento a un post pubblicato da Emanuele Fiano. Emanuele Fiano, deputato del Pd, riporta nel suo post un articolo sull'ultima uscita di Maroni, che nega ai rom milanesi cacciati dalle loro abitazioni i 25 alloggi già promessi, denunciando il fatto che in questo modo il ministro dell'interno non ha fatto altro che dare il via alla campagna elettorale della Lega.

Fin qui tutto normale, ciò che ti aspetti. Un deputato onesto, un uomo straordinariamente sensibile, probabilmente anche in virtù del suo vissuto personale (Emanuele è figlio di Nedo, unico sopravvissuto della sua famiglia ad Auschwitz), denuncia, come ha fatto altre volte, in modo puntuale e preciso, una palese ingiustizia posta in essere con l'ormai ridondante propensione all'aperta persecuzione etnica, se non propriamente razziale.

Ciò che non ti aspetti, o per meglio dire ciò che non ti dovresti aspettare, irrompe in un commento al suo post scritto da una gentile signora il cui profilo, e la cui appartenenza a gruppi vari, lasciano intendere sia una fedelissima simpatizzante del Partito Democratico, che così si esprime:
"...che (i rom) vivono di espedienti è da secoli e non è la novità del momento, ma allora erano pochi oggi sono diventati troppi, regolazione delle nascite è il primo problema e quindi obbligo di scolarizzazione, in istituti protetti, togliere il contatto con i genitori in caso contrario non si integreranno mai, non facciamo gli ipocriti, i problemi si risolvono anche con chiudendo gli occhi davanti all'evidenza, il degrado dei campi è opera loro e non mia non si degnano nemmeno di portare lo loro immondizia nei cassonetti, inoltre la lega cavalca questo disagio dei cittadini che abitano loro intorno è ovvio che se qualcuno mi propone la soluzione del problema anche drasticamente io lo voterei chiaro".

A prescindere dalla beata ignoranza insita nell'intervento, che do per scontata non ritenendo la signora così audace da rispolverare con cognizione di causa proposte di provvedimenti che risalgono ai tempi di Maria Teresa d'Austria (i quali ebbero peraltro nefaste ricadute a cascata sulle prime politiche eugenetiche del Terzo Reich), ciò che mi ha portato a riflettere è la placida e disarmante naturalezza con la quale una simpatizzante (militante?) del Pd, si esprime in merito a una vicenda dai contorni chiarissimi, per la quale non esistono spazio e modo di confondere o mistificare i torti e le ragioni, utilizzando propensioni, contenuti e categorie di senso che sono proprie non dico di una destra moderata e moderna, ma della peggior destra xenofoba.

E allora ecco che torna a far capolino una domanda sulla quale noi "gente" di sinistra, spettatori increduli a ancora attoniti del naufragio verso altri lidi di quella egemonia culturale, nel senso più squisitamente gramsciano del termine, che sino a pochi anni fa davamo ancora per vitalissima e scontata, continuiamo ad arrovellarci: sarà proprio per caso che la sinistra da ormai molti anni viene elettoralmente e politicamente sconfitta? o la sconfitta, e questa cronica incapacità di rialzarsi in piedi, è figlia della lenta ma inarrestabile corruzione di quei valori, di quella visione del mondo, di quei sentimenti di fraternità, prima ancora che di giustizia economica, politica e sociale, che l'hanno storicamente partorita?

I rom, questo piccolo e composito popolo perennemente perseguitato, attirano oggi gli strali, l'odio e il disprezzo tanto di una moltitudine di persone che si riconoscono nella destra politica, quanto di una moltitudine di persone che si riconoscono nella sinistra politica; ma l'egemonia culturale che agli uni e agli altri fa da cappello, di cui sono figli e padri fertili nello stesso momento, sembra ormai avere la stessa matrice: la peggiore del secolo breve e feroce appena trascorso.

 
Di Fabrizio (del 01/10/2010 @ 09:20:49, in Italia, visitato 1434 volte)

@ Radicali italiani

Dichiarazione dei Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti:

"Mentre il Presidente Berlusconi, magari pensando alle prossime elezioni, si è dichiarato totalmente d'accordo col Presidente Sarkozy sulle politiche relative alla accoglienza dei Rom, bisognerebbe però che il suo Governo rendesse noto che fine hanno fatto i soldi che l'Italia ha richiesto, e ottenuto, dall'Unione europea per mettere in atto politiche di aiuto all'integrazione delle comunità rom e sinti.

Secondo uno studio dell'organizzazione EveryOne, dal 2007 a oggi, il Governo italiano e le Amministrazioni locali hanno impiegato ben 91 milioni 615 mila euro - oltre 83 mila euro al giorno! - per sgomberare insediamenti Rom di città medio-grandi, senza considerare i micro-insediamenti abusivi. Siccome scarseggiano le rendicontazioni sull'effettivo utilizzo dei soldi europei, destinati a tutt'altro, abbiamo presentato una interrogazione scritta ai Ministri Frattini e Maroni perché venga fatta chiarezza sulla questione.

Interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Esteri e dell'Interno

dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

Per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013, l'Unione europea ha predisposto uno stanziamento di 15 milioni 321 mila euro all'Italia attraverso l'FSE - il Fondo Sociale Europeo -, principalmente per l'inclusione sociale dei soggetti svantaggiati.

Considerato che:

le popolazioni Rom e Sinti, in particolare, sono coinvolti come possibili partecipanti di una serie di iniziative che rappresentano per l'Italia - così come per gli altri Stati membri - almeno il 27% del budget FSE complessivo;

all'indomani del suo insediamento come Ministro, l'Onorevole Franco Frattini ebbe a dire che "l'Italia avrebbe avuto accesso ai fondi europei per l'integrazione dei Rom per la prima volta, dato che né il Governo Prodi, né i precedenti Governi, mai avevano avanzato richieste in tal senso":

secondo quanto ricordato dall'organizzaione Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani: "a integrare i fondi dell'FSE all'Italia, sempre per gli stessi fini, vi sarebbero anche alcune iniziative l'iniziativa comunitaria EQUAL (nata nell'ambito della Strategia Europea per l'Occupazione e cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo per il periodo 2000-2006 promuove la sperimentazione di approcci e politiche innovativi per contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro) che avrebbe aumentato consistentemente i budget stanziati da progetti regionali e su base nazionale. Ma non è tutto," proseguono gli attivisti, "perché oltre ai fondi europei per i Rom, risulta che il Governo abbia percepito negli ultimi tre anni consistenti somme anche per quanto concerne il progetto KNE (che intende garantire e migliorare i processi di integrazione e inclusione sociale dei migranti giunti in Italia da massimo 5 anni, tramite l'offerta di percorsi di formazione teorico-pratica di lingua italiana, di orientamento civico e di formazione professionale. Il Progetto è finanziato dal Ministero dell'interno e dal FEI (Fondo Europeo per l'integrazione di Cittadini di Paesi Terzi), co-finanziato e realizzato dalla Camera di Commercio di Roma attraverso la sua Azienda Speciale IRFI ), che dovrebbe garantire e migliorare i processi di integrazione e inclusione sociale delle persone migranti arrivate nel nostro paese da un periodo massimo di cinque anni;

tale iniziativa - finanziata dal Ministero dell'Interno e dal FEI dovrebbe essere favorita tramite l'offerta di percorsi di formazione di lingua italiana, orientamento civico e formazione professionale dei migranti;

secondo quanto affermato in una recente audizione alla Camera dei Deputati dal prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione presso il Ministero dell'interno, l'Italia ha percepito inoltre un importo di 6 milioni 323 mila euro destinato a finanziare i rimpatri coattivi e volontari dei cittadini dei Paesi terzi per il 2010, di altri 6 milioni 223 mila euro destinati ai richiedenti asilo in Italia per il 2010 e di ulteriori 95 milioni di euro per il periodo 2007-2013 (di cui 6 milioni per il 2007, 8 milioni 500 mila per il 2008) destinati all'integrazione di cittadini terzi;

secondo stime di molte organizzazioni attive nel settore dell'integrazione, con un budget quale quello costruito coi vari finanziamenti internazionali l'Italia in tre anni avrebbe potuto affrontare in maniera strutturare la problematica dei Rom e dei Sinti, garantendo istruzione, soluzioni abitative e possibilità di impiego oltre che favorire la piena integrazione della totalità dei migranti extracomunitari bisognosi di protezione internazionale sbarcati nelle coste italiane dal gennaio 2010 a oggi.

dal 2007 a oggi,il Governo italiano e le Amministrazioni locali hanno impiegato ben 91 milioni 615 mila euro (oltre 83 mila euro al giorno!) per sgomberare insediamenti Rom di città medio-grandi, senza considerare i micro-insediamenti abusivi.

Considerato infine che alle richieste pubbliche di varie organizzazioni, come la succitata EveryOne non è mai stata data risposta neanche a mezzo stampa;

si chiede di sapere:

se, come e quando siano stati impiegati i i fondi ricevuti a vario titolo da parte delle organizzazioni europee.

Se codesti ministeri siano a conoscenza di un'inchiesta della Commissione europea nei confronti dell'Italia, per verificare se e come i fondi percepiti dal 2007 a oggi siano stati effettivamente impiegati per i fini cui erano destinati.

 

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