Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 14/06/2012 @ 09:32:53, in Italia, visitato 2206 volte)

GIOVEDI' 21 LUGLIO ore 21.00 con ingresso libero e gratuito:

L'associazione La Conta vi invita alla presentazione del libro "Vicini Distanti (cronache da via Idro)" di Fabrizio Casavola

    Bravissimi musicisti... sensuali ballerine... fieri residuati di un lontano passato? Oppure: ladri, sporchi, pigri, criminali? Storie, testimonianze, documenti su chi vive da cinquant'anni in un quartiere milanese, e di una lunga ricerca verso l'interazione comune.

presso CGIL - Salone Di Vittorio, in Piazza Segesta 4 con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano.

 
Di Fabrizio (del 11/06/2012 @ 09:56:37, in Italia, visitato 1433 volte)

Legnano news

L'assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Milano ha presentato questa mattina il "XIV rapporto sull'immigrazione straniera in Provincia di Milano", l'annuale fotografia della presenza straniera sul nostro territorio realizzata con il supporto di Fondazione Ismu e Orim, l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità.

Oltre al consueto rapporto, sono stati diffusi anche i dati OPI – Osservatorio Provinciale per l'Immigrazione – sugli insediamenti delle popolazioni rom e sinti in provincia di Milano.

[...]

RAPPORTO OPI SU ROM E SINTI. L'indagine condotta dall'OPI di Milano sulle realtà insediative delle popolazioni rom e sinti, la prima dal 1998, si è basata sulle risposte di 118 comuni del territorio al questionario inviato dalla Provincia.

Soltanto 21 amministrazioni locali, il 17%, hanno segnalato la presenza di campi rom sul loro territorio. Nell'hinterland sono stati rilevati 40 insediamenti, di cui solo 8 regolari. Degli altri 32, 11 sorgono su aree pubbliche e altrettanti su aree private altrui.

In queste aree è stimata la presenza di 1.124 tra rom e sinti, di cui 222 minori.

Gli insediamenti rilevati a Milano città sono invece 22, abitati da 1.479 persone,di cui 930 regolari. Solo 8 insediamenti, circa un terzo, sono regolari e sorgono tutti su area pubblica.

Nelle scuole della provincia risultano iscritti 935 minori rom e sinti, di cui 527 nella scuola primaria e 298 nella secondaria di primo grado. Dati su cui si è soffermato l'assessore Pagani: "La presenza dei minori nelle scuole, soprattutto di primo grado, lascia intravvedere qualche possibilità di integrazione. Tuttavia in questo studio manca per ora un dato fondamentale: l'inserimento lavorativo di rom e sinti. A mio avviso questo è un dato imprescindibile per poter valutare, in seconda battuta, politiche abitative"

 
Di Fabrizio (del 08/06/2012 @ 09:44:01, in Italia, visitato 1440 volte)

Affaritaliani.it

    EMERGENZA NOMADI. Affaritaliani.it pubblica la lettera del vicesindaco Sveva Belviso che nel 2010 annunciava l'imminente chiusura della struttura di accoglienza, spedendo quasi 60 mila lettere su carta intesta del Comune ad altrettanti cittadini. Dopo più di due anni il campo è ancora aperto e l'intero piano fa sorridere: solo blitz per sgomberare mentre vanno a spasso in città 6 mila persone senza fissa dimora. Era una "perla" nelle politiche della Giunta di Alemanno per dare una risposta alla legalità e all'inclusione sociale - Mercoledì, 6 giugno 2012 - 12:27:00 - di Fabio Carosi

Correva l'anno 2010, giorno 1 del mese di aprile. L'allora assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso, oggi vicesindaco, scriveva su carta intestata del Comune e a spese del Comune, una lettera a tutti i residenti della zona del campo nomadi di Tor De' Cenci. Forse 50/60 mila lettere tra Eur, Tor de Cenci, Spinaceto e Mezzocammino per annunciare che il campo stava per essere chiuso.

Oggi, a oltre due anni di distanza il campo è lì, con il suo degrado, i problemi di sicurezza interna ed esterna e il piano nomadi resta un'incompiuta. Anche se il Comune ha l'alibi di dover essere arrivato al Consiglio di Stato per difendere un progetto firmato con l'allora ministro Maroni e che aveva prodotto la nomina a commissario straordinario del prefetto di Roma Pecoraro.



Ma carta resta e pure le spese inutili. Leggiamo la bella letterina in pieno stile annuncio che Sveva Belviso ha distribuito in ogni cassetta delle lettere tra i quartieri che giustamente l'hanno votata alle ultime lezioni: "Gentile cittadino, il 15 febbraio l'Amministrazione ha chiuso il campo nomadi di Casilino 900, definito a livello europeo il campo della vergogna. Il piano del Comune di Rona prosegue con la chiusura di Tor de cenci, come da impegni assunti dalla Giunta Alemanno". Non contenta l'allora assessore entra nei dettagli tecnici per spiegare come il 22 marzo – e sempre del 2010 – l'Ufficio immigrazione "ha iniziato la procedura di identificazione e di riconoscimento delle persone presenti nel campo". La lettera protocollata col numero 18665, si conclude con un sano esercizio di demagogia applicata: "Attraverso questo processo potremo dare soluzione in termine di legalità e di inclusione sociale.....".

(per leggere il documento, QUI, ndr.)

A due anni di distanza, ecco la promessa del vicesindaco Belviso: non solo Tor de cenci è lì in bella mostra ma, come risulta ad Affaritaliani.it l'illegalità contrassegna gli unici sette campi attrezzati dove però gli ospiti non versano gli oneri concordati e l'illegalità regna sovrana. Non a caso negli ultimi mesi si sono moltiplicati i furti di rame in danno di Acea e Fs e tutte le operazioni delle forze dell'ordine sono finite sempre nei campi. Da segnalare che il fantomatico "dast" per l'identificazione dei roma è stato consegnato solo in due strutture. Infine due numeri: a fine mandato la Giunta Alemanno che aveva puntato si sicurezza e Roma, fa i conti con oltre 100 insediamenti abusivi e circa 6 mila rom che vagano da un posto all'altro. Di positivo c'è solo il bilancio degli sgomberi: ben 80 blitz. In termini sociali è un fallimento clamoroso.


Nel frattempo, una segnalazione simile non poteva passare inosservata:

Campo Roma, il regalo-disastro di Alemanno ai terremotati emiliani (video) - A Rovereto di Novi, il centro di accoglienza donato dal sindaco di Roma: quattro giorni senza servizi igienici, molte tende modello scout in gita. "Qui continuano a riempirci di coperte, ma di certo non manca il caldo"

 
Di Fabrizio (del 08/06/2012 @ 09:39:04, in Italia, visitato 1602 volte)

Mozione approvata dalla Commissione Coesione Sociale, Inclusione e Sicurezza e presentata in Consiglio di Zona martedì 5 giugno 2012:

L'emendamento  proposto dal consigliere del M5S prevedeva che il futuro comitato di gestione comprendesse anche una rappresentanza dei residenti. Emendamento respinto dal presidente della commissione coesione sociale, che ha rimandato la risposta al comune, ed accolto invece da SEL. La votazione su questo emendamento ha visto: 12 favorevoli, 16 contrari, 3 astenuti.

La delibera è poi stata votata: favorevoli 24, contrari 6, astenuti 1

Segue il testo:

Il Consiglio di Zona 2

Preso atto della perdurante situazione di degrado in cui versa il Campo Rom di Via Idro e della necessità di una riqualificazione sia sul versante sociale che urbanistico;
Vista la mozione presentata il 27 aprile 2010, approvata dal Consiglio di Zona 2 nella riunione del 27 luglio 2010, in cui, tra le richieste, veniva evidenziata la necessità di una urgente riqualificazione del campo (vedi QUI, ndr.);
Visto quanto previsto dal Programma presentato per le ultime Elezioni Amministrative dai partiti della attuale maggioranza in cui si ribadiva la necessità di riqualificare il campo e di opporsi alla realizzazione di un campo di transito;
Visto il progetto di "villaggio solidale" presentato recentemente da un gruppo di Associazioni e firmato anche da diversi residenti del campo (vedi QUI, ndr.);
Considerate le ripetute richieste avanzate da alcune Associazioni di Cittadini della zona 2, che seguono da tempo le vicende del campo, di provvedere con interventi di riqualificazione alla sistemazione definitiva del campo e alla assunzione di provvedimenti sanzionatori nei confronti di quanti all'interno del campo sono responsabili di gravi gesti di illegalità;

Chiede

  • che il servizio di presidio sociale all'interno del campo, sia affidato in concessione per una durata almeno biennale, in modo da poter assicurare un lavoro continuativo ed efficace di supporto alle famiglie presenti, con particolare riguardo agli aspetti educativi, sanitari e sociali;
  • che i bambini e i ragazzi siano inseriti e seguiti nei loro percorsi educativi e di scolarizzazione;
  • di prevedere che il pulmino scuola-bus possa prelevare e riaccompagnare i bambini all'ingresso del campo;
  • di favorire la formazione professionale degli adulti e il loro accompagnamento nell'inserimento lavorativo:
  • di rivitalizzare l'attività della Cooperativa "Laci Buti" attraverso l'affidamento diretto nelle forme e nei limiti previsti dalle vigente normativa, di talune attività legate alla manutenzione e cura del Verde pubblico e/o dell'igiene urbana, (pulizia aree verdi, vuotatura cestini, ecc.) e/o di facchinaggio (sgomberi locali, cantine, solai, ecc.);
  • che siano ultimati i lavori di ripristino dell'impianto di distribuzione dell'energia elettrica interno al campo, dopo che A2A ha ripristinato e rimesso in sicurezza la fornitura dalla rete, installando il quadro elettrico generale (gestito dall'Amministrazione Comunale), derivando secondo le norme i singoli allacciamenti verso ogni abitazione e prevedendo la stipula di un contratto a forfait per ogni famiglia;
  • di garantire il funzionamento della rete fognaria presente all'interno del campo;
  • di ripristinare gli impianti di sicurezza (idranti e estintori);
  • la ristrutturazione dei servizi igienici comuni anche mediante la fornitura dei materiali necessari direttamente ai residenti cui rimarrebbe l'onere della corretta posa in opera (anche tramite la Cooperativa Laci Buti);
  • l'apertura dello spazio polivalente, attualmente privo di energia elettrica e riscaldamento, affinché possa essere utilizzato - sotto la responsabilità del soggetto affidatario della gestione del campo - per le attività sia legate alla gestione sia per quelle di tipo sociale quali, ad esempio, corsi per bambini ed adulti, momenti ricreativi e culturali anche aperti al quartiere;
  • qualora non fosse possibile riattivare la serra, la stessa andrebbe demolita con ripristino dell'area a verde, anche attraverso l'affidamento dei lavori direttamente alla cooperativa Laci Buti
  • l'accompagnamento verso le soluzioni abitative delle famiglie Rom che si erano rese e che si renderanno disponibili;
  • di ridisegnare le piazzole esistenti ricalibrandole per gli abitanti che rimarranno nell'area;
  • che le piazzuole libere non divengano spazi incontrollati oggetto di abbandono di rifiuti; a tal fine si auspica la definizione di un piano sistematico di sgombero dei materiali (soprattutto inerti) presenti sia all'interno del campo sia nei terreni limitrofi di proprietà pubblica (comunale e/o demaniale), anche attraverso l'affidamento dei lavori alla cooperativa Laci Buti;
  • che nel campo sia garantita la legalità, attraverso anche una verifica periodica della presenza di soggetti non aventi titolo a risiedere nel campo e/o nelle immediate vicinanze (in particolare presso la cascina adiacente al campo in totale stato di abbandono e di degrado);
  • che siano ripristinate le telecamere finalizzate ad un controllo delle parti comuni (spazio polifunzionale, cabina elettrica, strada interna ed ingresso al campo);
  • che sia verificata la fattibilità della posa in opera di efficaci sbarramenti posti l'uno sulla Via Idro subito dopo l'ingresso del campo, l'altro tramite un cancello all'ingresso del campo al fine di garantire ai residenti il controllo degli accessi ed evitare l'intrusione di mezzi e soggetti non autorizzati.

    Credo sia giusto dare voce anche a quei 6 consiglieri di opposizione che hanno votato contro. Questo è stato pubblicato il successivo 6 giugno sul blog del capogruppo della Lega Nord in Consiglio di Zona. Io non rispondo, giudicate da voi. Naturalmente, ho tenuto da parte il testo di quanto da lui (e dai suoi colleghi) REALMENTE affermato durante la seduta del 5 giugno. Fossi della sua stessa pasta, ci sarebbero gli estremi per una denuncia.
    Aggiornamento del 7 giugno: c'è un limite anche ai "io non rispondo". Gli stessi concetti espressi sul suo blog, vengono ripetuti dal capogruppo della Lega Nord in Consiglio di Zona in questo contributo su affaritaliani.it. Contento della possibilità di un confronto, posto un commento attorno alle 17.00.  Alle 20.00 in coda all'articolo ci sono 4 commenti. Stranamente il mio è sparito. : - o In seguito vedo che il mio commento, assieme ad altri, continuerà a tornare e sparire. Probabilmente, mr. capogruppo non c'entra, ma permettete che lo riscriva qui:

Forse al consigliere mancano alcuni particolari. Li aggiungo per completezza di ricostruzione:
Iniziando dal titolo: in via Idro 62, campo rom comunale, vivono cittadini italiani da generazioni, l'unica differenza è che sono Rom. Fanno parte dei Rom Harvati, originari dell'Istria e Dalmazia, quindi presenti sul territorio italiano dal 1918. I primi arrivi a Milano di questo gruppo risalgono alla fine degli anni '40, l'arrivo + consistente in città è degli anni '60.
Ma ecco alcuni dati:
- i servizi igienici erano perfettamente funzionanti sino al 2005. Vennero allora ristrutturati dal comune (dove credo che il partito di Piscina fosse in maggioranza), ma il lavoro non venne terminato, perché la ditta che aveva ottenuto il sub-sub-appalto era fallita;
- visto i risultati precedenti nell'assegnazione dei lavori, si chiede di valutare se impiegare nei vari lavori la cooperativa e le professionalità già presenti nel campo. Non solo muratori, elettricisti, artigiani, ma anche una cooperativa di operatori del verde, formata dai Rom che operano in un'area ai margini del neocostituendo parco della Media Valle del Lambro. La cooperativa avrebbe quindi possibilità di lavoro, ha esperienza comprovata anche dalle amministrazioni precedenti, ma se sino a 10-15 anni fa vi lavoravano una ventina di Rom, ora mancano le commesse;
- riguardo il ripristino della corrente elettrica, a seguito di un dialogo aperto da settembre con gli assessori e gli uffici competenti, si era concordato a dicembre (presenti assessori, direttore di settore, rom e associazioni di zona) un contratto di fornitura elettrica a forfait. Benché annunciato, il ripristino non è mai avvenuto. Lo si ricorda alle autorità competenti, anche perché diventa difficile chiedere loro il rispetto delle regole, se è l'amministrazione a non rispettare i patti;
- scuola: l'impegno per la scolarizzazione in via Idro nasce alla metà degli anni '80. I risultati si concretizzano in una frequenza scolastica dell'obbligo oltre al 90%, c'è anche chi ha frequentato le superiori. Ma, stranamente, in via Idro dove circolano quotidianamente ogni tipo di automezzo, il pullmino scolastico non può entrare, e non si capisce perché. Ogni giorno, con ogni condizione atmosferica, i bambini da 6 anni in su fanno a piedi gli 800 m. della via, avanti e indietro. Se poi non c'è neanche la corrente elettrica, i bambini si ammalano (le malattie non sono razziste) e ovviamente frequenza e rendimento caleranno.
Il capogruppo nel corso della seduta del CdZ in cui è stata votata la delibera, affermava anche che "questi son personaggi che per cultura non vogliono regolarizzarsi e integrarsi" (anche se qua non lo scrive). Il problema che viene affrontato dalla delibera è che questa integrazione è già iniziata anni fa, mentre gli ultimi periodi hanno visto una volontà POLITICA di interrompere ogni possibilità di farlo.
Ecco, ci ricorda il capogruppo, c'è stata una sparatoria, che ha coinvolto degli abitanti di via Idro. Una banda? Mi sembra un'affermazione avventata, ma la questione che pongo è differente: se lo stesso fattaccio fosse successo coinvolgendo qualsiasi non-rom, immagino che il capogruppo avrebbe chiesto di mettere al gabbio i colpevoli e magari buttare la chiave. Anche se il colpevole fosse nato in Lombardia (certificati di nascita in via Idro: sono di Milano, Seriate, Carate Brianza ecc.). Ma penso che neanche il capogruppo in un caso simile avrebbe pensato di incolpare della sparatoria tutto il resto degli abitanti.


Comunque, e poi smetto, io questo capogruppo della Lega Nord mica lo capisco: a dicembre (sempre in Consiglio di Zona) diceva che Pisapia regalava le case ai Rom, quando in realtà la nuova giunta milanese si era limitata ad onorare gli impegni assunti dal ministro Maroni e dalla giunta precedente (ma dov'era allora il suo partito?). Se gli si ricorda che i Rom per quelle cascine hanno aperto un mutuo con i propri soldi, se ne dimentica o non lo registra proprio. Non vuole neanche che vengano fatti interventi manutentivi dove gli stessi Rom (che avrebbero già potuto andarsene) sono obbligati a restare.

Qualcuno ha idea di che proposte abbia? (e se ne abbia?)

 
Di Fabrizio (del 01/06/2012 @ 09:56:51, in Italia, visitato 1505 volte)

Conferita l'edizione 2012 della borsa premio istituita dal Segretario Generale Vincenzo Filippini per favorire la valorizzazione degli studi sulla città

Anche quest'anno è stata conferita la borsa premio da € 1.500,00 intitolata "Comune di Savona, storia, funzioni e servizi dell'ente locale", istituita dal Segretario Generale dott. Vincenzo Filippini per favorire la valorizzazione delle ricerche e degli studi sulla città. La Commissione giudicatrice ha assegnato la borsa premio alla tesi ad oggetto "Non siamo zingari" presentata dal dott. Gianmaria Pace. Tale lavoro come è stato indicato nelle motivazioni, si propone come un forte contributo all'analisi antropologica di un fenomeno complesso ed articolato quale la presenza di una Comunità Sinti nel Comune di Savona contribuendo a far "meglio" conoscere una realtà della quale per varie ragioni non si conosce abbastanza, finendo, di conseguenza per credere e avvallare stereotipi e pregiudizi. Al secondo posto, sulle cinque tesi pervenute, la Commissione ha collocato la tesi della dott.ssa Francesca Chionetti avente ad oggetto "Cappella della Madonna degli Angeli sul Monte Ornato in Savona: recupero e valorizzazione". Il Segretario Generale dott. Filippini insieme al Sindaco di Savona Federico Berruti ha consegnato l'attestato e il premio al dott. Gianmaria Pace in data odierna nella Sala Giunta di Palazzo Comunale. Come già ricordava l'anno scorso il Segretario Generale "l'idea si era già concretizzata nei 4 anni a Cremona, mia precedente sede, e consiste nella istituzione, con oneri a mio totale carico per il periodo di mia permanenza nella Città nel ruolo di Segretario Generale, di una borsa premio annuale da assegnarsi a laureati di Savona e Provincia, che abbiano sostenuto una tesi di laurea sulla storia e la cultura o sugli ambiti giuridici ed amministrativi attinenti l'attività dell'Ente locale Comune di Savona, degli enti, Società ed organismi con sede nel territorio del Comune e ad esso collegati".

 
Di Fabrizio (del 28/05/2012 @ 09:58:05, in Italia, visitato 1788 volte)

Corriere della Sera LA VIDEOINCHIESTA DI COMUNICARE IL SOCIALE Dopo i recenti fatti di cronaca, parlano i residenti del campo nomadi di Scampia

NAPOLI - "Ci chiamano zingari, ma non è sempre colpa nostra" Scampia, quartiere a nord di Napoli, una lunga scia di rifiuti di ogni sorta segna l’ingresso nel campo rom. Un villaggio di baracche fatte di lamiere e compensato, dove vivono circa 700 persone. Ad accompagnarci Jovanovic Dejan di nazionalità serba da tredici anni in Italia. "Ho quattro figlie femmine – racconta - studiano tutte nella scuola italiana". Nel campo manca la corrente. L’Enel ha staccato per l’ennesima volta l’allaccio abusivo, "un paio di giorni e riattacchiamo - dice Jovanovic – In inverno è più dura per riscaldarci accendiamo nelle stufe la legna presa dai rifiuti. Ci accusano di essere sporchi, che bruciamo i rifiuti, ma vogliamo solo riscaldarci". Per il cumolo di spazzatura all’esterno del campo, Jovanovic precisa: "Non è solo colpa nostra nessuno viene a ritirarla, per questo si creano le discariche". Per quanto riguarda l’integrazione Dejan ha le idee chiare: "E’ una questione di scelta, tra di noi c’è chi si vuole inserire e chi no. C’è chi cerca un lavoro e chi si “arrangia”". Lui, da due anni, è mediatore culturale dell’associazione “Arrevutammoce”, "per quelli come me – aggiunge - che si vogliono integrare è comunque dura: non ci danno la luce e l’acqua. Come i miei figli possono andare a scuola e possono giocare con i bambini italiani se sono sporchi?". "Tu dici che io sono zingaro – conclude Jovanovic – ed è vero, ma se puzzo e scappi è anche colpa tua". Per i suoi figli spera in un futuro migliore del suo: "che siano integrati e possano scegliere la loro strada".

Emiliana Avellino - redazioneweb@comunicareilsociale.com - 23 maggio 2012

 
Di Sucar Drom (del 24/05/2012 @ 09:41:07, in Italia, visitato 1449 volte)

Oggi (ieri ndr.) pomeriggio la Commissione esteri della Camera dei Deputati ha votato a maggioranza l'emendamento presentato dall'On Matteo Mecacci, deputato Radicale - Pd, per riconoscere lo status di minoranze linguistiche ai Cittadini italiani sinti e rom.

La Federazione Rom e Sinti Insieme, insieme all'associazione Sucar Drom, ringraziano l'On Matteo Mecacci e tutti i Parlamentari della Commissione esteri che hanno votato a favore delle minoranze sinte e rom, in sede di ratifica della Carta Europea delle lingue regionali.

Esprimiamo rammarico per il parere contrario espresso dal Governo italiano, attraverso il Ministero dell'Interno. Speriamo che tale parere sia cambiato quando la norma arriverà in Aula.

Rom e Sinti chiedono da anni al Parlamento italiano il riconoscimento dello status di minoranze storiche linguistiche, in base all'articolo 6 della Costituzione italiana. Il 9 novembre scorso la Federazione Rom e Sinti Insieme ha promosso una manifestazione proprio per sensibilizzare i Parlamentari italiani. Oggi possiamo affermare che un passo importante per il riconoscimento è stato fatto. Grazie!

Yuri Del Bar, Presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme
Barbara Nardi, Presidente dell'associazione Sucar Drom

 
Di Fabrizio (del 23/05/2012 @ 09:22:49, in Italia, visitato 1271 volte)

Segnalazione di Agostino Rota Martir

16 maggio 2012 - Tonio Dell'Olio

I bambini che sono nati in Italia, anche se figli di genitori stranieri, sono italiani. Lo chiediamo da tempo con la campagna "L'Italia sono anch'io".

Il comune di Scandicci (FI) si prepara a fare un gesto che, pur non avendo alcun valore giuridico rispetto all'acquisizione dei diritti di cittadinanza, racconta al Paese che c'è un'altra Italia. Il giorno della Festa della Repubblica concederà la cittadinanza onoraria ai 196 figli di stranieri dai 6 ai 18 anni che abitano nel proprio comune.

"Abbiamo scelto di fare la cerimonia di consegna nel giorno della Festa della Repubblica, proprio per il forte significato che ha per tutti noi questa giornata - ha scritto il Sindaco Simone Gheri in una lettera alle famiglie dei ragazzi, con la quale invita genitori e figli all'appuntamento del 2 giugno - i vostri figli nella nostra Repubblica sono venuti alla luce, qui frequentano tutti i giorni la scuola, i giardini pubblici, le strade, le piazze, i luoghi e i servizi che appartengono a tutti noi. Con il suo voto il Consiglio Comunale ha voluto dare un segno e portare il proprio contributo nel dibattito politico nazionale, con la convinzione che sia necessario approvare una nuova legge sulla cittadinanza, perché venga riconosciuta ai bambini che qui nascono e crescono" (www.comune.scandicci.fi.it).

 
Di Fabrizio (del 22/05/2012 @ 09:03:36, in Italia, visitato 1405 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Il 15 maggio 2012, una delegazione di giovani rom, nati in Italia ma cittadini stranieri, ha incontrato il presidente della commissione diritti umani del Senato, Pietro Marcenaro, e gli ha consegnato un appello per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. E' stato stimato che ci sono in Italia almeno 14 mila ragazzi di origine rom che, nati da genitori apolidi o residenti irregolarmente nel nostro Paese, si sentono parte integrante della società, pur essendo nei fatti degli "estranei".

Ecco, qui di seguito, il testo integrale della lettera:

Caro Presidente. Siamo in tanti, ragazzi e ragazze del popolo Rom nati in Italia, di seconda, a volte anche di terza generazione, da genitori apolidi o residenti irregolarmente nel nostro Paese. Ci rivolgiamo a Lei perché ancora una volta abbiamo apprezzato le parole chiare che ha inteso indirizzare al Sindaco di Nichelino, che ha avuto la sensibilità di concedere la cittadinanza onoraria a 450 ragazzi nati da genitori stranieri in quel territorio.

Siamo italiani, ma stranieri. Ci sentiamo "parte integrante della nostra società", ma viviamo quotidianamente il disagio di essere considerati impropriamente stranieri. Disagio doppio e particolarmente pesante per noi ragazze e ragazzi Rom. Non è assolutamente facile, ci creda, per tanti di noi regolarizzare posizioni giuridiche, ottenere un permesso di soggiorno, fare richiesta di cittadinanza, perché veniamo da famiglie che vivono da sempre situazioni precarie, per la difficoltà di reperire la necessaria documentazione, in particolare per quelli di noi i cui genitori e nonni sono nati e provengono da luoghi che hanno vissuto recenti e drammatiche vicende belliche.

Eppure abbiamo frequentato le scuole. Una situazione difficile, quella che viviamo, di "stranieri in patria". Che rende precaria la nostra vita e non agevola l'integrazione sociale e l'accesso al lavoro, nonostante molti di noi abbiano frequentato le scuole e, soprattutto, vorrebbero inserirsi regolarmente e legalmente nella comunità civile. In tanti abbiamo vissuto la violenza degli sgomberi dei campi e l'umiliazione della reclusione nei CIE, i Centri di identificazione per l'espatrio. Ed in tanti viviamo in case popolari o case proprie o ancora piccole aree autocostruite. Ma espatrio verso dove, se è l'Italia la nostra patria? Ci creda, sono esperienze dure e drammatiche, che spingono, purtroppo, tanti giovani verso la marginalità, l'illegalità ed il rifiuto delle regole civili. Che ricacciano le nostre comunità verso l'esclusione sociale ed una inaccettabile discriminazione.

Le risposte da un Governo che guarda all'Europa. Dal Governo Monti, signor Presidente, governo che guarda all'Europa ed ai suoi valori fondanti di accoglienza, di solidarietà e di inclusione sociale, ci aspettavamo finalmente un provvedimento che ponesse fine a questa ingiustizia. Abbiamo anche apprezzato le aperture del Ministro Riccardi, espressione della Comunità di Sant'Egidio, i cui volontari frequentano i campi e conoscono bene le nostre difficoltà. Ma ancora una volta dobbiamo prendere atto che nulla è successo.

Speriamo nella sua lungimiranza. Non possiamo che appellarci a Lei, affinché con la determinazione e la lungimiranza che tutti le riconoscono intervenga su Governo e Parlamento per porre fine ad una discriminazione che produce solo tensioni e disagi, che è palese ingiustizia, che tradisce i valori della Carta Costituzionale. Siamo, ci sentiamo, vogliamo essere riconosciuti cittadini italiani.

Confidando in Lei, le porgiamo i più distinti e cordiali saluti.

 
Di Fabrizio (del 21/05/2012 @ 09:52:28, in Italia, visitato 1494 volte)

Firma

FAMIGLIE ROM A MIRAFIORI SUD

Nel 2001 la nonna di una decina di bambini Rom che quest'anno hanno iniziato a frequentare per la prima volta la scuola elementare, ha trascorso, gravemente malata, gli ultimi due mesi della sua vita ospite di un ortolano del quartiere, nella baracca di un orto abusivo sulle sponde del Sangone.

Dieci anni dopo i suoi figli vivono in una condizione non dissimile alla sua, anche se, grazie ad un progetto avviato nell'estate del 2011 che coinvolge cinque famiglie Rom, i suoi nipotini frequentano le scuole del quartiere, con una frequenza superiore alla media cittadina.

Eppure, ancora oggi, queste famiglie vivono per strada, con tutti i disagi che ne conseguono sia per loro che per il territorio.

In questi mesi, oltre l'accoglienza dei bambini da parte delle scuole, alcune realtà e volontari hanno stretto un fragile cordone di solidarietà a sostegno di questa esperienza. Alcuni hanno messo a disposizione un posto nel cortile, altri un bagno, altri ancora il latte per la colazione o un po' di semplice vicinanza umana.

Questo sforzo, che sta già dando frutti miracolosi, anche grazie a qualche sostegno da parte delle istituzioni, ha bisogno dell'intervento di chi, a livelli più alti, può consentire il pieno successo di questa piccola esperienza di tolleranza e convivenza a Torino.

Come operatori e come abitanti ci rivolgiamo quindi alle autorità cittadine per tre questioni su cui i nostri sforzi sono stati finora vani:

1. identificare e autorizzare una collocazione provvisoria delle famiglie, distribuita in postazioni singole, perché non siano oggetto di continui sgomberi;

2. sostenere le procedure necessarie all'ottenimento dei documenti per chi sia nella condizione di apolidia, consentendo così l'avvio di regolari percorsi lavorativi;

3. concedere spazi o locali per l'accoglienza abitativa delle famiglie, nella prospettiva di consentire la maturazione dei requisiti per il successivo ingresso in casa.

Non crediamo che la realizzazione di un nuovo campo nomadi possa sostenere efficacemente l'inserimento e l'integrazione di queste famiglie.
Ci auguriamo che sia possibile intraprendere un percorso che dia a queste famiglie un futuro di emancipazione dalla povertà e dall'esclusione sociale.

Al Prefetto di Torino
S.E. Alberto Di Pace

Al Sindaco di Torino
Piero Fassino

All'Arcivescovo di Torino
Mons. Cesare Nosiglia

Loro sedi


To the kind attention of Mr Alberto Di Pace
Prefect of Turin

To the kind attention of Mr. Piero Fassino
Mayor of Turin

To the kind attention of Bishop Cesare Nosiglia
Archbishop of Turin

ROMA FAMILIES IN SOUTH-MIRAFIORI

In 2001, the grandmother of ten Roma children who started attending the primary school for the first time in the year 2011-2012, has passed, seriously ill, the last two months of her life hosted by a gardener of South-Mirafiori, inside an illegal orchard's shack along the banks of Sangone creek.
Ten years later, her sons and daughters live in conditions not different from the one she experienced. That even if, thanks to a project involving five Roma families, started in Summer 2011, her grandchildren are attending local primary schools, with a frequency higher than the average of Turin.
Yet, even today, these families live on the streets, with personal and social disadvantages for them and the territory, as well.
In these last months, local schools welcomed children in their classes. Furthermore, a slight solidarity supporting this experience has been forwarded by some local entities and volunteers: some of them hosted Roma families with campers in their courtyards, others offered the possibility to shower, and some others gave milk for breakfast or simply human neighborhood.
This effort, already bearing some unexpected results, thanks also to the support given by the institutions, needs the support of someone at higher levels allowing the full success of this little experience of tolerance and cohabitation in Turin.
We, workers and residents of South-Mirafiori, wish to submit to the city authorities these three issues on which our efforts have not reached the expected results:
1. to identify and authorize a temporary accomodation for these families. Every family should stay in individual location, in order not to undergo continuous evictions;
2. to take charge of the procedures necessary to obtain the documents for stateless people, allowing to start regular working projects;
3. to provide spaces or to house these families, so that they can qualify for entering a real future home.
We do not believe that creating a new Roma camp can effectively support the inclusion and the integration of these families.

We hope that we can undertake a way to give these families a future of emancipation from poverty and social exclusion.

 

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