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La redazione
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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 07:51:02, in Italia, visitato 1905 volte)
 
Di Marco Nieli (del 06/11/2005 @ 06:48:24, in Italia, visitato 2323 volte)
Premessa:

qualche giorno fa, ricevo una prima mail da Marco Nieli, vicepresidente dell'Opera Nomadi di Napoli. Volentieri la pubblico, e da allora quasi quotidianamente mi ritrovo nella casella di posta una sua mail che mi aggiorna su cosa sta succedendo. Questo, per "rassicurare" i lettori: non è che Mahalla sia diventato un bollettino napoletano, ma questo blog è sempre vissuto grazie soprattutto alle informazioni che raccolgo e che mi mandate.

Esiste poi una questione più strettamente legata ai rapporti tra informazione e potere politico, che chi si occupa di Rom conosce bene: gli sgomberi sono notizie "appetibili" perché "SBATTONO IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA", ma nessuno si interroga sulle conseguenze a breve lungo termine. Ecco allora che l'attenzione che i media hanno dedicato alle vicende di Cusago e di Bologna, si è presto spostata al GOSSIP (se fosse giusto che un sindaco di sinistra rincorresse la politica delle destre, se le case abbattute a Cusago erano rifugi di fortuna o ville hollywodiane). I Rom, come parte in causa, sono immediatamente spariti dalle cronache. Ecco perché nessun giornale nazionale si interroga o semplicemente ha voglia di testimoniare sui tanti casi simili che continuano ad avvenire in giro per l'Italia. Casi piccoli, famiglie e gruppi di massimo una decina di persone,  che avvengono ovunque nel massimo silenzio.

Casi, molto più rilevanti, come quelli di Napoli e Casoria, che hanno la sola "sfortuna" di avvenire quando la notizia è già stata data in pasto al pubblico e quindi passano in secondo piano. Eppure, si tratta di 3/400 persone che hanno perso il tetto, quando già di loro avevano poco o nulla, e da qualche parte, in qualche altro inferno, dovranno pur capitare.

In parole povere, quello che manca nell'informazione, è il confronto tra la soluzione politica del problema alloggio e lo sbando generato dalle amministrazioni locali. Ieri, avevo segnalato a un blogger, un articolo di Liberation che ancora non ho fatto in tempo a tradurre, lui a sua volta mi ha risposto segnalando cosa diventa la Francia quando in un paese democratico si interrompe il dialogo.

C'è infine (mi scuso se la premessa si sta prolungando oltre il dovuto) un motivo ancora più importante che mi spinge a ripubblicare i comunicati che arrivano da Napoli e Casoria: chi avrà la pazienza di leggerli noterà che pure nella miseria che (a torto o ragione) i lettori di solito associano al sud, i Rom e le associazioni non solo richiedono di parlare con le istituzioni, ma vogliono DIALOGARE con la città. E... il fatto che i più poveri tra i poveri, mostrino di voler applicare i principi della democrazia, tanto basta ad escluderli dalle cronache nazionali.

Comunicato post sgombero

Napoli, 3 novembre 2005

Mercoledi’ notte la polizia ha sgomberato con la forza un campo rom in via Lufrano a Casoria non dando neanche il tempo alla povera gente che vi abitava di fare i bagagli per portar via il più possibile. Si trattava di 430 persone mandate allo sbaraglio fra cui donne incinte e molti bambini: ora vagano nelle periferie della nostra città implorando un aiuto.

La maggiore responsabilità di questo inumano, barbaro e crudele sradicamento poliziesco ricade quasi per intero sull’ex-sindaco di Casoria Giosuè De Rosa che per oltre 2 anni non ha mosso un dito per trovare una sistemazione alternativa, o quanto meno per fornire acqua e far rimuovere i rifiuti solidi. Non ha fatto nulla, sapeva solo mostrarsi ipocritamente inorridito per quella situazione di degrado, ma ciò che a lui interessava era cacciar via gli zingari da Casoria a qualunque costo, e nient’altro.

Una grave responsabilità ricade anche sulla regione (retta da un governo di centro-sinistra) e sulla Provincia (anch’essa governata dal centro-sinistra). Il governatore Bassolino si è rifiutato di ricevere una nostra delegazione che fin dal mese di giugno chiese un incontro proprio per risolvere la questione di via Lufrano.

L’esistenza di questo campo Rom degradato e in condizioni igieniche spaventose non aveva nulla a che vedere con il cosiddetto ordine pubblico, si trattava di un problema di carattere squisitamente sociale. Noi che abbiamo assistito stamattina all’alba alla demolizione di questa orrenda “favela” lasciata marcire per circa tre anni (mentre un elicottero inutilmente volteggiava sopra di noi e squadroni di polizia e carabinieri tenevano lontani i curiosi, e le ruspe sradicavano le capanne) abbiamo toccato con mano il vergognoso fallimento dei politici di centro sinistra, del tutto inetti e del tutto incapaci di trovare una soluzione alternativa all’azione militare. Istituzioni quali Regione, Provincia e Comune (di Casoria) hanno vergognosamente lasciato fare alla polizia tradendo, in questa occasione il mandato loro affidato all’elettorato di sinistra: amministrare civilmente, con giustizia e soprattutto con democrazia.

Amedeo Curatoli, Marco Nieli
OPERA NOMADI NAPOLI


La situazione nel napoletano

[...]

Casoria é appena fuori Napoli, sulla circumvallazione esterna, dove si trova anche il campo Nuovo 
di Secondigliano.
Poi ci sono le baraccopoli di Scampia (circa 1000 slavi), diverse baraccopoli di Rumeni e un centro 
di accoglienza comunale, la scuola G. Deledda a Soccavo (sempre per i Rumeni).
In provincia abbiamo un piccolo villaggio attrezzato a Caivano per 20 famiglie di crna gorja musulmani del MOntenegro e aspettiamo il campo a Giugliano.
Questa di Casoria era la più grande baraccopoli di Rumeni, circa 400-500, ma piccoli insediamenti 
sorgono dappertutto in provincia (Ercolano, Pomigliano, Afragola, Casalnuovo).

 

PROPOSTA DI COSTITUZIONE DI UN COMITATO CITTADINO SULLA QUESTIONE ROM A NAPOLI

Cari compagni e amici, nell'informarvi che la prima battaglia contro il muretto previsto al campo musulmani di viale della Resistenza di Scampia (per isolare i rom dalla scuola "rosa", il 10° circolo didattico, per questo muro il comune prevedeva di spendere 55.000 euro!!!) è stata dall'assessore Tecce e dall’Opera Nomadi vinta con la sospensione della delibera, cui seguirà la rinegoziazione dell'intervento con accoglimento di alcune richieste minime di vivibilità per i Rom stessi (ormai cittadini napoletani non riconosciuti da circa 15 anni), vorrei rilanciarvi l'idea del comitato cittadino sulla questione Rom, che si potrebbe chiamare COMITATO VIA LUFRANO.

Prendendo spunta dalla drammatica situazione dei rom di Casoria, via Lufrano (circa 400 Rom rumeni sgomberati in maniera barbara a causa dei lavori della TAV e delle infiltrazioni tossiche del sottosuolo; tra l'altro il sindaco gli ha negato anche l'acqua e l’accompagnamento scolastico, con i bambini che muoiono sotto treni e auto), il Comitato dovrebbe essere lo spunto per una mobilitazione della società civile allo scopo di fare pressione sulle istituzioni per avviare politiche di accoglienza sul territorio napoletano di questa minoranza europea senza diritti perché ancora a torto ritenuta nomade, nonché per contrastare le uniche misure in atto, vale a dire quelle repressive (sgomberi di baraccopoli, rastrellamenti di minori, espulsioni, discriminazioni).

Come proposta di piattaforma da discutere collettivamente nella plenaria del comitato, mi sento di avanzare i seguenti punti:

- no a tutte le ipotesi di sgombero coatto delle baraccopoli (esperienze traumatiche e drammatiche per questa gente pacifica e già discriminata in partenza nelle loro patrie di origine; l’esempio di via Lufrano ha costituito la versione napoletana, tragicomica, del cofferatismo, visto che la polizia ha avvisato i Rom di fuggire e questi si sono sparpagliati in giro sul territorio di Napoli e provincia con le donne incinte e i neonati a dormire in mezzo alla strada); al contrario, chiusura delle bidonvilles  solo dopo aver preventivato una soluzione di accoglienza anche temporanea (centri di accoglienza, aree attrezzate con roulottes), in attesa di soluzioni di più lungo termine (nell’immediato, gli obiettivi politici da realizzare sono: 1) la pressione su Provincia e Regione per attivare un percorso di accoglienza per i 400 Rom di via Lufrano che sono ancora presenti in mezzo a noi, ma in forma invisibile, dispersi sul territorio e dunque più vulnerabili ancora; 2) l’accelerazione dell’erogazione dei fondi per l’erogazione dei fondi necessari alla ristrutturazione degli appartamenti di Calarasi da destinare ai Rom, secondo il protocollo firmato dai rispettivi comuni e di quelli destinati a Giugliano; 3) la ripresa della mobilitazione dei Rom musulmani e ortodossi di Scampia per ottenere aree o villaggi attrezzati)
- differenziazione dei percorsi di inserimento e accoglienza, abitativa e lavorativa (per i Rom rumeni si è sperimentato positivamente a Napoli il centro di prima accoglienza, per poi passare alla seconda accoglienza o anche alla casa; per gli slavi, piccoli villaggi attrezzati e integrati e/o case)
- stop al rastrellamento razzista dei minori ai semafori, provvedimenti miopi e controproducenti, che su larga scala si configurano come vero e proprio genocidio culturale di un popolo; loro sostituzione con serie politiche di accoglienza, interventi sulle famiglie, sulla scuola, sul lavoro;
- pressione a tutti i livelli, locale, nazionale e internazionale affinché si concordino politiche di accoglienza nei paesi di origine, invece di deportazioni ed espulsioni di massa o individuali (il governo rumeno, che disconosce l'esistenza di una questione rom al proprio interno, non rimuove gli ostacoli a una piena integrazione di questa consistente minoranza nella società rumena, salvo poi sequestrare i passaporti ai Rom clandestini che rientrano, o rendere più difficili le partenze; con tutto ciò, l'Europa è pronta a fare entrare questo paese nella Comunità nel 2007);
- resistenza e rifiuto del razzismo e della discriminazione razziale a tutti i livelli: i Rom saranno pure degradati per l'abbandono e le persecuzioni a cui sono sottoposti da secoli, a volte sono dediti ad attività illegali, ma sono l'unico popolo pacifico per inclinazione, senza stato e senza eserciti da sempre e per questo più vulnerabili e indifesi. Sono le persone "per bene", in giacca e cravatta, che lavorano per le impersonali multinazionali in giro per l'Occidente a provocare massacri, terrorismo di stato e non, catastrofi ambientali, fame, miseria e analfabetismo per miliardi di persone sul pianeta...certo non i Rom…A proposito della lotta alla discriminazione e al razzismo, la nostra associazione ha intrapreso una battaglia a livello nazionale per il riconoscimento della lingua Romanés come lingua di minoranza da proteggere (cosa non prevista dalla legge specifica 482 del 1999) e l’inserimento della menzione degli “zingari” nella legge sul 27 Gennaio data della memoria dell’olocausto (legge 211/2000);
- rilancio del progetto di legge regionale specifica per i Rom (già approntata dall’Opera Nomadi, ma arenatasi in Consiglio regionale) o di una legge sull’Immigrazione che includa alcuni paragrafi su questa minoranza sempre più numerosa in Campania: la mancanza di questo importante strumento legislativo che potrebbe incentivare l’accoglimento di quote di Rom da parte dei vari comuni si fa sentire specialmente nelle situazioni di emergenza come quella vissuta recentemente a via Lucrano).

Mi piacerebbe discutere questi e altri punti con voi in un incontro specifico sul tema, in vista di una campagna da mettere in piedi e di altre iniziative che si possono concordare insieme.

Dice un proverbio rom: se vuoi rispetto, dai rispetto!!! Cominciamo a dare rispetto a queste persone, con le loro storie, spesso drammatiche, ma ricche di umanità, per le quali si potrebbe fare moltissimo con poco, se solo se ne avesse la volontà politica!!!

Per adesioni e altre proposte, scrivetemi o contattatemi ai miei recapiti:
prof. Marco Nieli,
vicepresidente Opera Nomadi di Napoli,
tel./fax: 081447497 o 3382064347

CRONACA DI UN QUASI-SGOMBERO ANNUNCIATO

Da Mercoledì sera, quando alcuni poliziotti sono andati sul campo rom di via Lufrano (Casoria) per ingiungere ai circa 400 abitanti di abbandonarlo immediatamente, pena la deportazione di massa verso la Romania (paese in cui i Rom muoiono di fame e sono discriminati razzialmente), numerose famiglie con donne incinte, neonati e vecchi malati si aggirano per la città di Napoli, le campagne circostanti, tutta la Campania e il Meridione. Parecchi non hanno nemmeno avuto il tempo di prendere i soldi e gli effetti personali, che sono poi stati distrutti insieme alle baracche con le ruspe il giorno dopo.

Alcune di queste famiglie, impaurite e stremate, dopo una prima nottata passata a Officina 99, si raccolgono sotto la stazione di Napoli da qualche notte, hanno tentato di entrare in qualche stabile occupato di Granturco, ma sono stati ricacciate in strada dai Marocchini lì presenti. Oggi pomeriggio (5 c.m.), ci è giunta notizia che in circa 50 si sono diretti a Scampia nel campo rom degli Slavi, pensando di poter trovare un rifugio e un nascondiglio in mezzo ai loro connazionali, ormai napoletani d’adozione. In realtà, questi tranquilli e ingenui Rom rumeni non sanno di andare a intaccare dei precarissimi equilibri presenti sul territorio, tra le diverse comunità (musulmana e ortodossa), oltre che con gli abitanti del quartiere e la Circoscrizione. Alcuni di loro sono già stati minacciati di morte e picchiati dagli Slavi, alcuni hanno trovato momentanea accoglienza in due chiese, una evangelica nel campo e l’altra cattolica, quella dei Gesuiti di Scampia. Nei prossimi giorni, ci aspettiamo che questi conflitti riesplodano, magari con conseguenze drammatiche.

Nell’esigere dalla Provincia, dalla Regione e, a questo punto, anche dal Comune di Napoli, che si trovi una sistemazione immediata per queste circa 50 persone rimaste e per le 350 allontanatesi momentaneamente (ma ancora in contatto con l’Opera Nomadi), ribadiamo ancora una volta che questa barbarie, indegna di un paese civile e di amministrazioni di centro-sinistra, poteva essere evitata con un po’ (non molta) di volontà politica, buon senso e un minimo di conoscenza dell’argomento. In realtà, questo sgombero anomalo, quasi versione napoletana, all’acqua di rosa, del cofferatismo, comporta conseguenze ancora più drammatiche per la comunità rom, sospesa nel limbo tra un’invisibilità precaria sul nostro territorio e un rimpatrio mancato in Romania, che li condannerebbe letteralmente a morire di fame. Ma il Prefetto, il Sindaco e il Commissario Prefettizio di Casoria, il Questore di Napoli hanno pensato solo per un momento alle conseguenze del loro modo di agire, che potrebbe scatenare l’ennesima guerra dei poveri a Scampia, si sono resi conto delle donne incinte, dei neonati e dei vecchi che hanno messo in strada o fingono di non vedere quello che è sotto i propri occhi? E queste autorità dovrebbero tutelare l’ordine pubblico nella nostra città? Almeno, quando si decide di espellere in massa dei clandestini (provvedimenti che non ci stancheremo di condannare), la legge Bossi-Fini prevede che si debbano accogliere le donne gravide e i neonati: ma questo forse costa troppo o è troppo complicato per i nostri amministratori? 

L’odissea di questi ultimi tra gli ultimi continua intanto, in mezzo a noi, nell’indifferenza generale e soprattutto nella finzione ipocrita, da parte delle istituzioni, che il problema di via Lufrano sia finalmente risolto. Ma noi, che abbiamo sempre combattuto per i diritti di cittadinanza europea di questo popolo da sempre senza diritti e per una seria politica di accoglienza, concertata a livello internazionale, diciamo che non ci sta bene. Nel lanciare l’idea di un’assemblea cittadina a breve e di un comitato civico pro-rom, ci proponiamo di riprendere la mobilitazione politica, con un presidio sotto la Prefettura e la Provincia da costruire insieme alle forze politiche, sociali, sindacali e all’associazionismo, per ottenere il tavolo interistituzionale che ci hanno negato prima dello pseudo-sgombero.

  • L’appuntamento, intanto, è Lunedì sera (ore 19) al Teatro Mercadante di Napoli, per la presentazione del film di C. Luglio sui Rom di Scampia, sede in cui potremmo valutare la piattaforma politica da portare avanti insieme per rilanciare la politica accoglienza dei Rom rumeni e slavi sul territorio napoletano.

OPERA NOMADI NAPOLI - RIFONDAZIONE COMUNISTA DI CASORIA

 
Di Sucar Drom (del 03/11/2005 @ 18:11:20, in Italia, visitato 3522 volte)

Fabrizio 11.00: L'intervista a Radames Gabrielli sarà condotta dagli amici blogger dell'associazione Sucar Drom di Mantova

Radames 11.03: Ciao a tutti da Bolzano

Fabrizio 11.04: Ciao Radames, piacere di conoscerti

Sucar Drom 11.04: Ciao Radames siamo felici di averti in chat questa mattina. La prima domanda: chi è Radames Gabrielli?

Radames 11.04: Allora Radames Gabrielli è un sinto italiano, di genitori italiani e nato a Bolzano 47 anni fa. Residente a Bolzano, vivo qui con mia moglie e i miei tre figli felicemente sposati. Dalla più grande ho due bellissime nipotine che amo moltissimo. Ho fatto il militare e ho sempre lavorato.

Sucar Drom 11.06: Che lavoro fai?

Radames 11.07: Vengo da una generazione di sinti musicisti. Io sono musicista per tradizione familiare, sin da quando avevo 14 anni ho suonato nel complesso della mia famiglia i "Figli del Vento", però con la musica non si guadagna abbastanza per vivere; allora lavoro come guardiano notturno presso un cantiere edile

Sucar Drom 11.07: avete un gruppo musicale oggi?

Radames 11.08: Sì, oggi il nostro gruppo musicale si chiama "U sinto". Abbiamo fatto anche un cd dal vivo.

Sucar Drom 11.08: Perchè ti sei candidato per il Consiglio Comunale a Bolzano?

Radames 11.09: Perchè anche i sinti possano pensare e decidere per la loro città. Ma non solo per i sinti: a me piacerebbe migliorare la città anche per i gage e lavorare insieme sinti e gage per superare i problemi

Sucar Drom 11.10: che minoranze rom e sinte sono presenti a Bolzano?

Radames 11.11: Intanto i miei sinti sono sinti estrecharia, poi ci sono alcuni sinti taic, alcuni lombardi, mentre i rom sono quasi tutti stranieri e vengono dallla ex jugoslavia - Macedonia - principalmente rom xoraxanè. Ma ci sono anche alcune famiglie di cergari e poche famiglie di rom hrvati, ormai italiani da generazioni.

Fabrizio 11.13: Circa, quanti sarete in tutto tra Rom e Sinti?

Radames 11.14: Ci sono circa 600 persone tra rom e sinti.

Sucar Drom 11.13: Quali sono i problemi che vivono le famiglie rom e sinte a Bolzano?

Radames 11.14: Allora: intanto la discriminazione e l'emarginazione...i problemi sono tanti...

Sucar Drom 11.14: immagino...

Radames 11.15: dicevo la discriminazione è uno , non abbiamo lavoro, molti vivono nei campi sosta che sono dei lager, e chi vive negli alloggi ha problemi con i vicini perchè nessuno li vuole come vicini di casa

Sucar Drom 11.16: A Bolzano tra i sinti e i rom si è parlato di micro aree, cosa ne pensano i sinti e cosa ne pensano i gage?

Radames 11.16: I sinti sono favorevoli al 100%

Sucar Drom 11.16: Quante sono le famiglie in casa e quante nei campi? quanti campi?

Radames 11.17: Bisogna distinguere tra sinti e rom: ci sono un campo per i rom e un campo "lager"per i sinti; mentre poi altri sinti, come la mia famiglia vivono in piccole aree, non sappiamo ancora per quanto tempo. Nel campo sinti attualmente vivono circa 90 persone, mentre nel campo rom sono 117.

Sucar Drom 11.18: Quando i sinti parlano di micro aree cosa immaginano?

Radames 11.19: secondo me una micro area è un posto dove io posso stare tranquillo con decenza con la mia famiglia e non in un campo "lager"; senza essere ammassati ed essere meglio integrati, perchè se sei una sola famiglia c'è un capo che decide per i suoi figli

Sucar Drom 11.20: Ma come deve essere una micro area? Un piccolo campo?

Radames 11.21: Deve essere un posto per 4 5 roulottes, una costruzione pe i bagni o dei prefabbricati di legno al posto della roulotte - non di cemento che ammazza la gente

Sucar Drom 11.22: Quindi un'area per una sola famiglia allargata? e ogni nucleo famigliare deve avere un suo spazio diviso dalle altre famiglie? o un'area senza vincoli?

Radames 11.23: Sì, uno spazio dove possa stare una famiglia al massimo con i fratelli e sorelle. Non parenti più lontani o addirittura altra gente, Non un posto con un guardiano. Gestito dal capo famiglia e basta, cioè il padre con i figli: perchè se è così posso decidere io chi far stare nel mio posto per un paio di giorni

Sucar Drom 11.24: Noi a Guastalla abbiamo relaizzato una micro area per una famiglia allargata, dove ogni famiglia ha una propria casa, un proprio giardino, un proprio cancello. Tu cosa ne pensi?

Radames 11.25: Magari! Avete fatto una bella cosa

Sucar Drom 11.25: Negli anni scorsi i Sinti e i Rom hanno partecipato alla realizzazioni dei progetti per i campi?

Radames 11.26: negli anni scorsi no. Però adesso si parla tanto delle micro aree sia sinti che alcuni politici

Sucar Drom 11.27: Quindi vi hanno costruito una "casa" senza chiedervi come la volevate?

Radames 11.27: Per i campi possiamo dire di si: ci hanno detto "o entrate lì o andate fuori dalla provincia di Bolzano". In pratica eravamo obbligati ad entrare accompagnati dai carabinieri proprio come in tempo di guerra faceva qualcun'altro

Sucar Drom 11.28: A Guastalla i Sinti hanno partecipato a tutta la progettazione, pensi sia possibile anche a Bolzano?

Radames 11.29: Se vince il candidato che sostengo anche io, allora sicuramente potremo parlarne insieme. Se vince la destra allora dovremo scappare da Bolzano

Sucar Drom 11.29: Siamo felici, sperando che vinciate

Radames 11.30: Lo speriamo anche noi, vedremo dopo domenica. Vi sapremo dire come va a finire

Sucar Drom 11.30: Mi dicevi prima che ti candidi non solo per i sinti, cosa senti debba essere fatto per tutti i cittadini di Bolzano?

Fabrizio 11.32: Cosa diresti a un gagio che vive a Bolzano?

Radames 11.32: Bolzano ha bisogno di più solidarietà tra tutti. Ci sono problemi pratici come ad esempio i parcheggi e il traffico, se vinciamo dobbiamo cambiare molte cose in meglio e per tutti

Sucar Drom 11.34: Hai detto che se vince la destra sarà un disastro, non pensi che la tua candidatura abbia scosso gli animi anche della destra? si parla in città della tua candidatura?

Radames 11.35: Purtroppo non mi stanno dando molto spazio, perchè qui c'è soltanto un giornale quotidiano e appoggia di più i partiti di destra. Anche quando hanno parlato di sinti e rom hanno chiamato due poilitici e non me. Adesso stiamo pensando di scrivere una lettera per dire anche noi la nostra

Sucar Drom 11.36: Ci dispiace... è un'occasione persa!!! Qual'è il partito che ti ha candidato?

Radames 11.37: il partito come per Mantova è Rifondazione Comunista: è l'unico partito che da la possibilità anche a chi come me non è iscritto di candidarsi come indipendente e portare avanti le proprie ragioni

Sucar Drom 11.39: Abbiamo partecipato all'incontro per il lancio della tua candidatura e siamo rimasti colpiti dalla voglia che c'era di sostenerti, parlaci delle persone che ti hanno candidato?

Radames 11.40: Luigi Gallo, il segretario di Rifondazione per la provincia di Bolzano con Paola che lavora con noi sinti a Bolzano, mi ha proposto di candidarmi. La serata è stata un successo per noi, c'è stata veramente partecipazione. Anche il candidato sindaco Spagnolli lo conosciamo da tanto, è quasi un amico per i sinti

Sucar Drom 11.41: Come vivono i sinti e i rom la tua candidatura?

Radames 11.42: Certi sinti la vivono bene e certi non si esprimono. Con i rom non saprei perchè loro non votano neanche

Sucar Drom 11.43: Considera che è la prima volta a Bolzano... si discute?

Radames 11.43: Sì è vero è l'inizio

Fabrizio 11.44: Sei il solo che parla per i Sinti? Ci sono altri Sinti che si danno da fare?

Radames 11.44: Al momento no. Ognuno parla per sé

Sucar Drom 11.45: Ti vogliamo fare un'ultima domanda, perchè pensi sia importante che per la seconda volta in Italia, dopo Mantova, a Bolzano un Sinto debba essere eletto in Consiglio Comunale

Fabrizio 11.46: Non hai paura di essere un specie di mosca bianca?

Radames 11.46: Perchè è importante che i sinti diventino partecipi della vita politica, perchè così possono decidere per la loro città. Perchè anche i sinti lavorano vivono, amano, crescono i loro figli in questa città come per le altre città e gli altri sinti, risolvere insieme i problemi di tutti, sia sinti che gage ed essere riconosciuti come parte della città, come parte attiva, della città per costruire insieme per una Bolzano migliore,

Sucar Drom 11.50: sono bellissimi questi tuoi pensieri... in bocca al lupo e ... chiamaci se hai bisogno ma non fermarti...

Radames 11.51: Beh, intanto grazie per essere venuti a sostenerci e crepi il lupo. grazie a tutti

Fabrizio 11.51: Se puoi restare ancor qualche minuto, magari ci sono altri lettori che hanno domande

Radames 11.52: ... volevo dire per una Bolzano migliore con la speranza di una migliore convivenza uguaglianza e fratellanza, per dare ai nostri figli un futuro migliore

Noi rimaniamo diteci fino a quando.

Fabrizio 11.56: Non voglio tenervi troppo in attesa. Facciamo 5 minuti se qualcuno ha domande. In ogni caso, grazie tantissime a te e agli amici di Mantova. Spero di risentirci presto, magari con buone notizie già da settimana prossima

Radames 11.57: Sì, aspettiamo volentieri domande di qualsiasi tipo. Sapete che qui a Bolzano c'è un partito che raccoglie voti facendo una campagna discriminatoria sui sinti e rom, oltre che sugli stranieri: il loro slogan è "basta case a zingari ed extracomunitari" o l'altro "basta soldi agli zingari". Puntano sui problemi della povera gente che magari aspetta da tanti anni una casa, ma non dicono che anche noi sinti siamo itlaliani e abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri.

La cosa più importante per me è che la gente cominci a conoscere i sinti... dicono che siamo tutti ladri: prima di tutto in tutti i popoli ci sono persone che rubano e persone che non lo fanno, al sinto disoccupato nessuno da una opportunità di lavoro perchè c'è sempre la discriminazione, appena vedono un sinto lo timbrano come ladro anche se non lo è, e non lo fanno lavorare perchè manca la fiducia non gliela danno

Adesso basta parlare. Ringraziamo tutti, Fabrizio e gli amici di Mantova. Rimaniamo comunque qui ancora qualche minuto per eventuali domande

Fabrizio 12.07: Entro domani, ripubblico l'intervista. Grazie a tutti voi, e anche a chi si è collegato "in silenzio" ; - )

 
Di Marco Nieli (del 01/11/2005 @ 10:42:04, in Italia, visitato 2676 volte)

Ricevo una lettera gradita e inaspettata da Marco Nieli, vicepresidente Opera Nomadi di Napoli. Dopo Barbara, del comitato chi Rom e chi no, è la seconda voce che ci arriva da Napoli.

Comincio riprendendo due comunicati che riguardano prossime iniziative. Seguiranno da qui a domenica, altri racconti che offrono uno spaccato di vita dei Rom di periferia.

A Marco, un sentito grazie e a presto

PROPOSTA DI COSTITUZIONE DI UN COMITATO CITTADINO SULLA QUESTIONE ROM A NAPOLI
 
 
Cari compagni e amici, nell'informarvi che la prima battaglia contro il muretto previsto al campo musulmani di viale della Resistenza di Scampia (per isolare i rom dalla scuola "rosa", il 10° circolo didattico, per questo muro il comune prevedeva di spendere 55.000 euro!!!) è stata dall'assessore Tecce e dall’Opera Nomadi vinta con la sospensione della delibera, cui seguirà la rinegoziazione dell'intervento con accoglimento di alcune richieste minime di vivibilità per i Rom stessi (ormai cittadini napoletani non riconosciuti da circa 15 anni), vorrei rilanciarvi l'idea del comitato cittadino sulla questione Rom, che si potrebbe chiamare COMITATO VIA LUFRANO.
 
Prendendo spunta dalla dramnmatica situazione dei rom di Casoria, via Lufrano (circa 400 Rom rumeni sotto sgombero prefettizio per i lavori della TAV e le infilitrazioni tossiche del sottosuolo; tra l'altro il sindaco gli nega anche l'acqua e la scuola, con i bambini che muoiono sotto treni e auto), il Comitato dovrebbe essere lo spunto per una mobilitazione della società civile allo scopo di fare pressione sulle istituzioni per avviare politiche di accoglienza sul territorio napoletano di questa minoranza europea senza diritti perché ancora a torto ritenuta nomade, nonché per contrastare le uniche misure in atto, vale a dire quelle repressive (sgomberi di baraccopoli, rastrellamenti di minori, espulsioni, discriminazioni).
Come proposta di piattaforma da discutere collettivamente nella plenaria del comitato, mi sento di avanzare i seguenti punti:
-no a tutte le ipotesi di sgombero coatto delle baraccopoli (esperienze particolarmente traumatiche per questa gente pacifica e già discriminata in partenza nelle loro patrie di origine), al contrario, chiusura delle bidonville solo dopo aver preventivato una soluzione di accoglienza anche temporanea (centri di accoglienza, aree attrezzate con roulottes), in attesa di soluzioni di più lungo termine;
-differenziazione dei percorsi di inserimento e accoglienza, abitativa e lavorativa (per i Rom rumeni si è sperimentato positivamente a Napoli il centro di prima accoglienza, per poi passare alla seconda accoglienza o anche alla casa; per gli slavi, piccoli villaggi attrezzati e integrati e/o case)
-stop al rastrellamento razzista dei minori ai semafori, provvedimenti miopi e controproducenti, che su larga scala si configurano come vero e proprio genocidio culturale di un popolo; loro sostituzione con serie politiche di accoglienza, interventi sulle famiglie, sulla scuola, sul lavoro;
-pressione a tutti i livelli, locale, nazionale e internazionale affinché si concordino politiche di accoglienza nei paesi di origine, invece di deportazioni ed espulsioni di massa o individuali (il governo rumeno, che disconosce l'esistenza di una questione rom al proprio interno, non rimuove gli ostacoli a una piena integrazione di questa consistente minoranza nella società rumena, salvo poi sequestrare i passaporti ai Rom clandestini che rientrano, o rendere più difficili le partenze; con tutto ciò, l'Europa è pronta a fare entrare questo paese nella Comunità nel 2007);
-resistenza e rifiuto del razzismo e della discriminazione razziale a tutti i livelli: i Rom saranno pure degradati per l'abbandono e le persecuzioni a cui sono sottoposti da secoli, a volte sono dediti ad attività illegali, ma sono l'unico popolo pacifico per inclinazione, senza stato e senza eserciti da sempre e per questo più vulnerabili e indifesi.
Sono le persone "per bene", in giacca e cravatta, che lavorano per le impersonali multinazionali in giro per l'Occidente a provocare massacri, terrorismo di stato e non, catastrofi ambientali, fame, miseria e analfabetismo per miliardi di persone sul pianeta...
Mi piacerebbe discutere questi e altri punti con voi in un incontro specifico sul tema, in vista di una campagna da mettere in piedi e di altre iniziative che si possono concordare insieme.
Dice un proverbio rom: se vuoi rispetto, dai rispetto!!! Cominciamo a dare rispetto a queste persone, con le loro storie umane, spesso drammatiche e commoventi, per le quali si potrebbe fare moltissimo con poco, se solo se ne avesse la volontà politica!!!
 
Per adesioni e altre proposte, scrivetemi o contattatemi ai miei recapiti:
vicepresidente Opera NOmadi di Napoli,
tel./fax: 081447497 o 3382064347
NO ALLO SGOMBERO DEI ROM RUMENI DI VIA LUFRANO!!!! SI A SOLUZIONI DI ACCOGLIENZA E VIVIBILITA’ PER QUESTA MINORANZA SENZA DIRITTI!!!!
 
 
 
Per Giovedì 3 novembre 2005 si aspetta una gigantesca operazione di polizia ordinata dalla Prefettura di Napoli per i 340-400 Rom rumeni di Casoria, v. Lufrano. Dopo 3 anni di infruttuose e sterili trattative con il Comune, la Provincia e la Regione non si è trovata nessuna soluzione, anche di emergenza, per accogliere queste persone venute in Italia in cerca di una vita dignitosa, non per delinquere o per rubare i nostri figli, come vergognosamente scrivono i giornali.
Di fatto, ancora una volta, lo scenario che si prospetta è quello solito, cui abbiamo già assistito a Torino, a Foggia, a Bologna recentemente con Cofferati, e a Fuorigrotta, Napoli, l’anno scorso. Le uniche misure previste dalle istituzioni nei confronti di questa minoranza senza diritti da sempre sono repressioni, sgomberi forzati, deportazioni e rastrellamenti di minori.
Quello che invece non ci stancheremo mai di chiedere e di ripetere è che con un minimo sforzo si potrebbe realizzare una prima accoglienza per poi canalizzare e regolarizzare i singoli percorsi sulla base delle esigenze della singola famiglia (casa, lavoro, scuola e formazione, permessi di soggiorno). Politiche di accoglienza e sociali, concordate a livello internazionale, sono una soluzione certo più efficace degli sgomberi e delle deportazioni. Ma perché non si vuole arrivare a discutere seriamente queste proposte?
Forse perché l’accoglienza dei Rom non paga in termini elettorali, mentre gli sgomberi sì?
 
Riprendendo la mobilitazione dei Rom di via Lufrano insieme alle forze politiche e sociali che intendono opporsi allo sgombero, chiediamo di riprendere le trattative, coinvolgendo tutte le istituzioni (Comune di Casoria, Provincia, Regione, Prefettura e Questura) per discutere soluzioni serie e ragionevoli di breve e lungo termine.
 
Per tale circostanza, si chiede tavolo interistituzionale urgente con Prefettura, Regione e Provincia.
 
 
MERCOLEDI’ 2 NOVEMBRE ORE 10.00
PRESIDIO
IN PIAZZA DEL PLEBISCITO - PREFETTURA DI NAPOLI
 
 
 
COMITATO IMMIGRATI NAPOLI – COMUNITA ROM RUMENI DI CASORIA - OPERA NOMADI - COLLETTIVO NO BORDER – LaB. INSURGENCIA – LAB. SKA – FED. REGIONALE RdB/CUB –– Ass. SENSA FRONTIERE – RED LINK - Ass. NEW PLANET – Ass. SRI LANKESI IN ITALIA

 
Di Sucar Drom (del 24/10/2005 @ 18:30:18, in Italia, visitato 3105 volte)
Da Sucardrom

Da alcuni giorni siamo assenti dal blog perchè molto impegnati in tantissimi progetti. 
Oggi ritorniamo per parlarvi dell'incontro pubblico per la presentazione della candidatura di Radames Gabrielli nelle elezioni comunali del prossimo novembre a Bolzano. 
L'incontro, tenuto giovedì 20 ottobre a Bolzano, ha visto la partecipazione di: Radames Gabrielli; Luigi Spagnoli, candidato Sindaco a Bolzano; Yuri Del Bar, Consigliere Comunale a Mantova; Carlo Berini, Istituto di Cultura Sinta, e Paola Dispoto, Caritas di Bolzano. L’incontro è stato moderato da Luigi Gallo (http://www.luigigallo.info/). 
Il dibattito è iniziato con un breve intervento di Paola Di Sotto che ha illustrato la situazione dei Sinti e dei Rom a Bolzano.
Tante persone, sia Sinti sia appartenenti alla cultura maggioritaria, hanno seguito il dibattito, in alcuni momenti caloroso per gli interventi decisi di Zeni, Sinto Teich che vive in casa a Bolzano.

continua

Dal blog di Luigi Gallo: Che faccia farebbe Donato Seppi?
venerdì 21 ottobre 2005 

Ieri sera c'è stata una bella serata con i sinti bolzanini. Penso sia la prima volta in assoluto che una forza politica di questa città organizza una serata di questo genere. Gli ospiti Carlo Berini dell' istituto di cultura sinta di Mantova e Yuri del Bar, sinto, consigliere comunale di Mantova per il Prc, hanno illustrato come sono riusciti nell'impresa di far entrare un sinto, uno "zingaro" in consiglio comunale. Radames Gabrielli e Gigi Spagnolli hanno riportato il discorso sulla campagna elettorale bolzanina. Buona la partecipazione del pubblico, misto di sinti e gage..
una buona serata e ....votate Radames Gabrielli ....ve la immaginate la faccia di Donato Seppi?

Radames Gabrielli

 
Di Fabrizio (del 22/10/2005 @ 15:32:19, in Italia, visitato 2806 volte)
Ormai da qualche mese, a Bologna è polemica in Consiglio Comunale.
Il sindaco Cofferati ha scelto la linea dura contro gli immigrati senza permesso di soggiorno. In giunta, malumore di Rifondazione, soddisfazione (contenuta) tra le opposizioni.

Se La Padania si dedica alle analisi politiche della politica "Diritto in cambio di legalità" di Cofferati, tocca però a Liberazione (QUI) spiegare effetivamente come si viva, e che dove non arriva il sindaco, il Reno rischia di fare più macelli.

Il caporalato, gli sgomberi, l'equivoco costante tra il termine nomadi e sfollati, il ricatto della scuola... sembra di essere nella mia Milano...
 
Di Fabrizio (del 16/10/2005 @ 15:51:35, in Italia, visitato 3543 volte)

In Italia, sta montando la febbre elettorale, e contemporaneamente diminuisce l'attenzione alla situazione e alle richieste di Rom e Sinti.

Attenzione, che nella maggior parte ha connotazioni negative o scandalistiche. Eppure, anche dalle notizie che arrivano dall'estero, la mia impressione e' che le rivendicazioni, che spaziano dalla situazione abitativa, alla sanità. al lavoro, alla scuola - da una parte necessitano di un approccio personalizzato, ma dall'altra sono un indice di una crisi generale che riguarda tanto la "società maggioritaria", che le minoranze etniche o le popolazioni di arrivo più recente.

Sfogliando l'archivio di Pirori, ho ritrovato un post dell'anno scorso (che volete farci: ormai non ci sono più le mezze stagioni e neanche gli anni senza elezioni)

Martedi 27 Aprile 2004 ore 17:37:35

Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kossovo (dove il problema zingari viene risolto bombardandoli), non potendo parlare in campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi, Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.

Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".

COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco - dopo vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli interventi possibili e documentarsi - individuare chi può fare gli interventi (consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).

OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società

Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono,talvolta l'oratore pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza... informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai cittadini). Possono dire che sono stati spesi miliardi per i Rom (che quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di una razionalizazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte, mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli elettori... non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e magari spedisca QUI il riassunto)

La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere un problema.

NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare. Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino... se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco

 
Di Fabrizio (del 12/10/2005 @ 21:39:19, in Italia, visitato 1744 volte)
ilPassaporto
Presto una Casa delle culture a Milano dove ospitare corsi, mostre e convegni
di Zita Dazzi

MILANO - Lavori in corso, a Milano, per la costruzione della Casa delle culture, voluta dall’assessore provinciale Daniela Benelli, per promuovere la conoscenza reciproca fra le comunità straniere che abitano nel capoluogo lombardo. La sede è già stata individuata in un’ex scuola del quartiere Gallaratese, dove sarà ricavato uno spazio di 500 metri quadrati per ospitare incontri, convegni, mostre, corsi di formazione, conferenze e seminari dedicati al tema della multiculturalità, dei modelli di integrazione e del rapporto fra italiani e stranieri cui fanno riferimento gli esperti che collaborano con la Provincia per questa iniziativa.

continua

Un concorso per gli immigrati romeni: raccontare l’Italia con parole e foto
di Ekaterina Koshkina

ROMA - “Racconta la tua Italia” è il titolo del concorso nazionale per racconti autobiografici, scritti e fotografici, rivolto ai cittadini romeni che vivono in Italia. L’iniziativa di Fieri (Forum internazionale europeo ricerche immigrazione) e Cespi (Centro studi di politica internazionale), due importanti centri italiani di ricerca sull’immigrazione, ha l’obiettivo di raccogliere storie, le più varie, dei migranti romeni: l’Italia vista con gli occhi degli stessi protagonisti, a testimonianza del cammino non sempre facile verso l’integrazione.

Bologna, stop alle file in questura. I permessi si ritirano nei quartieri
di Chiara Vergano

BOLOGNA - Addio alle code interminabili in questura per il permesso di soggiorno grazie a una nuova iniziativa del Comune di Bologna, che Roland Jace, presidente del Forum metropolitano delle associazioni dei cittadini non comunitari di tutta la provincia, definisce "un passo davvero positivo”. Per smaltire i lunghi tempi d’attesa, a partire dalla fine di quest’anno, entreranno in funzione gli uffici di quartiere in tutte le nove amministrazioni decentrate della città.

 
Di Fabrizio (del 12/10/2005 @ 19:46:58, in Italia, visitato 1624 volte)
Segnala Luciano Muhlbauer

IMMIGRATI: CONSIGLIO TOSCANA APPROVA MOZIONE PER IL "SUPERAMENTO" DEI CPT - HANNO VOTATO A FAVORE LA MAGGIORANZA (MA CON QUATTRO ASTENSIONI) E RIFONDAZIONE
Firenze, 12 ott. - (Adnkronos) - I centri di permanenza temporanea (Cpt) non sono la soluzione al problema dell'immigrazione clandestina. La direzione anzi dev'essere quella di un "superamento" e di una "rapida chiusura" dei centri, per individuare "soluzioni alternative che non riproducano le logiche del diritto speciale dei migranti, per il quale i cittadini stranieri immigrati oggi sono detenuti in base al solo elemento della clandestinita', che per la nostra Costituzione non costituisce un reato penale".

E' quanto si legge in una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana, che esprime condivisione per l'iniziativa contro i Cpt intrapresa pochi mesi fa da 13 Presidenti di Regione, cui aveva aderito anche il presidente della Giunta, Claudio Martini.

La mozione, discussa a piu' riprese durante diverse sedute dell'assemblea ma votata solo ieri sera, e' stata approvata col voto favorevole di Ds, Comunisti italiani, Verdi, Rifondazione e parte della Margherita. Si sono astenuti infatti i consiglieri Pieraldo Ciucchi (Sdi), Alberto Monaci, Marco Remaschi e Mauro Ricci (Margherita), mentre hanno votato contro i consiglieri di Alleanza Nazionale, Forza Italia e Udc. Nel complesso ci sono stati 27 voti a favore, 15 contrari e 4 astensioni. (segue)

(Red-Xio/Gs/Adnkronos)
 
Di Fabrizio (del 10/10/2005 @ 03:15:25, in Italia, visitato 1780 volte)

Cosa è la notizia? Ogni tanto ricasco nella domanda del primo post. 

Guardate lo spazio che è stato dato a quel giornalista dell'Espresso che si è finto un immigrato nel centro di Lampedusa. Le sue cronache sono pagine di un giornalismo esemplare, fazioso quanto si vuole, ma attento a raccontare le notizie da dentro, e non cucendo pezzi di agenzie stampa e comunicati di partito.

Per una volta. le sue notizie hanno "bucato lo schermo" e risvegliato il mondo delle indignazioni UN TANTO AL CHILO.

Eppure, Fabrizio Gatti, non ha inventato niente. Ha rischiato le botte e le infezioni, ha rischiato il silenzio mediatico, ma ha fatto la stessa identica esperienza di un giornalista tedesco 20 anni fa, che camuffandosi da Gastarbeiter, raccontò tutto nel libro "Faccia da Turco". 

Questo aprile un'amica blogger così chiudeva alcune brevi considerazioni sui CPT:

BASTAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

e io tentavo di spiegarle l'impotenza di chi a Milano si batteva da lì dentro con gli scioperi della fame, salendo sui tetti a sventolare lenzuola insanguinate, senza che uno straccio di giornale se ne accorgesse. Finché, non scoppiava qualche scandalo e poi la cosa tornava dimenticata. Il dubbio: si dimentica perché è più comodo, o per paura che i dittatori, i capi del terrore, non sono in qualche sperduto paese, MA SIAMO NOI? Ad esempio, leggete qualche commento.

Eppure, scrivere è la cosa più inutile del mondo, se ci dimentichiamo di agire di conseguenza.

Vi chiedo di essere in tanti, non i soliti noti.

GIOVEDÌ 13 OTTOBRE

GIORNATA DEI DIRITTI E DELL’INCLUSIONE

 

Via Corelli, via Capo Rizzuto, via Quaranta….

dalla geografia delle esclusioni

alla città dei diritti

 

Il centro di detenzione per migranti di Via Corelli, il campo rom di via Capo Rizzuto raso al suolo, la scuola araba di via Quaranta additata come allevamento di kamikaze. Tre episodi diversi di un’unica storia, fatta di clandestinità, esclusioni e campagne xenofobe.

 

Milano è cambiata, è già una città multietnica, multiculturale e multireligiosa. I cittadini e le cittadine immigrati/e rappresentano oltre il 10% della popolazione cittadina e l’11,6% degli alunni delle scuole milanesi è di origine straniera.

 

Non vogliamo più che cittadine/i della nostra città – migranti da molti paesi – siano esclusi, costretti alla clandestinità, sfruttati in lavori neri o sottopagati, rinchiusi in ghetti urbani dal rifiuto dell’incontro nei nostri quartieri e dalla paura che qualcuno vorrebbe fosse l’unica forma di relazione sociale.

 

La Milano che vogliamo è una città dei diritti per tutte e tutti:

  • una città in cui non esista più il Cpt di via Corelli, ma una politica di accoglienza;
  • una città che sappia includere e riconosca il diritto di voto ai nuovi cittadini;
  • una città in cui la casa sia un diritto per italiani e migranti;
  • una città in cui le culture si incontrino e si arricchiscano;
  • una città in cui le relazioni tra persone non siano ordinate dall’ideologia dello “scontro di civiltà” e da leggi speciali;
  • una città senza il lavoro precario, ma dove a lavoratrici e lavoratori vengano riconosciuti dignità e diritti senza distinzione di colore della pelle o del passaporto;
  • una città che rifiuti la logica della Bossi-Fini, fabbrica di clandestinità e lavoro sottopagato.

 

Per questo chiamiamo le forze politiche e sociali ad un confronto fuori dalla clandestinità, perché vogliamo discutere quale sarà il programma politico per la città dei prossimi anni, quale sarà la Milano di domani.

 

ORE 17.30 – Piazza Cadorna

PRESIDIO e PERFORMANCE il gioco dell’oca sulla pelle dei migranti

 

ORE 21.00 - C.S. Leoncavallo (Via Watteau)

INCONTRO PUBBLICO

Video

Dibattito tra le associazioni e le forze politiche milanesi dell’opposizione

 

Milano Migrante: ARCI, CS Leoncavallo, Naga, SinCobas, Ass. Dimensioni Diverse – Arci-Metromondo – Ass. Alfabeti Onlus – Ass. Aurora - Ass. La Camera Chiara – Ass. Cultura Progressiva - Attac Milano – Bastaguerra Milano – Berretti Bianchi - Centro delle Culture - Coordinamento Lombardo Nord-Sud del mondo – Coro di Micene - Fgci Milano - Filef Lombardia - Fiom Milano – Gruppo di Azione Nonviolenta – Miracolo a Milano – newsletter Ecumenici – Opera Nomadi Milano - Partito della Rifondazione Comunista Milano – Partito dei Comunisti Italiani Milano - Partito Umanista - UnAltraLombardia - Verdi Milano

 

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