Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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E' sospeso sino a data da destinarsi.

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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 30/05/2008 @ 09:19:28, in Italia, visitato 8156 volte)

Carissimo,

Finalmente abbiamo le autorizzazioni!! Ti mando il documento completo con il programma. Potresti pubblicarlo?

Sastipé ta Baxt!!
Daniela

P.S. Il sito ufficiale dell’evento è:
http://www.associazionethemromano.it/newsletter.htm

Per aderire basta mandare una mail a me.

Coordinamento Nazionale

Per promuovere un corteo di protesta civile contro atti di razzismo nei confronti dei Rom e Sinti in Italia

Roma, domenica 8 giugno 2008
L’iniziativa è promossa da intellettuali italiani e Rom, associazioni, artisti e persone di buona volontà che non vogliono essere strumentalizzati da nessuno.

Le Associazioni che aderiscono all’iniziativa diventano automaticamente anche organizzatori e promotori partecipando con i propri rappresentanti al costituente Coordinamento Nazionale Permanente e al corteo antirazzista nel rispetto dei principi che hanno mosso l’iniziativa.

PROGRAMMA Definitivo

Domenica 8 giugno, Roma

Dalle 12 alle 16 ritrovo dei partecipanti al COLOSSEO ci si arriva in pulman, in auto e con la metro)

Dalle 16 alle 17 corteo dal Colosseo fino al Foro Boario

Dalle 17 alle 20 Foro Boario, Villaggio Globale

libera discussione, proposte:

          1. Costituzione del Coordinamento Nazionale Antirazzista
          2. Creazione di una rete informatica, contro l’inquinamento e la mistificazione delle informazioni
          3. Creazione di una Consulta romanì costituita dalle associazioni storiche e le organizzazioni rom
          4. Varie ed eventuali
Dalle ore 20 Festival Antirazzista Alexian Group (Italia)

Musicisti Rom del Kossovo

Taraf de Bucarest (Romania)

Chaja Chelen (Bosnia Erzegovina)

Lucio Pozone (chitarra flamenca)

La partecipazione è aperta a tutti gli artisti

La partecipazione è libera e gratuita, le adesioni sono aperte a tutti

FERMIAMO UN GENOCIDIO CULTURALE
Dopo l'ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole.
L’8 Giugno le Associazioni Rom e Sinte in Italia e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile.
Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!!
Occorre ribadire alcuni concetti che vengono mistificati,
Tutti credono che Rom siano solo stranieri.

Non è vero !, infatti l'80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani

Tutti credono che i Rom sono nomadi.

Non è vero !, Infatti la maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari

Tutti credono che il campo nomadi è la soluzione ideale.

Non è vero !, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un'imposizione dovuta alla non conoscenza.

Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo.

Non è vero !, infatti il termine corretto è Rom o Sinto.

Occorre far rispettare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, il 70% degli italiani sono razzisti nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell'uomo in Italia per i Rom non vale.

Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!

Protesta anche tu!

Invia la tua protesta a:

-Presidente della Repubblica ON. Giorgio Napolitano ( https://servizi.quirinale.it/webmail/ )

-Capo del Governo On Silvio Berlusconi Presidenza del Consiglio dei ministri

Palazzo Chigi Piazza Colonna 370

00187 Roma - Italy tel. (+39) 0667791

-Ministro degli Interni On. Maroni ( DipartimentoAffariInternieTerritoriali@interno.it)

-Ministro per le Pari Opportunità On. Carfagna ( serep@pariopportunita.gov.it )

-Giornalisti

-I tuoi conoscenti,

-La tua mailing list,

-Il tuo blog

EVITIAMO UN SILENZIO INCIVILE, FAI SENTIRE LA TUA VOCE E PASSA PAROLA!!!

i nostri slogan:

  • Basta Razzismo contro i Rom!
  • No all'informazione razzista!
  • Non si può condannare un popolo!
  • Stop alla Xenofobia!
  • No ai pogrom!

Per informazioni

ASSOCIAZIONE NAZIONALE THÈM ROMANÒ ONLUS

Presidente Nazionale Alexian Santino Spinelli

Centro di Promozione Interculturale

Associazione Autonoma di Rom e Sinti

Sede Nazionale Lanciano CH)

tel: 0872 660099 cell. 340 6278489 http://www.associazionethemromano.it

email: spithrom@webzone.it

http://www.alexian.it

Fra gli aderenti e promotori: - Alexian Santino Spinelli (musicista Rom, docente Università di Torino, Trieste, Chieti, rappresentante italiano ERTF a Strasburgo) - Gianni Vattimo (Filosofo) - Pier Virgilio Dastoli (Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia – Roma) - Angelo del Boca (docente universitario e storico) - Angelo d'Orsi, (docente Università di Torino) - Costanzo Preve (studioso di Filosofia) -Viktória Mohácsi (Romnì - Europarlamentare) - Rudko Kawczynski (Presidente ERTF) - Juan de Dios Ramirez-Heredia (Presidente Union Romanì -Spagna) - Stanislav Stankiewicz (Presidente International Romani Union) - Jovan Damianovic (Presidente Romani Union Serbia) - Carla Osella (Presidente Nazionale AIZO) - Sergio Giovagnoli (ARCI Solidarietà Lazio) - Rita Bernardini (Segretaria Radicali Italiani) - Marco Perduca (Senatore) - Gian Antonio Stella (giornalista) - Moni Ovadia (artista) - Guido Cohen - Massimo Rendina (ex comandante partigiano, storico, Presidente dell'ANPI nazionale) - Alberto Asor Rosa (Professore Emerito, Università la Sapienza) - Piera Tacchino (Associazione Piemonte-Grecia “Santorre di Santarosa”) - Armando Gnisci (Docente Universitario, Roma) - Marco Revelli (scrittore e docente universitario) - Filippo Taricco (scrittore) - Beppe Rosso (attore) - Paolo Dossena (Produttore musicale Compagnia Nuove Indie) - Alma Azovic (mediatrice romnì) - Tamara Bellone (docente Univ. Politecnico di Torino) - Graziano Halilovic (mediatore culturale Rom) - Kasim Cismic (UNIRSI-Ertf) - Marcel Courthiade (docente INALCO) - Stojanovic Vojislav (Il Responsabile della Commissione Immigrazione PRC – TO) - Alexis Tsoukias (Presidente Associazione Piemonte Grecia Santorre di Santarosa”) - Bajram Osmani (giornalista Rom) - Marian Serban (musicista Rom) - Nico Arcieri (musicista) - Marina Arienti (giornalista) - Gianni Di Claudio (regista cinematografico) - Luca Krstic (regista cinematografico) - Silvio Sarta (regista teatrale) - Adriano Mordenti (fotografo e musicista) - Lidia Gualtiero (docente, responsabile didattica Istituto Storico Rimini) - Fausta Messa (Istituto Storico per la Resistenza, Sondrio) - Adriana Martino (critica d’arte) - Ciro De Rosa (critico musicale) - Giovanni De Nobile (direttore d’orchestra) - Fabio Neri (direttore d’orchestra) - Giuseppe Piccinino (direttore d’orchestra) - Paola Olivetti (Archivio nazionale cinematografico della resistenza) - Massimo Zucchetti (docente Politecnico di Torino) - Roberto De Caro (Presidente Casa Editrice Ut Orpheus) - John Foot (professore di storia all'Università di Londra, saggista) - Nicoletta Dosio (Associazione La credenza -Bussoleno To) - Ivana Kerecki (Traduttrice -Milano) - Antonio Grassedonio (sindacalista) - Liljana Banjanin (docente Università di Torino) - Boris Bellone (docente media superiore) - Sergio Chiarloni (docente Università di Torino) - Gabriella Onofrio (informatico) - Luciano Pannese (musicista) - Francesco Ciancetta (musicista) - Vladimiro Torre (Ass. Thèm Romanò Reggio Emilia) - Silvia Faugno (soprano) - Federica Zanetti (Docente Università di Bologna) - Maria Omodeo (Cospe Responsabile Area "Interculturalità - Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza" - Maria Rosa Mura (Associazione Il Gioco degli Specchi) - Daniele Barbieri (Imola) - Tahar LamriCinzia Gubbini (giornalista) - Ivano Tajetti (ANPI Barona. Milano) - Martin Clausen - Donato Toffoli (Comitato Tecnico Scientifico Agjenzie Regjonâl de Lenghe Furlane Felet/Feletto Umberto (UD) - Claudio Bocci (Associazione Altrevie) - Enrico Palandri (scrittore) - Mario Rebeschini (Fotografo e giornalista) - Orietta CiprianiSandro Micolucci (artista) - Dimityr Kirilov (artista) - Giovanna GrengaSalvatore Armando Santoro (Presidente Circolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano -GR) - Olga Siciliani (giornalista) - Lorenzo Guadagnucci (giornalista) - Annamaria Rivera (antropologa, Università di Bari) - Gabriella Ti (Programma radiofonico Brussellando) - Concetta Di Virgilio (architetto) - Cinzia Pierangelini (Assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto) - Daniela Terrile (Commission Européenne) - Khalid Fiddi (Presidente Associazione Atlas ONLUS) - Loredana Galassini (pensionata) - Stefano Taglietti ( Compositore) - Fausta Messa (insegnante) - Rosa Mauro (scrittrice) - Nella Ginatempo (sociologa) - Melo Franchina (architetto) - Christian Picucci (ex operatore sociale) - Giorgio De Rossi - Stephanie GengottiRoberto Malini (scrittore e storico) - Dario Picciau (regista) - Matteo Pegoraro (scrittore) - Steed Gamero (fotografo) - Fabio Patronelli - Laura Todisco - Esad Licina - Stelian Covaciu - Udila Ciurar - Sergio Maceri - Andrea Garbin - Paola Manduca (Prof.Genetica, Genova) - Lucia Vasciminno (Il Centro delle Culture di Roma) - Ivan Rufo (Direttore Artistico di Botteghe d'Autore Festival) - Marina FuentesGiovanna Boursier (giornalista) - Mauro Pace, (impiegato regionale) - Donatella Papi - Antonio Giordano (Ass. D’Altrocanto) - Mariella Rocco (Ass. D’Altrocanto) - Germano Monti (Forum Palestina) - Stefania Krilic (assistente sociale) - Giuseppe Anceschi - Norma Bertullacelli - Danilo Cremonte per "Human Beings - Laboratorio teatrale interculturale", Perugia - Ivano Peduzzi (capogruppo PRC Regione Lazio) -Alessandro Galassi (regista) - Gabriele Polo (giornalista) -Marco Brazzoduro-Stefano Galieni (Coordinatore Dipartimento Immigrazione PRC) -Sageer Khan (musicista indiano) -Michele Dalai (Editore) - Alfonso Perrotta - Daniele De Berardinis - Ginevra Serego Alighieri (Verona) - Angela Pèrcopo, (associazione di Volontariato ' Banca del Tempo-TempoAmico'di Latina) - Sabatino Annecchiarico (giornalista) - Basilio Buffoni (Milano) - Concetta Gizzarelli - Don Federico Schiavon (Direttore della Pastorale dei Rom e Sinti della Conferenza Episcopale Italiana) - Sergio Bonetto (avvocato) - Gianluca Vitale (avvocato) - Fulvio Perini (Dirigente Sindacale CGIL) - Marzio Porro (docente Università di Trieste) - Allessandra Algostino (docente Università di Torino) - Nietta Fiorentino (Associazione Piemonte-Grecia "Santorre di Santarosa") - Mariella Allemanno (insegnante L2) - Eleonora Cane (Gruppo Pace Valsusa) - Marisa Ghiano (Gruppo Pace Valsusa) - Matilde Lanfranco (Gruppo Pace Valsusa) - Bianca Riva (Gruppo Pace Valsusa) - Milena Valli (Sondrio) - Andrea Buonajuto (circolo Carlo Rosselli –Napoli- insegnante) - Livio Sossi - Leoncarlo Settimelli (regista, musicista) - Sarah Zuhra LukanicFulvio Pezzarossa (docente Università Bologna) - Anna Chiarloni (docente Università di Torino) - Lucio Pozone (musicista) - Maria Chiara Esposito - Rossella Di Terlizzi (danzatrice) - Daniela Lucatti (poetessa, scrittrice) - Elena Montani (Commissione Europea - Rappresentanza in Italia) - Aldo Zargani - Elena Magoia - Fabio Alberti (Un Ponte Per) - M.Cristina Lauretti (Psichiatra) - Maurizio Matarrese (musicista) - Giulio Taurisano (associazione Idea Rom - Torino) - Cristina Di Canio - Roberta Melchiorre (Impiegata) - Taddeo Raffaele (Centro Culturale Multietnico La Tenda) - Franco Grisolia (Esecutivo del PCL) - Marco Ferrando (Esecutivo del PCL) - Paolo Finzi (rivista "A") - Aurora Failla (rivista "A") - Emiliana Armano (sociologa) - Raffaele Sciortino (docente di Filosofia e giornalista) - Kossi A. KOMLA-EBRI (scrittore migrante) - Avv. Antonio Cilli (Ass. Tra terra e cuore) - Lia Tagliacozzo Bisoni ( insegnante e sociologa di Venezia) - Tommaso VitaleAnna Di Segni Coen - Giulio Russo (Presidente Cesv) - Rosi Yamascita (insegnante) Fiammetta Bises (ebrea anti razzista ed emigrata pluridiasporica del Gruppo Martin Buber Ebrei pr la Pace) - Franca Eckert Coen - Paolo Pignatelli (insegnante) - Daniela Falcone - Roberto Niccolai (operatore socio-culturale e studioso delle migrazioni)- Pistoia - Roberta Sangiorgi (Associazione Eks&Tra) - Mariapia Passigli (Associazione Periferie Al Centro) - Antonio Thiery Valeria Minucciani (Docente Politecnico Di Torino) -Vanessa Cirillo - Julia Prestia - Sandro Salerno - Filomena Di Paola - Aldo Pavia (Presidente ANED) - Lara Mantovani (infermiera) - Dott. Salvatore Armando Santoro (Poeta e Presidente del Cicolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano - Montieri-GR) - Graziella Cormio (Ass Tolbà) - Sergio Deggiovanni Consigliere PRC comune di Brisighella (RA) - Daniele Contardo (musicista Torino) - Mario Cavatore (scrittore) - Gian Luca Magagni (giornalista) - Andrea Papi (rivista “A”) - Sara Iommi (Studentessa Agugliano -AN) - Ernesto Rossi (Associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti, Milano) - Gelu Cafadaru (Associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti, Milano) -Roberto Niccolai (operatore socio-culturale e studioso delle migrazioni)- Pistoia - Raffaele Taddeo (giornalista) - Dario Cercek (giornalista, Lecco) - Anna Lisei (Bologna) - Giuseppe Cusatelli (Milano) - Franco Fuselli - Marina Criscuoli - Andrea BillauLuigi Medea (segretario generale del Premio Nazionale Histonium) - Barbara Beneforti (Operatrice del Centro Antidiscriminazione della Provincia di Pistoia) - Patrizia Paglia - Camilla Miglio (professore universitario, L'Orientale di Napoli) - Alessia Montuori (Senza confine) - Attilio Mangano (storico) - Oriana Costanzi (poetessa) - Michele Lorusso (direttore d'orchestra) - Giada Valdannini (giornalista) - Cam Lecce (attrice - ass.cullt. Deposito dei Segni) - Jörg Grünert (scultore - ass. cult. Deposito Dei Segni) - Roberta Boccabella (architetto - libero professionista; L'Aquila) - Dott.ssa Anna Lissa (docente universitaria) - Flore Murard-Yovanovitch - Giovanna Di Lello (regista) - Concetta Gizzarelli (giornalista) - Elena Perotto - Concetta Gizzarelli - Gabriele Presta (Sociologo) - Alessandro Ghebreigziabiher
(scrittore) - (pianista) - (insegnante) - (fotografa) - (giornalista) - (docente Universitario) (giornalista, scrittrice) - (docente Università di Milano Bicocca) - (storico e saggista) - (Campo della pace ebraico) -

ASSOCIAZIONI DEL COORDINAMENTO: Associazione Nazionale Thèm Romanò ONLUS Centro di Promozione Interculturale (Associazione Autonoma di Rom e Sinti in Italia Sede Nazionale Lanciano CH) - Union Romani -Italia - ERTF- Italia - Rappresentanza della Commissione Europea in Italia Roma - UNITED for Intercultural Action (Amsterdam- Olanda) - Associazione Piemonte-Grecia “Santorre di Santarosa” - Union Rromani Internazionale - Union Rromani Francia - Union Romani Serbia - Union Romani (Spagna) - Ass. Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Emilia Romagna) - Associazione Thèm Romano (Coordinamento Regionale Abruzzo) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Puglia) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Lombardia) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Campania) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Piemonte) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Toscana) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Lazio) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Molise) - Rromani baxt - Ternikano Berno - La voix des Roms - Femmes rom, sinté, kale de France - Centre AVER de recherché sur le racisme (Paris) - Associazione Mediterra - Associazione Ciack - Istituto Storico per la Resistenza Rimini - Istituto Storico per la Resistenza, Sondrio - Associazione Libero Teatro Morale - Archivio nazionale cinematografico della resistenza - S.O.S. Utenti (Associazione di difesa dei consumatori) - AIZO - ARCI Solidarietà Lazio - Associazione Il Gioco degli Specchi - Cospe - ANPI Barona Milano - Associazione Altrevie - Compagnia Nuove Indie (Casa discografica – Roma) - Materiali Sonori - Associazione Popica Onlus (Roma) - Circolo Culturale Mario Luzi (Boccheggiano -GR) - Associazione Atlas ONLUS (Chieti) - Il Comitato Immigrati in Italia - Laboratorio politico Resistenza Universitaria (Roma) - Circolo del Cinema 2046 (Trevignano Romano) - Circolo PRC 20 Luglio (Trevignano Romano) - Radio Radicale - Associazione culturale Il resto del Cremlino - Gruppo EveryOne - Gruppo di Artisti per i Diritti Umani "Watching The Sky" - Il Centro delle Culture di Roma - Botteghe d'Autore Festival -Associazione Daltrocanto (Salerno) - Centro di documentazione don Tonino Bello (Faenza) - Centro Ligure di documentazione per la pace - Rete controG8 per la globalizzazione dei diritti - Human Beings - Laboratorio teatrale interculturale", (Perugia) - Rete nazionale sempre contro la guerra (Roma) - Lista del centro di ricerca per la pace (Roma) - L'associazione ecoriflesso (Roma) - Lista rekombinant (Roma) - Dipartimento Immigrazione PRC - Associazione Amici della musica di Campovalano (Campovalano –TE) - Baldini Castoldi Dalai Editore - Associazione Interculturale Villaggio Globale - Associazione Di Volontariato (Banca Del Tempo-Tempoamico'di Latina) - Il Movimento Per La Costituente Comunista Di Roma - Gruppo Pace Valsusa - Il Blog "Il Russo" - Coordinamento Nazionale Per La Jugoslavia - Associazione Liumang-Cividale Del Friuli - Associazione Iskra - Cividale Del Friuli (Circolo Di Cultura Del Prc) - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Sezione Cividale Del Friuli) - Associazione UN PONTE PER - Associazione Idea Rom (Torino) - Associazione Insieme Zajedno (Roma) - Centro Culturale Multietnico La Tenda - Partito Comunista dei Lavoratori - Rivista anarchica "A" - Alla Bua Gruppo Etnomusicale Salentino - Associazione Terra e Cuore - Associazione Eks&Tra - Associazione Periferie Al Centro - Redazione Di Fuori Binario - Anpi Nazionale -Cooperativa Sociale Pralipé - L'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) - Associazione Tolbà - Associazione Focus- Casa Dei Diritti Sociali - Associazione Di Volontari Aizo Trentino Alto Adige - Associazione Aven Amentza – Unione Rom E Sinti, Milano - ASSOCIAZIONE FIABA CENTRO DI ASCOLTO E SOLIDARIETA (LANCIANO) - ASSOCIAZIONE ADRIATICA PER GLI IMMIGRATI - ASSOCIAZIONE ALBA

 
Di Fabrizio (del 27/05/2008 @ 00:15:26, in Italia, visitato 1459 volte)

Ricevo da Antun Blazevic

Nel momento in cui si abbatte una nuova tempesta di odio sul popolo rom, noi rappresentanti delle comunità presenti a Roma ci appelliamo ai cittadini democratici, alle associazioni di solidarietà, alle forze sociali e culturali, ai partiti democratici, agli organi di informazione alle autorità religiose: non lasciateci soli.
Soli nei nostri campi di miseria, soli nella nostra emarginazione, nei nostri ghetti, soli nella nostra disperazione senza futuro.
Viviamo in mezzo a voi da secoli, molti di noi sono cittadini italiani, altri sono qui da diversi decenni. Abbiamo seppellito qui i nostri padri e qui sono nati i nostri figli.
Siamo finiti nei campi per non dividere le famiglie, noi amiamo i nostri cari, siamo finiti nei campi perché nulla di meglio ci è stato offerto. Vivevamo nelle misere case di Sarajevo, di Mostar, di Vlasenica e di Bucarest e Craiova ora siamo il popolo delle discariche, ma i rifiuti che ci assediano non sono nostri.
I nostri bambini sono stati accolti nelle scuole e ve ne siamo grati. Alcuni ancora non vanno regolarmente e dovremo continuare a sensibilizzare i genitori, ma per tutti, grandi e piccoli, serve almeno una speranza. Poter vedere una luce nel futuro fatto di un lavoro onesto ed una casa.
Non siamo nomadi, non siamo zingari, siamo rom. Abbiamo una storia costellata di persecuzioni, lutti e dolori, abbiamo una cultura millenaria ed una lingua antica.
In questi giorni sentiamo la paura che ci assedia la notte più del giorno quando rimaniamo soli nelle nostre baracche e non sappiamo se presto arriverà anche da noi un bomba incendiaria, una folla inferocita o l’ennesimo controllo della polizia.
Non tutti tra noi sono in regola. Siamo avvolti in una spirale infernale. Non abbiamo lavoro e non otteniamo il permesso di soggiorno. Senza permesso di soggiorno ad un rom nessuno da lavoro. Non resta che arrangiarsi e sperare che domani sia meglio di oggi. I cittadini italiani hanno accumulato tanto rancore verso di noi. Qualcuno di noi non si comporta bene è vero, come è vero che nei quartieri dove riusciamo a vivere in pace con voi sono sempre nate amicizie e fraternità. Mentre oggi qualcuno ha deciso che dobbiamo essere dipinti come la causa principale di tutti i mali dell’Italia.
Alcuni giornali non fanno altro che parlare dei nostri furti e un incidente provocato da un rom ubriaco diviene un fatto di cronaca di cui si parla per mesi. Anche le forze politiche che si sono riconciliate con gli ebrei a noi non hanno mai chiesto scusa anzi ci additano con il peggiore dei mali.
Si sta perdendo la memoria di come sono nati i pogrom e le persecuzioni. Proprio così prendendo a pretesto i comportamenti illegali di alcuni per criminalizzare una intera popolazione.
Chiediamo a cittadini democratici di non lasciarci soli perché i nostri diritti, la nostra dignità vi riguardano. Se le persone infrangono la legge e cominciano a farsi giustizia da soli oggi è toccato a noi, ma domani potrebbe toccare a chiunque, italiano, rom o straniero che sia.
In questo momento, nel momento del dolore si misura l’amicizia e in nome dell’amicizia e della solidarietà che chiediamo a tutti quelli che non ci odiano di sostenerci, di essere uniti. In questo momento non sono ammesse divisioni sulla nostra pelle. Serve il confronto aperto e leale, la solidarietà vera, la ricerca di nuove strade per cambiare la nostra vita.
Per discutere di quali iniziative, per respingere questa marea di odio nei nostri confronti per cercare le risposte adeguate a rilanciare una politica per la nostra dignità per i nostri diritti a vivere, lavorare, abitare, studiare, vi invitiamo ad una assemblea cittadina che si terrà martedì 27 maggio 2008 dalle ore 17.00 presso il CENTRO CONGRESSI CAVOUR, via Cavour 50/a

 
Di Fabrizio (del 26/05/2008 @ 11:15:26, in Italia, visitato 1720 volte)

In molti hanno riportato nei loro blog l'appello per una manifestazione a Roma il 1 giugno e stanno chiedendo novità su orari e programma generale.

In attesa di una comunicazione ufficiale, ringrazio "l'incarcerato" che ci ha suggerito questo LINK. Grazie ancora a quanti stanno diffondendo la notizia.

 
Di Fabrizio (del 24/05/2008 @ 09:29:08, in Italia, visitato 1454 volte)

Egregio direttore,
di fronte al delirio di un’emergenza costruita ad arte da forze facilmente identificabili per deviare le tensioni sociali su un falso capro espiatorio, si possono trarre alcune interessanti considerazioni dai dati del «Sole 24Ore». Le regioni con maggiori presenze di zingari sono, nell’ordine: Lazio (10.160 zingari); Lombardia (7.157); Piemonte ed Emilia Romagna (entrambe con 3.585); Veneto (4.128); Campania (2.755); Toscana (2.157). Dietro questi dati, si nascondono, tuttavia, realtà assai diverse. Nel Lazio, gli zingari presenti sono quasi tutti stranieri (9.655 su 10.160) e quasi tutti vivono a Roma (9.000). In Lombardia, la situazione è ben diversa: italiani e stranieri sono quasi alla pari (3.365 su 3.795); nel capoluogo vivono due terzi (4.763, di cui solo un terzo italiano), i restanti sono variamente suddivisi nelle altre province, circa 900 a Pavia, quasi tutti italiani. In Piemonte, ci sono 1.904 italiani e 1.681 stranieri, suddivisi abbastanza equamente nelle diverse province: a Torino sono 2.048 e prevalgono gli stranieri, 1.387 contro 661 italiani; mentre nelle altre province prevalgono nettamente gli italiani. In Emilia Romagna (2.990 italiani, 1.295 stranieri), c’è una forte concentrazione a Reggio Emilia, quasi tutti italiani (900 contro 70 stranieri); inversione di tendenza a Bologna (556 stranieri e 183 italiani) e a Parma (259 stranieri e 18 italiani). In Veneto (1.788 italiani e 1.340 stranieri) la distribuzione è abbastanza omogenea, con le parziali eccezioni di Verona (254 italiani e 399 stranieri) e Rovigo (83 italiani e 168 stranieri). La situazione muta nettamente in Campania, con 2.755 presenze (solo 78 italiani), di cui 2.065 a Napoli, tutti stranieri. In alcune città, ci sono significativi insediamenti, con situazioni però assai diverse: Firenze: 768, tutti stranieri; Pescara: 874, 700 italiani e 174 stranieri; Catanzaro: 1.337, di cui 800 stranieri e 537 italiani. La restante popolazione zingara è sparpagliata in molte altre località, con insediamenti che vanno dalle poche centinaia alle decine di individui.
Come si vede, il ‘problema zingari’ può essere circoscritto ad alcune città, dove prevalgono gli stranieri; queste città sono: Roma (9.000), Milano (3.168) e Napoli (2.065). Dunque, se facciamo i ‘conti della serva’, ci troviamo di fronte a meno di 15.000 persone, la cui presenza è distribuita in aree urbane molto vaste. Inoltre, queste poche migliaia di persone, che il governo considera ‘a rischio’, comprendono uomini e donne, vecchi e bambini; gli adulti, quando ci riescono, lavorano; spesso si arrangiano, e solo pochi di loro sono dediti a quelle attività che vengono definite criminali. Ma se fossero veramente criminali, costoro non vivrebbero nei campi nomadi, bensì in posti ben più confortevoli. E se vivessero nei campi nomadi, sarebbero comunque poche decine di persone, che un commissariato di zona potrebbe facilmente controllare senza mobilitare l’esercito, come prospetta l’attuale governo Berlusconi-Bossi.

Queste semplici considerazioni numeriche ci fanno capire che l’‘emergenza zingari’ è una sporca faccenda, alla quale partecipano esponenti politici della destra e della sinistra, in nome di una sicurezza che, secondo loro, non sarebbe “né di destra né di sinistra”. Orbene, in un Paese come l’Italia, dove è passato di tutto, ma davvero di tutto (eccezion fatta per gli eschimesi, forse...), è impossibile stabilire criteri di purezza etnica. Senza andare troppo indietro nel tempo, basta richiamare il periodo della seconda guerra mondiale, quando l’Italia fu invasa da eserciti con soldati di ‘colore’, che hanno lasciato 25.000 figlioli, quelli della bella canzone napoletana «E’ nato niro... niro». Ma ci furono anche i marocchini, i nepalesi, i cosacchi e i brasiliani... Siamo un popolo ‘bastardo’, per nostra fortuna... E come tutti i ‘bastardi’, dovremmo avere una mentalità aperta. E dovremmo capire che tutta questa fetida campagna razzista ha radici sociali, ovvero di classe.
In realtà, questa sporca montatura vuole colpire il settore più debole dei lavoratori migranti, gli zingari, ma è rivolta contro tutti i lavoratori, sia migranti sia italiani. Dare spazio a questa montatura significa consentire che la condizione di precarietà e di sottomissione si estenda a tutti i lavoratori. Questa prospettiva di precarietà e di sottomissione dei lavoratori è dettata dalle esigenze di un sistema economico che fa acqua da tutte le parti e che, per restare a galla, deve accrescere oltre ogni limite tutte le più sanguinarie forme di sfruttamento del lavoro. Per questi precisi motivi, la lotta contro l’assalto razzista agli zingari deve essere combattuta senza alcuna esitazione. Per questi stessi motivi, se siamo sinceri democratici, siamo tutti zingari!

Lunedi 19 Maggio 2008
Enea Bontempi

redazione@varesenews.it

 
Di Fabrizio (del 23/05/2008 @ 12:06:51, in Italia, visitato 1738 volte)

Ricevo da padre Agostino Rota Martir

Un episodio spettacolarizzato dai mass media, ma dai contorni ancora incerti - una ragazza rom di 16 anni accusata di aver tentato di portar via, in una situazione inverosimile, una bambina - ha scatenato una reazione furibonda e violenta, un grande e diffuso pogrom, non solo a Napoli ma in tutta Italia, nei confronti di rom e sinti.

Di fronte a questo fatto e al clima pesante che si è innescato in questi giorni sulla “sicurezza”, ci preme fare alcune considerazioni:

* Lo svolgimento dei fatti non è ancora chiaro, ma il giudizio sembra essere già stato emesso e la sentenza è stata già eseguita, indiscriminatamente, contro tutti i rom e i sinti. Eppure, dati alla mano, a cominciare da quelli forniti delle forze dell’ordine e dal Ministero degli Interni, nessuna delle numerose e ripetute accuse abituali rivolte a rom e sinti, in questi ultimi decenni, quando sparisce un bambino, ha trovato un riscontro oggettivo; le indagini hanno sempre smentito che siano stati loro, anche se nessuno poi ha detto e scritto che i sospetti e le accuse iniziali erano ingiusti e falsi.

* Non è nei costumi dei rom e dei sinti portare via i bambini a nessuno e l’episodio di Napoli, che sembra smentire questa affermazione, in realtà corrisponde a uno stereotipo che viene abitualmente utilizzato per criminalizzare rom e sinti e che si è rivelato sempre falso: i fatti possono essere stati riferiti malamente dai genitori della bambina, come è avvenuto regolarmente in passato in casi analoghi; può essere stato montato ad arte, per facilitare lo sgombero dei campi e permettere grandi speculazioni; può essere il gesto di una squilibrata, come si è verificato altre volte, in casi in cui sono state coinvolte donne non zingare con problemi personali.

* Presto uscirà una ricerca dell’Università di Verona, ricerca voluta, sollecitata, sostenuta e finanziata dalla Fondazione Migrantes della Cei, che partendo dal pregiudizio che “gli zingari rubano i bambini”, ha voluto analizzare scientificamente tutti i casi di denuncia nei confronti di rom come presunti responsabili di questo reato.

In questo modo, si è potuto accertare che, negli ultimi vent’anni, non c’è stato neanche un caso di bambini che siano stati rapiti da rom o sinti, a fronte di centinaia di casi di loro figli portati via con estrema facilità, superficialità e spietatezza dai Servizi sociali, per affidarli, per lunghi periodi e più spesso in modo definitivo, a istituti e a famiglie del tutto ignari della loro cultura, col risultato di creare dei bambini e, poi, degli adulti traumatizzati e disadattati, non più rom, ma impossibilitati a diventare come noi. Non si vuole prendere in considerazione che anche i bambini rom siano affezionati ai loro genitori e questi a loro e che la separazione temporanea o definitiva che sia, rappresenti anche per loro e non solo per i sedentari, una sofferenza indicibile e di difficile superamento, dato che non hanno, per l’età, gli strumenti per metabolizzare questa perdita totale della propria famiglia.

I motivi sostanziali per cui tanti bambini rom e sinti vengono sottratti così di frequente, ai loro nuclei familiari è che si tratta di famiglie povere, che vivono secondo modelli di vita, culturali, educativi, abitativi, diversi dai nostri. Queste diversità culturali e queste condizioni economico-sociali, vengono interpretate, per mancanza assoluta di conoscenze e di rispetto, da parte dell’assistenza sociale, delle istituzioni, della magistratura e dell’opinione pubblica corrente, come forme di maltrattamento, di disinteresse, di sfruttamento dei minori, di inciviltà e di mancanza di amore da parte dei genitori. E’ da questa lettura pregiudiziale del mondo e dei modi di vita dei rom, oltre che dalle pressioni di un’opinione pubblica sempre più insofferente verso gli stranieri e le diversità, che le istituzioni giungono sistematicamente alla conclusione di dover “fare il bene” di questi bambini, togliendoli dal loro ambiente e dando loro un’abitazione, un’educazione e un ambiente “civili e normali”. Ma in questo modo si interviene, disastrosamente, sugli effetti e non sulle cause, perché non si parte dalla presa d’atto, dalla conoscenza e dal rispetto delle diversità culturali e non ci si propone, salvo rare eccezioni, di sostenere e aiutare queste famiglie e questi gruppi “diversi” a superare le difficoltà della povertà e la marginalità escludente a cui sono condannati da una società pregiudizialmente ostile, che considera normali e leciti solo i propri modelli culturali e incivili quelli degli altri.

* Il clima xenofobo che si è andato diffondendo, in questi anni e particolarmente nell’ultimo, si è scaricato soprattutto su rom e sinti, facendoli diventare il capro espiatorio delle nostre insicurezze, ansie e paure. Ma se c’è oggi insicurezza, è quella che riguarda soprattutto loro, sono loro che vivono oggi nella massima precarietà, nel pericolo e sotto costante minaccia di aggressioni violente, di espulsioni, di sempre maggiore marginalizzazione. Sono i loro bambini che vivono nella paura e nel terrore, che vengono svegliati nel cuore della notte per essere cacciati via dai campi sosta dalle forze dell’ordine o dalle molotov di chi non li vuole nel proprio quartiere, come dimostrano le vicende, gli incendi e le devastazioni ripetuti di vari campi di Napoli e in particolare di quello di Ponticelli.

* Il supposto tentativo di rapimento è diventato il pretesto e l’occasione, nell’attuale clima xenofobo, per cercare di risolvere alla radice, in modo etnico e razziale, il problema dei rapporti con le comunità di sinti e rom, in quanto si pretende di imputare un reato, tutto da verificare e, comunque, sempre personale, a un intero popolo.

Nessuno oggi potrebbe considerare lecito far pagare a una nazione le colpe di un suo membro, ma questo diventa normale quando di mezzo ci sono minoranze come i sinti e i rom o, oggi, anche i rumeni e i cinesi, ieri gli albanesi e i marocchini e ieri l’altro i meridionali. Il crimine di una persona non comporta, in uno Stato di diritto, la perdita da parte dei suoi familiari e dei suoi figli, dei diritti umani fondamentali, come quello all’abitazione o alla residenza, ma, anche in questo caso, il principio non sembra valere per rom e sinti.

I rom non sono un popolo da trattare con leggi speciali e a parte, e la difesa dei diritti umani fondamentali è un valore non negoziabile in nessun momento, perchè ogni persona è sacra e va rispettata al di là dell’età, della cultura, dell’origine, della sua religione, delle sue appartenenze e di quello che, eventualmente, può aver fatto.

* Come Chiese, comunità dei credenti, amanti della vita e di ogni persona dobbiamo dire parole forti e inequivocabili che richiamino i valori del Vangelo, quando minoranze, gruppi, persone deboli non sono rispettate nei loro diritti fondamentali, e dobbiamo denunciare e rifiutare, senza paura, le parole di razzismo e le campagne etniche che armano la violenza di gruppi esasperati per i più diversi motivi (vedi l’omicidio di Verona) e sono fatte proprie, per motivi elettorali e di potere, da chi ci governa e da molte forze politiche. E’ una questione urgente perché il clima di razzismo che si sta diffondendo nella nostra società, in modo tacito e senza trovare resistenze, si insinua anche nel pensiero di tanti cristiani.

* La Chiesa cattolica che nel 1965, attraverso Paolo VI, aveva dichiarato a rom e sinti “voi siete nel cuore della Chiesa”, con le parole di Giovanni Paolo II, durante il Giubileo del 2000, ha chiesto perdono di tanti suoi silenzi; non vogliamo sentirci ancora colpevoli e non vogliamo che ciò accada di nuovo oggi.

Abbiamo negli occhi roulottes bruciate e bambini che piangono e fuggono terrorizzati, ma di fronte a questo stato di cose vediamo solo molta indifferenza ecclesiale, il favore e la connivenza neanche troppo nascosti delle istituzioni, la mobilitazione e l’organizzazione del razzismo, le ronde, i progetti di legge e i provvedimenti speciali contro i rom e i sinti, ma anche contro i cosiddetti extracomunitari e uno scarso impegno della società civile per ricercare i colpevoli di queste violenze e per renderli innocui. Anche se, come credenti, pensiamo a un altro tribunale, più alto, a cui nessuno potrà sottrarsi, quando ci sarà detto: “avevo fame... avevo sete... ero straniero... nudo ... malato... carcerato” e, ancora, ero rom, mendicante, senza lavoro, immigrato clandestino, barbone, lavavetri, ingiustamente sospettato e condannato, cacciato.

Ci auguriamo di poter sentire quanto prima da parte della Chiesa cattolica parole più coraggiose e più ispirate al Vangelo di Gesù, capaci di guidare e di scuotere le comunità cristiane e non solo, perché tutti ritroviamo quei sentieri che abbiamo smarrito, per costruire fraternità nella giustizia e nel rispetto delle vite dei poveri.

Un gruppo di credenti che vivono nei campi sosta, operatori pastorali e amici di rom a sinti.

Don Federico Schiavon – Udine

Marcello Palagi e Franca Felici – Massa Carrara

Padre Luciano Meli – Lucca

Padre Flavio Gianessi – Bologna

Don Agostino Rota Martir – Pisa

Don Piero Gabella – Brescia

Piccole Sorelle di Gesù – Crotone

Fratel Luigino Peruzzo – Bologna

Suor Rita e suor Carla Viberti – Torino

Daniele Todesco e Lucia Lombardi – Verona

Giuseppe Bertolucci e Laura Caffagnini – Parma

Gabriele Gabrieli – Mantova

Vittorio e Gabriella Zanmonti – Vicenza

Daniela Romani – Verona

Ines – Vicenza

Alessandro e Elisabetta Bolzonello – Trento

ADESIONI :

Franca Volonte – Vicenza

Luca Scaldaferro – Vicenza

Don Marco Tenderini – Cinisello B. (MI)

 
Di Fabrizio (del 23/05/2008 @ 09:08:13, in Italia, visitato 1527 volte)

LUNEDI’ 26 MAGGIO - ore 21.00
c/o Arci Bellezza, via Bellezza 16a – Milano

ASSEMBLEA PUBBLICA
Sicura discriminazione
Le politiche nazionali e locali contro Rom e migranti

L’approvazione del “decreto sicurezza” con le nuove misure contro i migranti “clandestini” e le politiche locali di espulsione (da DeCorato a Penati) si sposano alle ronde, ai roghi, alle campagne discriminatorie che trovano sempre più spazio.
La sinistra deve ritrovare la sua voce e mobilitarsi contro le discriminazioni e per una politica che affronti finalmente i temi del lavoro, dell’abitare e della convivenza nell’area metropolitana dal punto di vista dei bisogni sociali e non dei “padroni dell’Expo”

Ne discutiamo con:
Tommaso Vitale – docente di sociologia Università Milano Bicocca
Laura Di Martino – Direttivo Arci Milano
Dijana Pavlovic – Comitato Rom e Sinti Insieme
Maurizio Pagani – Vice presidente Opera Nomadi
Pietro Massarotto – Presidente Naga

Introduce e coordina Piero Maestri – Consigliere Provinciale Sinistra Critica

Sinistra Critica - Milano - info 02.39480650; sinistracriticami@libero.it

 
Di Fabrizio (del 22/05/2008 @ 09:02:19, in Italia, visitato 1749 volte)

20 Maggio, 2008 Mi hanno raccontato di un giovane padre il cui bambino ha paura dell'uomo nero. Il padre gli ha detto che non risulta a sua memoria un solo caso di uomo nero, gli ha fatto vedere le statistiche: niente, il bambino ha ancora paura. Chi non s'intenerirebbe a un bambino spaventato dall'uomo nero?

Purché una popolazione di milioni di adulti non pretenda di fare tenerezza anche lei. La xenofobia, si dice, è la paura del diverso, dunque è qualcosa di naturale. Chi non prova un'apprensione, una diffidenza, un' angoscia nei confronti dello sconosciuto? Mah: non ci si crogioli troppo con le etimologie. La xenofobia è anche l'invenzione del diverso, e il disprezzo, l'avversione e la persecuzione del diverso. È a un passo dal razzismo, e spesso quel passo l'ha fatto. Gli italiani non sono xenofobi, non sono razzisti? Ah, Padre, non metterci alla prova, non indurci in tentazione. Nel dizionario dei nostri luoghi correnti gli zingari sono associati da sempre al fuoco, al lanciafiamme, ai forni. Figurarsi quando incenerire rifiuti urbani non si può, rifiuti umani magari sì. Tutto in ordine: un commissario speciale ai rifiuti urbani, uno agli umani. Speriamo che qualcuno segua la vicenda della ragazza accusata di voler rubare una bambina a Ponticelli, fino a venirne a capo. Come spiega il padre sull'uomo nero, abbiamo statistiche inesorabili che non contemplano bambini rapiti da zingari: da altri italiani sì.

I sondaggi freschi danno i "musulmani" retrocessi al quarto posto, dopo zingari, albanesi e romeni (è già tanto che distinguano fra rom e romeni). Ah, popolo fanciullescamente volubile: abbiamo già declassato, per il momento, lo scontro di civiltà. Davvero, dobbiamo preoccuparci di evocare a vanvera l'antisemitismo dell'infanticidio rituale, la memoria dei pogrom? Mah: direi che sono altre le parole che andrebbero risciacquate: sicurezza, per esempio, sinistra, per esempio. O intere locuzioni, che non si ascoltano più senza ridere: radicarsi nel territorio, per esempio. La Lega ha messo tutti in soggezione grazie alla sua prova di Radicamento nel Territorio. Ma in una classifica neutrale della materia c'erano, sia detto senza offesa, modelli più rigogliosi, non so, Hamas, radicata nella striscia di Gaza, la camorra, la mafia, la `ndrangheta. Perfino la democrazia, obbligata a ratificare gli esiti elettorali del radicamento nel territorio, conosce le sue eccezioni, come negli scioglimenti prefettizi di amministrazioni comunali dove si esagera col radicamento. Ci sono posti nei quali viene da augurarsi un certo sradicamento dal territorio: guardate Roberto Saviano, che ha scavato così a fondo alla ricerca delle radici da dover vivere altrove, invidiato, minacciato e braccato. La Lega, quando si proclamò padana, dichiarò stranieri tutti gli altri.

Non è piacevole dirlo, ma il succo delle elezioni sta in un'espulsione, un rigetto della classe politica di centrosinistra dalla pancia del paese. Un caso di rocambolesca xenofobia. Del resto la posta ultima della lotta politica fu dall'antico questa: l'esilio degli altri. Bisogna pensarci, quando si pronuncia la frase celebre: «Io me ne vado all'estero». Non lo prendete troppo per un paradosso. Un segnale lo dava il linguaggio, che trattava all'ingrosso da clandestini migranti stranieri e politica di centrosinistra: «Rimandiamoli a casa» e vaffanculo. Nel caso di Veltroni, più precisamente: «Rimandiamolo in Africa». Così disse Berlusconi, e questo fa somigliare la sbandierata cordialità del suo dialogo attuale a una pratica di diplomazia estera. Lo ridico: non prendetelo per uno scherzo. Il centrodestra non ha fatto granché, nel biennio fra le due elezioni, per meritare il suo trionfo. Ha fatto tutto la coalizione di governo, compresa la sua componente che fa le veci della destra, che si trattasse, all'interno della maggioranza, di guidare una crociata sull'indulto (sicché il centrodestra beneficiò doppiamente dell'indulto, per le modalità convenienti che aveva dettato, e per il ripudio popolare del governo) o che si tratti, all'interno dell'opposizione, di rivendicare la trasformazione dell'immigrazione "clandestina"in reato penale, come vuole Di Pietro, forte di quaranta parlamentari graziosamente regalati da un Pd sulla cui groppa piantare banderillas quotidiane. Quel che resta del centrosinistra deve chiedersi come mai sia stato solo lui il bersaglio colpito dal giustizialismo allevato in seno, dalla cosiddetta antipolitica, dalla stessa travolgente denuncia della Casta. Il rigetto pressoché viscerale, esistenziale, della classe dirigente di sinistra si è manifestato con la stessa insofferenza animalesca che prorompe contro gli "stranieri". Quella classe politica, alla maggioranza degli italiani, ha finito per apparire come un corpo estraneo, da espellere, sul quale sfogarsi e trarre vendetta. Come è potuto succedere? Rispondere, farebbe fare un passo avanti. Ci sono due ordini di questioni. Uno fornisce una piccola consolazione alla disfatta della sinistra, ed è l'argomento della moneta cattiva che scacciala buona. L'altro condanna la sinistra (tutte le sinistre, dal centro all'estrema) a riconoscersi in un'immagine sfigurata. La questione, realissima e poi metaforica, della xenofobia è per ambedue quella dirimente.

La moneta buona. Tanti anni fa, facendo tesoro di una complicazione come quella sudtirolese-alto atesina (luogo di frontiera, crogiolo di nazionalità e minoranze e lingue, deposito storico di contese acerrime) Alex Langer e i suoi perseguirono per primi un programma federalista, europeista, nonviolento, premuroso verso le piccole patrie e l'orizzonte planetario. Le tappe di quell'impegno furono scandite dal primo "ecopacifismo", dal rifiuto coraggioso del censimento etnico, dall'apertura internazionale ai diritti umani. La paziente e delicata anticipazione federalista, locale e globale - i nomi non c'erano ancora - di Langer si volse nel giro di pochi anni (gli anni della Jugoslavia, e di un arrivo così rapido e ingente di migranti in Italia da mutarne la fisionomia demografica e storcerne lo stato d'animo, come una sinistra imbambolata non volle vedere) nella versione leghista degli stessi temi, con la differenza che separa, e anzi oppone, una porta che si apre da una che si chiude. Federalismo, secessione, macroregione, xenofobia e, non di rado, razzismo furono la nuova moneta- anche il colore verde ne fu confiscato. La sinistra tradizionale in tutte le sue componenti, travolta da vicende internazionali e interne sempre subite e mai anticipate, dall'89 a Mani Pulite, non fece altro, lungo tutto questo tumultuoso volgere di tempi, che provare a galleggiare, spesso ai danni del vicino di naufragio, e rincorrere di volta in volta le occasioni con un cambio di ragione sociale. La nascita del Pd è ancora in bilico: fra l'ennesimo mutamento di ragione sociale, e una svolta vera, comunque di lunga lena. Ora, la domanda è se in tempi di precipitosa mutazione degli equilibri mondiali, di crisi di modi di produzione e di pensieri, di terremoti di vecchie identità, la moneta cattiva sia inevitabilmente destinata a scacciare la buona.

La storia del Novecento sembra indurre alla risposta pessimista. Naturalmente, ci si guarderà dal concluderne che le responsabilità delle persone e dei gruppi siano irrilevanti. Perché in ogni caso perdere si può, e può perfino essere la sorte più onorevole: ma finire invisi a una larga maggioranza di propri concittadini come stranieri in patria - come gli incolpevoli zingari italiani di cittadinanza, cui la brava gente, anche quella che si contenta di non dar loro fuoco, intima di tornarsene a casa loro... -questo ha bisogno di una speciale spiegazione. Agli eredi di centrosinistra della Prima Repubblica era rimasta, passato l'inganno della diversità antropologica, un'aura residuale di miglior professionalità, e anche di un più retto cinismo, per così dire. Le avventure della coalizione hanno distrutto anche questo resto. In cambio, hanno instillato nella maggioranza degli italiani la sensazione da bava alla bocca di un modo di essere di vivere e di esibirsi che ne faceva desiderare la cacciata ben più che la vittoria degli altri. Ne vedremo, ne vediamo già delle belle. Berlusconi promette tante libertà, e tante se ne prende, e intanto un suo avvocato difensore vuole intestarsi il reato di immigrazione clandestina e l'espulsione di qualche centinaio di migliaia di badanti. Troppa grazia. Ma tutto questo non ha impedito che la famosa Casta designasse pressoché solo la consorteria umana del centrosinistra e della sinistra, che la testa di Pecoraro Scanio venisse portata -metaforicamente, grazie a Dio - sulle picche dai sanculotti, e che l'estromissione di un ceto politico apparisse come una pulizia etnica. Quando il mercato premia la moneta cattiva, si può fare a gara con i cattivi coniatori, battendo monete appena un po' meno fasulle; oppure fare altro, se si è capaci. Se non se ne sia capaci, almeno dissociare la propria responsabilità dal fuoco alle baracche, così, perché un giorno i propri nipoti...

Fonte repubblica.it

 
Di Fabrizio (del 21/05/2008 @ 08:50:45, in Italia, visitato 2565 volte)

CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE SUL TUO BLOG

 Carissimo,

 ti mando il documento che abbiamo preparato per poter organizzare il corteo di protesta a Roma in data 1 giugno 2008.
 L'idea è realizzare un corteo pacifico con striscioni e musica perché finalmente anche la voce della popolazione Romanì venga ascoltata.
 Sono bene accetti tutti coloro i quali sono solidali con il popolo Rom.

 Per ora posso solo dire che ci raduneremo la mattina del 01 giugno a Roma alla Stazione Termini e da li partirà il corteo che dovrebbe arrivare fino al Quirinale e passare di fronte a tutti i più importanti "Luoghi del Potere".
 Il percorso esatto verrà comunicato a breve, così come i dettagli. Noi stiamo organizzando un pullman da Lanciano, voi potete organizzarlo dalla vostra
 città.
 Aderite numerosi.

 Sastipé ta baxt!!

 Daniela


FERMIAMO IL GENOCIDIO CULTURALE

Dopo l’ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole.

C’è un’oscura connivenza tra una parte del giornalismo italiano, una parte delle forze dell’ordine, una parte della politica italiana per giustificare un’incivile repressione.

Il 1° Giugno le Associazioni Rom Italiane e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile.

Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!!

Occorre ribadire alcuni concetti che vengono mistificati,

Tutti credono che Rom siano solo stranieri.
Non è vero!, infatti l’80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani

Tutti credono che i Rom sono nomadi.
Non è vero!, Infatti la maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari

Il campo nomadi è la soluzione ideale.
Non è vero!, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un’imposizione dovuta alla non conoscenza.

Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo.
Non è vero!, infatti il termine corretto è Rom.

La mistificazione che serve a giustificare i pogrom, la repressione, se continua così i Rom in Italia faranno la fine dei Rom dei Balani che hanno subito la pulizia etnica e sono stati utilizzati come scudi umani, o come sotto il regime Nazifascista che ne ha sterminati oltre cinquecentomila.

Occorre ripristinare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, il 70% degli italiani sono razzisti nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell’uomo in Italia per i Rom non vale.

Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!

Protesta anche tu!

Invia la tua protesta al

Presidente della Repubblica ON. Giorgio Napolitano (https://servizi.quirinale.it/webmail/)

Capo del Governo On Silvio Berlusconi Presidenza del Consiglio dei ministri
Palazzo Chigi Piazza Colonna 370
00187 Roma - Italy tel. (+39) 0667791

Ministro degli Interni On. Maroni (DipartimentoAffariInternieTerritoriali@interno.it)

Ministro per le Pari Opportunità On. Carfagna (serep@pariopportunita.gov.it)

Giornalisti

I tuoi conoscenti,

La tua mailing list,

Il tuo blog

EVITIAMO UN SILENZIO INCIVILE, FAI SENTIRE LA TUA VOCE E PASSA PAROLA!!!

Per info e contatti:
tel: 0872 660099
cell. 340 6278489

http://www.alexian.it

 
Di Fabrizio (del 19/05/2008 @ 17:17:39, in Italia, visitato 1933 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Da RomSinti@Politica

Sabato 17 maggio e domenica 18 maggio a Mantova si sono riunite le associazione aderenti al Comitato Rom e Sinti Insieme per la definizione dello statuto e la elezione degli organi sociali. Hanno partecipato all'iniziativa n. 19 associazioni Rom e Sinte che hanno condiviso e sottoscritto la costituzione giuridica di una federazione di associazioni denominata FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME con sede legale a Roma in Via Fanfulla da Lodi n.5, deliberato l'approvazione dello statuto della federazione ed eletto gli organi dirigenti della FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME:

Presidente e legale rappresentante: Nazzareno Guarnieri
Vice Presidente: Radames Gabrielli
Vice Presidente: Demir Mustafa
Segretario: Graziano Halilovic
Tesoriere: Stojanovic Vojslav
Consiglieri: Casadio Davide, Torre Vladimiro, Eva Rizzin, Dijana Pavlovic
coordinatore del consiglio nazionale: Yuri Del Bar


Inoltre sono stati eletti gli organi di controllo e di garanzia:
il Collegio dei probiviri presieduto dal Prof. Marco Brazzoduro
il Collegio dei Sindaci Revisori presieduto dal Prof. Zoran Lapov

La FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME
e' la prima federazione di associazioni Rom e Sinte in Italia, e le 19 associazioni aderenti (altre hanno gia' richiesto di aderire) da otto regioni Italiane evidenzia una significativa partecipazione attiva e rappresentativita' delle minoranze Rom e Sinte in Italia che il Governo e le Istituzioni non possono continuare ad ignorare

 
Di Fabrizio (del 17/05/2008 @ 10:21:50, in Italia, visitato 1941 volte)

L'Ue boccia la revisione di Schengen e La Russa propone «pattuglie di quartiere» con l'esercito. Napolitano frena Maroni che invita alla «calma». Intanto, qualche buona notizia: Genova rifiuta il Commissario etnico e propone ostelli per i rom. E a Mantova nasce la prima rete «nazionale» Comitato rom e sinti insieme

Ci voleva la festa della polizia perché il ministro dell’interno Roberto Maroni si rendesse conto che la retorica anti-rom avrebbe svegliato mostri. Nel discorso tenuto a Piazza del popolo, davanti agli agenti, Maroni ha detto che «bisogna evitare che la rabbia prevalga sulle regole della convivenza civile» e ha definito «orribile» il tentativo di pogrom contro il campo rom di Ponticelli, a Napoli. Una correzione di rotta che non trova però riscontro nelle dichiarazioni dei colleghi di governo. Il ministro della difesa Ignazio La Russa, per non perdere l’occasione di salire sul carro dell’allarme «sicurezza», propone di creare «pattuglie» composte da un vigile urbano, un poliziotto, un carabiniere, un finanziere e un soldato. Il manuale Cencelli applicato al controllo del territorio. Perfino il neosindaco di Roma Gianni Alemanno dice che la proposta di La Russa è «da prendere con cautela», ma intanto nella capitale anche stanotte c’è stata un’operazione contro i campo rom, nel quartiere Portuense. Si allunga anche la lista delle città che vorrebbero il commissario straordinario. Dopo Roma e Milano, anche Napoli e Torino si sono improvvisamente accorte di aver bisogno di un commissario per affrontare la presenza di poche migliaia di rom. O forse Rosa Russo Jervolino e Sergio Chiamparino volevano dimostrare di non essere da meno rispetto a Letizia Moratti e Alemanno.
La difficoltà di tradurre in pratica i proclami governativi emerge però molto velocemente. Lo stesso Maroni è salito al Quirinale per discutere con Napolitano del «pacchetto sicurezza» che il consiglio dei ministri discuterà nella sua prima riunione, probabilmente mercoledì 21 a Napoli. Napolitano ha fatto notare che una serie di misure, compreso il reato di immigrazione clandestina, non sono adatte a essere inserite in un decreto. Il governo si appresta a smistare le norme da introdurre. Una parte sarà contenuta in un decreto legge [e dovrebbero essere quelle più «operative» in tema di poteri alle polizie locali e nazionali] una parte, invece, sarà inserita in un disegno di legge che seguirà il normale, anche se molto accelerato, iter in parlamento. E mentre il ministro degli esteri Franco Frattini cerca di ricucire i rapporti con la Romania e con la Libia, da Bruxelles arriva una mezza doccia fredda: in un comunicato, la Commissione europea ha precisato che non ci sarà alcuna revisione del trattato di Schengen, come invece aveva chiesto Frattini.
Intanto, anche se i «grandi» media non ne parlano, ci sono anche buone notizie: arrivano da Genova e da Mantova. Il giunta comunale del capoluogo ligure, infatti, non solo ha rifiutato la proposte del ministro Roberto Maroni di istituire un Commissario straordinario per i rom, ma ha anche proposto di aprire nelle prossime settimane un paio di ostelli per l’accoglienza delle famiglie allargate rom e di altri senza dimora della città. «Per vent’anni Genova ha avuto due grandi campi rom, uno a Bolzaneto di sinti, e uno a Monassana di rom per lo più serbi–racconta Antonio Bruno, consiliere Prc–Negli ultimi mesi era nato un campo abusivo nell’area delle fabbrica abbandonata Miralanza, nel quartiere Fegino, che ospita trecento rom. La scorsa settimana alcuni abitanti hanno organizzato una Passeggiata per la legalità contro di loro. Con l’idea degli ostelli vogliamo dimostrare che è possibile, pur tra molte difficoltà, sperimentare politiche sociali diverse. Abbiamo già individuato una prima casa abbandonata di proprietà pubblica che potrebbe presto essere destinata ad ostello».
A Mantova, invece, sabato 17 e domenica 18 maggio si incontrano decine di associazioni e gruppi informali rom per dare vita al primo Comitato di rom e sinti insieme. Si tratta di una rete, completamente autogestita, nata nel 2007 per unire tutte le popolazioni e le organizzazioni rom e sinte in Italia. Uno degli obiettivi del comitato, spiegano i promotori, è la costruzione di un’effettiva partecipazione politica dei rom: anche per questo, nei mesi scorsi la nascente rete ha diffuso una lettera-documento dal titolo «7 punti per i politici italiani», con cui chiede alla politica e alla società di riconoscere i rom e i sinti come soggetti sociali attivi. I sette punti riguardano in particolare: la partecipazione diretta dei rom, l’istituzione di un Ufficio nazionale e uffici periferici con la partecipazione dei rom, il riconoscimento status di minoranza, la parità di trattamento di fronte alla legge, l’introduzione del diritto di suolo [jus soli, chi nasce in Italia ne è per ciò stesso cittadino], il superamento dei «campi nomadi» e la promozione delle culture rom e sinte per superare pregiudizi e stereotipi. L’obiettivo, insomma, è di «superare le politiche assistenziali di inclusione sociale, di integrazione, di assimilazione e promuovere in maniera costruttiva politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale. La finalità è rendere le minoranze sinte e rom protagoniste sociali pensanti».

 

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