Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/06/2008 @ 09:49:32, in Italia, visitato 1588 volte)

Ricevo da Tommaso Vitale

ROMA (22 giugno) - Chi si aspetta uno stile silenzioso e senza sorprese cambi passerella. Non c'è traccia nel Dna di Vivienne Westwood di quella pesante, soffocante e sbiadita normalità. Sarà per l'aria rivoluzionaria respirata accanto ai Sex Pistols al fianco del marito- manager della band punk britannica, o per quell'inconsueta quanto invidiabile voglia di non ripetersi. Fatto sta che madame Viv non si arrende e dopo essersi battuta per i diritti civili aderendo alla campagna Liberty creando t-shirt da collezione con lo slogan I am not a terrorist, please don't arrest me, a Milano ha portato alla settimana della moda i rom. Non solo la loro cultura tradotta in abiti per la collezione uomo primavera-estate 2009, ma proprio loro. Sfilano modelli dalla pelle ambrata, tatuaggi, sorrisi incastonati in dentature d'oro, catenoni e stampe floreali, cachemire indiano, camicie a righe e pantaloni stretti e tirati. Resuscitato il tartan westwoodiano di due icone come Cary Grant e Clark Gable, regalato all'icona del fashion newyorkese Carrie di Sex and City l'abito (sfortunato) per convolare a nozze con l'amato Big, madame Viv è scesa in strada, ha respirato le atmosfere dei vicoli metropolitani senza casa e si è lasciata affascinare dalla cultura dei nomadi. Cosa non gradita a tutti.

continua a leggere

 
Di Fabrizio (del 23/06/2008 @ 08:47:39, in Italia, visitato 1736 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

La Federazione Rom e Sinti insieme promuove per il giorno 10 Luglio 2008 a Roma alle ore 14.00 al Foro Boario del Quartiere Testaccio (a 700 metri dalla stazione Piramide della Metro linea B) l’assemblea pubblica:

"Dosta… Basta … manipolazione e autoreferenzialità. Rom e Sinti: dialogo diretto e ruolo attivo",

INVITA a partecipare Rom e Sinti, gli amici di Rom e Sinti, la società civile ed i cittadini dell’Italia multiculturale e solidale per dire BASTA! … alla discriminazione razziale verso Rom e Sinti, per CHIEDERE la piena applicazione delle norme e dei principi Costituzionali, Europee ed Internazionali, il rispetto della legalità e la sicurezza per tutte le persone, nessuno escluso.

Individuare nelle minoranze Rom e Sinte il nemico da prendere come pretesto e colpevolizzare una intera popolazione, accusata di essere pericolosi criminali, ci riporta ai tempi di un nostro funesto passato, quando anche Rom e Sinti hanno ingiustamente pagato con la perdita di vita umane.

La lettura dei dati dal punto di vista mediatico, individuale o politico, incuranti delle conseguenze che le false dichiarazioni e l’agire politico/mediatico hanno nella popolazione, sottolinea come la richiesta di legalità sia una "maschera" che non collega più la causa all’effetto e che genera insicurezza.

L’obiettivo dichiarato sembrerebbe quello di "garantire la sicurezza", ma spesso l’effetto concreto è quello di aumentare inutilmente il tasso di percezione dell’insicurezza e della paura civile senza risolvere il problema in modo responsabile, ma sempre funzionale al proprio tornaconto mediatico, individuale o partitico.

Le minoranze Rom e Sinte non hanno mai chiesto privilegi, ma LA NORMALITA’, cioè i riconoscimenti democratici di minoranza, alla pari di tutte le altre minoranze, ed essere protagonisti pensanti di una sicurezza sociale basata sulla risoluzione non violenta dei conflitti e nelle relazioni sociali e culturali aperte, responsabili e solidali.

La Federazione Rom e Sinti insieme dice BASTA! … DOSTA!...

Dosta! … illegalità, insicurezza

DOSTA! … al comportamento di quei cittadini, quei politici e quei media che ci condannano, NON per responsabilità e colpe individuali, ma per la nostra appartenenza etnica, senza conoscerci

DOSTA! … alle dichiarazioni pubbliche false, diffamanti e discriminanti di tutti i rom e di tutti i sinti, che fanno da detonatore alle tensioni, mettendo in moto una "giustizia fai da te", montata ora dopo ora tra gente esasperata.

DOSTA! … al clima di odio razziale diffuso dai principali media italiani contro le minoranze Rom e Sinte, con mistificazioni e falsità, senza alcun diritto di replica alla rappresentatività Rom e Sinta, alla quale hanno sempre negato la presenza attiva e concesso spazio mediatico a presunti esperti, opportunisti senza scrupoli, che si sono arrogati il diritto di autorappresentare Rom e Sinti

DOSTA! … alle soluzioni "differenziate", segreganti e discriminanti, senza prospettiva di NORMALITA’, subite passivamente da Rom e Sinti

DOSTA! … all’indifferenza verso i Rom immigrati, costretti a fuggire dal loro paese per la guerra, arrivati in Italia da moltissimi anni e ancora oggi sprovvisti di documenti e della cittadinanza Italiana, difficile se non impossibile da ottenere nelle condizioni in cui vivono, soprattutto ora

DOSTA! … ALL’ASSENZA di un dialogo diretto e di un ruolo attivo di Rom e Sinti

DOSTA! … al "lavoro sporco" per frammentare e dividere Rom e Sinti.

DOSTA! … manipolazione, autoreferenzialità, assistenzialismo culturale

La "Federazione Rom e Sinti insieme" INVITA ad aderire e a partecipare all’assemblea pubblica del 10 luglio 2008 a Roma con un caloroso appello:

a Rom e Sinti per rendere visibile la nostra numerosa presenza, per dare voce alle nostre proteste e alle nostre proposte, per farci conoscere direttamente;

a tutte le persone Rom e Sinte che hanno usufruito di corrette opportunità per "farcela", per non essere più costretti a nascondere e rinnegare la propria storia familiare e personale per la paura della discriminazione razziale;

agli amici di Rom e Sinti per sostenere il dialogo diretto ed il ruolo attivo di Rom e Sinti, per dire BASTA! … alle violenze e alle violazioni;

ai cittadini dell’Italia multiculturale e solidale per la piena affermazione dei diritti e dei doveri per tutti, nessuno escluso;

alle organizzazioni della società civile per manifestare solidarietà alla popolazione Rom e Sinta;

alle personalità e gli artisti Italiani ed Europei, per dire con autorevolezza "NO alla discriminazione razziale, SI all’applicazione delle norme e dei principi Costituzionali, Europee, Internazionali.

Federazione Rom e Sinti insieme

Per adesioni: federazioneromsinti@yahoo.it
Per aggiornamenti sull’assemblea pubblica: http://comitatoromsinti.blogspot.com

Programma provvisorio:
1° parte della giornata: assemblea pubblica con interventi diversi
2° parte della giornata: manifestazione culturale

 
Di Fabrizio (del 22/06/2008 @ 13:22:59, in Italia, visitato 1788 volte)

di Roberto Malini

Il caso di Rebecca Covaciu e di suo padre, il missionario cristiano evangelico Stelian, è emblematico del clima che circonda oggi il popolo Rom in Italia. Le segnalazioni di atti di violenza, minacce e insulti razzisti nei confronti di Rom, attuate da cittadini italiani, neonazisti o membri delle forze dell'ordine ("presunti membri" sottolineano le autorità) aumentano ogni giorno. Quando le vittime protestano o reclamano i loro diritti attraverso associazioni per i Diritti Umani o i media, si verificano ritorsioni immediate, sempre più dure. Alcuni Rom, soprattutto romeni, sembrano essersi volatilizzati e le loro famiglie non ne hanno più notizia di loro. Come denunciato dall'europarlamentare ungherese di etnia Rom Viktoria Mohacsi, la pratica della sottrazione dei bambini Rom da parte delle autorità è tuttora in atto e riguarda ormai centinaia di casi. Le madri Rom, che improvvisamente si vedono sottrarre i loro piccoli, tentano in molti casi il suicidio, "anche bevendo benzina o candeggina," ci ha detto un testimone. Pesanti intimidazioni colpiscono ormai anche gli attivisti. "Affiancando il Gruppo EveryOne nelle azioni di supporto alla famiglia Covaciu," ci ha confidato ieri un volontario, "ho vissuto giorni di terrore. Chi tutela i Rom è trattato dalle autorità con ostilità, come se fosse un criminale pericoloso o un favoreggiatore di delinquenti. Viviamo in un regime dittatoriale che sta operando una purga etnica, ma la complicità fra carnefici e media fa sì che la tragedia umanitaria avvenga nell'indifferenza". Per fortuna l'Europa e le Nazioni unite sono molto vicine alla rete antirazzista che si è creata in Italia. Il commissario europeo per i diritti umani Thomas Hammarberg è costantemente in contatto con il Gruppo EveryOne e il Coordinamento Nazionale Antidiscriminazioni e in questi giorni effettuerà un audit presso le Istituzioni italiane per identificare le azioni da intraprendere. Anche il Cerd (Comitato delle Nazioni unite contro la discriminazione razziale) e l'Unicef sono in rete con noi e intendono attuare interventi sia in relazione al caso di Rebecca che in generale per combattere la persecuzione dei Rom. Non dimentichiamo, poi, il sostegno alle campagne del Gruppo EveryOne e del Coordinamento Nazionale Antdiscriminazioni che i radicali e alcuni gruppi politici europei ( ALDE, PSE, Verts/ALE, Gruppo GUE/NGL ecc.) non fanno mai mancare. "La campagna per i diritti del popolo Rom ci vedrà sempre accanto a voi," mi ha assicurato recentemente Marco Pannella. Contemporaneamente, l'europarlamentare Viktoria Mohacsi si impegna con grandi energie per divulgare la realtà di un'oppressione che assume i contorni foschi di un nuovo olocausto. La nuova sinergia con l'Associazione Thèm Romanò (Mondo Zingaro) e la crescita progressiva del Coordinamento Nazionale Antidiscriminazione ci assicurano la possibilità di attuare strategie nazionali e internazionali a 360 gradi. Tornando al gravissimo episodio di persecuzione della famiglia Covaciu, ricordiamo che Stelian è membro del Gruppo EveryOne e che da molte parti questo particolare comincia ad essere associato alle molteplici aggressioni che si sono verificate contro di lui. Minacce gravi e intimidazioni di ogni genere hanno già toccato, ormai, praticamente tutti i membri del Gruppo EveryOne, nonostante il Parlamento europeo abbia intimato agli Stati membri dell'Unione di assicurare un clima di collaborazione intorno alle organizzazioni che operano per i Diritti Umani e di evitare di ostacolare il loro operato, fondamentale in una società democratica. Dopo l'aggressione del 17 giugno e il pestaggio del 19, il giorno successivo, 20 giugno 2008, gli stessi agenti violenti, ancora in divisa e brandendo i micidiali manganelli, sono tornati in Piazza Tirana e hanno setacciato la zona, chiedendo con tono minaccioso ai Rom del posto dove potessero trovare Rebecca. In previsione del nuovo raid, però, il nostro gruppo e i suoi partner milanesi avevano già spostato la famiglia in un luogo sicuro. A tutti gli antirazzisti, un invito a centuplicare gli sforzi, perché l'arroganza e la violenza manifesta da parte degli aguzzini, coperta pervicacemente e acriticamente dalle autorità, non è segno di forza, ma di quel nervosismo incontrollato che appartiene ai vili. Il coraggio non deve venir meno a nessuno, perché se quattro anni fa eravamo in poche unità a fronteggiare gli abusi e i pogrom nei confronti delle famiglie Rom, oggi siamo in migliaia. E se prima la stampa, le televisioni e le radio attuavano una censura totale, riguardo a questo argomento (fatta eccezione per network come radio Radicale, Radio Popolare e IndyMedia), oggi vi sono decine di giornalisti democratici che diffondono regolarmente la cronaca della persecuzione, rompendo la cortina di complicità e silenzio. Nessuno di voi, amici antirazzisti, è solo.

Contatto:
Gruppo EveryOne
Tel. (+ 39) 331-3585406 - (+ 39) 334-8429527
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 22/06/2008 @ 08:57:04, in Italia, visitato 1609 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

BARLETTA, 17 GIU - "Il sentimento per quanto accaduto, qualora le forze dell'ordine accertino che si sia trattato di un atto di violenza, è di dura condanna e biasimo". Così afferma Luigi Terrone, assessore comunale alla sicurezza e legalità del Comune di Barletta, a proposito dell'incendio che nella tarda serata di ieri nel campo nomadi alla periferia della città ha distrutto una baracca temporaneamente disabitata. Un episodio sul quale indagano i carabinieri di Barletta. Se fosse un atto doloso, sarebbe - per Terrone - la prima volta che una cosa del genere accade in 30 anni di convivenza civile e pacifica tra i rom che vivono nel campo e i barlettani: "questo - aggiunge - crea sgomento e preoccupazione". "La città - conclude - deve prendere una posizione univoca e netta perché quelli sono cittadini barlettani e a quanto accaduto va data una spiegazione".

Azdovic Idriz, il capo della comunità Rom che vive nel campo nomadi di Barletta, a Barberini, è convinto che qualcuno abbia dato fuoco alla baracca distrutta dalle fiamme alle 23 di ieri, all'ingresso del campo.

"Li ho visti anche ieri sera quei due, sul loro motorino, come le altre volte, che passano e dicono che devono bruciarci e ci chiamano bastardi e brutti zingari, come hanno visto fare a Napoli. Ieri sera, però, non hanno detto nulla, c'era già il fuoco, li ho visti in lontananza, forse erano venuti a godersi lo spettacolo". La baracca era temporaneamente disabitata e nessuno è rimasto ferito a causa dell'incendio. Anche di fronte al fatto che, secondo i vigili del fuoco, non ci sono elementi certi che le fiamme siano state appiccate, Idriz insiste. "È vero - dice - che non ci sono tracce di un incendio appiccato da qualcuno,- ma le fiamme bruciano tutto ed è difficile, dopo, dire perché c'è stato un incendio, le fiamme non nascono dal nulla". Stamattina Idriz ha avvisato i proprietari della baracca distrutta, una famiglia che ha lasciato Barletta da qualche tempo per andare in Montenegro ma che tra poco sarebbe tornata a Barletta. "Non credevano a quello che gli ho detto - racconta - ora dovranno ricostruire la loro casa: anche quel poco che c'era lì dentro è stato distrutto". Masserizie, tre bombole di gas, quasi esaurite, e altri pochi oggetti erano nella capanna bruciata, niente altro. I vigili del fuoco, che hanno spento l'incendio, sono tornati anche stamane, insieme con i carabinieri di Barletta, per accertare, di giorno, che non vi fossero elementi trascurati nella notte per dire che le fiamme sono riconducibili a qualcosa e a qualcuno, e - a quanto viene reso noto - non li hanno trovati. "Io e la mia famiglia, perché siamo una famiglia - aggiunge Idriz - viviamo qui da quasi trent'anni e siamo benvoluti da tutti, non solo nel quartiere, ma anche a Trani, ad Andria: i nostri figli frequentano le scuole di questa città". "Se a dare fuoco alla nostra baracca sono stati quei ragazzini e sono del quartiere - conclude - io parlerò con i loro genitori, qui ci sono solo amici, e cercheremo di mettere tutto a posto perché questa volta non è successo nulla, nessuno si è fatto male, ma se non fosse andata così come avrebbero potuto stare a posto con la loro coscienza?". La scuola è finita il 10 giugno scorso, e i bambini del campo erano lì stamane. Una piccola si avvicina: "Frequento la terza elementare in via Paolo Ricci - dice - e mi piace scrivere, sono brava". Alla domanda se racconterà in un tema quanto accaduto ieri sera risponde: "Non lo so, che cosa è successo ieri sera?". "Niente - le dice la mamma - niente, dormivi".

 
Di Fabrizio (del 20/06/2008 @ 09:11:32, in Italia, visitato 1659 volte)

Da ChiAmaMilano

Avete sempre voluto presidiare i marciapiedi davanti casa nelle ore notturne, ma con i leghisti "oddio cosa diranno i miei amici cui ho ammannito per anni omelie sulla bellezza del multiculturalismo?!".
Da anni desideravate attendere l’invasione dei barbari asserragliati sul vostro pianerottolo fortificato "ma il verde proprio non mi dona!".

Da tempo volevate ridare una mano di ‘bianco’ al quartiere ma "se poi arriva Borghezio e ci fa pure i complimenti?"

Niente paura con le "ronde democratiche", oggi si può.

Uno strumento efficace e moderno, capace di cavare dall’imbarazzo anche le coscienze più progressiste affinché possano fare il loro dovere, serenamente e pacatamente, per combattere l’emergenza sicurezza che assedia il paese e infesta le strade di borghi e città.

Finalmente si può fare.

Senza complessi di inferiorità, né sensi di colpa. Guardando al futuro e al nuovo clima politico, già si parla delle prossime mosse: quando il Governo, dopo l’esercito, deciderà di schierare Superman e Capitan America, con lo spirito costruttivo volto al dialogo che caratterizza questa tersa repubblica, la proposta democratica sarà coerente e conseguente: Batman e l’Uomo Ragno.

 
Di Fabrizio (del 18/06/2008 @ 10:35:30, in Italia, visitato 1878 volte)

Ricevo da Roberto Malini

18 giugno 2008 - BRUTALMENTE AGGREDITA A MILANO CON LA SUA FAMIGLIA REBECCA COVACIU, 12ENNE ROM VINCITRICE DEL PREMIO UNICEF 2008

GRUPPO EVERYONE: “EPISODIO DI GRAVITA’ INAUDITA. NECESSARIA CONDANNA UNANIME DI ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE E SERI PROVVEDIMENTI CONTRO LA DERIVA RAZZISTA E XENOFOBA IN ITALIA”

E’ accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Gianbellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni. Rebecca, 12 anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all'intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto. Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati. Prima ancora dell'aggressione, l’Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un'infanzia senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a Milano.

Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia.” Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. “L'attuale clima di discriminazione generale e l'atteggiamento ostile delle autorità,” continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni come quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie senza mezzi di sostentamento – proclami che sconcerterebbero qualunque esponente democratico di un Paese civile –, finiscono per fomentare violenze e soprusi ai danni dei più indifesi".

Assieme a EveryOne, anche Santino Spinelli, dell’Associazione Thèm Romano onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per l'intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che imperversa in Italia.

E’ necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 - (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 16/06/2008 @ 10:13:44, in Italia, visitato 1499 volte)

Ricevo da Ivana

Vi informiamo che la seguente lettera, preparata da Jasmina Radivojevic su iniziativa di una ventina di persone, è stata mandata alle varie associazioni, organizzazioni, stampa e altri media, ansa, liste on-line e privati. Vi preghiamo di inoltrarla anche ai vostri contatti. Grazie!

Cari amici,

è terribile quello che deve capitare alle persone all'inizio del Terzo millennio! Sul continente europeo, nel paese fondatore della Comunità Europea.
Quando l'europarlamentare Rom ungherese Viktoria Mohacsi ha obbiettato la mancanza della banca dati riguardante la comunità Rom in Italia, non ha certo pensato a questi risvolti e alla schedatura. Ma alla possibilità di accedere ai fondi EU per l'integrazione dei Rom.

Questa necessità di censire viene strumentalizzata dalle Istituzioni italiane per una aperta discriminazione delle persone, il che è intollerabile. Appartenere ad un'etnia diversa non è ne mai potrebbe essere la prerogativa ne al comportamento deviante ne a quello virtuoso.

Ci troviamo davvero davanti al paradosso che questa situazione possa alimentare:
1) il divario tra Rom e Sinti italiani e Rom di altra cittadinanza o apolidi;
2) il divario tra gli italiani di diverse etnie;
3) la legittimazione del razzismo.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà alle famiglie che sono sottoposte a questa barbarie e diamo pieno appoggio ad una richiesta dell' Osservatore esterno tipo OSCE o di un altra associazione/organizzazione che nutre la fiducia nella popolazione per poter raccogliere i dati anagrafici assieme alle Istituzioni italiane.
Noi siamo indissolubilmente legati alla popolazione Rom, abbiamo sofferto spesso insieme nella storia. Il campo di concentramento di Jasenovac, dove sono morte alcune centinaia di migliaia di persone, è solo uno degli esempi che ci lega per sempre. Anche nell'ultima guerra contro la Jugoslavia, condotta dalla Nato, gli amici Rom e Sinti in Italia erano al nostro fianco a protestare contro la guerra. Molti di loro erano fuggiti dal nostro paese in Italia proprio scappando da questa guerra.
Oggi, in questo momento particolarmente triste per tutti noi nel vedere la storia ripetersi, siamo solidali con i nostri fratelli Rom e Sinti. Oggi noi dobbiamo e vogliamo essere a loro fianco.

Comunità serba di Milano

 
Di Fabrizio (del 16/06/2008 @ 09:37:46, in Italia, visitato 1960 volte)

http://www.redattoresociale.it/

18.09 - 12/06/2008 I dati raccolti dalle Forze dell'ordine durante le operazioni di schedatura nei campi andranno a finire in un archivio speciale. E' quanto emerso dall'incontro tra Michele Tortora, rappresentante del Prefetto, e alcune associazioni

MILANO – I dati raccolti dalle Forze dell'ordine durante le operazioni di schedatura nei campi rom andranno a finire in un archivio speciale, custodito presso la Prefettura. È quanto emerso oggi dall'incontro tra Michele Tortora, rappresentante del Prefetto, e alcune associazioni tra cui Opera nomadi, OsservAzione, Federazione Rom e Sinti insieme, Romanodrom (vedi lancio nel notiziario di ieri).
 
“È una decisione che conferma le nostre preoccupazioni -commenta Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi-. La creazione di un archivio a carattere etnico è un provvedimento di cui non possiamo conoscere il passo successivo”. Amareggiato anche Giorgio Bezzecchi, rom e vice-presidente dell'Opera Nomadi: “Sia io che mio padre Goffredo (ex deportato nel campo di Lipari durante il fascismo, ndr) siamo stati profondamente umiliati -dice-. La mia battaglia continua, anche con l'appoggio di varie associazioni tra cui l'Anpi, l'Unione delle comunità ebraiche italiane e gli ex deportati”.
 
I promotori dell'incontro hanno fatto due richieste al rappresentate del Prefetto: rivedere le modalità con cui viene fatto il censimento nei campi e coinvolgere preventivamente le associazioni che operano nei campi e i rom. La risposta è attesa entro due o tre giorni. Alla discussione hanno partecipato anche alcuni esponenti politici tra cui l'eurodeputato Vittorio Agnoletto e il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Luciano Muhlbauer. “Lunedì presenterò un'interrogazione alla Commissione europea -ha detto Vittorio Agnoletto- per sapere se la creazione di un archivio speciale per i cittadini rom è compatibile con la Carta dei diritti dell'Unione”.
 
Al presidio che ha preceduto il confronto in Prefettura ha partecipato anche Giorgio Vallery, ex presidente di Opera Nomadi che negli anni Sessanta e Settanta ha lavorato a Palazzo Marino per la gestione della questione rom. “Il Comune si è fatto sfuggire di mano il problema -commenta-: non lo ha seguito con lo stesso impegno che aveva messo all'inizio quando aveva iniziato un percorso d'integrazione vero”. (Ilaria Sesana)
© Copyright Redattore Sociale

 
Di Fabrizio (del 13/06/2008 @ 09:32:12, in Italia, visitato 1603 volte)

Da ChiAmaMilano

Schedati cittadini italiani la cui unica colpa è di essere zingari

Come su un piano inclinato il groviglio di pubblico panico e speculazione politica scivola senza potersi fermare.

Come su un piano inclinato la discesa comincia in un momento ben preciso ma nessuno sa quando si fermerà.

Come su un piano inclinato la velocità aumenta, pressoché incontrollabile e quanto solo ieri sembrava inimmaginabile oggi è orinaria amministrazione.

Così come è stato ordinario per Palazzo Marino e la Prefettura quanto accaduto alle 5 del mattino di venerdì 6 giugno nel campo nomadi autorizzato di via Impastato, periferia sud ovest della città. Prima dell’alba settanta poliziotti entrano in un campo regolare, abitato da una trentina di sinti italiani per controllarne e fotografarne i documenti. Un blitz degno di miglior causa, un'esibizione muscolare che non si era vista in altre situazioni indubbiamente assai più meritevoli di una così attenta vigilanza.

Sul piano inclinato ordinaria diventa anche l’assuefazione a ciò che invece dovrebbe evocare tetre immagini in bianco e nero e le circolari fasciste per l’internamento degli zingari italiani.

La schedatura di cittadini regolarmente registrati all’anagrafe comunale non ha suscitato, se non per le eccezioni di Caritas, Opera Nomadi, CGIL, Rifondazione comunista e la Consigliera del PD Fracesca Zajczyk, particolare sdegno e preoccupazione.

In un clima dove il vento dell’ossessione securitaria soffia inarrestabile e gli imprenditori della paura fanno ‘affari’ d’oro, era forse inevitabile che si arrivasse anche a questo. Non era però scontato il silenzio quasi assordante di forze politiche che avrebbero dovuto evitare di scivolare lungo la linea di massima pendenza della spirale paura-consenso. Il binomio magico del governo dell’inquietudine contemporanea.

Poco importa che la paura sia la moneta falsa con la quale la politica paga e continuerà a pagare le cambiali protestate delle speranze e dei bisogni cui non ha saputo dare risposta.

 
Di Fabrizio (del 11/06/2008 @ 20:12:02, in Italia, visitato 2406 volte)

Ricevo da Veniero Granacci

From: A.N.E.D. Torino - Cari tutti,
nell'ultima settimana si sono intensificati anche a Torino episodi di intimidazione e sopruso da parte di autorità preposte all'ordine pubblico nei confronti di stranieri. Alcuni di questi hanno avuto spazio sui quotidiani, mentre altri non sono stati resi noti.
Nei confronti dei rom, vi è stata lunedì mattina intorno alle 5 un'irruzione di una sessantina di agenti in tenuta antisommossa nel campo comunale di sinti piemontesi di via Lega. Gli abitanti sono stati fatti uscire dalle loro abitazioni e radunati al centro del campo dove hanno atteso in piedi per ore che venissero fatti i controlli sulle loro identità.

I sinti non hanno voluto coinvolgere i giornalisti e hanno scritto la seguente lettera che ho avuto in dattiloscritto da Secondo Massano, presidente dell'Opera Nomadi di Torino, e che prego di divulgare.
Maria Teresa Silvestrini

"Torino, 9 giugno 2008
Anche a Torino c'è stato un blitz rastrellamento, tipo Milano, nel vecchio campo nomadi di via Lega, datata residenza di un gruppo di sinti piemontesi.
Operazione "antisommossa", all'alba, con spropositati agenti e mezzi agli ingressi nonchè costrizione dei residenti di uscire dalle loro abitazioni per confluire al centro del campo ed essere infine sottoposti a sfibranti controlli personali.
Cose mai viste in un accampamento "regolare", ricco di potenziali indicazioni per ulteriori insediamenti abitativi a misura di cittadini italiani, sì diversi, ma decisamente radicati, dopo molte tribolazioni, sul territorio.
Uomini, donne e bambini del campo ritengono di essere stati bistrattati ed offesi come persone e come cittadini: è anche uno sgarbo alla ospitale città di Torino, "medaglia d'oro" alla Resistenza che ha fatto riacquistare la libertà a tutti i cittadini dopo un periodo oscuro e autoritario decisamente cancellato che non deve mi più ritornare.
Un gruppo di sinti con l'Opera Nomadi"


grazie a Claudio Sommaruga

 

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