Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/07/2008 @ 13:43:42, in Italia, visitato 1834 volte)

Da ChiAmaMilano

Voci e storie dei Sinti italiani che chiedono solo di essere trattati come tutti gli altri cittadini

Noi li chiamiamo zingari, loro ci chiamano gagè: ma la parola ‘zingari’ include un insieme di comunità di diversa provenienza, religione e tradizioni che si riuniscono dando origine a un unico popolo, i rom. Un popolo che viene da lontano, dall’India del Nord, tra la valle dell’Indo e le pendici himalayane e parla una propria lingua traslitterata dal sanscrito chiamata "romanès".
In questo gruppo ci sono anche i Sinti, i "rom" del Sind (oggi Pakistan): oggi i Sinti in Italia vivono in comunità sparse in tutta la penisola, costituite per lo più da piccoli gruppi parentali. Sono cittadini italiani e vivono sulla Penisola da oltre mezzo secolo. Le loro attività principali rimangono le giostre, anche nei parchi fissi, e il commercio ambulante. I Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani a tutti gli effetti, e per ribadire il loro diritto ad essere riconosciuti e non discriminati hanno manifestato lo scorso lunedì 7 luglio in piazza San Babila a Milano, contro i provvedimenti decisi dal governo che li vorrebbe sottoporre a censimento, insieme a tutto il popolo rom.

Guarda il video

 
Di Fabrizio (del 11/07/2008 @ 12:49:25, in Italia, visitato 2329 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

"Capire le differenze, valorizzare le diversità". Questo slogan con cui si apre oggi il Meeting di San Rossore, appuntamento annuale dedicato alla lotta al razzismo e ai tanti volti che può assumere. Nell’anniversario del manifesto della razza che fu firmato nel luglio del 1938 proprio in questa località toscana, l’incontro si inaugura con un appello per fermare la deriva che attraversa la nostra società. Tra i primi firmatari il premio Nobel Rita Levi Montalcini, Massimo Livi Bacci, Enrico Alleva, Guido Barbujani, Marcello Buiatti…

I. Le razze umane non esistono. L'esistenza delle razze umane è un'astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla base di pregiudizi secolari.

Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in "migliori"e "peggiori" e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

II. L'umanità, non è fatta di grandi e piccole razze. E' invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. E' vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi d'individui, comunità locali, etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.

III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico. L'analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri "cugini" scimpanzè, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole.

I geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente più simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.

IV. E' ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la "razza ariana", coincidente con l'immagine di un popolo bellicoso, vincitore, "puro" e "nobile", con buona parte dell'Europa, dell'India e dell'Asia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indoeuropee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indoeuropea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che l'Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente.

L'origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell'Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve all'alleato nazista l'identificazione anche degli italiani con gli "ariani".

V. E' una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l'intera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti "barbari", hanno prodotto l'ibrido che chiamiamo cultura italiana.

Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.

VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L'Italia come Nazione si è unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, è quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio "incrociandoci" fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente "purezza del sangue" la "nobiltà" della "Nazione" significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli abitanti dell'attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di culture.

VII. Il razzismo è contemporaneamente omicida e suicida. Gli Imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati.

Così è avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo è suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all'odio indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più ristretta della "normalità". Colpisce quelli che stanno "fuori dalle righe", i "folli", i "poveri di spirito", i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all'umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se è capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri "benevolmente disordinati" cervelli.

VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza italiana l'Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che non esiste una "comune razza mediterranea". Per spingere più indietro l'Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro "semiti" e "camiti",con cui più facilmente si può entrare in contatto.

La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall'altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l'origine africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in un'unica razza.

IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti (nessuno è migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così è successo ad esempio con gli Armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi , popoli appartenenti all'Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando è stato possibile, né l'una né l'altra.

 X. L'ideologia razzista è basata sul timore della "alterazione" della propria razza eppure essere "bastardi" fa bene. E' quindi del tutto cieca rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni.

Il "meticciamento" culturale è la base fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione dell'Unione Europea. Un'Italia razzista che si frammentasse in "etnie" separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro.

Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non controllabili perché originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque consideriamo "altro da noi".

 
Di Fabrizio (del 11/07/2008 @ 09:19:55, in Italia, visitato 1639 volte)

ANCHE NOI SIAMO ROM
E I BAMBINI ITALIANI SONO TUTTI UGUALI


La legittima repressione della microcriminalità non può diventare l’alibi delle Istituzioni per lanciare una campagna d’odio verso un’etnia e tanto meno per attuare una “schedatura” su base etnica di persone che non hanno commesso alcun reato, compresi i minori.

Oltre la metà degli appartenenti alle comunità Rom e dei Sinti in Italia sono cittadini italiani e cittadini dell’Unione europea a tutti gli effetti. Sottoporli a schedatura, rilevare le impronte digitali dei loro bambini, vìola apertamente i diritti internazionali dell´uomo, le norme e i trattati dell’Unione europea, la convenzione sui diritti dell’infanzia. E vìola l’art. 3 della nostra Costituzione, che afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Le generazioni uscite dal dopoguerra non avevano mai conosciuto provvedimenti volti a marchiare un’etnia, a sottoporla a schedature indipendentemente dalla cittadinanza.
Perciò non possono non riandare alle testimonianze di tempi lontani e non avvertire tutta la gravità di quanto sta accadendo in una diffusa indifferenza.

E’ nostro dovere etico, civile, spirituale persino, guardare con rispetto ai diritti di tutte le minoranze. Chiediamo perciò ai cittadini democratici e responsabili, a coloro che “sanno”, a coloro che “intuiscono” i rischi della Storia, di opporsi al razzismo e a chi lo fomenta per fini politici. Per fermare subito la catena dell’odio e delle discriminazioni.

Il 14 luglio troviamoci a Milano
dalle 18 alle 20
in piazza dei Mercanti.


Lì ci schederemo tutti. E manderemo le nostre impronte digitali di cittadini italiani al Ministero dell’Interno

PER ADESIONI:
Comitato milanese per la legalità
Arci di Milano

PRIME ADESIONI: ANED, ANPI Comune di Corsico; ANPI Comune di Cesano Boscone, Anpi Comune di Buccinasco, ANPI Comune di Trezzano Sul Naviglio, Sandro Battisti, Lucia Vasini, Francesca Comencini, Carlo Rossoni e Ottavia Piccolo, Anna Bonaiuto, Alessandra Dal Moro , Mimmo e Anna Maria Claps , Alfredo Galasso, Gianni Barbacetto, Chiara Acciarini, Laura Maragnani, Fabrizio Casavola - Redazione di Mahalla, Associazione Le Girandole

 
Di Fabrizio (del 10/07/2008 @ 08:33:57, in Italia, visitato 1848 volte)

Ricevo da Veniero Granacci

C O M U N I C A T O

La presidenza dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) della Lombardia aderisce all’appello lanciato dall’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati) di Roma e di Milano, esprimendo la più ferma riprovazione per il disegno di legge che prevede la schedatura dei Rom e dei Sinti presenti sul territorio italiano, tramite la rilevazione delle impronte digitali.

Il provvedimento si presenta ancora più odioso e inaccettabile, perché rivolto anche ai bambini e a tutti i minori che, finora, anche se privi di documenti, hanno potuto frequentare la scuola pubblica del nostro Paese. Il progetto di schedatura è, oltre tutto, in totale contrasto con la Convenzione internazionale per i Diritti del Fanciullo promulgata nel 1989 dall’ONU e ratificata dallo Stato Italiano.

La presidenza dell’ANPI della Lombardia è grandemente sensibile al problema della sicurezza e della serenità dei cittadini e non è dunque contraria alla individuazione delle persone sorprese a commettere reati, italiani o stranieri che siano, per rendere più difficile la loro reiterazione e più efficace il contrasto alla criminalità. Ma questo non ha nulla a che vedere con la schedatura di due intere comunità, bambini compresi.

Questo è un segno intollerabile di discriminazione e di criminalizzazione PREVENTIVA nei confronti di tutto un popolo, a prescindere dalle responsabilità accertate dei suoi singoli componenti.

Cose di questo genere si sono già viste ed hanno segnato alcuni tra i periodi più bui della storia dell’umanità, da ultimo quello nazifascista.

Chi prova sollievo o indifferenza, perché questa volta non tocca a lui, sbaglia grandemente.

La presidenza dell’ANPI lombarda fa appello alle forze politiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni, a tutte le cittadine e i cittadini della nostra Regione per una netta condanna del provvedimento.

Nel caso che questo provvedimento venisse approvato, l’intera presidenza regionale dell’ANPI Lombardia chiede di essere schedata insieme ai Rom e ai Sinti.

PRESIDENZA ANPI LOMBARDIA

Angelo Chiesa

Franco Forlani

Tullio Montagna

Isa Ottobelli

Lino Pedroni

Antonio Pizzinato

Ornella Ravaglia


Milano, 9 luglio 2008

 

Ricevo dall'Opera Nomadi di Padova

Padova, 3 luglio 2008: La schedatura con il rilevamento delle impronte digitali su base etnica degli adulti va contro la Costituzione Italiana, (in particolare vìola gli artt. 2, 3 e 6), contro la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (in particolare artt. 1,3,7) e quella dei minori di 18 anni non tiene conto di alcuni principi fondamentali della Convenzione Internazionale dei diritti del Fanciullo ratificata dall’Italia nel 1991, in particolare vìola gli artt. 2 e 3 comma 1. Inoltre, più volte il Ministro Maroni ha dichiarato che il provvedimento è in linea con il regolamento della Comunità Europea n° 380\2008 che prevede l’identificazione biometrica di adulti e   bambini dai sei anni in su. In realtà tale regolamento ha lo scopo di identificare le persone di paesi terzi, al fine di rilasciare il permesso di soggiorno e impedire l’uso fraudolento di tale documento (considerazioni 3 e 7 del  Regolamento). L’utilizzo di questi metodi non riguarda il censimento né, tanto meno, garantisce la protezione dal degrado e neppure incentiva la  scolarizzazione dei minori. Quindi le misure previste dal Ministro Maroni sarebbero compatibili con la normativa europea solo nel caso in cui si intendesse dare il permesso di soggiorno agli individui schedati.

Il rilevamento delle impronte è un atto di violenza e di razzismo perpetrato nei confronti degli adulti e dei bambini che ci riporta al fascismo. Il governo si sta accanendo contro i Rom e i Sinti pretendendo di schedare tutti compresi gli italiani ormai da decenni. Domani, seguendo la stessa logica razzista, il governo potrebbe allargare la schedatura a tutti i bambini gagè perché molti di essi, presenti nel territorio italiano, verrebbero ritenuti in pericolo e a rischio di devianza, perché, ad esempio, figli di camorristi e-o di di mafiosi. Ciò che invece dovrebbe essere attuato è un’indagine conoscitiva qualitativa e quantitativa, mantenendo l’anonimato, dei Rom e dei Sinti presenti nel territorio, un progetto sociale per  permettere di conoscere soprattutto il numero dei bambini che evadono l’obbligo scolastico e, in base a questo, poter avviare progetti di integrazione e scolarizzazione. Per anni in tutto il territorio italiano, nessun governo - (tranne durante il breve periodo del governo Prodi) - si è mai occupato seriamente dei piccoli rom e sinti : bambini fantasma senza nessun diritto, soprattutto per ciò che riguarda la salute e l’istruzione.  Ora ci si accanisce contro di loro con misure repressive senza invece impegnare risorse economiche e finanziarie per progetti di scolarizzazione e per favorire le famiglie ad abitare in condizioni dignitose, ad uscire dai campi nomadi e avere accesso alle risorse, superando la logica assistenziale a cui da sempre sono stati abituate.

Una situazione, quella dei campi nomadi, innaturale per molti Rom e Sinti, che ha portato ad enormi sperperi di denaro pubblico, dato anche alle associazioni, per la gestione dei mega ghetti/campi nomadi che non hanno mai permesso e che non permetteranno mai a queste persone di realizzare un percorso autonomo e responsabile che li metta in condizione di divenire cittadini attivi con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta. Non c’è mai stata la volontà politica di puntare sull’accoglienza di una popolazione che rappresenta lo 0,3 % del totale dei residenti e si preferisce usare metodi repressivi.  Un disegno politico che, per distogliere la popolazione dal disagio quotidiano provocato da problematiche veramente gravi, quale quello dell’aumento esponenziale del costo della vita (stipendi, pensioni, casa, ambiente….), si ripropone, con un’operazione di carattere ideologico, facendo diventare i Rom e i Sinti il capro espiatorio del malessere diffuso. E perché proprio contro Rom e Sinti? perché da sempre sono stati discriminati, da sempre sono stati vittime del razzismo soprattutto durante la seconda guerra mondiale, eliminati nei campi di sterminio dai nazisti, assieme agli ebrei ed agli antifascisti, pur essendo essi l’unico popolo ad essere contrario da sempre alla guerra tanto da venir oggi proposti  da alcuni intellettuali per il premio Nobel per la pace.

Sappiamo tutti che nessuno nasce con il pregiudizio - (questo viene invero trasmesso da padre in figlio) -, e che alla sua base sta soprattutto la mancanza di conoscenza; esso può ridursi solo col buon senso ed anche, e soprattutto, con la volontà politica, con messaggi istituzionali forti che permettano alla società maggioritaria una conoscenza più approfondita di quelli che vengono presentati come diversi : ebrei, rom, musulmani, e lo straniero in genere.

Riguardo i recenti fatti di Verona, ribadiamo la condanna contro chiunque sfrutti i deboli: bambini, donne.  Chi agisce in questo modo si pone contro la legge e va perseguito sia esso rom/sinto o gagè, italiano o meno; i bambini devono essere salvati da ogni situazione di sfruttamento, non solo economico ma anche sessuale da parte di chiunque.

Prime iniziative a seguito dell’appello

Venerdì 11 luglio conferenza stampa degli aderenti all’appello presso “Sala Gruppi” Comune di Padova ore 13.00.

Sabato 12 luglio alle ore 12.00 Sit-in davanti alla Prefettura di Padova in cui si inviteranno i cittadini democratici a lasciare le impronte digitali in risposta al succitato decreto Maroni ed in oltre si distribuirà materiale informativo sul tema dell’integrazione;

Opera Nomadi di Padova

inviate la vostra adesione a questo indirizzo di posta elettronica:

operanomadipd@yahoo.it - operanomadi.padova@tiscali.it

oppure inviando un commento sui blog:

Opera Nomadi Padova

Romano Lil

Grazie a tutti.

 
Di Fabrizio (del 09/07/2008 @ 10:43:15, in Italia, visitato 1478 volte)

Ricevo da Andrea

Nell'Italia del 2008, il ministro degli Interni ordina alla polizia di sfondare le porte delle case e tirare giù dai letti uomini, donne e bambini per allinearli contro i muri, fotografarli e prender loro le impronte digitali.

A chi dice che tutto questo ricorda anni oscuri, il ministro risponde che schedare un'intera popolazione è normale se serve a proteggerla da se stessa, perché evidentemente pensa ad una popolazione geneticamente criminale.

Al cospetto di tanta imperturbabile razionalità indignarsi non basta: occorre riuscire a fermare le schedature di massa, per impedire che il nostro futuro ci riservi gli stessi incubi di quel passato che tutti abbiamo giurato di non voler rivivere mai più.

Venerdì 11 luglio
Largo Saluzzo - San Salvario

Dalle 17,30
Presidio di fronte alla sede della Lega Nord:
«No alle schedature di massa!»

Ore 19
Aperitivo e buffet in piazza.

Dalle 20,30
Assemblea pubblica:
«Opporsi alle schedature di massa è possibile.»
Interverrà l'avvocato Simone Bisacca, con una relazione sul tema: «Cavie umane. Le impronte dei minori Rom come esperimento di controllo sociale generalizzato.»

A seguire, proiezione.
Lo Sterminio nazista degli Zingari.
Alcuni brani tratti dal documentario «A forza di essere vento».

In caso di pioggia – dopo il presidio in largo Saluzzo – ci si trasferisce in piazza Madama Cristina

A cura dell'Assemblea antirazzista di Torino

Per info:
assembleaantirazzistatorino@autistici.org
338 6594361

 
Di Fabrizio (del 08/07/2008 @ 19:46:54, in Italia, visitato 1439 volte)

Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer

Apprendiamo dalle agenzie di stampa che la Lega Nord ha oggi depositato in Consiglio regionale un progetto di legge teso ad abrogare interamente la legge regionale n. 77 del 1989 “Azione regionale per la tutela delle popolazioni appartenenti alle etnie tradizionalmente nomadi e seminomadi”, senza peraltro avanzare una proposta alternativa.

Leggiamo poi con stupore che la Lega accusa la legge di aver “fallito ogni obiettivo di integrazione” e di essere “rimasta praticamente sulla carta”. Beninteso, su quest’ultima considerazione siamo totalmente d’accordo. Peccato però che la Lega si dimentichi di dire perché la legge è inapplicata da lunghi anni.
Infatti, da tempo immemorabile e almeno due volte l’anno, in occasione delle sedute consiliari dedicate al bilancio e all’assestamento di bilancio, Rifondazione Comunista e gran parte delle opposizioni presentano regolarmente lo stesso ordine del giorno che chiede di rifinanziare la legge n. 77. E con altrettanta regolarità la maggioranza di centrodestra che governa la Lombardia vota contro, spesso con l’aggiunta di proclami tipo “neanche un euro per gli zingari”.

In altre parole, l’applicazione di una legge regionale pienamente vigente è boicottata dagli stessi partiti che governano la Regione, cioè Forza Italia, Udc, An e Lega, e così da lunghi anni il bilancio non stanzia nemmeno un singolo euro, con l’ovvia conseguenza che i Comuni non hanno mai ricevuto i fondi che la legge regionale prevede.

Ma Lega ha fatto anche di meglio. Proprio alcuni mesi fa, l’assessore leghista Boni aveva inserito surrettiziamente nell’ultimo pacchetto di modifica della legge regionale sul governo del territorio l’abrogazione dell’articolo 3 della legge n. 77, che con l’urbanistica c’entra un fico secco. E l’articolo poi abrogato era proprio quello che prevedeva cosucce come l’obbligo di favorire la “sedentarizzazione dei nomadi”, di “evitare qualsiasi forma di emarginazione urbanistica” e di “facilitare l’accesso ai servizi e la partecipazione dei nomadi alla vita sociale”. Insomma, parlava di inclusione e integrazione.
Complimenti! Prima si impedisce l’applicazione della legge e poi la si vuole cancellare del tutto perché non funziona, dicendo che è colpa dei rom che non vogliono integrarsi.

Siamo davvero nauseati di fronte a questo gioco delle tre carte sulla pelle delle persone, di cui la Lega è ormai diventata maestra. E auspichiamo con tutto il cuore che questa volta anche il Pd regionale trovi la lungimiranza di battersi insieme a noi contro questo festival dell’ipocrisia e della menzogna, rinunciando una volta per tutte a praticare la rincorsa del peggio alla maniera di Penati.

 
Di Fabrizio (del 08/07/2008 @ 14:25:25, in Italia, visitato 2389 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Lettera Aperta
Signor Presidente della Repubblica
Giorgio NAPOLITANO
Palazzo Quirinale
00187 Roma

Eccellentissimo Signor Presidente,

Mia figlia Mirka è nata in Italia tre anni fa. Tra qualche settimana, come a tutti gli altri bambini e bambine rom e sinti le verranno prese le impronte digitali. Lo farà lo Stato italiano, in maniera preventiva perché, secondo questa disposizione, lei per ragioni biologiche è una futura potenziale delinquente. Ha soltanto tre anni, e scelgo di astenermi del sottolineare il dato relativo alla nostra nazionalità, dato del tutto irrilevante, visto che si tratta di una schedatura “etnica” che evoca le pagine più triste del novecento europeo.

Chi di noi riesce a trovare un'occupazione, lo fa al prezzo di dover nascondere la propria identità, la propria storia. Mantenere un posto di lavoro o trovare un appartamento in affitto ci impone la rinuncia a ciò che intrinsecamente siamo, al costo di mortificare all'infinito la nostra dignità. Ci umilia e ci fa vergognare davanti ai nostri figli e alle nostre figlie.

Gli strumenti normativi sono dei punti arrivo che creano effetti materiali a volte devastanti. La responsabilità della politica sta nel non risparmiare sforzi nel dare risposte a ciò che il cosiddetto “popolo” invoca a gran voce: la sicurezza. Ma parliamo di un popolo vittimizzato più dai discorsi e della costruzione e uso politico della paura. Identificare un intero gruppo come la minaccia al quieto vivere degli “indifesi cittadini”, può dare consenso politico; ma allo stesso tempo ci fa tornare indietro nella storia, disumanizza i popoli stigmatizzati fino a legittimare qualsiasi forma e strumento di umiliazione, aggressione e violenza.

L'amplificazione mediatica dei nostri difetti o supposti tali, dei cattivi comportamenti di alcuni di noi, sono il pretesto per la demonizzazione, figlia dei peggiori istinti dei cittadini e le cittadine che così si sentono sotto assedio. Il fatto che un telegiornale scelga di utilizzare i primi tre servizi di un'edizione pomeridiana per illustrare le nostre malefatte, rappresenta soltanto un esempio.

Il pogrom di Ponticelli, le aggressioni quotidiane da parte di cittadini aizzati politicamente contro di noi, potrebbero non essere che il preludio di qualcosa di molto peggiore. Tuttavia, sono il razzismo istituzionale, le schedature “etniche”, gli sgomberi generalizzati, le sistematiche discriminazioni della nostra gente, il vero obbrobrio che ci calpesta ogni giorno e che giustifica le più incontrollabili reazioni da parte principalmente degli esclusi, dei penultimi della società, portati a vedere in noi la causa delle mancate risposte dello Stato ai loro bisogni.

Signor Presidente, cosa dovrei dire alla mia piccola? che sarà schedata perché è della “etnia” sbagliata? Diremo ai nostri figli che continuiamo a essere puniti perché viviamo con i topi? Perché siamo ai margini dei diritti?

Sono un pastore evangelico, che vede in ogni persona, come ci insegna La Bibbia, l'immagine di Dio. Forse che qualcuno ha meno l'immagine del Signore di qualcun altro?

Contiamo con il Suo autorevole intervento per fermare questa barbarie che è causa tanta sofferenza, calpesta i principi costituzionali di uguaglianza e soprattutto, costituisce una vera ferita alla civiltà e al diritto.

La saluto con gran cordialità e fratellanza,

pastore Cesare Levak

 
Di Fabrizio (del 08/07/2008 @ 13:25:40, in Italia, visitato 2160 volte)

Ricevo da Agostino Rota Martir

Cari cittadini Italiani,

noi ROM e Sinti in Italia siamo circa 160 – 180 mila di cui almeno la metà sono cittadini italiani presenti sul territorio da secoli. Altra meta Rom Slavi, e Balcani.

Siamo la più grande minoranza in Europa ed in molti paesi, tra cui l’Italia, non siamo neppure riconosciuti come minoranza linguistico-culturale.

Per identificarci viene spesso usato, in senso dispregiativo, il termine “zingari” sinonimo di ladro, sporco e pericoloso per la società.

Per la verità le nostre origini sono lontane, il nostro popolo è partito dall’India, regione Punjab e Sind, nel XII° secolo per iniziare una lunga migrazione che ci avrebbe portato in tutti i paesi del mondo e noi siamo ROM e Sinti.

I Sinti, si sono nel tempo integrati nei paesi ospitanti acquisendone non solo la cittadinanza ma anche la cultura civile e religiosa.

Siamo l’unico popolo che ha in sé rappresentanti di tutte e religioni , islamica (Turchia, Paesi Arabi e Balcani), ortodossa (ex Unione Sovietica) e cattolica (resto dell’Europa)….

Siamo l’unico popolo che non ha mai combattuto per conquistare uno stato e per questo siamo senza una patria, la nostra bandiera raffigura il verde della natura, l’azzurro del cielo (simbolo di libertà) ed una ruota di carro che allude al nostro lungo e perenne cammino.

Partendo dai vari dialetti Romanes è stata codificata un’ lingua romanes che identifichi un unico popolo.Il 8 Aprile 71 a Londra la prima riunione della “International Romani Union”…Dal li si festeggia il Giorno Mondiale dei Rom e Sinti….

Ci siamo riuniti anche sotto un unico inno “gelem gelem” (ho camminato ho camminato).

Siamo stati perseguitati durante il regime nazi-fascista e più di 800.000 Rom e Sinti sono stati sterminati nei campi di concentramento. Anche questo nostro sacrificio è stato del tutto ignorato. Su bimbe Rom di 13/14 ani si faceva la sterilizzazione a VIVO per non far nascere i nuovi bastardi asociali “zingari”. I bimbi Rom gemelli si usavano come cavie per esperimenti del famoso dr.Mengel….; oltretutto, oggi, come se questo non fosse bastato, circola l’idea di prendere le impronte dei bambini Rom e Sinti per il “loro bene….”.

Durante la guerra dei Balcani le nostre case sono state bruciate dai guerriglieri Albanesi, Serbi, Macedoni ( per costruire il grande Albania,Macedonia o Serbia) o bombardate dalle forze NATO e nessuna nuova nazione ricostruita ci ha visto inclusi trovandoci così costretti a subire un nuovo “exodus”. Tantissimi bimbi sono entrati in Italia piccoli; quelli nati qui, vivendo nei campi-ghetto non possono avere la residenza e ora compiuti i 18 anni, mancano i requisiti indispensabili per avere la Cittadinanza Italiana; a questo proposito sarebbe più che mai opportuno proporre un decreto legge per il futuro dei bimbi Rom e Sinti..!

I provvedimenti che il nuovo governo italiano intende prendere a nostro riguardo rappresentano l’ennesima forma di discriminazione di un popolo che già vive ghettizzato. Vi ricordo che noi, scappando dalle guerre, siamo stati costretti a rifugiarci nei così detti “campi nomadi” (pur essendo ormai da tempo stanziali) non avendo la possibilità di essere riconosciuti come profughi e rifugiati.

E’ proprio vero che per aiutare i bimbi Rom, come viene propagandato, si deve partire dal prendere loro le impronte digitali?

Siamo di nuovo ad affermare la favola che i Rom rubano i bambini italiani per cui si rende necessaria l’identificazione tramite l’esame del DNA? Vi ricordo che ci sono tante indagini ma nessuna condanna di questo tipo negli ultimi 20/30 anni.

Si intende schedare anche i bimbi le cui famiglie nel tempo sono uscite dai campi e si sono integrate nella società?

Secondo me esistono altri modi per aiutare i bimbi Rom tra i quali dare una possibilità di regolarizzazione ai loro genitori per attivare un processo di integrazione lavorativa e abitativa; regolarizzazione che preveda anche l’analisi dei casi in cui mancano le documentazioni di provenienza perché “bruciate durante la guerra nei Balcani”; la guerra appartiene non solo alla realtà presente ma anche al nostro passato.

La mia esperienza a Pisa con il progetto “città sottili” mi dice che si può fare………

Dal 1998 al 2008 siamo riusciti a togliere i minori Rom dell’ex Jugoslavia dai semafori e a garantire loro un adeguato inserimento scolastico, sono stati iscritti tutti alla scuola dell’obbligo e più dell’80% frequenta regolarmente anche grazie al sostegno del trasporto scolastico comunale. Non è servito prendere a nessuno le impronte digitali: è stata necessaria la presenza costante degli operatori e dei mediatori sociali del progetto.

Il progetto “città sottili” della città di Pisa ( pur con le sue mancanze ), è riuscito nel processo di integrazione di molte famiglie Rom ma non può da solo risolvere il problema Rom in Italia. Occorrerebbero tanti progetti in tante città d’ Italia simili a questo di Pisa. I fondi Europei per l’integrazione dei Rom e Sinti ci sono ma le organizzazioni italiane li usano poco e male, elaborando organigrammi con tanti “Esperti” che per la verità creano disastri, le cui conseguenze sono poi pagate con la “pelle” dei Rom e Sinti.

Vi voglio ricordare che i finanziamenti per la costruzione del villaggio Rom di Coltano sono per la maggior parte derivati da quei fondi della Comunità Europea destinati specificatamente alla comunità Rom e Sinti in Europa, non possono avere altra destinazione (ad esempio l’acquisto di mezzi per la Polizia di Stato o pista per le biciclette)...

La Federazione Italiana Rom e Sinti chiede alle Autorità ed alle Istituzioni un’attiva collaborazione per trovare un modo migliore di risolvere il “problema” Rom e Sinti.

Sono convinto che esista un’emergenza criminalità originata da organizzazioni malavitose ma sono altrettanto convinto che debbano essere puniti i responsabili e non tutta la comunità cui appartengono. Esiste l’emergenza della cosiddetta “Morte bianca” nei cantieri di lavoro …Anche li muoiono tanti Rom e solo alla morte vengono considerati cittadini dei rispettivi paesi di provenienza, anziché Rom.…Lavoratori che lasciano famiglie e bambini, il cui futuro è scritto nel disegno di legge delle impronte…..

Lancio un appello a tutte le persone di buon senso ed ai rappresentanti delle istituzioni e soprattutto al Papa Ratzinger perché si pronuncino contro la pratica delle impronte digitali dei bimbi Rom.

GRAZIE Etem Dzevat

Consulente Nazionale della Federazione “Rom e Sinti insieme”

 
Di Sucar Drom (del 08/07/2008 @ 11:13:40, in Italia, visitato 1585 volte)

Sucardrom invita tutte le comunità sinte e rom della Lombardia, del Lazio e della Campania a rifiutare un "censimento" inutile, discriminatorio e illegale, primo passo verso l'assimilazione e la distruzione di intere famiglie e comunità.

Sucardrom, insieme all'ASGi e ad altre organizzazioni, sta predisponendo un'azione legale antidiscriminatoria collettiva, per trascinare il Governo italiano in tribunale e ottenere un risarcimento per ogni singolo sinto e rom.

Per informazioni e supporto telefonare al numero 0376 360643.

 

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