Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Da maggio 2005 circa 6.000 post

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Anna Luridiana (del 07/10/2010 @ 09:23:27, in Europa, visitato 2348 volte)

Da British_Roma

Irish Central by Mary Catherine Brouder

Non importa dove vai: nel centro di Dublino o di altre grandi città; troverai quasi sempre persone sedute per strada a elemosinare per sopravvivere. Ci sono giovani scappati di casa, tossicodipendenti, e poi ci sono i Rom, ai quali spesso ci si rivolge come "zingari".

Nonostante il fatto che i Rom generalmente non mostrino dipendenze da droghe, che portino i figli con loro e che mantengano un aspetto curato pur con i loro scarsi mezzi, è proprio di loro che i miei amici e i miei vicini irlandesi si lamentano di più.

Da quando di recente la Francia ha dato inizio alla deportazione di centinaia di famiglie Rom, ho preso parte a non poche conversazioni interessanti.
Alcuni dei miei amici erano, come me, inorriditi da questo provvedimento, ma sono rimasto sorpreso nel vedere che molte persone appoggiano pienamente l'idea delle deportazioni forzate.

Un amico si era lanciato in una tirata sugli orrori dei "gypos". Quando ho insistito perché mi spiegasse da dove proveniva questo suo modo di pensare, decisamente negativo, nei confronti dei Rom (forse un'esperienza personale?), mi ha risposto con il solito: "I Rom sono così rozzi e così ignoranti".
Inoltre, ha spiegato, "I Rom picchiano i loro figli per poter avere maggiori possibilità di raccogliere più denaro dall'accattonaggio".
Aveva qualche prova che supportasse una tale accusa? Nessuna.

A me sembra che crescere per strada un figlio disabile, piuttosto che uno in perfetta salute, richieda logicamente molta più attenzione da parte dei genitori. E, in quanto a ciò, le cure e i trattamenti per tutta la vita non costerebbero ai genitori più di quello che possono sperare di guadagnare chiedendo l'elemosina?

Anche se l'affermazione del mio amico non aveva molto senso, lui aveva un altro motivo per i suoi pregiudizi.
"Quando tu dai loro dei soldi, loro li raccolgono da ogni punto in cui si trovano nella città, e quando fanno ritorno al campo li dividono".
Questo sembra essere un buon senso per gli affari, o almeno fare una buona suddivisione, difficilmente sembra essere una prova di inganno e di innata disonestà, come il mio amico avrebbe voluto farmi credere.

Qualche mese fa, mentre lavoravo a un documentario sui Rom, passai del tempo con loro. Il mio co-produttore ed io abbiamo viaggiato in Ungheria, in alcuni delle più povere e miserabili baraccopoli che avevo mai visto.
E da allora non ho più incontrato persone più desiderose di aprire la porta della propria casa ed il loro cuore a me, un perfetto sconosciuto con una video camera, quanto i Rom di quelle zone.

Tutte le famiglie che abbiamo incontrato ci hanno dato tre baci sulle guance – un'usanza ungherese – e ci hanno offerto caffè e, letteralmente, ogni singolo boccone di cibo che conservavano nelle loro dispense.
Un'anziana signora ci diceva di avere a malapena il denaro sufficiente per comprare fette di pane per sfamare la sua famiglia, e rideva all'idea di avere la possibilità di comprare carne da mettere fra quelle fette. Ci fu un silenzio imbarazzato, pieno di vergogna e di pena, da parte mia e dei miei collaboratori. Avevamo mangiato panini a pranzo e consumato carne ogni sera di quella settimana.

I Rom non solo sono poveri. Vivono in case senza un riscaldamento adeguato, senza elettricità né sanitari.
Vivono in condizioni che nessun essere umano dovrebbe sopportare, e non vi sarebbero costretti se fossero qualcosa d'altro di un comodo capro espiatorio per i problemi finanziari dell'Europa.

Ho incontrato il Prof. Jack Greenberg, un avvocato che si è battuto per i diritti civili in Sud Africa durante l'apartheid.
In questi anni il professore, ha anche visitato diversi campi Rom e i territori circostanti.
Egli descrive le condizioni di vita dei Rom come peggiori di quelle viste nelle bidonville del Sud Africa.

I Rom più fortunati se ne vanno dai luoghi dove storicamente sono stati in schiavitù, hanno subito genocidi, discriminazioni, emarginazione, per iniziare una nuova vita in posti come la Francia o l'Irlanda. E quando arrivano devono lottare per ogni centesimo raccolto.
E' vero, molti sono aggressivi quando chiedono soldi o cibo. Anche io ho avuto qualche esperienza spiacevole con i Rom, spingendoli via da me quando mi chiedevano l'elemosina o quando rispondevano con ingratitudine alla mia offerta. Ma mi sono sempre domandata quanto prepotente sarei io se dovessi dipendere dalla carità altrui per nutrire i miei figli.
Penso che combatterei con le unghie e con i denti per ottenere tutti i soldi possibili dal mio prossimo. Probabilmente non sarei tanto educato se vedessi la gente attorno a me sprecare cibo e indossare abiti costosi, mentre io passo i miei giorni preoccupandomi che la mia famiglia non vada a dormire affamata.

Qualche giorno fa ho incontrato un Ungherese che vive in Irlanda. Così gli ho raccontato del viaggio che ho fatto nella sua terra per documentare le condizioni di vita del popolo Rom. L'espressione del suo viso è cambiata in una smorfia di disgusto.
"I Rom?" ha detto sbuffando. "Sei mai stato in una prigione in Ungheria?".
Beh, no.
"Le prigioni sono piene di Rom".

Ho cominciato a parlare di come un retaggio di povertà, di discriminazione e di emarginazione porti all'abbandono della speranza, e di come spesso questo conduca a compiere crimini. Lui mi ha interrotto.
"Là la polizia ha paura ad arrestare chiunque, perché quelli dicono: Hey, mi stai arrestando perché sono Rom?".
Ha sottolineato questa sua affermazione con un'imitazione soddisfatta di una persona che si gioca la carta del "povero me".

Ci ho pensato su un momento, quindi ho realizzato che ciò non aveva alcun senso.
Così gli ho chiesto: "le prigioni sono piene di Rom, oppure i poliziotti hanno paura ad arrestarli? Non possono essere vere le due cose".
Non mi ha risposto.

Lui, come milioni di altre persone nel mondo, è stato nutrito con un mucchio di sciocchezze sulle persone diverse da lui, ed essendo incline a disprezzare ciò che non gli è familiare, fornisce qualunque giustificazione per supportare le sue teorie.
Anche quando queste sono letteralmente contraddittorie e illogiche.

La discriminazione non è mai logica. E nemmeno accettabile.

 
Di Fabrizio (del 06/10/2010 @ 09:33:21, in Europa, visitato 1528 volte)

Osservatorio Balcani e Caucaso

Rom (foto Francesco Paraggio /flickr)

Mustafa Canka | Ulcinj 27 settembre 2010
Anche il Montenegro sloggia i rom. Il comune di Podgorica ha comunicato che verranno demoliti due quartieri alla periferia della città dove vivono circa 2.500 profughi rom provenienti dal Kosovo. Il parallelo con la Francia e le reazioni del Consiglio nazionale dei rom e degli egiziani

"La cosa che più ci preoccupa è che nemmeno nelle note si parla di una soluzione alternativa per queste persone", dicono al Consiglio nazionale dei rom e degli egiziani del Montenegro.

Il vicepresidente dell'organizzazione, Muhamend Uković, ha dichiarato ad Osservatorio Balcani e Caucaso che è sintomatico che questa azione del governo di Podgorica sia stata decisa proprio dopo il trasferimento di centinaia di rom dalla Francia. "A noi sembra proprio un'azione sincronizzata, che ha come scopo far ritornare tutti i rom da dove sono venuti. Ci aspettiamo che i rappresentanti del governo montenegrino si esprimano sulla questione, perché se il quartiere dei profughi ‘Konik' viene smantellato, in pratica ciò significa che i rifugiati rom e egiziani dovranno da soli assicurarsi un tetto nel caso volessero rimanere in Montenegro. Se questi sono standard democratici, allora non abbiamo proprio nessun commento da fare", ha detto Uković.

Il quartiere dei profughi "Konik" si trova nella periferia della capitale montenegrina. Qui, in baracche provvisorie e in condizioni estreme vivono oltre duemila profughi rom provenienti dal Kosovo, giunti in Montenegro nel 1999. Nelle vicinanze del campo vivono anche un centinaio di rom con domicilio. Tutti però vivono sull'orlo della soglia di sopravvivenza, mentre gli aiuti delle organizzazioni umanitarie montenegrine e internazionali sono praticamente esauriti. Per sopravvivere, i profughi sono costretti a fare quei lavori che la maggior parte dei cittadini del Montenegro rifiuta di fare.

La maggior parte dei rom, arrivati in Montenegro 11 anni fa, si sono in seguito trasferiti in altri paesi dell'Europa occidentale oppure sono tornati in Kosovo. Ultimamente, però, il processo dei ritorni è diventato più difficile.

"Per questo la decisione del governo di Podgorica di demolire questi due campi è preoccupante e estremamente disumana", sostiene il redattore del settimanale indipendente "Monitor" Veseljko Koprivica e aggiunge: "I rom e gli egiziani per la seconda volta diventano vittime di chi ha il potere di decidere sul destino altrui. Prima queste persone sono state vittime della guerra, fatto che li ha portati a Podgorica, ora di nuovo saranno dei senzatetto perché, per quanto si sa, il governo di Podgorica non offre alcuna soluzione alternativa per la sistemazione delle 300 famiglie di questo quartiere".

Recentemente il governo montenegrino ha adottato un piano d'azione col quale prevede di risolvere entro la fine dell'anno prossimo lo status dei circa 10mila rifugiati kosovari presenti in Montenegro.
Per questo Uković chiede di risolvere il prima possibile il problema dei profughi rom del Kosovo con accordo con tutte le parti. "Noi non vogliamo pregiudicare alcun tipo di soluzione, ma non dobbiamo dimenticare il fatto che si tratta di persone che in Kosovo hanno perso tutto quello che avevano. Perciò crediamo che sia necessario condurre un dialogo basato sugli standard democratici e sulle convenzioni internazionali sui diritti umani. I rom e gli egiziani fuggiti dal Kosovo non devono essere una preoccupazione esclusiva delle istituzioni montenegrine, ma anche di quelle internazionali e kosovare, perché si tratta di cittadini del Kosovo", ritiene Uković.

Al Consiglio nazionale dei rom e degli egiziani si aspettano che il governo montenegrino, comunque, non permetterà al comune di Podgorica di demolire i due campi profughi, e pensano inoltre che una richiesta del genere arriverà anche dall'Unione europea.

Secondo le parole del capo dell'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati a Podgorica (UNHCR) Serge Ducas, il problema dei campi profughi di "Konik" non è soltanto un problema del comune di Podgorica, del governo montenegrino oppure delle organizzazioni internazionali. "Tutti noi dobbiamo metterci al tavolino per trovare una soluzione", ha ribadito Ducas.

"L'amministrazione di Podgorica legittimamente chiede la restituzione dei terreni dove sono situati i campi, per i motivi urbanistici e per lo sviluppo della città. Dall'altra parte, però, il Montenegro ha degli obblighi verso queste persone, ma anche verso la comunità internazionale, quindi tutti insieme dobbiamo trovare un luogo alternativo e la soluzione della questione", ha dichiarato il responsabile dell'UNHCR di Podgorica, concludendo che non ci si può aspettare che più di un quarto dei profughi rom dei campi profughi di "Konik" torni in Kosovo di sua spontanea volontà.

 
Di Fabrizio (del 06/10/2010 @ 09:11:33, in Europa, visitato 2419 volte)

Da Romanian_Roma

SETimes.com

I Rom di Romania necessitano di una miglior rappresentazione politica e di un efficace movimento civico, dice a SETimes l'attivista Margareta Matache.
By Paul Ciocoiu for Southeast European Times in Bucharest

Margareta Matache parla con Paul Ciocoiu, corrispondente del SETimes. [Victor Barbu/SETimes]

27/09/2010 - Margareta Matache è direttrice esecutiva del Centro Rom per l'Intervento e gli Studi Sociali (CRISS). Ha parlato con SETimes sulla polemica in corso riguardo alle espulsioni francesi dei Rom, sul progresso dell'integrazione in Romania e gli ostacoli che restano.

SETimes: Descrivi CRISS e le sue attività.

Margareta Matache: CRISS è un'organizzazione per i diritti umani fondata nel 1993 per difendere e promuovere i diritti dei Rom. Le priorità di CRISS sono [ottenere] l'accesso alla sanità ed all'istruzione, ma abbiamo anche un dipartimento ricerca ed offriamo consulenza legale nei casi di discriminazioni, abusi e violenza.

Alcuni casi vengono adoperati per far pressione nel cambiare le leggi. Per esempio, nel 2003, contro la segregazione nelle scuole, dove i bambini rom erano spostati in classi o edifici separati. Nel 2007, dopo un colloquio con noi, il ministero dell'istruzione ordinò la desegregazione delle scuole.

CRISS lavora con organizzazioni partner locali in Romania, che abbiamo aiutato nello sviluppo. Di solito viviamo delle donazioni delle ambasciate, ma lavoriamo anche in partnership con l'Open Society Institute e Central East European Trust.

SETimes: Puoi commentare sulle "misure di sicurezza pubblica" delle autorità francesi, culminate con le espulsioni dei gruppi rom?

Matache: Osserviamo due serie di misure. La prima, il programma di rimpatri volontari che la Francia ha sviluppato per diversi anni, prima dell'1 settembre. E' una forma camuffata di espulsione tramite denaro - 300 euro per adulto e 100 euro per bambino - una compravendita del diritto di movimento.

Esaminiamo anche i programmi economici di cui i rimpatriati potrebbero essere parte. Avrebbero dovuto ricevere 3.500 euro per iniziare un'attività, ma in molti casi non sono nemmeno stati informati. Abbiamo persino scritto un rapporto nel 2008 dopo una visita in Francia e nella regione di Timisoara, dove ai Rom fu promesso che sarebbero stati inclusi nel programma.

Secondo, esaminiamo le violazioni della Francia dopo settembre della legge comunitaria e dei principi e valori europei - per esempio, le impronte digitali dei Rom espulsi. Alcuni lo accettano liberamente perché [attraverso le pressioni] non è difficile ottenere il consenso.

Funziona così: all'inizio la polizia francese ammonisce i Rom che demoliranno il loro campo entro una settimana e li espelleranno se non se ne andranno. Pochi giorni più tardi, i funzionari dell'immigrazione informano i Rom che li pagheranno per partire e - possibilmente - essere messi in lista di un programma di reinserimento. I Rom sono d'accordo per ottenere alcuni benefici, invece di essere sgomberati brutalmente, con le loro baracche demolite.

SETimes: La Francia sostiene di aver anche intrapreso misure per proteggersi da pratiche illegali, come il traffico di persone.

Matache: Ci sono dei Rom coinvolti nel traffico di persone così come Rom che ne sono vittime - e non solamente in Francia. Non penso che le soluzioni risiedano nel restringere i diritti di una comunità etnica, ma nelle leggi francesi e degli altri paesi. Ci sono leggi che affrontano crimini come il traffico di persone.

SETimes: Ogni caso di infrazione della legge può essere trattato individualmente?

Matache: Infatti, è ciò che prevede la direttiva europea sulla libertà di movimento ed è così in tutto il mondo. la criminalità viene giudicata individualmente.

SETimes: Quale paese porta le maggiori responsabilità riguardo la questione rom?

Matache: I Rom sono cittadini rumeni e le maggiori responsabilità ricadono sulla Romania. Prima dell'accesso nella UE del 2007, quando era monitorata da vicino, Bucarest si sforzava di convincere la UE che il processo d'integrazione dei Rom stava progredendo. Dopo il 2007, la questione rom è diventata visibile in tutta Europa.

Mentre la Francia è molto concentrata nell'espellere i Rom e la Commissione Europea ha autorizzato la discussione del documento sui Rom, le autorità rumene sinora non hanno familiarità con i problemi della comunità e non hanno ancora fissato la loro mente a risolverli.

L'argomento che i Rom non siano un problema nazionale ma europeo è andato avanti per anni in Romania. Questo perché non abbiamo rappresentanti né a livello politico o nelle organizzazioni rom internazionali che sono capaci di negoziare col governo.

Comunque, trovo strano che la Francia decida sugli affari interni della Romania - la nomina di un segretario di stato rumeno sui Rom è avvenuta su richiesta della Francia. Entrambe sono membri UE ed hanno pari diritti, ma qui la Francia impone la propria volontà.

SETimes: Non sono i leader rom che dovrebbero mediare e razionalizzare il processo di integrazione?

Matache: Ci sono grosse discrepanze sul modo in cui i leader rom affrontano l'integrazione nelle numerose comunità rom sparse nel paese. Incontro leader locali ce esercitano il controllo sulla comunità. ma preferiscono nascondere i problemi o non porvi interesse, a causa della loro posizione nei municipi o nelle prefetture, dove agiscono in qualità di esperti.

Dato che sono una singola persona in un grande sistema, è più facile cercare di mantenere il proprio incarico ed ignorare i problemi dei Rom. Durante un conflitto tra Rom e Rumeni in Transilvania, nessuno della comunità rom riconobbe la propria rappresentante presso la prefettura quando si presentò, perché non era mai stata là.

Ci sono leader rom che hanno ottenuto rispetto tanto dalle autorità locali che dalla comunità. Ma soprattutto, manchiamo di leader forti, specialmente nella politica. Per esempio, non ci sono state reazioni nel parlamento rumeno riguardo ai recenti sviluppi in Francia, o in Italia un anno fa. Includo qui anche le istituzioni collegate come l'Agenzia Governativa Nazionale per i Rom.

Su 200 organizzazioni rom, solo 20 sono attive. Alcune sono state create da leader che le chiamano "la mia organizzazione" e la usano per auto-legittimarsi nelle loro relazioni con le autorità locali, ma non investono nelle persone o generano programmi.

C'è sempre chi accetta cosa dice e cosa fa il governo. Le autorità presto hanno capito che era facile dividerci. Possiamo generare unità attorno alla lingua romanì, per esempio, nonostante il fatto che in seguito al comunismo quasi il 40% non lo parla più. La storia rom potrebbe anche generare unità, ma dev'essere inclusa nel libri di storia rumeni.

Non abbiamo un'agenda politica, i Rom non sono motivati a votare per un politico rom, è per questo che c'è un solo rappresentante rom in parlamento.

A livello locale, c'è un desiderio generale di tenere dipendenti i Rom perché, da un punto di vista elettorale, sono comprabili molto facilmente ed a buon mercato. In breve, il problema riguarda la rappresentanza e la creazione di un vero movimento civico rom. Finché non avremo dei buoni negoziatori, il governo non si preoccuperà di integrarci.

SETimes: Come rispondete ai pregiudizi della maggioranza verso i Rom nella loro integrazione?

Matache: Oltre alle campagne TV dirette alla maggioranza per mostrare i Rom in maniera differente, abbiamo organizzato attività di strada come il "razzistometro" quando abbiamo usato apparecchio per la misurazione della pressione sanguigna, mentre ponevamo domande sui Rom. Ovviamente, l'apparecchio è stato usato simbolicamente, ma le domande erano ben calibrate.

Dopo anni di campagne, abbiamo concluso che la gente ama gli spot TV o visuali, ma è molto difficile influenzare la mente del Rumeno medio. Alcuni pregiudizi derivano dalla mancanza di informazione. Alcuni Rumeni non hanno mai incontrato un Rom, o li hanno solo visti mendicare, offendendoli per strada. Questo si ferma nelle loro menti e diventa un punto di riferimento per i Rom in generale. Ma se noi riduciamo il milione e mezzo di Rom in Romania solo a quelli [svantaggiati] che sono visibili, non sapremo creare e sviluppare politiche di integrazione.

Il cambio di mentalità inizia con l'istruzione. Fintanto ci sarà una forte diversità culturale nelle scuole rumene, la maggioranza non potrà pensare ai Rom diversamente.

 

29 settembre 2010 - Presentato il Rapporto "Benvenuti da nessuna parte: stop ai rimpatri forzati dei rom in Kosovo".

Benvenuti da nessuna parte: stop ai rimpatri forzati dei rom in Kosovo è il nuovo Rapporto presentato da Amnesty International sulla violazione dei diritti umani dei rom kosovari e delle altre minoranze del Paese.

L'organizzazione per i diritti umani durante la presentazione ha chiesto ai Paesi dell'Unione europea di sospendere il rimpatrio forzato dei rom in Kosovo, stop richiesto anche dalla Commissione immigrazione del Parlamento del Consiglio d'Europa.

Il rapporto descrive come rom e appartenenti ad altre minoranze, anche coi loro bambini, siano costretti con la forza a rientrare in Kosovo, spesso coi soli vestiti che indossano, verso un possibile futuro di discriminazione e violenza.

Secondo Sian Jones, uno degli autori del Rapporto, "i Paesi dell'Ue rischiano di violare il diritto internazionale rinviando persone verso Paesi dove potrebbero subire persecuzione. L'Ue, invece, dovrebbe continuare a dare protezione internazionale ai rom e alle altre minoranze kosovare, fino a quando non potranno tornare in condizioni di sicurezza". Per Jones inoltre, "le autorità del Kosovo, a loro volta, devono garantire che i rom e le altre minoranze possano rientrare in modo volontario e reintegrarsi a pieno nella società".

(Red.)

 
Di Marylise Veillon (del 02/10/2010 @ 09:26:40, in Europa, visitato 1652 volte)

Da Roma_Francais

Campo rom accanto alla stazione Part-Dieu di Lione. | MAXPPP Le Post par Emilio Rosso


"Il Sarkozy, vuole che noi ce ne andiamo così" inizia Sonia, 11 anni, schioccando le dita per illustrare la sua affermazione. Con sua sorella e le sue cugine, si eclissano dal campo Rom situato dietro la stazione della Part-Dieu a Lione e mi trascinano in disparte: "Tu, sei giornalista, io ho molte cose da dire ai francesi", spiega in un francese approssimativo. "Ma mio padre, non vuole. Allora, cambia il mio[/] nome" avverte.

A soli 12 anni, Angéli è più informata della politica del governo che la maggior parte dei francesi. "Noi guardiamo la TV. Mia nonna, legge i giornali e ci spiega tutto" racconta Lauravaz di 10 anni e mezzo. "Sarkozy ha chiesto al nostro capo, il capo dei rumeni (Traian Basescu) di mandare poliziotti rumeni per farci del male" afferma Angéli, la paura negli occhi. "Sono molto cattivi, ci metteranno in carcere solo per una parolaccia. E possono ucciderci" assicura Bianca.

"Sappiamo che la polizia francese verrà, aspettiamo. Poi ci faranno spostare continuamente, così non abbiamo più casa, e possono farci andare via in Romania" analizza la giovane Rom con sorprendente perspicacia. "Siamo piccoli, ma sappiamo tutto" dice ridendo Angéli. "Ma nonna dice che bisogna stare attenti, perché se facciamo qualcosa di grave, ci faranno brutte cose". "Noi non rubiamo mai!" giura Bianca. "Mendichiamo per comprare da mangiare, questo si", confessa la cugina.

Malgrado la minaccia, le ragazzine mantengono il sorriso. Hanno difficoltà a restare serie, magari sorpassate dall'ampiezza della situazione. Affermano in coro di non avere paura. Eppure, il loro sguardo si vela. "Ci accuseranno di tutto. Ci metteranno nell'aereo, e ci separeranno", confida Sonia a bassa voce, tenendo fermamente la sua catenina, come fosse il suo bene più prezioso. "Un giorno, la polizia ha picchiato mio padre, e gli ha strappato i suoi documenti d'identità. Adesso non è più niente. Allora ho paura"

La loro comprensione della situazione si ferma qui. "Dici, perché i francesi non ci amano?", chiede Bianca, con un reale desiderio di sapere. "Ho degli occhi come te, ho dei capelli come te, allora perché?" insiste. "Noi amiamo tutte le razze, non facciamo differenze. Vogliamo fare amicizia", aggiunge sua sorella. Le piccole, spostate di quartiere in quartiere, di scuola in scuola, confessano di avere difficoltà a legarsi con le compagne. "Dicono che siamo gitane. Ma non è vero! Noi siamo Rom ", dichiara Bianca con fermezza.

Quando si parla loro del futuro, i loro sguardi brillano gridando "adoro la scuola". "Io, voglio diventare una star" annuncia Sonia, birichina, prima di intonare una canzone in francese."Io sarò insegnante", promette Angéli. "Io voglio imparare l'algerino". Sono quindi coscienti che la riuscita scolastica è la chiave della "vie en rose". "Provo a imparare la mia lezione, ma dimentico tutto, sempre" rapporta Sonia, la quale gongola quando gli si chiede se fa bene i compiti. "No, non posso a casa mia".

"Ci ricordiamo della Romania. Era bello. Vorremmo ritornarci, ma la Francia, è meglio per noi ", confessa una di loro. "In Romania, c'è troppa povertà, e non ci vogliono", dichiara Lauravaz.
"Abbiamo parlato abbastanza ora, non diciamo più niente", conclude Sonia, decidendo che era riuscita a far passare il suo messaggio. Saltellando e correndo, si rimettono in moto. "One, two, three, Viva Romania", canticchiano in coro ritornando al campo.

 
Di Fabrizio (del 01/10/2010 @ 09:31:24, in Europa, visitato 1641 volte)

di Dijana Pavlovic

Un racconto popolare rom descrive come si sente il popolo che i nazisti volevano sterminare con gli ebrei e che tuttora viene discriminato e perseguitato: anche un "maiale" si può sentire superiore a un rom.
Come dei maiali non si butta via nulla, così dei rom non ci si libera tanto meno quanto più si strilla contro di loro. Da questo punto di vista Milano è la capitale italiana della vigliaccheria e dell'ipocrisia. Nella primavera prossima si vota per le amministrative e tempestivamente si è riaperta la questione rom: il ministro leghista Maroni finanzia il piano rom di Milano (chiusura di 4 campi regolari con circa 1000 tra adulti e minori di nazionalità italiana, rumena, macedone e kossovara da sistemare), a luglio Regione, prefettura e assessore alle politiche sociali del Comune firmano un contratto con relativo finanziamento con le associazioni del terzo settore a luglio con l'assegnazione di 25 case Aler fuori quota. Ora facendo finta di cadere dal pero lega e pdl insorgono: non una casa ai rom, presidi per le strade, benzina sul disagio delle periferie e via così verso il voto di primavera.

Ma i "nostri" non sono soli. In Francia Sarkozy di fronte al declino della sua politica monarchica ha pensato bene di aprire la caccia al rom rumeno con un editto che utilizza la direttiva europea che garantisce la libertà di movimento sul territorio comunitario condizionandolo all'autosufficienza economica. Solo che questo editto è applicato esclusivamente alla comunità rom caratterizzandosi quindi come una vera e propria espulsione su base etnica e sollevando così le proteste del parlamento europeo e attirandosi persino la reprimenda degli Stati Uniti.

C'è in tutto questo un utilizzo dell'ondata xenofoba che percorre l'Europa, un'ondata che ha lambito persino la civilissima Svezia, patria della tolleranza e dell'accoglienza, che è molto pericoloso. Il calcolo elettorale di recuperare voti coltivando il disagio, il sentimento xenofobo e la paura di fronte alla crisi economica e di valori di questa fase storica ha la gravissima conseguenza di legittimare le spinte razziste anziché contrastarle.

Si pensa che il gioco vale la candele di un pugno di voti che consenta di vincere e forse che una volta al potere queste spinte si possano tenere sotto controllo. Ma non è così: questo calcolo di breve respiro fa finta di non accorgersi del veleno che diffonde nelle coscienze e dimentica le tragiche esperienze del secolo scorso. La bestia razzista è più forte del padrone che crede di tenerla al guinzaglio.

24 settembre 2010

 
Di Fabrizio (del 29/09/2010 @ 09:31:24, in Europa, visitato 1659 volte)

Da Roma_und_Sinti

Prensa Latina

Berlino, 23/09/2010 - Nonostante i dinieghi del cancelliere tedesco, Angela Merkel, la Germania ha continuato a deportare persone di etnia rom e sinti verso il Kosovo.

Secondo i resoconti della stampa tedesca, la deportazione di circa 10.000 Rom e Sinti [...] è basata su di un accordo col Kosovo firmato a settembre 2009.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto in un recente vertice UE che la Germania prevede anche di smantellare i campi nomadi, ma la Merkel ha immediatamente smentito ciò, senza menzionare il controverso accordo col Kosovo.

La Germania sta deportando un numero crescente di ex rifugiati dal conflitto nei Balcani, secondo la OnG Pro Asyl.

Secondo l'OnG, 213 persone sono state deportate nei primi quattro mesi dell'anno verso il Kosovo, che ha dichiarato la propria indipendenza nel febbraio 2008.

Interrogata da parlamentari della sinistra, l'amministrazione Merkel ha ammesso che 53 di loro erano Sinti o Rom. Nel 2009, la Germania ha deportato 51 persone in Kosovo.

Pro Asyl ha confermato che di 12.000 membri di minoranze etniche kosovare che vivono in Germania, 5.000 sono bambini e adolescenti.

"...in Kosovo affronteranno un isolamento sociale e discriminazioni diffuse," ha detto Pro Asyl, basandosi su uno studio dell'UNESCO che mostra come oltre il 70% dei minori deportati lascia la scuola.

Anche se la Germania ha negato qualsiasi rischio per i deportati in Kosovo, il Consiglio Centrale dei Sinti e Rom in Germania ha confermato le critiche. "La situazione della sicurezza in Kosovo è ancora critica," ha detto l'attivista Herbert Heuss.

Mercoledì il Consiglio d'Europa ha invitato la Germania ha fermare le deportazioni di Sinti e Rom.

Comment this on http://euyouthspeak.org/roma/?p=14697

 
Di Fabrizio (del 28/09/2010 @ 09:42:59, in Europa, visitato 3433 volte)

by Paul Polansky

[continua]

EULEX

(immagine da daylife.com) Il generale in pensione Yves de Kermabon mentre prega (spero) per salvare (spero) i bambini rom e askali di Mitrovica dai soldati francesi, dal dr. Bernard Kouchner, dall'ONU, dal governo del Kosovo e... dall'EULEX.

IL PREMIO IN-GIUSTIZIA: disgrazia questa Missione dell'Unione Europea in Kosovo sul Ruolo della Legge che rivendica il suo scopo principale nell'assistere e supportare le autorità del Kosovo sul ruolo della legge e si riserva il diritto di perseguire i seri crimini che il governo del Kosovo ignora. EULEX viene disonorata con questo premio per avere rifiutato di considerare "la negligenza di massa verso l'infanzia" nei campi di Mitrovica come un "serio crimine", nonostante le 86 morti sino ad oggi.

Dato che era risultato impossibile durante quasi undici anni di coinvolgere qualsiasi agenzia ONU o il governo del Kosovo, soprattutto il Ministro della Salute, nel salvare i bambini che muoiono di avvelenamento da piombo negli ex campi UNHCR, inviai una mail a Yves de Kermabon, capo della missione EULEX, chiedendogli un incontro per discutere su cosa EULEX potesse fare.

Ex generale francese, che una volta comandava la Legione Straniera in Cambogia e poi le forze NATO in Kosovo, Kermabon rifiutò di vedermi.

Con l'aiuto di amici impegnati nel salvare questi bambini, facemmo ricorso al suo capo UE, la baronessa Catherine Ashton, ed alla fine ottenemmo un appuntamento per vedere il procuratore capo del generale Kermabon, Theo Jacobs, e tre componenti della sua squadra. Non fu un ricevimento caloroso. Erano troppo ritrosi per ricevermi o soltanto riluttanti di dovermi vedere.

Il procuratore capo Jacobs non fece nessun tentativo di dare inizio alla riunione, così gli chiesi se avesse ricevuto il nostro promemoria legale che gli avevo inviato per posta elettronica il giorno precedente. Con riluttanza mi disse di sì ma non fece nessun commento. Così tirai fuori tutti gli altri documenti che avevo portato e iniziai a passarglieli.

Il primo era un comunicato OMS del settembre 2009 che ancora una volta chiedeva l'immediata evacuazione e cure mediche. Dissi che l'OMS ne chiedeva l'evacuazione dal novembre 2000 e che da allora aveva inviato richieste simili. Nessuna risposta da EULEX: nessuna domanda, nessun commento.

Ho poi consegnato il rapporto del difensore civico al primo ministro del Kosovo inviato ad aprile 2009, in cui il difensore civico chiedeva l'immediata evacuazione e chiedeva una risposta entro 30 giorni. Non venne mai ricevuta nessuna risposta da parte del primo ministro. Dissi che il nuovo difensore civico il giorno prima aveva visitato i campi ed avrebbe inviato un rapporto simile chiedendo l'evacuazione e cure mediche. Nessun barlume di vita da parte dei convocati EULEX seduti davanti a me.

Poi consegnai loro il rapporto di Thomas Hammarberg, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, che chiedeva l'evacuazione dei campi e cure mediche. Uno dello staff di Jacobs seduto di fronte a me disse che la settimana seguente avrebbe posto maggior pressione al governo del Kosovo perché facesse qualcosa.

Allora diedi loro il rapporto di Human Rights Watch (77 pagine) e per finire un'altra copia del nostro memorandum legale di 46 pagine.

Dissi che avevamo fatto pressioni sull'UNMIK per un'evacuazione e cure mediche già dal novembre 2000 e naturalmente senza ottenere niente. Eravamo ora a febbraio 2010. Dissi che probabilmente era impossibile portare in giudizio lo staff ONU a causa della loro immunità, ma volevamo comunque farlo per gli amministratori del campo, Norwegian Church Aid e KAAD. Fornii allora loro degli esempi di "negligenza premeditata" commessa da entrambi gli amministratori del campo, enfatizzando il rifiuto di NCA di riportare le morti nel campo e mai chiedendo alimenti o trattamento medico per avvelenamento da piombo; e KAAD, che oltre a ciò aveva colpevolmente interrotto la dieta speciale per Ergin e suo fratello.

Dissi che ci doveva essere giustizia. Per quello ero venuto da loro.

Jacobs disse che un'azione sotto il loro mandato era impossibile. Loro erano lì essenzialmente per monitorare il sistema giudiziario del Kosovo. EULEX si incaricava personalmente di pochissimi seri crimini. Anche se il nostro caso fosse stato possibile sotto il loro mandato, non l'avrebbe accettato perché sarebbero occorsi anni per trovare se qualcuno fosse responsabile. Dissi che avevamo tutte le prove che servivano. Dissi che l'OMS si era offerto di fornire tutti gli elementi di prova e che io ed i nostri avvocati potevamo fornire nomi e prove della negligenza criminale.

Jacobs disse che non si trattava di un caso criminale, ma di una questione politica. Disse che l'unica maniera per noi era di mettere più pressione politica sul governo del Kosovo per risolvere questa questione politica.

Non ero d'accordo e parlai a lungo sulla storia di questo caso: il dr. Kouchner che mette i Rom su di un terreno contaminato, promettendo che sarebbero stati spostati entro 45 giorni; dissi che la squadra medica ONU aveva raccomandato l'evacuazione nel novembre 2000 e la disintossicazione in Polonia, ma che Kouchner aveva opposto il veto; dissi a Jacobs che il mio team aveva portato la famiglia di Mustafa in Germania, sottoponendo a TAC tutti i bambini, che trovò Denis di 7 anni col fegato di un sessantenne alcolizzato, a causa dell'avvelenamento da piombo secondo i dottori tedeschi; dissi di come io e il mio staff avessimo raddoppiato i livelli di piombo che causano danni cerebrali e che anche noi avessimo dovuto essere disintossicati. Menzionai come tutti stessero rimproverando ai Rom di avvelenarsi da soli smaltendo le batterie delle auto, ma che i campioni su 66 bambini del campo mostravano di avere 36 altri metalli pesanti che non si trovavano nelle batterie delle macchine. Continuai ma non vidi nessun barlume di interesse nelle persone sedute di fronte a me. Era ovvio che non mostravano alcuna compassione per la sofferenza di questa gente... questi zingari.

Parlai per 50 minuti, raccontando loro ogni tragedia che era successa nei campi dal 1999. Se fosse dipeso da loro, il meeting sarebbe finito dopo cinque minuti.

Alla fine, Jacobs era abbastanza esasperato con me che cercavo di rendere questo un caso criminale. Continuò a dire che era una perdita di tempo. Quella era una questione politica e io dovevo trovare un modo di fare pressione sul governo del Kosovo, non su EULEX.

Alla fine gli chiesi se non fosse stato un serio crimine. Mi rispose di no. Disse che era un serio problema, ma perché lui lo definisse un serio crimine prima avrebbe dovuto investigare e questo avrebbe preso anni. Anche così, disse, sarebbe stato difficile trovare i responsabili di persona. Dissi che se questa situazione fosse avvenuta in qualsiasi città europea ed il sindaco, il capo della polizia e gli incaricati alla sanità pubblica non avessero immediatamente evacuato l'area, sarebbero finiti in prigione per negligenza verso l'infanzia. Il procuratore capo si limitò a fissare davanti a sé.

Il suo staff concordò con lui. Questa era una questione politica e dovevamo porre maggiore pressione sul governo del Kosovo. Dal 1999 al 2008 non era possibile. Ora che il Kosovo aveva l'indipendenza, dovevano mostrare di meritarsela.

La donna seduta di fronte a me continuò a ripetere che Thomas Hammarberg sarebbe venuto la settimana prossima. Era molto alterato perché il governo del Kosovo non aveva seguito le sue raccomandazioni di sei mesi prima, quando era stato lì l'ultima volta, di evacuare i campi. Disse che avrei dovuto incontrarlo durante la sua visita.

Lasciai loro due nostri DVD: Kosovo Blood e la manifestazione del campo di Osterode ad aprile 2009. Lascia anche loro due copie del mio libro UN-Leaded Blood che immediatamente loro coprirono con le loro carte, nel caso qualcuno potesse vederne la copertina.

Fui molto educato nel ringraziarli per avermi ricevuto, ma spero di aver mostrato con la mia espressione quanto frustrato io fossi dalla loro mancanza di umanità e compassione, e soprattutto dalla loro mancanza di interesse nel cercare giustizia per questa povera gente che aveva sofferto la peggiore tragedia di ogni minoranza in Europa nell'ultima decade. Così come non c'è misericordia per i nostri bambini romanì negli affari targati Mercy Corps, né nessun interesse nel salvare i nostri bambini da parte dell'OnG Save the Children... non c'è nemmeno nessun interesse nella giustizia per questi ragazzi del Dipartimento Giustizia di EULEX.


Riconoscimenti

Durante questi undici anni per portare l'attenzione sulla sofferenza e la tragedia dei Rom/Askali scaricati dall'ACNUR e dall'UNMIK su terreni contaminati, non molte persone od organizzazioni sono state con noi durante la lunga tirata. Quelli che hanno iniziato con noi e tuttora stanno contribuendo: Argentina e Miradija Gidzic, e Jacky Buzoli. Tutti e tre sono Rom e sentono una dedizione profonda per aiutare la loro gente. Sono anche stati curati per avvelenamento da piombo, a causa del loro lavoro nei campi. Nel 2005, si è aggiunta Dianne Post, un avvocato americano che non solo ha dedicato il suo tempo (gratuitamente) per difendere questi bambini rom/askali, ma ha anche offerto il proprio denaro per comprare aiuti. Lo stesso anno, Yechiel Bar Chain donò dei fondi per comprare le prime medicine per curare quanti avevamo fatto uscire dai campi. Il dr. Bader di Milwaukee, WI, si unì quell'anno per finanziare i nostri viaggi a Belgrado. Inoltre comprò un pezzo di terra per la famiglia di Jenita Mehmeti e finanziò la pubblicazione di UN-Leaded Blood e la realizzazione del documentario Gipsy Blood. Dan Lanctot che fece il film donò il proprio lavoro. Anche il dr. Klaus Runow si unì a noi nel 2005 per raccogliere i primi campioni di capelli dei bambini nel campo, registrando che [i bambini] non solo erano avvelenati da piombo, ma soffrivano anche di altri 36 metalli pesanti. Per strada sono arrivati contributi ed appoggio dalla Società per i Popoli Minacciati, JDC, Mary Ellen Salinas, Linda Johnson, Jennifer Clayton-Chen ed il suo gruppo a Monaco (Germania), Fed Didden, Nidhi Trehan, ed il dr.Sasha Maksutovic. I contributi a questo libro includono: Bernie e Suzie Sullivan, John Munden, Graham Crame e Dianne Post.

Due anni fa la nostra campagna navigava in cattive acque finché Bernie Sullivan organizzò il KMEG (Gruppo di Emergenza Medica del Kosovo) ed introdusse nuovi attivisti, in particolare Valerie Hughes che spinse il senatore irlandese David Norris a parlare (e continua a farlo) a favore dei nostri bambini zingari. Molti giornalisti e media importanti come Bild Zeitung, Aljezzera, BBC, ZDF, ARTE TV, la TV australiana (Dateline), The Sun, The Guardian, l'International Herald Tribune, ed il Washington Times hanno informato il pubblico su questi bambini che stanno morendo. Sono arrivati in aiuto due altri avvocati: Bob Golten, professore in Diritto Umanitario all'Università di Denver, che ha scritto lettere a Mercy Corps e ad NCA, richiamandole alle loro responsabilità; e Nichola Marshall, in rappresentanza dello studio legale Leigh Day di Londra, che si è unito a Dianne Post nel richiedere un risarcimento dall'ONU per i campi rom/askali.

Ironicamente, non molte organizzazioni romanì si sono unite alla nostra lotta ma recentemente due hanno vigorosamente raggiunto la causa: l'Associazione Britannica delle Donne Zingare e Patrin GB. Sono certo di essermi dimenticato di menzionare molti altri che ci hanno aiutato in questo percorso e chi ora sta contribuendo. Ma loro sanno nel loro cuore che cosa hanno fatto. Tristemente, la nostra campagna di undici anni non ha salvato molti bambini. Quando abbiamo iniziato c'era una possibilità di salvare la maggior parte di loro da danni irreversibili al cervello. Ora tutti ce li hanno. Un dottore mi ha detto che abbiamo perso un'intera generazione di bambini dei campi. Forse anche una seconda generazione dato che molti di questi bambini non vivranno abbastanza da avere dei bambini a loro volta. Ma ancora stiamo combattendo per loro, per un risarcimento e per la giustizia. Sfortunatamente, non possono mangiare la giustizia.

Titolo originale: DEADLY NEGLECT
di Paul Polansky
Prima edizione
71 pagine
Tiratura: 1.000 copie
Editore: Kosovo Roma Refugee Foundation (KRRF)
traduzione in italiano di Fabrizio Casavola


www.paulpolansky.nstemp.com
Email: pjpusa5040@yahoo.com
www.toxicwastekills.com

Fine quindicesima e ultima puntata

 
Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:33:54, in Europa, visitato 1878 volte)

RSI.ch (al link è visionabile un breve video)

Minacce ad alcuni membri della Commissione cantonale nomadi
Due denunce sono state inoltrate al Ministero pubblico


Una lettera minatoria é stata recapitata ad alcuni membri della commissione cantonale ticinese nomadi. "Ve la faremo pagare", si può leggere, tra l'altro.

In precedenza, all'inizio dell'estate, una missiva di minacce era arrivata anche al presidente della commissione, Ermete Gauro, il quale, dopodomani, sentirà i suoi colleghi per decidere che seguito dare alla vicenda.

Nel frattempo due denunce sono state inoltrate al ministero pubblico. La commissione cantonale nomadi ha il compito di approfondire le problematiche legate al periodico transito di zingari nel nostro cantone. Tra i suoi obbiettivi vi è tra gli altri formulare proposte per la messa a disposizione di aree di sosta.


Si da il caso che conosca la persona minacciata, le ho scritto per sapere cos'era successo. Ecco il suo racconto:

Ciao Fabrizio,

è successo che ho ricevuto una lettera anonima con minacce. Questo perché faccio parte della commissione cantonale nomadi il cui compito è di trovare aree di sosta e sensibilizzare la popolazione. Visto quanto sta accadendo devo ammettere che il secondo obbiettivo è ancora ben lungi dall'essere raggiunto. Non c'è molto da aggiungere se non che il clima qui è degenerato. Ormai c'è chi pensa di sfruttare lo scontento della gente deviandolo sui rom. I quali rom qui non costituiscono assolutamente un problema. Ci sono alcuni gruppi (che al massimo raggiungono il numero di 150 persone) che viaggiano e si autosostentano con il commercio di tappeti e si fermano in Ticino per qualche settimana. Dal punto di vista economico sono perfettamente autosufficienti senza dover ricorrere a pratiche quali l'elemosina o altri stratagemmi. Tempo addietro sorgeva il problema della sporcizia lasciata sui campi dopo la partenza. Sporcizia dovuta al fatto che i campi non erano attrezzati: una canna dell'acqua, niente gabinetti, ritiro dell'immondizia non organizzato. Ora benché il solo campo rimasto non sia per niente l'ideale (hanno messo qualche latrina "toitoi") anche quel problema è praticamente risolto in quanto i nomadi riescono ciononostante a lasciare il luogo in condizioni decenti. Quindi chi fomenta l'ostilità gioca sulle fantasie ancestrali dei sedentari e non poggia per nulla su fatti concreti. Hanno fatto gran rumore sull'arresto di due ragazzine minorenni rom a Chiasso e Como che portavano sul treno un trolley con dentro una cassaforte forzata ma non ancora aperta. Si trattava di ragazzine che rientravano in Italia provenienti dalla Svizzera tedesca e che di fatto non avevano nulla a che fare con il Ticino. Ti ho già scritto della pagina del "Mattino della Domenica" della Lega Bignasca del 12 corrente. Se la cosa ti è sfuggita ti metto di nuovo il link: Il Mattino online

All'inizio pochi hanno reagito. Il primo è stato il direttore della "Regione Ticino" Caratti con un editoriale forte dal titolo "Quando diremo basta?". Qualcuno di notte ha imbrattato la porta della sede della Lega e ha piantato una croce con il nome del Bignasca. C'è stata anche una manifestazione del centro sociale il Mulino. I ragazzi sono stati molto bravi hanno fatto il presidio davanti alla Lega leggendo poesie di Primo Levi e altre contro il razzismo. Reggevano un cartello "Il lavoro rende liberi? Chiedetelo a Bignasca". Un vecchietto di 87 anni (Edouard Wahl) ha camminato per un'ora in via Nassa a Lugano (la via più elegante della città) portando un cartello "Solidarietà ai Roma". Bertoli, segretario del partito socialista ha chiesto agli altri partiti di riunirsi per far fronte al degrado del clima sociale. Con qualche tentennamento e distinguo alla fine si sono riuniti per discuterne. Tra l'altro il rappresentante della Lega nel governo cantonale si è dissociato e ha deplorato la pagina del giornale del suo partito. Quanto alla lettera anonima (...) ho sporto denuncia.

Caro Fabrizio, per la lettera non ho paura ma provo disgusto. Ciao
silvana

Ah, volevo aggiungere che stasera (domenica 26 settembre ndr) dalle 17.00 alle 18.30, insieme al vecchietto di cui ti ho scritto nella mail, faremo un presidio davanti al Municipio di Locarno con un cartello "Pro Rom non Pogrom". Lo so che è una goccia in confronto al mare di ciò che andrebbe fatto.
Ciao
silvana

Eccolo qui il vecchietto Edouard Wahl che manifesta davanti al Municipio di Locarno.
ciao
silvana
 
Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:02:49, in Europa, visitato 2174 volte)

Da Mundo_Gitano

Euronews.net Andalusia, la terra promessa dei Rom?

16/09/2010 - Sandra Heredia è consulente del lavoro presso l'organizzazione rom Hamuradi-Falaki di Siviglia. "Sono orgogliosa di essere Rom. Non dico "Salve, sono Sandra e sono Rom". Dico solo "Salve, sono Sandra". Anche se, sapete, è un nome abbastanza comune tra i Rom, così naturalmente sto dicendo loro che sono Rom e di solito la gente dice, "Davvero sei Rom?" Non dicono "Ma non sei abbastanza scura e vivi modernamente..." ma quasi...

Sandra Heredia, laureata in gestione aziendale, non si conforma agli stereotipi tanto dentro che fuori dalla sua comunità.

Le notizie sulle espulsioni di Rom dalla Francia ha provocato condanne unanimi dalle organizzazioni rom spagnole. Il 4 settembre, Sandra ha preso parte ad una manifestazione a Parigi, in rappresentazione delle donne rom qualificate in Spagna. Ha commentato: "E' stato incredibile, un'esperienza straordinaria perché stavamo dimostrando in rappresentanza del Consiglio Statale per i Rom.  Avevamo il nostro striscione, e la bandiera spagnola, così la gente si avvicinava e ci chiedeva perché eravamo lì. Abbiamo marciato da Rue de la République a Place de la Bastille. La gente ci ringraziava per essere lì, per averli appoggiati."

Anche Manuel García Rondón, Segretario Generale di "Unión Romaní" era lì: "Siamo spaventati. Siamo in disaccordo con l'atteggiamento di Nicolas Sarkozy e del governo francese, ma per me la cosa peggiore è che ciò sta accadendo in un paese che si autodefinisce patria della democrazia... fraternité, egalité et liberté. Ed il problema non è l'essere Rom in sé, è l'essere poveri."

La prima menzione documentata dei Rom in Spagna data dal 1425. Attualmente si stima che oltre mezzo milione dia Spagnoli siano di etnia Rom. Circa il 40% di loro vive in Andalusia.

Manuel García Rondón ha detto: "Per i Rom, l'Andalusia è la terra promessa. La chiave di ciò è la coabitazione, la mutua comprensione tra i due gruppi della popolazione. Grazie a questo, abbiamo eliminato tutte le barriere e viviamo fianco a fianco."

L'Andalusia è sempre stato un punto di incontro per civiltà e culture: Rom, Arabi, Ebrei ed altri hanno contribuito all'identità della regione. Sia le facce che la musica riflettono questo mix.

Come dappertutto, nel passato i Rom non erano sempre benvenuti sul suolo spagnolo. Ma le politiche recenti si sono focalizzate nell'aiutare i Rom e specificatamente identificare i loro bisogni. Ora la sfida è di  costruire sulla tolleranza per raggiungere una vera integrazione.

Ana Gómez è Direttrice Generale dei Servizi Sociali in Andalusia. "La chiave del successo è di avere politiche in atto che via via promuovano l'accesso ai diritti e ai doveri, come tutti gli altri cittadini e tutti gli altri Andalusi."

I Rom arrivarono in Spagna in un'altra era, un altro contesto politico, economico e sociale... Ma l'esperienza spagnola può servire altrove come esempio?

Juan Manuel Reyes, direttore regionale della "Fundation Secretariado Gitano" ha detto a Euronews: "Questa politica è esportabile? Certamente, qui, la filosofia e la partecipazione dei Rom nelle pubbliche amministrazioni è notevole. Ed infatti penso che sempre più l'Europa stia guardando alla Spagna nel progettare politiche di sostegno all'integrazione dei Rom. Ci sono stati grandi progressi negli ultimi cinque anni, specialmente riguardo al loro accesso ai beni e ai servizi, alloggio, istruzione e lavoro. E di cui, naturalmente, hanno beneficiato la maggior parte dei Rom, anche se ci sono ancora alcuni grossi problemi da risolvere."

Da 75 anni El Vacie, a pochi minuti dal centro di Siviglia, è la più antica baraccopoli d'Europa. Quando venne qui Francisco Franco, promise alloggi decenti per gli abitanti. Ma dopo decenni di delusioni, 900 Rom vivono ancora là.

Uno di loro, Lole del Campo, ci ha detto: "Appena dici di essere di El Vacie, non ti daranno lavoro, e ho passato gli esami. Ho il mio CV, ma è inutile. Non mi daranno un lavoro solo a causa di dove vivo."

Alcuni dei Rom qui sono nuovi arrivati dall'Europa orientale. Ma le autorità andaluse, determinate a sradicare tutte le baraccopoli, non autorizzeranno ulteriori costruzioni.

Dice un altro residente: "Voglio essere chiaro, non li vedo come fratelli. Ma sono Rom come loro. E loro hanno gli stessi miei diritti. E ho un posto e una baracca - anche loro hanno il diritto di vivere."

Di martedì e venerdì la polizia rastrella la baraccopoli cercando nuove capanne, di solito costruite da europei dell'est. Lo scopo è di sradicare le rimanenti baraccopoli in Andalusia, e di evitare che ne vengano costruite altre. Ma come vengono smantellate, così sono ricostruite. Ed il governo regionale comprende di non aver ancora trovato una soluzione permanente per i Rom dell'est.

Espulsa in varie occasioni, la famiglia Mihalache ha un permesso speciale per fermare qui la sua roulotte. Sono in Spagna da quattro anni, in Siviglia gli ultimi due. Qualche mese fa, il padre ha trovato lavoro come meccanico e le tre figlie ora vanno a scuola.

Spiega Petru Mihalache: "In Romania non abbiamo niente, così per guadagnare qualcosa tutti vengono in Spagna, Francia o Italia."

Sua moglie Patrita aggiunge: "Molti vengono nonostante il sistema delle quote, per far soldi, per curare i bambini, e per mandarli a scuola. Per costruire o ricostruire una casa perché ci sono stati così tanti alluvioni."

Una delle loro figlie, Crina Mariana Mihalache, commenta: "In Romania non possiamo lavorare. Là non abbiamo case, neanche qui. Ma ora mio padre ha un lavoro e ci va ogni giorno."

La famiglia Mihalache ha avuto l'appoggio dell'organizzazione spagnola Romani Unión che ha installato un centro informazioni per la comunità. José vi ci si reca regolarmente per vedere cosa stanno facendo.

Dice: "La Romani Unión è al 100% un'entità rom e considera il popolo rom come universale. Così quando vediamo questa crescente migrazione dall'est dell'Europa, capiamo che questi nuovi arrivati hanno specifici bisogni. I collegamenti tra tutti i Rom significano che dobbiamo aiutarli, dobbiamo intervenire per migliorare il loro standard di vita."

Ma Manuel García Rondón è convinto che il momento migliore per i Rom debba ancora arrivare. "L'Europa sta invecchiando e ci sono 12 milioni di Rom in Europa. Siamo un popolo molto, molto giovane. Ed avranno bisogno di noi per lavorare. Così dovranno trattarci equamente perché molto presto avranno bisogno di noi... Per favore, non siate tirchi con noi."

E così lasciamo qui i Rom di Siviglia. La prossima puntata della serie sui Rom verrà dall'Ungheria, nel cuore dell'Europa.

 

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


20/04/2024 @ 12:59:03
script eseguito in 60 ms

 

Immagine
 3 febbraio 2011: benvenuti a Milano... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 2300 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source