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Di Fabrizio (del 05/06/2011 @ 09:51:36, in Italia, visitato 1776 volte)

Segnalazione di Franco Marchi

di Sandra Amurri - 27 maggio 2011

Cio' che e' santo a Messina diventa il diavolo a Milano. Perche'? Perche' lo propone Pisapia. Il candidato che al primo turno ha sbaragliato la sindachessa uscente del Pdl e marcia con il vento in poppa verso il ballottaggio viene accusato da Berlusconi di voler trasformare la citta' meneghina in una Zingaropoli solo perche' uno dei punti del suo programma recita (pag. 27): "Anche nei confronti dei Rom come mostrano una serie di esempi positivi e' possibile fare passi avanti innanzitutto perche' nella maggioranza dei casi si tratta di cittadini italiani o comunitari. E' del tutto evidente che vanno contrastate le forme di sfruttamento dei minori e le attivita' illegali: e' possibile affrontare il problema casa guardando alle esperienze di autocostruzione, facilitare attivita' legali di artigianato e intrattenimento musicale per la frequenza a scuola e preparare l’uscita comunque negativa dei campi". Esattamente quello che ha deliberato il Comune di Messina, sindaco del Pdl quel Buzzanca condannato in Cassazione per peculato costretto dalla Corte d’Appello entro fine mese a scegliere tra la carica di sindaco e quella di deputato regionale. Entro pochi giorni, parola del ministro Sacconi, arriveranno 150 mila euro e 40 mila usciranno dalla casse del comune come da delibera approvata il 15 dicembre 2010. Totale 190 mila euro "per la realizzazione di case per famiglie Rom presenti sul territorio attraverso il sistema dell’autocostruzione supportata da tecnici comunali e da professionisti". Insomma a Milano dare una casa a 1361 Rom – fonte Sole 24 Ore – basta per aleggiare lo spettro di una citta' trasformata in una Zingaropoli. Non osiamo immaginare come sarebbe stato apostrofato Pisapia se avesse riportato nel suo programma l’analisi di Amnesty 2010, come si legge nella delibera della giunta messinese che descrive "la comunita' Rom come vittima di pregiudizio e stigmatizzazione territoriale e discriminazione istituzionale. I Rom continuano a vedersi negati i diritti di accesso all’istruzione e all’alloggio alle cure sanitarie e all’occupazione". Pensate solo come avrebbero apostrofato Pisapia se solo avesse ripreso una sola di queste civili parole. "E' davvero incredibile un governo che da' soldi alla sua parte politica e a Milano criminalizza Pisapia" afferma Elio Veltri, ex deputato Idv fuoriuscito in polemica con Di Pietro.

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Di Fabrizio (del 04/06/2011 @ 09:34:56, in Italia, visitato 1348 volte)

"Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza... informatevi sugli interessi immobiliari!" Considerazione amara, scrivevo così nel 2004. Una conferma:

La Nazione I cittadini sul piede di guerra per la realizzazione di una stazione ecologica di raccolta differenziata

Pisa, 2 giugno 2011 - La cosa più singolare è il nome: si chiama «Stazione ecologica centro di raccolta differenziata Oratoio», ma verrà realizzata a Putignano. Il nome è sbagliato — è ancora quello del primo progetto, quando si pensava appunto di realizzare la struttura a Oratoio, idea poi bocciata a furor di popolo — eppure compare nella delibera ufficiale approvata in giunta a metà maggio, con la quale poi si precisa che la stazione ecologica verrà invece fatta a Putignano, sotto il ponte delle Bocchette, nell'area che fino a poche settimane fa era occupata da un accampamento rom abusivo.

«Ci sono voluti anni per mandare via gli zingari e adesso arrivano i rifiuti. Un vero affare» sbottano i residenti del locale Comitato che cerca di opporsi all'arrivo dei cassoni dei rifiuti. «Forse siamo cittadini diversi da quelli di Oratoio? O forse non abbiamo alzato abbastanza la voce. Di sicuro siamo stati fregati da palazzo Gambacorti» dicono altri residenti (quasi tutti di via Benozzo Gozzoli, via delle Bocchette, via Fagiana, via Putignano, via Fiorentina) che hanno animato la protesta e il sit-in in sala delle Baleari, durante il consiglio comunale di martedì, agitando dei volantini con scritto «Vergogna». «Di sicuro siamo stati fregati due volte: la prima perché nessuno ci ha avvertito né detto niente, neppure il Consiglio territoriale di partecipazione che ha approvato all'unanimità dei presenti (14) la proposta di realizzare la stazione ecologica, senza nemmeno convocare un'assemblea pubblica. Un voto, quello del Ctp, del quale ha subito approfittato la giunta comunale che infatti nella delibera con la quale 'condanna' Putignano, parla appunto di scelta determinata dalle indicazioni favorevoli e unanimi del Ctp. E poi è stata tradita un'altra promessa: l'area sotto il ponte delle Bocchette era stata espropriata molti anni fa, ancora quando fu costruito il ponte, per realizzarvi un polmone verde in maniera da attutire l'impatto delle nuove infrastrutture (e questa è la destinazione del terreno). Vennero anche piantati decine di alberi. Ci sono voluti tutti questi anni per veder crescere le piante, ma i residenti non hanno mai potuto beneficiare di quel parco perché l'area è stata a lungo occupata dai rom. E adesso cosa succede? Quasi tutti gli alberi sono stati abbattuti, in fretta e furia senza dare tempo agli abitanti di fiatare. Un vero scempio. Giù gli alberi, avanti i rifiuti. No, non ci stiamo, va trovata un'altra soluzione».

Ma anche la politica ci ha messo lo zampino per cancellare ogni residua capacità di sopportazione dei residenti. In apertura del consiglio comunale, martedì, il capogruppo del Pdl, Giovanni Garzella, ha presentato un question time per chiedere spiegazioni e subito dopo ha proposto una mozione urgente con la quale si impegna il sindaco e la giunta a trovare un altro sito. Testo sul quale si sarebbe poi dovuto sviluppare il dibattito e il voto. Ma così non è stato. Ebbene, il consiglio ha infatti votato e riconosciuto l'urgenza della mozione, ma poi non c'è stato il tempo per la discussione. Tutto rinviato al 9 giugno nella speranza che, nel frattempo, i cassoni dei rifiuti non siano già arrivati.

Guglielmo Vezzosi

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Di Fabrizio (del 03/06/2011 @ 09:16:45, in Regole, visitato 1581 volte)

Da RomSinti@Politica

Cassazione: Illegittimo il rigetto dell’istanza di revoca della detenzione cautelare se le motivazioni rimandano a pregiudizi e stereotipi relativi al gruppo etnico Rom di appartenenza dell’imputato

Resa nota la decisione della Cassazione n. 17696/2010 in merito alla nota vicenda della minore Rom accusata di aver sottratto una neonata a Ponticelli (Na).

Per ragioni di opportunità, il collegio di difesa ha reso noto soltanto oggi la decisione della Corte di Cassazione, V. sez. penale, n. 17696/2010 depositata il 7 maggio 2010, con la quale era stata annullata la decisione del Tribunale per i Minorenni di Napoli di respingere l'istanza di scarcerazione di A.V., la quindicenne Rom accusata di avere rapito una neonata a Ponticelli (NA) nel maggio 2008, avvenimento che scatenò la devastazione dei campi rom di Ponticelli. La minorenne Rom era stata condannata in primo grado alla pena detentiva di anni 3 e 8 mesi, sentenza poi confermata in appello. E' tuttora pendente il ricorso in Cassazione.

La decisione del Tribunale per i Minorenni di Napoli aveva suscitato perplessità e sconcerto presso il collegio di difesa dell'accusata, nonché presso organizzazioni di tutela dei diritti dei Rom, per il ricorso da parte del collegio giudicante ad affermazioni che rimandavano - piuttosto che a valutazioni sulla pericolosità sociale della singola imputata - a pregiudizi e stereotipi di matrice etnico- razziali nei confronti della popolazione Rom in generale.

Nel rigettare l'istanza di scarcerazione, infatti, il collegio giudicante aveva ritenuto che continuavano a sussistere i presupposti per la custodia cautelare derivanti dal pericolo di fuga e di recidiva in conseguenza del fatto che "l'appellante (sarebbe) pienamente inserita negli schemi tipici della cultura rom" per cui "sia il collocamento in comunità che la permanenza in casa risultano, infatti, misure inadeguate anche in considerazione della citata adesione agli schemi di vita Rom, che per comune esperienza determinano nei loro aderenti il mancato rispetto delle regole".

L'esame della situazione personale dell'interessata viene così filtrata attraverso la sua adesione a schemi di vita tipicizzati del popolo cui essa appartiene, che sarebbero caratterizzati in generale e tout court dal mancato rispetto delle regole.
A detta del collegio di difesa, sembrava dunque configurarsi nel giudizio della Corte un pericoloso principio per cui la mera appartenenza al gruppo etnico rom renderebbe di per sé inconciliabile l'applicazione delle misure cautelari a prescindere da una seria valutazione su basi personali ed individuali, mediante invece l'utilizzo di una "categorizzazione" o "profilo etnico".

La Corte di Cassazione ha accolto i rilievi della difesa sostenendo che "non è legittimo, in quanto riconducibile ad una visione per stereotipi (mal celatasi dietro ad un generico richiamo alla "comune esperienza") marcata da pregiudizi di tipo razziale, il riferimento agli schemi culturali dell'etnia di appartenenza".

La vicenda presa in esame dalla Cassazione richiama una recente giurisprudenza maturata in seno alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nel caso Paraskeva Todorova c. Bulgaria (CEDU, sentenza dd. 25 marzo 2010, caso n. 37193/07).
Qui, una corte bulgara, nel condannare l'imputata di origine etniche Rom, aveva espressamente respinto la raccomandazione del pubblico ministero per l'applicazione della pena condizionale, dichiarando che una cultura di impunità era imperante entro la minoranza etnica Rom, così sottintendendo che la sentenza doveva fungere da esempio per l'intera medesima comunità. La Corte di Strasburgo ha quindi concluso che le autorità giudiziarie bulgare avevano violato il principio del processo giusto (art. 6 CEDU), in relazione a quello di non discriminazione (art. 14 CEDU).

Si ringrazia per la segnalazione l'avv. Cristian Valle, del Foro di Napoli.

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Di Fabrizio (del 02/06/2011 @ 09:27:50, in Italia, visitato 1346 volte)

Da circa tre settimane è affissa all'esterno dell'insediamento rom di Ponte a Quaracchi un'ordinanza del Comune di Sesto Fiorentino; si dice che il 30 maggio alle ore 9.00 l’area deve essere abbandonata dagli "occupanti abusivi".

Non sarebbe la prima volta che le forze dell'ordine e l’azienda incaricata della raccolta rifiuti intervengono per queste operazioni; l'ultima è stata nel gennaio 2010 nell'area ex Osmatex: un intervento violento con le ruspe che distruggono ogni cosa incontrino (baracche, vestiti, giocattoli, medicinali o pentole). E la presenza di esseri umani è sempre vista più che altro come impedimento alla bonifica e al riutilizzo dei terreni. Questo recita anche l'attuale ordinanza: con le persone non è possibile rimuovere i rifiuti ed effettuare gli interventi di messa in sicurezza (vista la presenza di eternit bruciato durante l'incendio del 31 dicembre scorso); il "pericolo per la sicurezza e l'incolumità pubblica", si dice, non è limitato ai soli occupanti, ma esiste anche per coloro che vivono o lavorano nell’area.

Oggi come allora le Istituzioni, prima di disporre lo sgombero, non si sono preoccupate di conoscere le persone che hanno trovato rifugio in quella "discarica a cielo aperto", né di capire perché insistano così ostinatamente a rimanere nelle nostre città, anche se periodicamente cacciati da un luogo all'altro in condizioni sempre peggiori. Non è sempre stato così, le Istituzioni locali hanno affrontato in passato altre migrazioni (ad esempio con i rom dal Kosovo e dalla Macedonia) con atteggiamenti diversi e buoni risultati.

L'ordinanza indica la presenza di 30 persone, delle quali, si dice, non è possibile "una puntuale identificazione". La documentazione clinica di MEDU dice che la maggior parte delle famiglie sono stanziali e vivevano negli insediamenti oggetto di sgombero negli anni passati.

La Regione Toscana ha avviato a inizio anno un tavolo con i Comuni limitrofi: si è giunti a poco, se non a disporre risorse economiche per il rimpatrio dei rom in condizioni più difficili, ma a oggi non si ha notizia di contatto con gli occupanti.

La situazione attuale non è sostenibile e si sarebbe dovuto trovare una soluzione alternativa e allontanare gli occupanti fin dal 31 dicembre scorso ma, a cinque mesi di distanza, pare che lo sgombero sia l’unica soluzione, ancora una volta violando i diritti dei rom: la normativa internazionale indica come lo sgombero debba seguire un dialogo con gli occupanti e prevedere proposte alternative a breve e lungo termine. Se così non fosse la sfida sarà persa e un’esistenza dignitosa, l'istruzione per i bambini, la salute per le persone più vulnerabili resteranno parole. Ma si tratta di diritti fondamentali e, nell'interesse di tutti, non devono ammettere deroghe alla loro attuazione. Per loro stessa definizione.

Medici per i Diritti Umani Onlus - Firenze - 30 maggio 2011

La salute è un diritto di tutti. Nessuno escluso.
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Di Fabrizio (del 01/06/2011 @ 09:15:17, in Italia, visitato 1739 volte)

Ho aspettato qualche giorno a riportare la notizia qui sotto. Volevo vedere che reazione avrebbe suscitato, ma a parte questo link non ho trovato altro. Provate ad immaginare se le parti fossero state invertite: la campagna stampa (bipartisan) che si sarebbe sollevata, campi rom dati alle fiamme (come a Ponticelli), tanti Rom e Sinti onesti costretti a nascondere la loro appartenenza per continuare a lavorare (e vivere).

C'è una fievole speranza, col cambiamento di vento di questi giorni, che i miei diventino solo ricordi. A Milano, per esempio: la Moratti nella sua caccia al voto aveva calendarizzato lo sgombero (senza alternative) di alcuni campi regolari; col risultato che molti Rom per la prima volta hanno ritirato il certificato elettorale (e votato Pisapia). Una gran bella festa che ha visto mischiati Rom e cittadini della zona (se avete un account Facebook, QUI). Il lavoro di tanti per arrivare a questi risultati. Cittadini come tutti, finalmente...

Credo fortemente (Rom e Sinti a parte) che una delle letture chiave di queste amministrative sia proprio nel concetto di "cittadinanza". Chi ha perso, politiche precedenti a parte, ha continuato a ripetere in campagna elettorale il tema della divisione tra un NOI e un LORO (cioè: zingari, gay, musulmani ecc.) alla ricerca del voto moderato. Non riuscendo e non volendo capire che i moderati, fiaccati da anni di promesse non mantenute, non si ritrovavano più in questa DISCRIMINAZIONE, primo perché ingiusta e poi perché in questi anni non ha risolto nessuno dei problemi posti.

Ora dovrà arrivare il momento di uscire da questa continua campagna elettorale, governare ed affrontare i problemi. Che sono tanti e (non illudiamoci di bastare a noi stessi), dovranno essere affrontati da tutti, superando questo clima da "guerra civile a bassa intensità" che ci avvelena da anni. Il centrosinistra ha dimostrato che se supera le divisioni interne, può essere un'alternativa credibile. La destra si trova di fronte ad una svolta: lasciarsi alle spalle le parole d'ordine dello scontro di civiltà (che non compatta più i moderati, ma solo le frange estreme) ed evolvere in una destra che sia anche INCLUSIVA (come lo sono anche molti loro parenti europei).

Insisto: per cambiare c'è bisogno di TUTTI. L'editoriale di ieri di Sallusti è ancora fermo al "...io resto dell’idea che prima li mandiamo via dalle nostre città meglio è per tutti". Non capisce, non vuole capire, che di questo passo si prepara un'altra sconfitta.


Un vicino di casa italiano lo aveva rinchiuso in garage

Firenze, 29 mag. (TMNews) - Un tentativo di stupro su di un bambino rom di cinque anni e' stato sventato ieri sera per un soffio: le urla del piccolo hanno attirato l'attenzione dei vicini di casa, che sono intervenuti all'ultimo momento utile. Il reato stava per compiersi nella cantina di un'abitazione di Sesto Fiorentino, in via Signorini. Terribile protagonista, un fiorentino di 37 anni, che è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona, lesioni e violenza sessuale su un minore.

Il piccolo stava giocando sotto casa, quando l'uomo l'ha adescato per portarlo in garage, dove l'ha denudato e immobilizzato, per praticargli un'iniezione di una sostanza non ancora precisata, ma sicuramente allo scopo di stordirlo. Le urla del bambino sono state udite dai vicini, italiani, che sono accorsi. L'uomo nel frattempo si e' rifugiato in casa, ma poco dopo è stato prelevato dai carabinieri. Il minore invece è stato trasportato al Meyer per essere sottoposto a controlli.

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