Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 15/03/2008 @ 09:19:38, in conflitti, visitato 1998 volte)

Da Baltic_Roma

I neonazisti a Riga, secondo il locale giornale in lingua russa "Telegraf" del 4 marzo, stanno attaccando i Rom con regolarità che aumenta. Benché n neonazista sia stato arrestato all'inizio del mese ed accusato di aver attaccato due ragazze Rom, la maggioranza di questi atti rimane senza investigazione perché la maggior parte dei Rom non vuole contattare la polizia.

L'assalto avvenne lo scorso ottobre nell'appartamento di due ragazze. Gli skinheads seguirono una tredicenne da un negozio lì vicino e la picchiarono con catene. Una delle vittime fu così traumatizzata da rifiutare per sei mesi di uscire di casa. La polizia ha altri sospetti coinvolti in attacchi seguenti contro due Armeni. Anatoly Berezovsky, locale Rom leader, riporta su "Telegraph" che la comunità soffre di assalti regolari dai neonazisti e che questo in precedenza non succedeva.

L'addetta stampa della polizia, Kristine Apse-Kruminja, ha confermato l'articolo del giornale e caratterizzati i motivi degli skinheads come "un misto di hooliganismo e xenofobia". I neonazisti includono tanto Russi che Lettoni, ha aggiunto, uniti nell'odio verso i Rom, che considerano indifesi per la loro paura della polizia. Il giornale aggiunge che i neonazisti condussero altri raids contro case rom nella stessa area dove vivevano le due ragazze.

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Di Sucar Drom (del 14/03/2008 @ 08:55:52, in blog, visitato 1735 volte)

Tolleranza zero: quanta demagogia!
In base al rapporto Eurispes-Associazione Ex 2003, nel nostro paese in famiglia si verifica un omicidio ogni due giorni. Nel 2003 questo tipo di delitti rappresenta circa un quarto di tutti quelli commessi in Italia. Quanto all'ambito in cui tale delitto viene commesso, a...

Rom e Sinti, l'ONU critica l'Italia
Una coalizione di associazioni per i Diritti Umani accoglie con soddisfazione le Osservazioni Conclusive del CERD sull’Italia. Il CERD dell’ONU critica severamente il trattamento dei Ro...

La scuola luogo reale di partecipazione
Fra tutti i luoghi di partecipazione, la scuola riveste certamente un ruolo centrale in quanto spazio condiviso tra bambini/studenti e le loro famiglie, un ruolo che la scuola però deve ancora scoprire a...

Rom e Sinti, Italia bocciata dall'Onu
Una relazione in trenta punti, di cui otto positivi e venti relativi a preoccupazioni e raccomandazioni. È il rapporto del CERD- Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale dell'Onu, che il 7 marzo scorso ha commentato il rapporto dell'Italia...

Pescara, un Rom in Consiglio Comunale?
A Pescara da diversi mesi è attivo il comitato "Un Rom al Consiglio Comunale" per sensibilizzare le persone e per sollecitare le forze politiche locali ad adottare una corretta programmazione di politica sociale di interazione culturale con la minoranza rom presente nel territorio. Durante questo anno di attività il com...

Discriminazioni, in Italia serve un serio monitoraggio
Da alcuni anni Sucar Drom denuncia pubblicamente le più evidenti discriminazioni subite dalle minoranze sinte e rom in Italia. Anche nel rapporto per il CERD dell’ONU abbiamo fatto emergere, tra le tante discriminazioni, la pratica comune nel Nord Italia de...

Milano, Dijana Pavlovic candidata dalla Sinistra Arcobaleno
Una rom candidata alla Camera dei Deputati. La Sinistra arcobaleno l'ha candidata in Lombardia. Si chiama Dijana Pavlovic, serba 31 anni, laureata, è attrice di teatro e mediatrice culturale: potrebbe ess...

Roma, ancora sgomberi e "campi nomadi"
In questi giorni è stato comunicato agli abitanti del “campo nomadi” Casilino 900 che è imminente lo sgombero. Vi è stato un invito ad andar via e sono stati tagliati gli allacci alla corrente. Ieri i bambini non sono andati a scuola, mettendo in piedi una sorta ...

La scuola ai Sinti
La scuola per noi sinti era ed è ancora oggi un problema. Nell’anno 1965/6 i bambini sinti di Bolzano andavano a scuola accompagnati da un Sinto che guidava un pulmino giallo con la scritta “scuolabus”.
Quasi tutti i bambini sinti freque...

Pescara, un Rom è candidato per il Consiglio Comunale
Dopo oltre un anno di attività, il Comitato "Un Rom al consiglio comunale di Pescara" conclude la prima fase del lavoro programmato. Alcuni giorni fa era stata dichiarata la scelta politica del Comitato di s...

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Di Fabrizio (del 13/03/2008 @ 09:17:15, in Italia, visitato 1703 volte)

Da ViviMilano - Corriere della sera

31 anni, serba e di etnia rom spiega perché si candida:
«Voglio aiutare i rom e con loro difendere i diritti di tutti»

MILANO - Dopo la pornostar Cicciolina, il transgender Luxuria, arriva una nuova candidatura provocatoria per il parlamento italiano: la zingara. Dijana Pavlovic, serba e romni (donna di etnia rom), attrice e mediatrice culturale è, infatti, la numero 8 della lista della Sinistra Arcobaleno alla Camera. «Il comitato nazionale rom e sinti ha chiesto a tutti i partiti italiani di candidare un suo rappresentante. La Sinistra Arcobaleno è stata l'unica a rispondere», spiega Dijana. «Ma di certo, mai mi sarei candidata con Berlusconi o con Veltroni. Non mi sarei messa in lista con chi vuole «patti di sicurezza» o con chi vuole cacciare via dal Paese chi è diverso».

Ama la sua gente, 31 anni anni, non ha figli. Strano per una rom: «Ho posticipato l'evento. Ho studiato e mi sono laureata. Ma adoro i bambini. Ci lavoro tutti i giorni». E allora la provochiamo: «Se avessi dei bambini li manderesti a chiedere l'elemosina? «Certo se avessi problemi economici , - ci risponde - e se mi trattassero male come oggi vengono trattati gli zingari, allora non mi farei scrupoli. Ora però ho un solo obiettivo. Andare in Parlamento per cercare di risolvere le problematiche dei rom e con loro difenderò i diritti di tutti gli italiani».

Per strada canta, beve alla fontana, gioca con la gente, chiede il voto per la sua lista e ottiene sorrisi. Quando vuole leggere la mano qualcuno scappa. Poi si avvicina una nomade romena che le chiede l'elemosina e allora coglie l'occasione per spiegarci i problemi dei rom di via Triboniano e di quelli che vivono a Sesto San Giovanni: «Da più di un anno vivo con loro nelle baracche, nel fango sotto la pioggia e vedo le donne partorire per strada. Posso assicurare che ci sono anche i rom buoni, quelli onesti, come me. E sono la maggioranza». E se ne va, in attesa di conoscere Fausto Bertinotti, venerdì 14 alla presentazione al teatro Smeraldo, decisa a giocarsi le sue chances.

Nino Luca
12 marzo 2008

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Di Fabrizio (del 12/03/2008 @ 15:23:36, in casa, visitato 2505 volte)

In corrispondenza col primo turno delle elezioni municipali, il 59% dei sindaci uscenti si dichiara sfavorevole all'accoglienza della Gens du voyage sul loro comune.

Pertanto, dal 2000, la legge Besson (n°2000-614 del 5 luglio 2000) obbliga tutti i comuni a realizzare aree di stazionamento ed a rispondere ai bisogni abitativi nella loro politica locale d'urbanesimo. La Commissione nazionale consultiva per i diritti dell'uomo (CNCDH) ha appena pubblicato uno studio che conferma l'urgenza di agire. In otto anni, solamente un quarto dei posti di accoglienza previsti sono stati aperti, forzando la Gens du voyage a soste irregolari nei luoghi disponibili. E' utile ricordare che se le Gens du voyage sono a volte collegabili ad atti punibili, si tratta soltanto di una minoranza - nella medesime proporzioni del resto della popolazione - che una volta di più funge da pretesto al rifiuto di una popolazione in perdita di cultura e di riferimenti culturali, la cui integrazione non può essere abbordata come per altre Comunità da parte il loro statuto di nomadi. Questa situazione è generalmente la conseguenza delle pressioni fatte dalle istanze decisionali economiche che rifiutano la loro vicinanza e fanno pressione sui municipi per ritardare le attribuzioni di superfici sistemate. "Troppo spesso fanno passare l'economico prima dei Diritti dell'Uomo." Lo Stato deve riconoscere infine il caravan come un alloggio, con tutti i suoi diritti e doveri legati.""La legge sul diritto all'alloggio deve anche potersi applicare senza discriminazione secondo il modo di vita."Esiste ora una nuova "politica di discriminazione nei confronti della Gens du voyage: questa politica se traduce in comportamenti populisti di diversi governi a scala europei. Dalla Romania. passando per l'Italia e la Francia le politiche di rifiuto fondate su eventi specifici o isolati, fanno pensare che ci sono probabilmente gruppi di pressione politici ed economici che intendono aggravare ancora di più la situazione dei non-diritti, dell'esclusione, della Gens du voyage. La situazione generale di quest'ultimi sembra ormai alla mercé dell'infrazione inferiore commessa da una persona della loro Comunità. Processo che nessuna democrazia deve tollerare. "In mancanza di una persona non deve generare la condanna dell'insieme della Comunità." Questo al solo scopo di soddisfare il "benessere" ed il "bene-pensare" di un'altra parte della popolazione." "Ma sembra molto più semplice chiamare all'esclusione ed alla repressione ", piuttosto che avere un dibattito di fondo con i rappresentanti di questa Comunità, dibattito che deve essere messa oggi su scala europea." Per la LBDH M. Herjean.

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Di Fabrizio (del 11/03/2008 @ 20:39:22, in Europa, visitato 2408 volte)

Da Helsingin Sanomat

"L'istruzione per i Rom è la chiave di tutto", ha detto Andrezej Mirga, Consigliere Anziano per le Tematiche Rom dell'Organizzazione della Sicurezza e Cooperazione in Europa, giovedì durante una visita ad Helsinki.

Mirga è in Finlandia per conoscere la situazione dei Rom in Finlandia, come pure quella dei Rom che vi sono arrivati da diversi paesi dell'Est Europa.

Spera di imparare dall'esperienza della politica finlandese e di passare queste esperienze in altri paesi.

Mirga, lui stesso un Rom polacco, dice che è importante andare alle radici del problema. Per esempio, in Romania e Bulgaria, i Rom soffrono di discriminazione e mancanza di istruzione, ha detto Mirga.

"L'Unione Europea dovrebbe investire in opportunità educazionali dove vivono i Rom. Occorrono soldi, ma si ripagheranno da soli quando i Rom avranno lavoro e pagheranno le tasse", dice Mirga.

"L'istruzione dovrebbe estendersi ai Rom già nel livello prescolare, perché i bambini Rom sono già dietro al resto della popolazione quando arrivano a scuola."

Mirga ha visitato la regione della Transilvania in Romania, da cui arrivano i Rom che si vedono mendicare nelle strade di Helsinki. Descrive le loro condizioni di vita nell'area di Cluj Napoca come "sotto gli standards".

Mirga osserva che operatori di differenti paesi hanno tentato di affrontare il problema della povertà tra i Rom europei spingendolo lontano dalla vista.

D'altra parte, questo non funziona. "Se spingiamo il problema fuori, quello rispunta da un'altra parte."

Puntualizza che l'Europa ha tra i propri principi il libero movimento, che significa che come cittadini UE, i Rom non possono essere legati ad un posto contro il loro volere.

Nei prossimi giorni Mirga e Nina Suomalainen, consigliera dell'Ombudsman per le Minoranze dell'OCSE, esamineranno la situazione dei Rom che sono arrivati in Finlandia da altre parti dell'Unione Europea.

Incontreranno anche qualcuno dei mendicanti che sono arrivati ad Helsinki.

All'inizio della settimana, una discussione non ufficiale tra vari ministri si è tenuta presso il Ministero degli Affari Sociali e della Salute. Nella discussione, un rappresentante del Ministero degli Interni ha notato che la presenza di mendicanti Rom dall'Est Europa non è un grosso problema dal punto di vista della polizia finnica.

La situazione è considerevolmente peggiore in Italia, Spagna, Francia, Germania e Britannia.

La settimana prossima una delegazione di tecnici da Helsinki volerà in Romania per studiare le politiche e strategie verso la popolazione Rom.

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Di Fabrizio (del 08/03/2008 @ 09:35:42, in Europa, visitato 2071 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Mentre in Italia per le elezioni politiche ed amministrative le minoranze Rom sono ignorate sia dai programmi elettorali, sia dalle liste dei candidati, dall’Europa arriva una denuncia molto chiara.

Non si può avere una strategia europea per i rom efficace senza che i rom stessi siano nella sua definizione, nell’implementazione e nella valutazione dei risultati. Finora, a livello comunitario, i rom sono infatti rimasti esclusi dal processo politico che riguarda le loro sorti.

Della strategia europea sui rom si è discusso ieri all’Europarlamento a Bruxelles in un meeting organizzato dal gruppo dei socialisti (Pse) che ha visto la partecipazione di Ong e del commissario agli Affari sociali Vladimir Špidla.

In base a una risoluzione del Pe del 31 gennaio scorso, la Commissione europea è stata invitata a definire una strategia comunitaria per affrontare i numerosi problemi di inclusione che riguardano i 9 milioni di rom europei, la minoranza etnica più numerosa del continente.

Come ha fatto notare Andre Wilkens di Open Society, i problemi nati in Italia in seguito all’omicidio di Giovanna Reggiani hanno contribuito a riaprire il dibattito a livello europeo, portando la questione fino ai massimi vertici del Consiglio dei capi di Stato e governo.

Ma pur essendo tra le priorità principali dell’Ue in materia di diritti umani, la questione rom non viene trattata in modo appropriato.

Innanzitutto, come anticipato in apertura di articolo, i rom sono esclusi dal processo decisionale comunitario che li riguarda. Valeriu Nicolae, direttore della Ong European Roma Grassroots Organisation, ha ricordato come “tra le migliaia di dipendenti della Commissione Ue non vi sia nemmeno un rom”. Peggio, nessun rom partecipa al Gruppo interservizi sui rom: si tratta di un tavolo di discussione e coordinamento tra i vari servizi dell’esecutivo europeo: “è come se un gruppo di lavoro sugli italiani fosse composto solo da tedeschi e francesi”.

Neppure un rom nemmeno all’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra).

Inoltre Nicolae ha criticato il fatto che una mancanza di strategia da parte della Commissione porti a spendere poco efficacemente gli ingenti fondi stanziati (circa 300 milioni). Ma Nicolae ha criticato anche le Ong, che non sono state in grado di ascoltarsi reciprocamente e di agire in una prospettiva più allargata di quella nazionale.

Una strategia funzionante, nell’opinione di Ivan Ivanov dell’European Roma Information Office (Erio), deve basarsi sui piani di azione esistenti, come quello della Decade Rom, o dell’Osce. Deve poi seguire una logica di coordinamento tra i livelli comunitario, nazionale e locale, essere inclusiva, condivisa e avere obiettivi di lungo termine, essere coordinata dalla Commissione, grazie alle proprie capacità amministrative, essere multisettoriale e coprire i settori fondamentali di esclusione, ovvero educazione, occupazione e sanità.

Ieri è anche stata lanciata pubblicamente una coalizione di otto Ong (European Roma Policy Coalition), costituita da Amnesty International, European Network Against Racism (Enar), European Roma Grassroots Organisation (Ergo), European Roma Information Office (Erio), European Roma Rights Centre (Errc), Minority Rights Group International (Mrgi), Open Society Institute e Spolu International Foundation.

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Di Sucar Drom (del 07/03/2008 @ 10:10:38, in blog, visitato 1611 volte)

Bogotà, convegno mondiale dei riciclatori
Si è aperto ieri a Bogotà il primo convegno internazionale dei recicladores, gli operatori popolari del riuso e del riciclo. Parteciperanno le reti di operatori del riuso e del riciclaggio latinoamericane e le più importanti organizzazioni di ri...

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Di Fabrizio (del 06/03/2008 @ 09:19:36, in Europa, visitato 2423 volte)

Per il ministro rumeno degli affari esteri, Adrian Cioroianu, il problema dei Rom riguarda anche l'Europa

D.S. Miéville - mercoledì 5 marzo 2008

Adrian Cioroianu, ministro rumeno, era martedì di passaggio a Ginevra. Ha precisato in questa intervista a Le Temps la posizione del sue paese a proposito della libera circolazione delle persone e del problema dei Rom.

Le Temps: La Svizzera ha la tendenza di aver paura dell'idraulico rumeno, così come l'Europa ha avuto paura dell'idraulico polacco.

Adrian Cioroianu: Ho avuto l'occasione di parlarne con Madame Calmy-Rey e ho compreso la posizione dei vostri cittadini. E' una forma d'ansietà normale da parte di gente che ha paura di perdere il proprio impiego. Sono sicuro che tra qualche anno, la stessa situazione esisterà in Romania ed in Bulgaria, perché i nostri concittadini avranno paura della concorrenza dei lavoratori della Moldavia o dell'Ucraina.

La Svizzera ha incontrato qualche problema con i Rom rumeni. Come vedete la soluzione?

Dobbiamo ammettere che abbiamo un problema particolare, quello dei Rom. La Svizzera non è uno dei loro principali paesi di destinazione. Abbiamo avuto problemi più importanti in Italia e Spagna. Senza voler dare l'impressione di sottrarci ad una responsabilità che ci appartiene, pensiamo che il problema dei Rom sia un problema europeo, che deve trovare una soluzione europea. Sono cittadini rumeni, ma nel contempo cittadini europei. Alla dogana, non si possono fare distinzioni tra i cittadini europei secondo l'etnia o la religione. Devono avere tutti i diritti dei cittadini rumeni, che ormai sono cittadini europei. La loro integrazione necessita di programmi a scala europea, in complemento dei programmi nazionali.

Il vostro paese ha veramente fatto tutto quello che era in suo potere per integrare la minoranza rom?

Esistono diversi programmi nazionali, abbiamo una strategia nazionale. Il problema, è che si tratta di una minoranza discriminata per decenni. Sotto il comunismo, la minoranza rom non esisteva, non era riconosciuta nelle statistiche. Lo stato rumeno ha confuso l'integrazione con la sedentarizzazione, che non  è la stessa cosa. Il dovere di tutti i governi è di offrire lavoro "a casa". Noi siamo, in Romania, in una situazione un po' paradossale, perché beneficiamo dei programmi e dei fondi europei e manchiamo di mano d'opera. Ma bisogna essere coscienti che si tratta di una comunità che ha una cultura del viaggio, del nomadismo, e non sempre apprezza la sedentarietà. E' anche una questione d'educazione, e ogni programma deve contenere una importante dimensione educativa.

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Di Fabrizio (del 05/03/2008 @ 09:04:31, in Italia, visitato 1878 volte)

Di Roberto Malini

I rom non posseggono nulla, vivono all'addiaccio, sono emarginati, discriminati, temuti. I bambini rom, nei rari casi in cui è consentito loro di accedere all'istruzione, vengono vessati, insultati e derisi dai compagni; non di rado sono vittime di violenza.

Le leggi del popolo rom condannano ogni forma di violenza, soprattutto quando le vittime degli atti violenti sono donne e bambini.

Politici, autorità e media, con un cinismo raccapricciante, approfittano spesso della debolezza sociale e dello spirito pacifico dei rom per farne il capro espiatorio di qualsiasi problema che riguardi la società.

Di fronte alle forze dell'ordine, i rom subiscono in silenzio ogni genere di intimidazione e abuso.

Di fronte ai magistrati, i rom sono rassegnati, prima ancora che inizi il procedimento a loro carico, a subire la più grave e iniqua delle condanne.

Davanti ai giornalisti che - quando si verificano episodi di cronaca - li intervistano, i rom sanno già che le loro parole saranno travisate e che serviranno a costruire campagne contro di loro, che verranno presentati come esseri perfidi, sporchi, immorali, pigri, incapaci di qualsiasi sentimento umano.

L'attuale deriva razziale che ha luogo in Italia consente ai nuovi razzisti di adottare gli stessi metodi che utilizzavano le autorità naziste per giustificare la persecuzione contro ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Sono sistemi tanto semplici quanto appariscenti, utili a diffondere presso l'opinione pubblica l'immagine del Rrom ladro, violento, truffatore, rapitore e sfruttatore di bambini.

Oltre ai casi che i media hanno amplificato a dismisura lo scorso anno, attribuendo ai rom ogni sorta di delitto, a partire da quello di Giovanna Reggiani, commesso da un romeno povero e non da uno zingaro; oltre alla stretta censura relativa agli omicidi e agli attentati razziali (una realtà che ha visto nel solo 2007 numerose vittime rom e centinaia - sic - di soggetti rom sottoposti a rischio di vita), minimizzati dai media e non perseguiti dalle autorità, neanche quando rivendicati; oltre alle bugie raccontate dai nostri rappresentanti istituzionali alle autorità europee per cercare di evitare severi ammonimenti e condanne; oltre alla "caccia al rom" scatenata in tutto il territorio italiano, vasta operazione di pulizia etnica che culmina con gli sgomberi e le espulsioni; oltre a tutto questo, la "macchina" razzista costruisce casi di cronaca finalizzati a connotare il popolo rom come una razza diversa e degenerata, inguaribilmente asociale.

Quotidiani importanti, a tiratura nazionale, si fanno portavoce di tali campagne di discredito e negli ultimi tempi presentano eventi in cui genitori rom costringerebbero i loro figli e altri bambini, rapiti alle famiglie legittime, a rubare, chiedere l'elemosina, prostituirsi. "Se ognuno di voi non porta a casa almeno 800 euro al giorno, verrà picchiato, torturato, legato al guinzaglio".
L'opinione pubblica è ormai incapace di riconoscere la verità, quando essa viene diffusa dai media e suffragata dalle autorità.

Come si farebbe, altrimenti, a credere che una famiglia rom che vive al freddo, protetta da quattro fogli di cartone, in pessime condizioni di salute, martoriata da rigori delle intemperie, fame, infezioni, topi, parassiti, violenza e umiliazione "nasconda" in realtà almeno 24 mila euro mensili?

Come si farebbe a credere che bambini sottoposti a torture efferate, denutriti e macilenti non colgano la prima occasione di libertà per sfuggire ai loro carnefici?

Come si farebbe a credere ai tanti rapimenti di bambini di cui i rom sono accusati, quando alle dicerie non corrispondano denunce di scomparsa, nei Paesi di origine?

Può anche darsi, però, che la purga etnica faccia comodo alla maggior parte dei cittadini italiani: non erano forse le folle sterminate ad acclamare il nuovo mondo proposto da Hitler e dai suoi assassini?


I rom amano profondamente i loro bambini e i loro modelli educativi non prevedono l'uso delle punizioni corporali: “Tanti bambini, tanta gioia,” recita un adagio zingaro. La persecuzione istituzionale che li colpisce in Italia costringe tutti i componenti delle famiglie rom a tentare di sopravvivere anche con mezzi estremi e considerato che gli adulti sono ormai - a causa della campagna razziale – considerati alla stregua di demoni malvagi, solo i piccoli zingari riescono ad ispirare compassione nella cittadinanza e a raccogliere qualche spicciolo.

Si tratta di legittime istanze di sopravvivenza; nemmeno i furtarelli cui i rom sono a volte costretti dovrebbero essere perseguiti, perché la Costituzione sancisce che persino la ribellione alle autorità diventa lecita quando l'oppressione si fa intollerabile. Nella realtà, però, politici e autorità costruiscono i numeri della loro "efficienza" opprimendo a dismisura i rom.

I numeri parlano chiaro. In una città come Milano, nel 2007 sono state arrestate 3408 persone. Di queste – lo afferma la Prefettura – 530 sono donne e uomini rom. E' una cifra sproporzionata, se si considera che la percentuale rom della popolazione della capitale lombarda ammonta a meno dello 0,5 per cento.

La conclusione che se ne può trarre è una sola: o si crede che i rom siano una razza inferiore, composta da delinquenti incalliti oppure è in corso un'operazione criminale di pulizia etnica, quel "crimine contro l'umanità" di cui l'Italia dovrà rispondere al Cerd (Nazioni Unite) e alla Corte Penale Internazionale de L'Aja.

Coloro che non sono ancora ottenebrati dal pregiudizio antizigano non avranno difficoltà a ricostruire come vengano messe in atto le operazioni di polizia che portano all'incriminazione di tanti genitori rom e alla sottrazione dei loro bambini da parte delle Istituzioni. Qui di seguito, il più recente evento mediatico che vede quali "mostri" tre genitori zingari, a Rho, vicino a Milano.

MILANO: COSTRETTI A MENDICARE SI RIBELLANO, DENUNCIATI TRE NOMADI
Milano, 1 mar. - (Adnkronos) - Erano costretti dai loro genitori a chiedere l'elemosina, ma i piccoli schiavi si sono ribellati e, attraverso Telefono Azzurro, sono riusciti a denunciare i genitori.
E' quanto accaduto a Rho, alle porte di Milano. I militari hanno denunciato due uomini (R.M., 37 anni e M.Z., 43 anni) e una donna (S.S., 26 anni), tutti domiciliati nel campo nomadi di via Sesia, per induzione all'accattonaggio e inosservanza dell'obbligo di istruzione elementare dei minori. I carabinieri sono riusciti a documentare, anche con l'ausilio di telecamere, che i tre costringevano i rispettivi figli, di 12, 11 e 6 anni, con minacce e continue percosse a chiedere l'elemosina in varie parti della citta': parcheggi, centri commerciali e semafori.
A far scattare l'indagine la denuncia del dodicenne che, in forma anonima, aveva chiesto aiuto all'associazione Telefono Azzurro e aveva espresso il desiderio di tornare a scuola. I tre piccoli sono stati affidati a una struttura di accoglienza e presto potranno tornare tra i banchi. (Afe/Lr/Adnkronos)

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Di Fabrizio (del 04/03/2008 @ 09:03:01, in Europa, visitato 2066 volte)

E' uscito l'aggiornamento di febbraio 2008 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
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