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Di Daniele (del 11/01/2006 @ 16:25:34, in conflitti, visitato 2035 volte)
9 gennaio 2006

Aggiornamenti sulla vicenda del campo Rom contaminato in Kosovo-Metohija (Serbia e Montenegro), arrivano da Reuters AlertNet e dal Times di Londra.
Le circa 125 famiglie Rom rifiutano di lasciare il campo contaminato da piombo dove vivono da sei anni. Secondo Skender Gushani, un rappresentante della comunità, il sito dove dovrebbero collocarsi temporaneamente, prima della ricostruzione delle loro case, è a soli trenta metri da dove vivono. Bensì , loro vorrebbero tornare nelle loro case a Pristina e a Kosovska Mitrovica, dove vivevano sei anni fa, quando i terroristi albanesi kosovari hanno raso al suolo le loro case.
I rappresentanti delle comunità Rom dicono che accettando un'altra soluzione temporanea, significherebbe solo altri ulteriori ritardi per il ritorno alle loro case originarie."Ci siamo mossi abbastanza da un campo all'altro", dice Elizabeta Bajrami, "le Nazioni Unite dicono che rimarremo lì solo per sei mesi, ma noi non ci crediamo".
Nel Kosovo-Metohija, dall'entrata delle Nazioni Unite (giugno 1999), i terroristi albanesi kosovari hanno distrutto più di 7000 abitazioni di famiglie Rom, additandoli come collaboratori dei Serbi.La burocrazia e la generale inerzia delle Nazioni Unite e dell' O.N.U. nel Kosovo, hanno rallentato il piano di ricostruzione, ora appena iniziato.
Purtroppo le trattative rimangono sospese.
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Di Fabrizio (del 11/01/2006 @ 15:43:02, in Italia, visitato 1628 volte)

Cambia l'Italia, cambia anche l'approccio tra le comunità

stati


Conferenza stampa di presentazione


Mercoledì 11 gennaio 2006 alle ore 11, presso la Sala Parlamentino della camera del Commercio di Milano, Otto Bitjoka, in qualità di presidente della fondazione Ethnoland, [ha presentato] gli Stati Generali degli immigrati, un progetto volto a rendere visibile il concetto di immigrato come risorsa sociale e come vantaggio per l'intera comunità cittadina.

Alcuni concetti dalla presentazione di Otto Bitjoka: Ci siamo e non siamo gli unici. Per l'Italia di oggi, valgono quelle poche parole di De Gaulle agli immigrati di allora: “Vi ho capiti”.

Per noi è arrivato il momento di non chiedere cosa può fare l'Italia per noi, ma viceversa cosa faremo noi per l'Italia. Come immigrati che i valori cittadini li hanno assimilati e condivisi. C'è una considerazione che abbiamo in comune, noi immigrati e i cittadini italiani, come si dice nel mio paese: “Se non sai dove vai, devi sapere da dove vieni”.

Perché una considerazione comune? Sono in Italia da 30 anni, e ho vissuto i cambiamenti di questa città: c'erano le tute blu, le tute rosse dell'Alfa, questa è la Milano di quando sono arrivato e che molti ricordano. Ma oggi è una città diversa: le industrie hanno iniziato a scomparire negli anni '80, e con gli anni '90 anche la New Economy si è fermata. Come proseguire, se non sapendo ALMENO da dove veniamo.

Dicevo, siamo in Italia da 30 anni. Non possiamo permettere ancora che qualcuno parli per conto nostro. Non dobbiamo dimostrare altrimenti di essere parte di questa città, dove siamo alla seconda, terza generazione. Sono i dati che lo dimostrano:

il 14% della popolazione è immigrata

ma nelle superiori il 19% degli studenti sono immigrati o figli di immigrati.

E Milano, l'Italia hanno bisogno di noi, per non finire come l'impero romano. Tutti dobbiamo passare attraverso la contaminazione.

L'integrazione avviene nei fatti e nel quotidiano. 20.000 imprese gestite da immigrati ne sono il risultato.


Il blog degli Stati Generali


Alcuni concetti dalla presentazione di Piero Bassetti: Già negli anni '50 e '60 a Milano c'era un assessorato all'immigrazione. Il problema dell'immigrazione di allora non era la pelle, ma la cultura. Non c'era la “via di fuga” della diversità. Anche gli immigrati votavamo e per lo stato tutti erano uguali, con tutto ciò di buono o cattivo che questo concetto comportava.

Le soluzioni nacquero qui, piuttosto che in altre città. Il problema, anche allora, non si limitava all'accettazione, ma prefigurava l'integrazione, a tutti i livelli, compreso quello della classe dirigente.. Un esercizio pieno della cittadinanza.

Oggi i problemi non sono uguali, ma simili. E la crisi che si vive in città, ha echi dovunque. E' andato in crisi il concetto di multiculturalismo, di Melting Pot all'americana. Per resuscitarli, dovremmo avere tutti il coraggio di dichiarare la volontà, come avevano i pionieri americani, di costruire una società nuova. E di andare contro tutte quelle realtà che per forza di cose si pongono per la conservazione, anche tra gli immigrati stessi.

Non neghiamolo: a Milano l'integrazione degli immigrati meridionali fu mediazione, avvenne perché c'erano i partiti di massa, e oggi non ci sono più. E non vedo chi possa prenderne il posto.

I media, avrebbero questa possibilità, ma lavorano contro l'emigrazione: non solo per il razzismo visibile e percepibile, ma anche non contribuendo al dibattito, non offrendo copertura alcuna a realtà come queste, che non esprimono solo problemi e disperazione – ma proposte e voglia di contribuire – e che sono maggioritarie.

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Di Fabrizio (del 11/01/2006 @ 10:31:54, in lavoro, visitato 2322 volte)

Da Radio Praha

Nuovo sistema di controllo per raccogliere dati sulla comunità rom

[05-01-2006] By Rob Cameron

Ascolta: 16kb/s ~ 32kb/s 


La Repubblica Ceca conta una vasta minoranza rom, che vive ai margini della società. Ma è sempre stato problematico calcolare le stime su questa minoranza, come problematiche sono sempre state le misure governative per affrontare la loro marginalità sociale. In settimana il governo ha annunciato una serie di piani per compilare schemi anonimi che possano rendere il quadro della situazione. Rob Cameron ha chiesto il perché di questo schema a Czeslaw Walek, capo del Consiglio Governativo per le Tematiche Rom.


"Vorrei dire, che la risposta è ovvia: per controllare quanto abbiano effetto le misure che il governo sta sviluppando per aiutare quelle fasce di Rom socialmente escluse, per controllare come vengono spesi i soldi in questo campo e sapere se ci sono effettivi miglioramenti nelle comunità interessate.”

Quindi, per fare un esempio, se qualcuno con l'aspetto apparentemente rom, si presenta all'Ufficio di Collocamento per cercare lavoro, lì troverà un incaricato che metterà una croce sulla casella “Rom”. Funziona così?

"Assolutamente no! Le uniche informazioni le raccoglieremo per scopi sociologici. Dipende dal tipo di ricerca, di solito si svolgono tramite questionari o interviste di massa. I dati dell'Ufficio Statistico sono ufficiali, dal censimento. Le informazioni provenienti da altre istituzioni, come i ministeri, sono soprattutto riguardo schemi e piani di lavoro.”

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Czeslaw Walek, photo: www.romea.cz

Ciononostante, durante l'ultimo censimento soltanto in 11.000 si sono dichiarati Rom, mentre è appurato che nel paese ce ne sono 200/300.000. Non avrete problemi nel raccogliere informazioni dettagliate?

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"Direi di sì, è per questo che vogliamo combinare queste tre diverse ricerche. Se mi basassi sui soli dati dell'Ufficio Statistico, è chiaro che non sarebbero sufficienti. Quindi li leggiamo in aggiunta alle ricerche sociologiche, che verranno svolte a livello nazionale.”

Qualcuno vedrà con ostilità un simile schema, forte dei ricordi di uno spiacevole passato, come la raccolta di dati sugli Ebrei nell'anteguerra.

"Sì, può essere, ma il fatto è che abbiamo bisogno di monitorare l'efficacia delle misure e delle somme spese per la comunità rom, questa è la prima cosa. Secondariamente, se svolgeremo una buona campagna informativa, soprattutto tra i Rom, per spiegare cosa stiamo facendo, credo che causeremo meno controversie di quanto si potrebbe ritenere.”



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Di Fabrizio (del 11/01/2006 @ 01:42:02, in Kumpanija, visitato 3499 volte)
Happy Hollyday and best wishes from Crisis Center "Hope"
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Chestit Bajram, mnogu zdravje, ljubov, sreka, mir i sloga.
Srdechni pozdravi
Krizen Centar "Nadez"

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Sellamun alekum, o ALLAH Dj-shane huu insala o mubareko Kurban Bajrami te kerele kabuli-bahtalo. Insala o Devel te durjarel amendar sakova bilachipe, nasvalipe, sakova hohavipe, sakova kskanluko. Sakoja buti so ka astarala leskere anavesa te ovel lokeste,  Devla durjar amendar o pharipe, bichal amengje sastipe thaj kamipe maskare amende. Jarabi ma muk amen ko iskusenije, de amen thaj zurar amari pakjiv, ker amen te ova jeka-jek thaj phanle vastencar te djas ko tiro sukaripe. Devla ma muk amen te phira korore keda isiamen jakja, de amen tiro nuri-parlaj-ros te shaj te dika o cacuno drumo, te shaj te djas angle, te shaj te da amare chavengje majlacho trajo thaj lachi pakjiv. TU ALLAH sijan odova so sakole narodo-Djihane dejale piko thaj ikaleja le taro majpare thaj bilache trajostar, rudjivtut ikal vi amen, de amen thaJ zurar harica amari godi thaj bah, de amen pralipe thaj jekipe, ma muk amen panda te ove majtele thaj sare te ustaven amen, Devla TU so sijan o serutno vaso saa akava so kergjan so dikas thaj odova so nasti dikas,  de amen vi amende te ovel amen bahtalo thaj loshajmo trajo, ker amare chavengje te ovel mistos, soske amen pakjas but ke tute thaj sijem tire cacune pakjivale.
Ko alav miro kamav saa e pralengje thaj e pejnengje bahtalo o KURBAN BAJRAMI.
AMIN!
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Di Fabrizio (del 11/01/2006 @ 00:42:09, in Italia, visitato 1738 volte)
Da Romano Lil: “Profondo zingaro - risorse dell’identità” è un’iniziativa avviata dalla Direttore della Casa Circondariale di Rovigo e che vede coinvolti Rovigo Opera Nomadi ed altre associazioni ed istituzioni. Un progetto di scambio fra culture, quella “nomade” e quella maggioritaria, per fare conoscere la cultura dei Rom/Sinti ma anche per avviare processi effettivi di integrazione con cooperative di lavoro.
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Di Daniele (del 10/01/2006 @ 17:26:18, in Italia, visitato 2198 volte)

Data 5/1/2006
Servizio: redazione

La Cgil: “Favoriamo l’integrazione dei Rom a Perugia”
Bravi incontra rappresentanti della comunità e chiede un confronto con Comune e Prefettura

da: Umbrialive.it

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PERUGIA – La Cgil perugina si adopera per l’integrazione dei Rom. Si è svolto martedì 3 scorso l’incontro tra Camera del Lavoro di Perugia, coordinamento immigrati Cgil e alcuni rappresentanti della comunità Rom cittadina.

Sono stati oggetto di discussione diversi argomenti, in particolare il problema della ricerca di un lavoro, la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno e l’opportunità di dare una adeguata istruzione ai bambini della comunità.

Alcuni rappresentanti dei Rom sono intervenuti spiegando la situazione di disagio data dal clima ostile che spesso devono affrontare, che si riflette in pratica sulla difficoltà nella ricerca di un lavoro e sulla possibilità di ottenere il permesso di soggiorno.

Per migliorare questa situazione, e sottolineando la loro disponibilità a cambiare modo di vivere, chiedono di avere un confronto su questi argomenti con il Comune o altre istituzioni.

La prossima settimana – ha detto Mario Bravi, segretario provinciale della Camera del Lavoro di Perugia – chiederemo due incontri. Uno con la Prefettura per chiarire le possibilità e le condizioni per ottenere il permesso di soggiorno per coloro che ancora non lo hanno o che lo hanno provvisorio: l’altro con l’amministrazione comunale di Perugia per trovare una soluzione concordata tra le parti al fine di assicurare ai bambini della comunità Rom il diritto di accedere all’istruzione e per aiutarli ad uscire da una condizione difficile”.


PS: Cafebabel è tornato a scrivere sui Rom in Europa. A chi l'avesse perso allora, segnalo anche l'articolo dello scorso aprile.

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Di Fabrizio (del 10/01/2006 @ 16:39:57, in Italia, visitato 1644 volte)
Da Romano Lil

A dieci giorni dalla denuncia dell’Opera Nomadi sulle condizioni di disagio in cui vivono i rom Xoraxanè del campo “attrezzato” di via Parisi, nulla è stato fatto. Solo due cassonetti sono apparsi. Come preannunciato è cominciata la protesta del presidente dell’O.N. che trascorre le sua giornate ospite dei rom in attesa di una risposta per la fornitura idrica, revocata dal commissario prefettizio di Capua. Persistono le condizioni di disagio in cui vivono le dieci famiglie residenti dal 24 dicembre: manca l’acqua, che impedisce di utilizzare i bagni e le docce, l’energia elettrica non è a norma, una roulotte ha preso fuoco, manca un medico che visiti gli ospiti e, inoltre, alcune ragazze sono molestate ai semafori.

S. Maria C.V. (Caserta) 9-01-2006. Campo nomadi di via Parisi. I pericoli incombono. Il bagno di una roulotte ha preso fuoco a causa della caduta di una candela, mentre due bambini dormivano. Solo il pronto intervento della sorella quindicenne, con l’utilizzo di un secchio d’acqua, ha evitato, sul nascere, la tragedia. Purtroppo i pericoli incombono anche in strada. Un maniaco sessuale adesca le bambine ai semafori di via Galatina. L’O.N. chiede alle Forze dell’Ordine di indagare e di sorvegliare la zona. Secondo la descrizione delle bambine, il maniaco offre 30 euro, si denuda e le invita a salire nella sua auto avanzando richieste oscene. Secondo la descrizione potrebbe avere una trentina d’anni, i capelli mossi, neri, statura media, robusta corporatura. Sostiene di chiamarsi Michele. Si sta tentando di risalire alla targa dell’autovettura per sporgere denuncia.
L’O.N. ribadisce l’urgente richiesta di un pulmino per il trasporto scolastico per evitare la dispersione scolastica e l’adescamento dei male intenzionati ai semafori. L’O.N. chiede che al campo sia realizzato un impianto elettrico in piena sicurezza. A dieci giorni dalla denuncia dell’Opera Nomadi sulle condizioni di disagio in cui vivono i rom Xoraxanè del campo attrezzato di via Parisi nulla è stato fatto. Solo due cassonetti sono apparsi come per magia. E’ cominciata la protesta del presidente dell’O.N. che trascorre le sua giornate ospite dei rom in attesa di una risposta per la fornitura idrica, revocata, dal commissario prefettizio di Capua. Chiede che l’Enel sia pagata dal Comune di S. Maria C.V. come accade ovunque. Chiede alla Protezione civile, presieduta dal comandante De Rosa, di sostituire le roulotte fuori uso. Chiede che un medico dell’Asl Ce2 visiti il campo per prescrivere medicinali. Si fa presente che il medico assegnato, Claudio Tafuri, non visita la comunità da molti mesi (come segnalato ai vertici dall’O.N.) e si rifiuta di fare prescrizioni sostenendo di non poterle effettuare, essendo solo un dermatologo. Gli accordi con il direttore del distretto Bruno Di Benedetto (ora sostituito da Angela Bonavolontà) erano che lui fungesse da ‘medico di base’ per tutte le prescrizioni. L’O.N., auspicando che i fondi esistenti non siano perduti o spesi con schizofrenia, come avvenuto finora, ricorda che i rom Xoraxanè sono stanziali da venti anni nel territorio di Caserta.

Opera Nomadi Sezione di Caserta: via Galatina S. Maria C.V. Presidenza: Nadia Marino tel. 3334951447. Segreteria: Sara Monfregola 3477590304. Indirizzo di posta elettronica: marinonad@libero.it
Nella foto, Nadia Marino con due ospiti del campo
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Di Fabrizio (del 10/01/2006 @ 09:32:15, in Italia, visitato 1899 volte)
wikipedia
Immagino che in molti conoscano Wikipedia, l'enciclopedia (libera e multilingue) che viene continuamente creata e rinnovata dal contributo volontario di migliaia di utenti internet.
Segnalo agli interessati, una recente discussione sui campi di concentramento e di sterminio in Italia durante la II guerra mondiale, e sulle diverse casistiche e locazioni per quanti (Rom e Sinti compresi) vennero perseguitati dal fascismo.

Cambiando argomento: per il lettore che non si accontenta, sempre da Wikipedia, (stavolta in inglese)
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Di Fabrizio (del 10/01/2006 @ 09:31:54, in Europa, visitato 1919 volte)

Leggo su Romano_Liloro:

Il Primo Incontro Plenario del Forum Europeo dei Rom e dei Travellers è stato ospitato a Strasburgo dal 13 al 15 dicembre 2005. L'evento ha riunito rappresentanti da tutti gli stati del Consiglio d'Europa, e si è focalizzato sulla difficile situazione dei 10-12 milioni di Rom e Travellers in Europa.

Ora le immagini sono disponibili sul sito del fotografo Nigel Dickinson.



1. All photographs you were sent of the 'Roma Travellers Forum' are copyright © Nigel Dickinson and are not to be used by anyone in any way whatsoever, on websites, internet, published or otherwise, without the strict written permission of the author and copyrightholder.

2. All photographs should always be credited to the Nigel Dickinson

3. Nigel Dickinson has been photographing Roma across Europe for 15 years.

4. His work is available to be seen free of charge on his website: www.nigeldickinson.com

Roma Gypsies across Europe: http://nigeldickinson.com/gallery/Gypsies

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Di Fabrizio (del 09/01/2006 @ 22:12:26, in scuola, visitato 2251 volte)






Pubblicato su “il Nostro tempo, Domenica 28 Marzo ’04, n.12, p.3 – intervista di Silvio Mengotto. A quasi due anni di distanza, facciamo il punto della situazione:


Dal 1983 Licia Brunello lavora in classe con i ragazzi e incontra le famiglie al campo nomadi di via Idro. Però la riforma farà sparire la facilitatrice culturale

 

Lungo il Naviglio Martesana, all’incrocio con il fiume Lambro, termina via Idro dove dal 1990 c’è uno dei sette campi nomadi autorizzati dal Comune. Siamo al confine di Crescenzago a Milano. Il campo di via Idro ha un contesto campagnolo, confina con un vasto prato dove, specie in estate, pascolano cavalli, caprette, qualche mucca e maialini allevati dai Rom stanziali di etnia Harvati. I Rom sono da 35 anni nel quartiere. Harvati è il nome della regione dell’ex Jugoslavia da dove provengono. Nel campo la popolazione stimata è di circa 150 persone e 24 famiglie. Più della metà sono giovani e bambini ( da 0 a 18 anni ). La peculiarità del campo di via Idro è quella di avere, tra gli altri campi nomadi, il più alto tasso di scolarità.  Un risultato che premia l’impegno di integrazione svolto dalla scuola elementare Eleonora Pimmentel ( via F. Russo ) che ospita i bambini Rom in età scolastica dagli anni ’80, grazie anche ai pontieri di questa integrazione non scontata e che porta il nome di Licia Brunello, insegnante di ruolo dall’86. Da quella data Licia Brunello ha iniziato la doppia avventura: scolastica e con i bambini Rom. Le abbiamo rivolto alcune domande.

 

Come è nata questa avventura scolastica con i bambini Rom?

“ Nasce all’inizio della mia carriera scolastica per puro caso. Essendo l’ultima arrivata fui prescelta dalla scuola con questo incarico di scolarizzazione dei bambini Rom di via Idro. Assunsi il ruolo di facilitatrice culturale. E’ dall’inizio della mia attività scolastica che mi sono occupata aspettando una nuova insegnante che potesse innamorarsi di questa situazione e passare il testimone. Cosa che, in parte, è avvenuta con Angela Sacco ora insegnante all’Università”.

 

Quali le tappe di questa scolarizzazione dei bambini Rom ?

“Quando incominciai mi resi conto che c’erano problemi oggettivi ai quali bisognava dare risposte concrete e immediate: quaderni, libri, penne, abiti. I soli supporti didattici non bastavano. I bambini Rom non parlavano l’italiano e avevano una cultura, schemi e regole completamente diversi dalle nostre. Dovevamo fornire loro anche una serie di servizi: colazione, docce, guardaroba, raccolta abiti, una stanza con lavatrice per governare tutto questo e fornire loro dei ricambi. La situazione nel corso degli anni è migliorata tantissimo anche perché sono migliorate le stesse condizioni e relazioni al campo e con le famiglie. All’inizio grande fatica e auto-selezione. Una prerogativa della comunità Rom è l’esistenza di una identità precisa del clan familiare. Questo significa che esistono famiglie aperte alla collaborazione e altre più diffidenti o chiuse con i “gagi”, come  definiscono tutti coloro che non sono Rom. Da questo dipende il successo della scolarizzazione. Ancora oggi al campo la scolarizzazione è abbastanza capillare. Quest’anno sono 17 gli iscritti e 14 i frequentanti. Sette alle medie e 3 alle superiori. Per noi un successo. La scolarizzazione si è allargata non solo a tutta la comunità, ma anche in termini di cicli scolastici. Oggi frequentano anche la materna. Un fatto impensabile solo qualche anno fa”.

 

I bambini Rom denotano un particolare comportamento in classe?

“Tolti i primi giorni di inserimento nell’intera classe i bambini Rom hanno un atteggiamento come tutti gli altri. Ho notato, ma questa è una sensibilità personale, che i bambini Rom nei confronti dell’insegnante, dell’autorità, assomigliano ai bambini di una volta. Mi sembrano più attenti, aperti, curiosi e rispettosi. Più genuini e diretti. Con loro è fondamentale instaurare un rapporto empatico forte. Al di là del ruolo è essenziale avere una relazione e che si sentano amati. Di fronte a questo lasciano cadere qualsiasi difesa e, in parte, questo si verifica anche per gli adulti. In questi anni abbiamo creato eventi e promosso attività che potessero realizzare un collegamento tra scuola e il campo. Le occasioni sono state le più svariate: il Natale, fine anno scolastico. Con le classi abbiamo fatto uscite didattiche al campo. Ora stiamo lavorando ad un progetto esclusivo per i bambini Rom: un laboratorio teatrale, nel quale dovranno creare una storia di loro invenzione, dove vengono rappresentate le loro tradizioni e la loro cultura. Spettacolo che rappresenteremo a scuola e al campo a fine anno scolastico.   

 

Hai frequentato il campo di via Idro?

“All’inizio i Rom sostavano in via Agordat. Un campo dove le condizioni igieniche erano spaventose. Un centinaio di persone con una sola fontanella. Fosse biologiche inesistenti. Avevano costruito latrine a cielo aperto con caduta libera nel naviglio Martesana. Abiti usati sino all’indecenza per poi bruciarli nell’impossibilità di lavarli. Dopo lo spostamento le cose sono migliorate. Il campo di via Idro è attrezzato di bagni e servizi. Molte famiglie hanno costruito delle piccole case di legno, probabilmente abusive, ma questo ha migliorato le loro condizioni di salute e li ha obbligati ad avere più cura delle loro abitazioni. In questo modo si sono sentiti in una situazione più stabile e protetta. Ho frequentato il campo per molti anni e per alcune famiglie sono diventata amica. Per loro non sono solo la maestra. Questa lunga frequentazione si è trasformata, nel tempo, in una relazione significativa che ha permesso di ottenere risultati che difficilmente una scuola, una pur brava maestra, avrebbe potuto ottenere. Il rapporto individuale con i Rom è molto importante ! Ho conosciuto famiglie Rom che ora abitano nelle case popolari, ho notato che hanno perso molto di quella cultura che, in un certo senso, li proteggeva dall’ideologia malavitosa delle città. Entrando in contatto con la malavita ne sono rimasti contaminati. Per esempio la droga in via Idro non poteva entrare perchè gli anziani proteggevano i giovani e il campo attraverso la trasmissione di insegnamenti della loro cultura”.

 

Qual è il futuro per questi bambini?

“La nuova riforma scolastica non prevede più la mia figura di facilitatrice culturale. Temo che questo anno scolastico sarà l’ultimo con questo ruolo. Ciò che mi preoccupa  non sono solo i tagli al personale, ma soprattutto l’eliminazione di tutti i momenti di collegialità e compresenza, che sono sempre stati il punto cardine della nostra scuola al fine di riuscire a organizzare gli interventi un po’ speciali, come quello con i bambini Rom, ma che permettevano di dare risposte mirate all’integrazione culturale. Quest’anno abbiamo subìto nuovi tagli. Avevamo cinque distacchi per l’integrazione dei bambini stranieri e Rom, ne è rimasta una sola. E’ un anno difficile perché devo tentare di dare delle risposte che siano efficaci e passare la mia esperienza alle insegnati che avranno questi bambini”.


11 marzo 2004 - Silvio Mengotto


Cambiamenti a gennaio 2006:

Ho ritelefonato all'insegnante:

“La situazione praticamente non è cambiata. Abbiamo anche manifestato, incontrato il Provveditore, alla fine quest'anno ci sono 12 ore in più. Abbiamo sfruttato le sinergie del laboratorio linguistico per studenti stranieri. Nel frattempo, c'è stata almeno la soddisfazione del riconoscimento di questoo lavoro da parte della Provincia. Attualmente, il Consiglio di Zona ha erogato un contributo per il recupero scolastico anche al campo. Non molti soldi, abbiamo preparato il progetto, e affrontato man mano le difficoltà che nascevano di volta in volta:

  • la sostituzione dell'insegnante che doveva lavorare sul posto
  • i lavori di manutenzione nel campo, per cui nelle aule dove si sarebbero tenuti i corsi ora non c'è illuminazione.

In qualche modo speriamo di iniziare a metà gennaio. Aggiornamenti a presto.”

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