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Di Fabrizio (del 19/06/2005 @ 04:40:07, in conflitti, visitato 1897 volte)

E' un argomento ripreso in altri momenti, e mi sembra utile segnalare:

Casa della Cultura - via Borgogna 3 - Milano

giovedì 23 giugno 2005 ore 21.00

vi invitiamo alle prove aperte dello spettacolo

CASA DOLCE CASA

Atto unico sulla violenza domestica alle donne

testo di Fanny Dalla Valle

psicologa e attrice

e di

Samantha Gamberini

formatrice esperta di problematiche di genere

in scena

Fanny Dalla Valle

Paolo Vergnani

musiche originali eseguite dal vivo dagli autori

Marcello Bruno e Pino Pio Arborea

regia di

MARCO MARCHEGIANI

e supervisione di

FRANCESCO BRANDI

Lo spettacolo è stato realizzato dal gruppo Emilia Romagna di Amnesty International insieme a teatrodimpresa nell’ambito della campagna

MAI PIU’ VIOLENZA SULLE DONNE

Si vogliono analizzare i meccanismi culturali, sociali e psicologici sottostanti il fenomeno della violenza domestica. L’obiettivo è di sfatare i luoghi comuni sul tema a partire dal tentativo di circoscriverlo a realtà sociali degradate

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Di Fabrizio (del 19/06/2005 @ 04:13:49, in casa, visitato 5783 volte)

Da: USTIBEN

Riassunto del rapporto Ustiben di Grattan Puxon - venerdì 17 giugno 2005

La lunghissima vertenza attorno all'abbattimento del villaggio di Dale Farm (cfr. http://sivola.blog.tiscali.it/ah1984296/) potrebbe avere risvolti inaspettati per il governo di Tony Blair, che pure con l'approssimarsi delle scorse lezioni, aveva mitigato i toni delle polemiche, mostrando di venire incontro alle esigenze dei Rom e Viaggianti che abitano il villaggio.

Sinora le politiche comunali di sgomberi forzati, sono costate allo stato la bellezza di otto milioni di euro. Ma all'orizzonte si profila per il Governo la messa sotto accusa da parte della Comunità Europea, dopo che 300.000 Rom greci hanno vinto una causa simile contro il loro governo, col sostegno di ERRC.

I circa 800 abitanti di Dale Farm e della vicina Hovefield (i più grandi insediamenti stabili di nomadi in Gran Bretagna), assistiti dllo studio legale McCarthy, intendono fare un ricorso simile per violazione dell'art. 16 della Carta Sociale Europea, che garantisce alloggio e tutela della famiglia a tutti i cittadini europei.

Altri processi sono in corso in tutta la Gran Bretagna, contro la comapagnia Costant & co, resasi responsabile di violenze private e danneggiamenti a proprietà durante le ttività di sgombero avute in appalto dai consigli comunali.

Mentre Dale Farm è da un mese assediata dai bulldozer, a Bulkington alcune famiglie hanno ri-occupato l'area da cui erano state sgomberate. Sono oltre 300 le aree di soste sgomberate negli ultimi 18 mesi.

Recentemente, gli "occupanti" hanno potuto incontrarsi col commissario europeo per i Diritti Umani, Alvaro Gil-Robles. Hanno anche ricevuto la solidarietà dalla comunità ebraica inglese, per voce di Ruth Barnett, scampato alle persecuzioni naziste del secolo scorso. Dal punto di vista politico, sono diversi i parlamentari che si sono impegnati ad unirsi agli occupanti, se le ruspe dovessero entrare in azione.

Nello stesso consiglio comunale di Basildon, che ha promosso la causa di sgombero e coerentemente prosegue questa politica da anni, si registrano ora prese di distanza da parte dei consiglieri eletti. Nel contempo, nella cittadina è in corso una raccolta di firma a sostegna di Dale Farm.

Lo sgombero di questa comunità sarà affrontato anche nella sessione del parlamento di International Romani Union che si terrà il 1 e 2 luglio a Belgrado, ed è stato condannato da diverse organizzazoni Rom in Francia, Germania, Serbia, USA, Canada e Australia.

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Di cicciosax (del 18/06/2005 @ 12:44:11, in musica e parole, visitato 4632 volte)

da Burekeaters

Sevdah
Oggi la parola serbo-croata indica soprattutto un genere musicale, un canto gitano appassionato, diffuso in Europa per iniziativa del produttore discografico Dragi Sestic, che ha lanciato due cantanti, entrambe zingare bosniache, Ljiljana Petrovic Buttler e, di recente, Amira Medunjanin
(Internazionale, 26 maggio 2005).

Dalle rovine di Mostar, nei primi anni novanta la parola, col canto, si è diffusa in Europa, in francese e inglese soprattutto, ma anche in tedesco, spagnolo e, da qualche anno, in Italia.
Qui tra i primi ne parlò Predrag Matvejevic in un bell’articolo in italiano in Alexandria Biblioteka (dicembre 2002). Parola e canto risalgono al medioevo, alla presenza ottomana nei Balcani e al turco sevda, "amore ardente", ma anche "fantasia" e "malinconia, umor nero".

Qualcuno suppone per la parola turca un’origine dall’arabo sauda’, "malinconia".

Dalla Città del Ponte viene un piccolo prezioso compenso agli occidentalismi che invadono l’est europeo e mediterraneo.

[Tullio De Mauro, "La Parola" in Internazionale n°593 - grazie a Judith]

Chi volesse ascoltare una Sevdah aggratisse cliccasse qui

Chi invece volesse accattare sull’Itunes Music Store una Sevdah suonata dalla mitica Kocani Orkestar può invece cliccare qui (a proposito nella sidebar abbiamo appena aggiunto una nuova sezione, con le musiche balcaniche che ci piacciono di più disponibili sull’Itms)

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Di Fabrizio (del 17/06/2005 @ 23:27:57, in Europa, visitato 1925 volte)

A proposito dei due ultimi post sulle espulsioni in atto in Italia e in tutta Europa, sono disponibili nell'area download:

  • La risoluzione del Parlamento europeo su Lampedusa - 14 aprile 2005
  • La proposta di risoluzione comune sui Rom  del Parlamento Europeo

(ringrazio VIA ADDA NON SI CANCELLA)

  • e il rapporto INTERNATIONAL HELSINKY FEDERATION FOR HUMAN RIGHT sulla situazione dei Rom nei paesi europei

Vi invito nuovamente (chi se ne fosse scordato) a firmare la petizione online contro i rimpatri forzati

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Di Fabrizio (del 17/06/2005 @ 16:27:59, in Europa, visitato 2047 volte)

Ricevo quasi contemporaneamente da Asmet Elezovski, attivista Rom della Macedonia; Karin Waringo, giornalista; da Claudia Tavani in Gran Bretagna e dal Kosovo Roma and Ashkali Forum, un invito a firmare contro la deportazione forzata dei Rom verso il Kossovo.

Il caso più eclatante è quello della Germania, ma questi "rimpatri" stanno avendo luogo in tutta Europa e anche in Italia.

E' quindi importante che giungano molte adesioni anche dall'Italia.

Per questo, ho preparato una traduzione della petizione anche in lingua italiana, e la possibilità di inviare la vostra adesione online al comitato promotore. Per un confronto, ho tenuto a margine anche i testi della petizione in inglese e romanès. Vi basta collegarvi a: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm e compilare il form.

In calce, troverete anche un facsimile per chi volesse approntare una raccolta di firme tradizionale.

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Di Fabrizio (del 17/06/2005 @ 11:01:27, in Italia, visitato 1821 volte)

A proposito di: Milano: appello ALLA CITTÀ DEMOCRATICA E ANTIRAZZISTA, ricevo e porto a conoscenza:

Cari/e tutti/e

ieri 16 giugno, contestualmente al presidio per la chiusura del Cpt di Via Corelli, dalle ore 18.30 alle 19.30, si è svolto l'incontro in Prefettura. Presenti, per la Prefettura, il Prefetto Ferrante, il capogabinetto e il vice-capogabinetto e, per i firmatari dell'"Appello alla città...", una delegazione composta da rappresentanti di Arci, Fiom, SinCobas, Naga, Verdi, Rifondazione.

Come già affermato nell'appello e poi ribadito nell'incontro pubblico del 6 giugno scorso, l'incontro era finalizzato a garantire il monitoraggio e l'accesso al Cpt di Via Corelli da parte di organismi indipendenti. Dopo aver ribadito il senso dell'iniziativa dell'appello e del presidio e l'intenzione di continuare la mobilitazione per la chiusura del Cpt, la delegazione ha dunque avanzato le seguenti richieste:

1. possibilità di accesso al Cpt da parte di:
a) associazioni, sindacati ecc. che hanno attività sull'immigrazione
b) consiglieri comunali, provinciali e del CdZ 3 (questo ultimo aveva peraltro votato il 9 giugno scorso un odg che chiedeva l'accesso di una sua delegazione)
c) stampa
c) due collaboratori per ogni consigliere reg. o parlamentare (come peraltro avviene nelle carceri...)

2. fornitura documentazione alle associazioni da parte Prefettura circa: regolamento vigente in V. Corelli, testo convenzione con Croce Rossa e informazione periodica sulle presenze nel Cpt (per nazionalità, provenienza ecc.)

3. possibilità per gli "ospiti"-detenuti di essere visitati da un medico di loro fiducia, cioè indicato da loro (allo stato attuale ciò non è possibile e l'unico interlocutore per l'assistenza medica è il presidio interno della Croce Rossa)

4. apertura da parte Prefettura di un tavolo unico su tutti gli aspetti dell'immigrazione sul territorio (finora esistono soltanto due tavoli separati, uno dove partecipa anche il Forum Terzo Settore e l'altro con Cgil-Cisl-Uil).

Il Prefetto Ferrante, da parte sua, si è dichiarato disponibile a discutere tutti i punti citati, cioè ha tenuto un atteggiamento di apertura e non di chiusura. Da parte sua, la delegazione ha evidenziato la necessità di andare oltre alle disponibilità e di assumere impegni concreti già in quella sede. Quindi, in chiusura dell'incontro
è stato concordato quanto segue:

A) entro settimana prossima una delegazione dei firmatari e una della Prefettura si incontreranno di nuovo, onde entrare nel dettaglio e definire le modalità concrete. Questo incontro di terrà all'interno del Cpt di Via Corelli e sarà dunque già una prima occasione di monitoraggio.

B) impegno per un luogo continuo di confronto sulla situazione interna di Via Corelli tra associazioni e Prefettura

C) sin da subito, ogni "ospite"-detenuto ha la possibilità di essere visitato da un medico da lui indicato. Tale visita dovrà avvenire dentro il presidio medico della Croce Rossa di Via Corelli.


In conclusione, pare di poter dare una valutazione positiva dell'incontro. Ovviamente, tutti gli impegni vanno verificati nella pratica.

Sarà necessario, in tempi non biblici, convocare di nuovo un incontro dei firmatari dell'appello, al fine di definire la continuità dell'iniziativa per la chiusura del Cpt, nonché le modalità di lavoro nostro in relazione all'attività di monitoraggio.

Intanto, ricordo l'impegno, già deciso il 6 giugno scorso, di garantire una presenza al processo (23 giugno) contro i detenuti di Via Corelli, arrestati in seguito alla protesta di fine maggio.

un abbraccio
Luciano Muhlbauer

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Di Fabrizio (del 16/06/2005 @ 11:34:25, in media, visitato 1733 volte)

Riprendo sempre da Sergio Franzese:

Autore: Giada Valdannini
Titolo: CAROVANE TRA LE PAGINE
pagg. 104
Formato 14x21, brossura, colori.
Codice ISBN 88-87803-53-6
Uscita: maggio 2005

La storia del popolo rom è una storia millenaria. Nonostante ciò, sono molti a pensare che quella romaní sia una società senza tradizione e senza passato.
Entrare in contatto con le comunità che la compongono, i Rom, Sinti, Kalé, Romnichals è sfatare una serie di preconcetti sedimentati nella nostra cultura. La cultura dei gagé, i non rom.

In poco meno di cento pagine Giada Valdannini ci parla dei Rom e dei Sinti ed in particolare della loro letteratura fatta di poesia di narrativa e di fiabe senza trascurare altri aspetti meno conosciuti come il teatro, diffuso soprattutto nei paesi dell'est Europa.

Il libro, Carovane tra le pagine, pubblicato nel mese di maggio dalla piccola casa editrice romana Alberto Gaffi (collana Ingegni) si snoda lungo un percorso che conduce il lettore alla scoperta della popolazione romaní attraverso notizie di carattere storico ed attraverso la descrizione delle principali comunità presenti in Italia.
La classificazione dei gruppi che ci viene presentata risulta però un po' sommaria ed a tratti imprecisa.

Nelle venticinque pagine che costituiscono la parte conclusiva del libro trovano posto scritti di "Mauso" Olimpio Cari, di "Hexo" Luciano Cari, di "Spatzo" Vittorio Mayer Pasquale (che recentemente ci ha lasciati), oltre ad "Alexian" Santino Spinelli, a Guerino Spada, Bruno Morelli ed altri ancora.
Un breve capitolo è dedicato ai poeti ed agli scrittori emergenti le cui opere sono state pubblicate nelle antologie delle diverse edizioni del Concorso Internazionale Amico Rom . Tutti gli autori citati sono Rom e Sinti italiani o che vivono in Italia.

Qualche spazio di troppo - a mio avviso - è stato concesso agli eccessivi risentimenti del Prof. Spinelli, Rom abruzzese, nei confronti del "becero paternalismo di certi preti, [del]le organizzazioni pro-Rom sfruttatrici e manipolatrici,  [del]le teorie stupide di certi "scienziati degli Zingari" ecc. ecc.", osservazioni che sebbene in parte fondate potrebbero forse essere espresse in modo più pacato.
Certe affermazioni - benché si tratti di citazioni non attribuibili all'autrice - appaiono un tantino stonate nel contesto di un prodotto culturale quale intende essere il libro di Giada Valdannini.

Detto questo si tratta comunque nel complesso di un buon lavoro, utile ad avvicinare il lettore ad un aspetto senz'altro trascurato del mondo romanó. Consiglio quindi vivamente di acquistare e di leggere questo libro.

Sergio Franzese

Per ordinare on-line (Prezzo: € 9.00)

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Di Fabrizio (del 16/06/2005 @ 09:52:34, in Italia, visitato 2420 volte)

Scrive Sergio Franzese sulla mailing-List  arcobaleno_a_foggia:

In data odierna il sito del Comune di Treviolo (BG) elenca tra le "news" la lista de "i segni che gli Zingari tracciano sulle pulsantiere delle abitazioni" (autore della pagine: AVM).
Mi viene da pensare che il Comune di Treviolo non sia la culla dell'Illuminismo.
Sarebbe opportuno spiegare al Sindaco che prima di contribuire a divulgare stupide leggende metropolitane bisognerebbe accertarsi della fondatezza di ciò che si dice, ma si sa... mettere gli Zingari (come li definisce questa Amministrazione) alla berlina trova sempre un ampio consenso (soprattutto nel cuore dell'opulenta Padania).
Se qualcuno volesse scrivergli e magari dirgli che non siamo proprio tutti ladri e vagabondi (e che quei segnali sono una fesseria come i coccodrilli nelle fogne di New York) ecco l'email:

sindaco@comune.treviolo.bg.it

Baxt ta sastipén!

Risposta:

Ciao Sergio, lieto di risentirti!
Sulla questione, mi permetto di segnalare questo articolo:
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4060
Noterete, soprattutto leggendo i commenti, come gli antichi pregiudizi sfociano nelle paure + irrazionali.
Purtroppo, è la mia Lombardia, che da ex ponte dell'Italia verso l'Europa, sta diventando una terra di nuovo Medioevo, come dimostrano anche i recenti fatti di Besano...
Insomma, sono un po' con "le gomme a terra", per quanto riguarda il morale. Come glielo spieghi a questi, che è una bufala degli anni '30?
Più che scrivere al sindaco, vorrei organizzare una colossale presa in giro.
Suggerimenti??
Fabrizio

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Di Fabrizio (del 15/06/2005 @ 23:04:35, in Europa, visitato 2203 volte)

Una notizia curiosa da Neil's World:

BitDefender (che in Romania si occupa di sicurezza sui computer) ha rilasciato una patch contro una singolare versione del virus Antiman.A. Il virus si presenta(va) come un allegato con informazioni sui tre giornalisti rapiti in Iraq. Una volta scaricato, iniziava a cercare nel computer della "vittima" se ci fossero brani di " gypsy music", cancellandoli.

BitDefender dice di essere stata inondata da lettere di protesta di clienti che volevano che il virus si diffondesse.

Farebbe il paio con i lanci dell'agenzia Walrus che leggo da Mirumir


Ho i pensieri che ultimamente vagano a zigzag. Non cercate per forza una logica, per una volta fate uno sforzo e aiutatemi voi a trovarla.

Come la maggioranza assoluta dei blog, al referendum di settimana scorsa ho votato i miei 4 sì. Ma la mappa non è il territorio. Il risultato brucia, non solo a me. Bruciano quei 3 italiani su 4, che non si sa come prenderli. Hai un bel dire che a volte bisognerebbe lasciare la tastiera e quantomeno prendere il tram, ma trovare un blogger che ammetta di vivere solo sul computer è difficile quanto trovare oggi chi ammetta di essersi astenuto.

Per iniziare vorrei capire cosa c'è dietro il non-voto: è la solita italietta che puzzava di parrocchia e fascistissimi menefrego che credevo scomparsa almeno dagli anni '70, o è quella provincia che mischia computer, sogna fortune senza pagarne il prezzo e rincorre la nuova illusione NEO/TEO/CONS che spira oltre Atlantico?

E' giusto dire che ha vinto la vecchia italietta di sempre? L'Italia che respiro, mischia sempre di + i due aspetti, aggiungendoci quel tanto di residua voglia di essere meglio degli altri e il portafoglio sempre più vuoto. Come sognare l'America e scivolare verso derive sudamericane o balcaniche. Già una volta mi chiedevo se erano storie bulgare o nostrane. E anche quella nota dalla Romania con cui ho iniziato, mi lascia stranito per il mischiare vecchi pregiudizi etnici con storie di nuove tecnologie.

Rimane il fatto, in Romania non possono eliminare gli Zingari, in Italia si continuerà ad andare all'estero per fare quello che dentro le nostre mura è peccato. Insomma, chi vince è impotente come chi perde...

Referendum archiviato (purtroppo), ma datemi una mano a risolvere i dubbi su cosa ci aspetta:

  • Un mondo di nuove tecnologie dove da una parte ci si connette con tutto il mondo e dall'altro si ricostruiscono i propri circoli ristretti e autosufficienti?
  • Come rompere i muri, quando qualsiasi strumento (democratico o tecnologico che sia) non vale niente, se dall'altra parte non c'è dialogo ma solo contrapposizione?

Il tutto, vi capisco, è molto confuso e mischia troppe cose. Se ce la fate, NECESSITO INPUT

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Di Fabrizio (del 15/06/2005 @ 11:36:45, in Europa, visitato 1725 volte)

Segnalo due articoli:

Il primo sui ritorni forzati in Kossovo:

Di Marek A. Nowicki, Ombudsman per i diritti umani in Kosovo
Selezione e traduzione a cura di
Le Courrier des Balkans ed Osservatorio sui Balcani
I governi occidentali spingono oramai per accelerare il ritorno a casa dei rifugiati del Kosovo. Ma questi ultimi hanno spesso perduto i legami con il loro Paese d'origine e non è prevista alcuna forma di accoglienza. E poi che dire dei ritorni forzati di persone che appartengono a comunità ancora vittime di persecuzioni come ad esempio quella dei Rom o degli Ashkali?  continua


Il secondo su un convegno sui Rom di Turchia:

Da Ankara, scrive Fabio Salomoni  La UYD, organizzazione della società civile turca, ha tenuto ad Edirne un convegno sulla situazione dei Rom della Turchia, nella regione dove sono più presenti. Un'occasione per parlare a livello internazionale della difficile situazione di questo popolo e delle discriminazioni di cui è oggetto... continua

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