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Bulgaria
Di Fabrizio (del 16/10/2013 @ 09:05:47, in Europa, visitato 1456 volte)

di Ettore Bianchi - Italia Oggi

Niente soldi Ue per gli zingari
Nei quartieri rom prende piede l'islamismo radicale

Gli zingari bulgari non hanno peli sulla lingua e lanciano l'accusa: dei fondi dell'Unione europea qui non arrivano che le briciole. A parlare è Orhan Tahir, rom e presidente di un'organizzazione non governativa che li rappresenta. Gli fanno eco i portavoce dei 60 mila zingari che vivono a Stolipinovo, quartiere della città bulgara di Plovdiv che si trova a un centinaio di chilometri a sudest della capitale Sofia: da anni veniamo attaccati per questa storia dei fondi comunitari, ma non siamo noi a beneficiarne.

La spiegazione fornita da Anton Karaguiozov, responsabile dell'associazione locale Roma, è che i soldi destinati ai rom sono trattenuti dai bulgari: essi sono più smaliziati e preparati, sanno come muoversi nei meandri della burocrazia e come redigere correttamente le complicate domande di sovvenzione.

Così gli zingari si prendono la colpa, gli altri i cospicui flussi di denaro.

Ma non è finita. Perché, secondo Karaguiozov, in quello che ormai è diventato un ghetto si continua a essere scambiati per romeni: noi invece, dice il portavoce degli zingari, non rubiamo e ci accontentiamo delle entrate provenienti dalle nostre attività lavorative. Tradotto, significa vivere di aiuti sociali e di espedienti: contrabbando di sigarette, recupero di rottame, vendita di vecchi prodotti usati. Uno dei problemi principali è quello della formazione scolastica: gli insegnanti, dice ancora Karaguiozov, prendono la loro assegnazione a Stolipinovo come una punizione e si accontentano di fare il minimo indispensabile. Così le famiglie non muoiono dalla voglia di mandare i figli a lezione.

Intanto i servizi di sicurezza rilevano il forte rischio della penetrazione dell'Islam radicale in questi gruppi sociali sempre più emarginati. Orhan Tahir afferma che si tratta di bombe a orologeria. Il guaio è che lo stato bulgaro, troppo debole e privo di una politica coerente sugli zingari, è praticamente assente.

Quanto ai fondi distribuiti da Bruxelles, Tahir precisa che i rom sono inclusi nel vasto gruppo delle persone vulnerabili, che comprende varie categorie sociali che vanno dalle ragazze madri ai carcerati sulla via del reinserimento sociale. Di fatto, sono i poteri locali a decidere sull'assegnazione e sulle priorità. Rom e zingari si trovano in fondo alla lista. Tahir lancia quella che a prima vista ha tutta l'aria di essere una provocazione, ma che non lo è affatto secondo il diretto interessato: se domani l'Europa decidesse di interrompere la distribuzione di questi soldi, vi assicuro che i rom neppure se ne accorgerebbero. Inoltre, prosegue, quando sento Viviane Reding (la commissaria Ue per la giustizia e i diritti) annunciare decine di miliardi di euro previsti per i rom, mi metto le mani nei capelli e mi domando in che mondo vivano questi politici e funzionari a Bruxelles.

Intanto, nei ghetti, la gente continua a vivere senza acqua corrente né servizi essenziali. E perfino il ministro degli interni francese, Manuel Valls, socialista, si è messo in concorrenza con la destra di Marine Le Pen affermando che i rom devono andarsene dalla Francia. Non è soltanto una questione di soldi.